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Autore: Armida    20/06/2011    1 recensioni
Come nel migliore degli Happy-Ending, la storia di Harry Potter si conclude con la pace. Ma mantenere la propria felicità nella vita reale, non è sempre facile come sembra. Anche i problemi apparentemente più insignificanti possono causare situazioni inaspettate, situazioni spinose. La vita reale è spinosa senza dubbio. Per questo a volte è bello perdersi in un libro... Guardava fuori la finestra della camera di Ron, alla Tana. Non poteva essere possibile, non poteva essere successo davvero tutto questo...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Molly entrò in bagno "Meglio?" Domandò.
Harry annuì e nel farlo gli salì in gola un altro conato. La donna uscì di corsa. Il giovane, pallido in volto, si accasciò piano a terra. Il pavimento freddo era un sollievo per la pancia scossa e la testa pulsante. Chiuse gli occhi per rilassarsi. Era distrutto e non ne conosceva il motivo. Rimase lì immobile in quella strana posizione per un tempo indeterminato. Quando la mattonella su cui aveva schiacciato la faccia si scaldava, solo allora con un impercettibile movimento trascinava la guancia due centimentri oltre e poi di nuovo stava immobile. Questo finchè la porta del bagno di casa Weasley fu aperta di mala grazia e due braccia forti lo sollevarono.
"Oh!" sentì urlare vicinissimo al suo orecchio e ricevette un ceffone in piena faccia "Sei svenuto?"
"Sei un emerito e inutile Goblin!" biascicò Harry a fatica, la bocca ancora impastata e la salivazione a zero.
"Ugh! Ti puzza l'alito!" strillò Ron schifato.
"Ho vomitato, imbecille" rispose l'altro.
"Ma sei svenuto?" domandò ancora il rosso passando il braccio dell'amico sulla spalla.
"No, cercavo solo un po' di fresco"
Salirono le scale con qualche difficoltà, entrarono nella loro stanza e si accasciarono entrambi sul letto.
"Mi ha mandato un Patronus mamma" Ron sogghignò "mi ha chiesto cosa fosse successo e perchè stavi male, non sapeva che fare!" pausa "anche io mi sono spaventato... Ho salutato Hermione e mi sono smaterializzato qui, in fretta e furia. E quando ho detto a mamma che semplicemente Ginny non era venuta sai che ha fatto?" pausa "ha scosso la testa e ha detto Malato d'amore" il gigno divenne un sorriso quando vide il volto dell'amico "Hai davvero una brutta cera."
"Grazie Goblin" rispose il bruno "fammi un piacere, avvisa Dawlish che domani e dopodomani non vado, sto male" e detto questo sprofondò la faccia nel cuscino.

Ginny era appena rientrata, stanca ma serena, in sala Comune. Aveva studiato gli schemi buona parte del tempo e il resto l'aveva dedicato alla sua bella scopa fiammante. Aveva anche spiegato un po' di tecnica ai novellini, facendoli esercitare. Era davvero soddisfatta. Era andata molto meglio di quanto potesse immaginare. Sorrise svestendosi. Aveva una fame da lupi... aveva saltato il pranzo! Poi doveva sbrigarsi per farsi raccontare da Hermione come era andato l'incontro.
Avrebbe anche dovuto mandare quel gufo a Harry. Erano giorni che teneva la lettera pronta, ma le mancava la forza di inviarla. Ogni tanto la riprendeva in mano, la rileggeva, correggeva qualche parola, sbafatura, cambiava idea, riscriveva... il foglio era sempre lo stesso solo un po' più stropicciato.
Quel giro liberatorio sulla scopa le ci era voluto. Non poteva aver paura, non lei, non Ginny Weasley. E ora era decisa, avrebbe mandato quella lettera a Harry.
Si fece una doccia rapida e corse a cercare l'amica. Credevano che essere finalmente compagne di stanza l'avrebbe avvicinate, invece... Non riuscivano a incontrarsi mai e la sera, quando era il momento migliore per parlare, o non riuscivano ad allontanare le altre compagne o erano troppo stanche e rimandavano.
Innegabilemente era stato un periodo dedicato quasi esclusivamente allo studio e il resto era passato tutto in secondo piano (tranne il Quidditch che le veniva naturale come respirare).
Intanto quella figurina slanciata si dirigeva a passo spedito verso la gufiera, avrebbe parlato con Hermione a cena, ora doveva davvero mandare quella lettera, o avrebbe cambiato idea di nuovo.
Mentre saliva le scale incrociò proprio l'amica riccia che aveva il volto completamente immerso nella missiva che stava leggendo. La rossa le si avvicinò e gliela rubò scherzosamente, fingendo di leggerla, pensando che l'emittente fosseViktor. Rimase di sasso nel riconoscere la scrittura di Ron... non era anormale che suo fratello, fidanzato con la sua amica le mandasse una lettera, quanto il fatto che il suo nome, "Ginny", comparisse una quantità di volte indefinita nel corso della facciata. Alzò la faccia paonazza per guardare l'amica che, rossa anche lei, ma di vergogna e colpevolezza, fissava ostinata da un'altra parte.
"Hermione... perchè tu e Ron parlate di me?"
"Uh?"
"Hermione... hai capito benissimo"
"Ginny non è carino da parte tua leggere la corrispondenza degli altri!"
"Voglio solo sapere che succede! Credevo fosse Viktor e volevo farti uno scherzo, non era mia intenzione leggere..." si giustificò la rossa.
L'amica mugugnò qualcosa di incomprensibile, allora l'altra strinse le braccia al petto e strepitò: "Semplicemente non è carino! Potresti spiegarmi cosa succede?!" capendo che non ci sarebbe stata risposta superò l'amica e salì le scale quattro gradini per volta. Hermione la seguì quasi spaventata.
"Che fai?" domandò col fiatone quando la raggiunse. Ginny era intenta a scrivere una lettera: la sua scrittura flessusosa spiegazzata per la fretta di finirla.
"Chiedo a Ron che succede" rispose con noncuranza.
"Oh, no!" con uno scatto involontario l'altra le si parò davanti per evitare che legasse la busta che intanto era stata sigillata, alla zampa del gufo scelto.
"Oh, si! Se non mi dici che succede!" gli occhi serrati.
"è un ricatto!"
"No, è l'unico modo che ho per capire come mai tu e mio fratello parlate di me..."
"Non potremmo semplicemente parlare di come vai a scuola o di come manchi a tua mamma o del regalo di Natale migliore?"
"No, perchè il regalo di Natale me l'hai già comprato e Ron se ne scorderà come sempre e poi se fosse stato davvero per questo non avresti fatto tante scenate!"
"Magari voleva davvero dirmi che manchi a tua mamma..." la riccia fece un ultimo tentativo.
Ginny la scansò e quella cedette. "Ok. Mi arrendo. Brucia quella lettera!"
"Prima racconta"
"Camminiamo"
cominciarono a scendere le scale della gufiera, dirette verso il parco.
"Herm?" la rossa interruppe il silenzio che si era creato.
L'altra annuì "è che mi dispiace parlare dei fatti altrui. Solo che... vedi... Harry è stato male... quando non sei venuta. Era abbattuto e sconsolato. Pensavamo che fosse una questione solo... mentale... si sente molto solo e abbandonato da te."
"Si sente solo?? E abbandonato? SCUSA? Chi è rimasto chiuso ad Hogwarts nove mesi, senza avere sue notizie? Chi ha dovuto sopportare la sua finta morte durante la battaglia? Chi..."
"Ginny non è stata una sua scelta. Gli stai rimproverando cose che per cui non aveva facoltà di decidere..."
"NO! Non è giusto! Non è un discorso che regge! Smettila di difenderlo. Io ho fatto le mie rinunce per lui... Noi le abbiamo fatte. Anche tu non partirai quest'estate!"
"è stata una nostra libera scelta." Rispose Hermione seria "Non so dove vuoi andare a parare, ma non coinvolgermi, Ginny, scusa. Io ho deciso che non sarei partita perchè non volevo, non per fare un favore a Ron. Credevo fosse lo stesso per te..."
la rossa rimase in silenzio.
"Ginny qual è il problema? Cosa c'è sotto?"
erano sulla riva del lago, in piedi, il sole cominciava a tramontare tingendo di rosso i riflessi del cielo e dell'acqua. La ragazza più slanciata, i capelli della stessa tonalità del cielo, pianse piano, la testa voltata dall'altro lato.
"Non so cosa voglio" Bisbigliò fra un singhiozzo e l'altro. "credevo di volere lui. Gli avevo scritto una lettera, volevo proporgli di tornare di nuovo da Kreacher e stare un po' di tempo, da soli a Natale. Volevo stare con lui a Grimmauld Place. E invece, appena mi hai detto che è stato male... che ci pensa tanto, che gli da così fastidio che io per una volta manchi... mi sono sentita soffocare, non è quello che voglio"
Hermione rimase in silenzio. Si stavano facendo del male da soli, e senza motivo. Non sapeva come comportarsi.
"Quanto è stato male?" chiese. Poteva sembrare una domanda stupida, ma per la rossa era tremendamente importante.
"Abbastanza. Ha anche vomitato. Tua mamma si è preoccupata molto e ci ha mandato un Patronus allarmante... per questo Ron mi ha spedito quella lettera, per tranquillizzarmi"
l'amica annuì "Non dire a nessuno che ho pianto. Ultimamente succede troppo spesso..."
Hermione l'abbracciò "ascolta" disse "Io non dirò nient'altro, però ricorda queste parole e pensaci: state sbagliando tutti e due. Harry è troppo ingenuo per capirlo e cambiare. Forse sei tu che devi guidare le danze. Lui non vuole soffocarti e tu lo sai bene. Tu non vuoi essere assente dalla sua vita e questo devi farglielo capire. State sbagliando insieme. Adesso prendi quella lettera e mandagliela, così si tranquillizzerà e a Grimmauld potrete parlare tranquillamente. E se qualcosa andrà male, lascerò libero metà del mio letto alla Tana, e forse anche un angolino di cuscino..."
entrambe sorrisero. Ginny strinse forte l'amica.
"Allora dov'è questa fantomatica lettera?"
la giovane tirò fuori dalla divisa il foglio spiegazzato che avrebbe dovuto inviare a Ron. "L'ho cancellata senza pensarci..."
"Allora dovremmo riscriverla velocemente. Tra poco sarà ora di cena"
arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa.
"Animagus" dissero autonomaticamente.
Una buffa sorpresa le aspettava dentro. La sala era semivuota, probabilmente molti si erano già diretti verso la sala Grande, tranne per un piccolo gruppo di Grifondoro che fissava sbalordito il camino. In un angolo, una bambina del primo anno, vomitava sonoramente, mentre l'amico gli teneva dolcemente indietro i capelli.
"DOV'E' GINNY WEASLEY?" la voce di Molly rimbombò nella sala.
"Eccola!" Urlarono le sue compagne di classe rilassandosi improvvisamente. La presero di peso allontanandola da Hermione e trascindandola davanti al fuoco dove compariva la testa rosseggiante della madre.
"Cosa hai fatto ad Harry?" Ginevra parve non capire.
"Come?"
"Si, Harry sta male. Che succede vi siete lasciati?"
il viso di Ginny si tinse di rosso quanto i suoi capelli.
"Non ti riguarda!" rispose di nuovo seccata e si allontanò di mala grazia mentre le minacce della Signora Weasley rimbombavano in tutta la torre di Grifondoro.
La ragazza sbattè la porta che fu aperta con dolcezza poco dopo, quando la testa di un'incauta Hermione si affacciò nella stanza. Ginny girava come una trottola impazzita su sè stessa lanciando fatture tutt'attorno. Un paio non colpirono per caso l'amica che dalla porta riuscì dopo vari tentativi a immobilizzarla con un pietrifucus.
Dopo averla liberata, questa pareva ancora più imbronciata.
Hermione provò a calmanrla ma fu costretta a cedere, per i morsi della fame.
Quando tornò dopo cena, l'amica era vicino alla finestra, ferma, nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata. La riccia sapeva che era meglio lasciarla sbollire, così evitò accuratamente di nominare la lettera. Anzi evitò proprio di parlarle, borbottando appena un lieve "Buonanotte" che non ricevette risposta. Ovviamente non prese neanche in considerazione la possibilità di avvisare Ron sullo stato della sorellina.

Armida dice che: quando penso a Ginny penso a un fuoco vivo incapace di spegnersi: per questo cambia idea continuamente, per questo sembra insicura, è segno della sua grande forza. Harry invece sta mostrando la sua debolezza davanti a quella cosa che in realtà lo salva sempre : l'amore. Deve imparare a conoscerne tutte le sue sfaccettature per potersi trovare bene con la sua ragazza e non solo. è la sua crescita morale...
Spero il capitolo vi sia piaciuto!
Recensite numerosi vi prego e grazie anche a chi segue silenziosamente, avete letto la mia storia in moltissimi!
Un bacione a tutti!

  
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