Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: yulinghan    20/06/2011    6 recensioni
La cittadina di Meido è un luogo come tanti ma è custode di un segreto: la comunità celeste degli angeli, in verità, abita in questo luogo dall’alba dei tempi.
Kagome è un angelo, ma non ha le ali e perciò si sente diversa e spesso incompresa perfino dalla sua stessa famiglia, compreso il fratello maggiore. Trascorre tuttavia una vita tranquilla fin quando a Meido si trasferisce un ragazzo misterioso dagli occhi magnetici.
Sarà allora che Kagome si renderà conto che l’amore è un demone.
Questa storia è liberamente tratta da libro "Angel" di Dorotea De Spirito.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’amore è un demone
 
 
Cap.2
 
Strane sensazioni
 
 
Rimango imbambolata a fissarlo. Le spalle larghe, la posa eretta e sicura come se nessuno potesse smuoverlo, gli occhi neri come la notte, accesi e attenti come quelli di un rapace. Indossa un giubbotto di pelle nera con quelle che mi sembrano imbottiture all’altezza dei gomiti.
Credo proprio che abbia una moto.
Lo deduco dal casco integrale che tiene sottobraccio.
Nonostante tutta la classe lo stia fissando sembra a suo agio, incurante di tutti i pensieri che sicuramente chiunque sta formulando su di lui. D’improvviso Sango mi chiama dandomi un colpo col ginocchio.
“Ehi, mica male!”
Sussurra a labbra serrate mentre lo indica col pollice, ma io non riesco a risponderle, o meglio annuisco e basta, visto che sento la gola secca, le mani che sudano e qualcosa di strano che non so descrivere.
Lo osservo meglio e noto sotto la giacca di pelle aperta la semplice t-shirt nera che cade morbida sul torace lasciando immaginare il fisico asciutto.
Mi piacciono i suoi jeans, sfilacciati al ginocchio. Ne vorrei un paio così anche io, ma immagino che mi non starebbero così bene quanto a lui.
Sento una risatina , anzi più di una. Sembra che tutte le ragazze della classe siano in estasi. Ok, ok è davvero un bel ragazzo, ma siamo sicure che per farsi notare ci sia bisogno di starnazzare a questo modo?
Mi guardo un secondo attorno e vedo, prima, Kikyo agitarsi sul banco e portarsi i capelli dietro l’orecchio e poi Miroku che stranamente non ha il viso sorridente ma accigliato.
“Bene professore, lo lascio a lei”, i soliti convenevoli del preside, “ E tu ragazzo…spero ti troverai bene!”
Ed ecco il suo solito sorriso di circostanza; si congeda, apre la porta e se ne va a non fare nulla in presidenza.
Al solito.
“Vuoi presentarti?”
Ora è il professore che lo sta invitando a fare ciò che nessuno vorrebbe mai fare, ovvero sputtanarsi il primo giorno che frequenti una nuova scuola, davanti a compagni che non conosci, combattendo con l’istinto irrefrenabile che ti porta sempre a sparare una marea di stupidaggini.
Lo vedo fare un cenno positivo con la testa, poi alza il capo con lo sguardo che sembra incenerirci tutti mentre uno strano luccichio brilla scuro in quelle pozze nere, nere come i suoi capelli che cadono splendenti come lame sottili.
“Ciao, mi chiamo Inuyasha Ayama”
Fa vagare lo sguardo ovunque, forse sbaglio, ma mi è sembrato che si soffermasse su di me un po’ più degli altri.
Ok forse sto esagerando e, beh si lo ammetto, forse questo tizio sarebbe davvero il mio tipo, ma nemmeno lo conosco e già mi sto facendo un film!
“Mi sono trasferito da poco con mio nonno e spero di divertirmi con voi”
E’ il solito clichè, mi aspettavo qualcosa in più.
Sorride sicuro di se, con il peso spostato sulla gamba destra e la mano libera dal casco nella tasca dei jeans. E’ davvero bellissimo.
Non so perché, ma sono sicura che anche se avesse detto delle cretinate nessuno l’avrebbe preso in giro.
Continua a parlare.
“Mi piacciono le feste, le moto..”, solleva il casco e la classe scoppia a ridere, ”…e le ragazze!“
Ora sono sicura, non me lo sono immaginato, mi ha guardato di nuovo.
“Ho detto tutto”, conclude.
Per un attimo mi sono immaginata in una nuova scuola, con nuovi compagni e alle prese con una presentazione. Avrei fatto la figura della scema, invece questo tizio – Inuyasha – è riuscito a fare ciò che nessuno si aspettava e che pochi possono fare. Ovvero non fare la figura dell’idiota in un frangente simile. I miei compagni ridono ancora con lui dandogli il benvenuto. A quanto pare ha conquistato non solo le ragazze. Vedo Kikyo che scarabocchia qualcosa e Miroku sempre serio. Ma che ha?
“Ehi, è forte!”
Arriva da dietro le mie spalle la voce di Bankotsu, mi giro appena verso di lui, sdraiato sul banco.
“A me sembra uno sbruffone”
Faccio la superiore, ma non perdo d’occhio la situazione: il professore gli sta indicando il banco vuoto. Proprio quello dietro a Sango, quindi in pratica dietro a me visto che nella nostra classe i banchi sono uniti due a due.
Ma non potevano posizionarli come in tutte le scuole giapponesi?
“Fossi in te ci farei un pensierino!”
Ecco, ci si mette pure la mia migliore amica che mi guarda sorridendo furba.
“Puoi sederti lì Inuyasha, accanto a quel ragazzo”
La mia vita è sempre stata monotona e piatta qui a Meido. Sognavo da tempo qualcosa che la smuovesse che la rendesse più frizzante e allegra, insomma diversa. Ma non così! Era proprio vero quello che diceva mia nonna: attenta a ciò che desideri nipote mia!
“Grazie professore”
Lo vedo avanzare verso il mio banco, continua a sorridere con il volto da schiaffi. Ormai lo avrò seduto dietro di me fino al prossimo cambio di posto. Ma poi perché mi sto facendo tutte queste paranoie? E’ solo un altro dannatissimo compagno di classe, seppure più figo di tutti i più carini della scuola messi insieme.
E’ solo che…c’è qualcosa che non mi torna.
Ho una strana sensazione sulla pelle, sento una parte di me irrimediabilmente attratta da lui mentre l’altra mi urla disperatamente di stargli alla larga.
Sospiro, ed anche piuttosto forte.
Ma che fa Kikyo?
“Benvenuto, io sono Kikyo”
Gli dice con voce sensuale tendendogli la mano. Si è alzata dal banco per presentarsi ad Inuyasha. Non ci credo!
Ma quanto è odiosa? Lui gliela stringe e la ringrazia ma…Cosa?
Un bigliettino. Perfino lui rimane sorpreso – appena un attimo – di quel gesto audace osservando la scrittura rotonda.
Ora il suo volto dichiara che non è solo sorpreso, ma piacevolmente sorpreso.
Magari è abituato ad essere corteggiato.
Ovviamente.
Miss Simpatia – alias Kikyo – si risiede, sembra soddisfatta del suo tentativo di conquista.
Sono allibita.
Non ha perso un attimo, nemmeno lo ha fatto sedere che gli ha rifilato il suo numero di cellulare.
Sango si volta a guardarmi con gli occhi spalancati, mi sta parlando con lo sguardo e l’unica traduzione possibile di quell’occhiata è: hai visto cos’ha fatto?
Le rispondo scuotendo la testa  e roteando gli occhi.
Nel frattempo Inuyasha è giunto al suo posto e si siede.
“Ehi amico, io sono Bankotsu!”
Sento uno schiocco, probabilmente si sono salutati dandosi la mano in modo un po’ fragoroso.
“Inuyasha”
Lo sento dire a mo di risposta.
“Ciao, io sono Sango!”
Vedo la mia migliore amica mezza voltata e sorridente ad accoglierlo. Ora non posso fare la figura della maleducata, mi tocca salutarlo e guardarlo da vicino.
Uffa, ancora la stessa sensazione.
Prendo un respiro e mi volto ma non riesco a sorridere come gli altri.
“Piacere, io sono Kagome”
Dico atona. Forse un po’ troppo fredda ma chi se ne importa.
Mi guarda, sorride, ed io sento nello stomaco il mare in tempesta mentre mi sento risucchiata dal caldo petrolio dei suoi occhi.
“Piacere di conoscerti, Kagome”
Maledizione.
 
§§§§§§§
 
Finalmente ricreazione.
Allargo per bene le narici e cerco di riempire i polmoni d’aria fresca. Benchè l’inverno sia alle porte oggi si sta davvero bene in giardino.
“Vuoi?”
Sango mi ha messo davanti alla bocca la cannuccia del suo succo di frutta all’arancia. Mi viene da ridere, quando fa così mi sembra di essere alle elementari!
Però accetto volentieri e senza prendere il cartone in mano lascio che lo tenga lei a mezz’aria, mentre io faccio il solo sforzo di allungare il collo verso la cannuccia e sorseggio.
“Grazie”
“Ho fame”
Dichiara la mia migliore amica seduta accanto a me sulla solita panchina; in realtà si sta chiedendo che fine abbia  fatto Jakotsu.
Mi copro dal sole con una mano e serro gli occhi per guardare in direzione del piccolo bar -chiamiamolo così- della scuola.
“Eccolo!”
Per fortuna sta arrivando, ho una certa fame anche io.
Jakotsu è un nostro caro amico ed è lui che gentilmente fa ogni giorno la fila per prendere a tutti la merenda. E’ gay – dichiarato solo a noi – ma in realtà lo sanno tutti, o almeno lo suppongono. E’ il cugino di Bankotsu e manco a dirlo anche lui è un angelo. Le ali? Ma che domande, OVVIAMENTE lui ce le ha!
Tutti gli angeli ce le hanno, tutti tranne me. L’ho già detto, vero?
Mi alzo e gli vado incontro, sembra non farcela a tenere su ancora per molto tutti quei panini e quelle lattine!
“Grazie Kagome!”
Poi una volta poggiato tutto si mette le mani in tasca e consegna a Sango e a me i rispettivi resti.
“Finalmente!”
Sospira Sango agguantando un tramezzino e sistemandosi comoda per mangiarlo.
“Dove sono gli altri?”
Ci chiede Jakotsu guardandosi intorno e aprendo una lattina di Fanta,
Sango, avendo già il boccone in gola, si limita ad indicare un angolo della scuola, quello dove sono i bagni.
“Sono tutti al bagno?” alza un sopracciglio.
“No”, faccio io, “Solo Miroku”
E infatti non faccio in tempo a dirlo che esce e si dirige verso di noi, saluta, scarta il suo panino e si accomoda accanto alla sua ragazza.
Mi piace la ricreazione. E’ un momento rilassante, ci godiamo da mangiare e da bere tutti insieme, ridiamo, scherziamo e alle volte organizziamo il programma della serata. Non che Meido sia un luogo così ricco di locali e vita notturna, per carità! La comunità celeste si è ben guardata dallo sponsorizzare troppo questo luogo e dal farlo divenire meta turistica o quant’altro. Questa è una cittadina normale – sta per noiosa? – dove gli angeli convivono con gli esseri umani in tutta tranquillità senza doversi preoccupare di persone troppo curiose.
Tuttavia, si sono dovuti adattare ai tempi perciò hanno permesso l’apertura di pub, discoteche ed altri posti simil-divertenti.
Sempre meglio di nulla.
“No, dico…”, Jakotsu interrompe il flusso dei miei pensieri, “…vi rendete conto di che fortuna avete?”
“Di che parli?”
Sango ha finito di mangiare, finalmente può parlare.
“Di quel tizio nuovo. Uno strafigo!”
Ho detto che la ricreazione è rilassante? Ritiro ciò che ho detto.
Ma non si può parlare d’altro?
“E’ in classe con voi!”
Sottolinea con i palmi delle mani in su e ci guarda come gli esseri più fortunati del mondo. Poi continua e maledice la sua sezione, la B, quella dove Inuyasha sarebbe dovuto finire.
“A me non piace”
Dichiara Miroku, accigliato come avevo notato in classe. Forse…forse ha avuto una qualche sensazione simile alla mia.
Vedo Jakotsu spalancare la bocca e Sango sorridere.
“Sei invidioso!”, e gli stringe amorevolmente la mano.
“Manco per sogno!”, e si mette a fissare Rin che ci sta raggiungendo.
“Dolce Rin!”
E’ ritornato il solito di sempre. Spalanca le braccia per accoglierla, ma si ritrova scaraventato a terra. Ogni giorno la stessa scena. Lui fa il cascamorto con tutte e Sango gli assesta ogni volta dei colpi niente male.
“Ciao a tutti!”
Ecco Rin, sempre tenera. Lei è una semplice umana, ed è in classe con Jakotsu.
“Ho chiesto alla professoressa Nishida di spiegarmi una cosa che non avevo capito!”
Si giustifica per il ritardo. Ma poi perché? Sorrido, ma subito il sorriso mi muore sulle labbra: Bankotsu ci sta raggiungendo e parla gesticolando mentre l’interlocutore annuisce e risponde.
E’ con Inuyasha.
Eccoli.
Dieci metri.
Cinque.
Tre.
Mi irrigidisco istintivamente.
“Ehi ragazzi!”
Fa Bankotsu per salutare, poi mette una mano sulla spalla del nuovo arrivato, “Lui è Inuyasha!”
Jakotsu è il primo a presentarsi, sembra una fan di un gruppo rock al concerto dei suoi idoli.
Bah. Poi Sango e Rin gli stringono la mano cordialmente, Miroku si limita ad un ciao, senza alzarsi dalla panchina.
Inuyasha sorride a tutti.
Mi guarda.
Tocca a me.
“Già ci siamo presentati”
Gli dico alzando la destra a mo di saluto.
“Kagome”
E china la testa impercettibilmente, un saluto d’altri tempi, capace di stregare chiunque. Ma che dico? Ma chi vuole incantare con quell’atteggiamento alla “Orgoglio e pregiudizio”? Si sente forse Willoby?...Effettivamente però…
“Come mai ti sei trasferito?”
E’ Miroku.
“Mio nonno non sta bene, ha bisogno di un luogo tranquillo per riposare.”
Risponde calmo.
“E perché proprio Meido?”
“Mia madre è nata qui”
“Quindi tuo nonno è tornato nella sua casa natale”
Miroku non lo sta chiedendo, ma affermando.
“No, sono qui con mio nonno paterno. Ma la casa dove abitiamo è quella dove nacque mia madre”
“E i tuoi?”
Ma cos’è un interrogatorio? Va bene essere prudenti, ma credo si stia esagerando. Guardo Miroku incredula, spero capisca.
“Mio padre non so che fine abbia fatto, mentre mia madre è morta.”
Ecco una di quelle risposte che gelano il sangue e bloccano la conversazione o raffica di domande in questo caso.
Rin si è portata una mano a coprire le labbra, Sango ha spalancato gli occhi trattenendo per un attimo il respiro e gli atri sono immobili. Fino ad ora non mi era mai capitata una cosa del genere. Nell’immaginario ristretto di una ragazza come me, cresciuta in una cittadella, una risposta simile poteva essere concepita solo se letta nei romanzi, sentita nei film o a teatro oppure in televisione.
La verità è che non me l’aspettavo…è questa la realtà e questa è vita reale.
“Mi dispiace”
Parlo per prima rompendo il silenzio. Lo faccio istintivamente ma penso con sincerità ciò che ho detto. Lo vedo guardarmi e sorridermi in modo dolce e malinconico, non come ha fatto prima in classe spavaldo e arrogante. Mi sorprendo a fissare le sue labbra incurvate e gli occhi velati di tristezza. E’ davvero, davvero stupendo. Però penso immediatamente alla motivazione che gli ha fatto assumere quell’espressione che mi piace tanto – troppo – e mi vergogno per averlo trovato affascinante in un momento simile.
“Devi scusarmi”
Miroku si è alzato in piedi e gli sta porgendo la mano che lui accetta e stringe.
“Perdona la mia curiosità. Mi chiamo Miroku”
Inuyasha scuote il capo e cacciato il velo cupo dal volto, torna di nuovo sicuro di sé.
“Non preoccuparti Miroku…vorrà dire che una di queste sere mi offrirai una birra”
Ridono.
“Oh, allora la offrirai anche a me!”
C’era da aspettarselo da Bankotsu che ha portato le braccia attorno alle spalle sia di Miroku che di Inuyasha.
Suona la campanella.
Mi alzo svogliata dalla panchina e cammino con passo lento e pesante assieme agli altri mentre si susseguono i soliti commenti su quanto sia bello tornare in classe. Come no. Arrivo ai gradini, uno, due, e accidenti! Sento la punta del piede sbattere e capisco subito di non aver preso bene le misure. Ma come ho fatto? Vedo il marmo farsi sempre più vicino, sto cadendo maledizione!
Chiudo gli occhi in attesa della botta tremenda che mi aspetta e che mi farà uscire un orrendo bernoccolo! D’istinto porto le mani avanti per attutire il colpo che però non arriva. Rimango un secondo così, con le braccia penzoloni verso gli scalini, gli occhi serrati e una gamba all’aria. Qualcuno mi cinge la vita. Una sensazione piacevole, oh più che piacevole ma anche inquietante. Apro gli occhi e mi volto.
Avvampo.
Sento il sangue confluire alle guance e renderle rosse.
Mi fissa.
“Attenta”
La sua voce giunge divertita alle mie orecchie e sento il mio cuore aumentare di un battito la sua corsa.
“Gra-grazie”
Cerco di ricompormi.
Ci mancava, oggi ancora non avevo fatto figuracce, giusto?
Sento Sango e Rin ridere, mi giro di scatto, le fulmino ma non faccio effetto perché continuano imperterrite.
Poi mi rendo conto che la mano di Inuyasha è ancora poggiata sul mio fianco. Sono imbarazzata e credo se ne sia reso conto anche lui dal modo in cui fisso il suo braccio.
“Scusa”
E tronca quel contatto, io mi giro e le nostre mani si sfiorano.
Un brivido freddo mi percorre la schiena mentre il cuore si blocca, prende la rincorsa e fa un tuffo acrobatico. Ghiaccio e fuoco insieme, bianco e nero, luce e tenebra, caldo e freddo, odio e amore, terrore e passione. Provo tutto ed il suo opposto in una manciata di secondi il che mi lascia stordita.
Poi lo vedo allontanarsi come nulla fosse.
Sudo freddo, avverto le gocce di sudore scendere impertinenti lungo il collo ed ho il fiatone.
“Chi sei, Inuyasha Ayama?”
 

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Eccoci alla fine di questo secondo capitolo.
Spero davvero che vi sia piaciuto, anche se ho ricevuto davvero pochi commenti su questa fan ed ho paura che non sia tanto gradita…..ç__ç…magari non è il caso di continuare…
 
Comunque devo ringraziare vivamente:
 
PLUTO: ciao Silvia, grazie mille per la bellissima recensione! Guarda il libro mi è piaciuto tantissimo (si chiama “angel” se volessi comprarlo) e ti assicuro che puoi leggerlo tranquillamente insieme alla fan, visto che mi sono ispirata semplicemente…il finale sarà diverso ed anche le dinamiche, tuttavia ho preso lo scheletro di base e probabilmente adatterò qualche scena. Però stai tranquilla, se lo leggi, non avrai nessun dettaglio della mia fan rivelato in anticip!
Kikyo qui è un po’ odiosa, lo ammetto, ma in tutte le altre fan l’ho fatta buona e soprattutto l’ho sempre messa al suo posto, quindi per una volta ci può stare!
Contenta che ti sia piaciuto il primo capitolo, fammi sapere cosa ne pensi del secondo! Un bacione, alla prossima!!
 
ALYS93: eccoti anche qui dolce alys!!...che piacere leggere i tuoi commenti (temo proprio di essere ripetitiva…sigh)! Comunque ti ringrazio dal profondo per la passione con la quale mi segui! Beh, avevi ragione, il nuovo arrivato è proprio il nostro caro Inuyasha!
Allora ti è piaciuto questo capitolo? Un abbraccio cara!
 
SHIROGANEGIRL: grazie cara per la bella recensione lasciatami!...ti intriga? Ne sono contenta! Bene, aspetto il responso su questo nuovo capitolo! Un bacio

 
 
 
  
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