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Autore: Nyappy    20/06/2011    2 recensioni
[Temporaneamente sospesa, tornerà a breve]
Una ragazza che sa di amare...
Sean era proprio un principe, il suo principino capelliperfetti e bacigentili -che non dava a lei- ma a Tina andava bene così, non era una principessa.
E no, non era nemmeno come Cenerentola [...]
Ma oltre a quei capelli biondi e i caldi occhi nocciola -l'unica cosa veramente espressiva di lui- Tina non vedeva nulla.
Nessun'emozione sembrava agitare quel volto, nessuna passione nemmeno mentre baciava con delicatezza Liz.
Sean sembrava vuoto [...]

...ed un ragazzo che non sembra sapere cos'è l'amore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Fammi assaggiare un bicchiere delle tue lacrime
Lisa


-Wong! Williams! Volete stare attente?-, Lisa e Tina trasalirono quando sentirono la voce tonante del professor Adams che le sgridava dalla lavagna.
-Ci scusi.-, fece Tina stringendo le labbra per poi prendere una matita e scrivere la risposta a Lisa su un pezzo di carta.
”Davvero lo faresti?”
“Certo” scrisse Lisa sul banco prima di aggiungere
“Insomma, non mi fido. T’insegnerò le mie mosse superspeciali di karate”
Avevano speso l’intera ora di Spagnolo progettando un modo per bloccare sean e parlargli; Lisa si era offerta di aspettarla e nascondersi da qualche parte per controllare la situazione da lontano.
Tina l’aveva fatta partecipe del piano non solo perché così poteva scorgerne i difetti –e lei non pensava minimamente che Sean potesse diventare pericoloso, anche se doveva ricredersi- e allo stesso tempo era costretta a metterlo in atto.
Questa volta non sarebbe rimasta a guardare da lontano.
 
-Ma non ho capito perché si è mollato con Liz, insomma, è una tettona.-
-Lisa!-, Tina squadrò male l’amica.
Da quando Liz non costituiva più un problema le era diventata molto più simpatica.
-E’ vero!-, si difese l’altra riponendo i libri nell’armadietto.
Era appena iniziata la pausa e dovevano rifinire il piano che traballava soprattutto nella prima fase, quella di avvicinamento.
Anche Tina sistemò i suoi effetti prima di chiudere l’armadietto e riporre la chiave nella tasca dei jeans.
Tutta quella situazione la rendeva inquieta ed insicura.
Sean era sempre stato uno dei suoi punti fermi, ma ora?
 
-Davis, puoi seguirmi un attimo?-, bene, l’aveva detto.
-Cook dell’altra classe deve parlarti.-, e aveva anche nominato il prof di Letteratura.
Alla fine Tina si era lasciata convincere da Lisa riguardo alla scusa da usare e inspirando forte si era avvicinata a Sean vicino agli armadietti e gli aveva rivolto la parola.
-Oh, d’accordo.-, lui le sorrise cordiale e infilò la mano sinistra in tasca.
Tutti sembravano credere alla scusa che aveva usato per giustificare la fasciatura –una caduta in bicicletta- ma lei si chiedeva il perché di tutta quella farsa, tutte quelle bugie.
Lo guidò attraverso i corridoi della scuola senza che si parlassero e raggiunta l’aula di Letteratura notò la porta socchiusa, ovvero il segnale di Lisa che aveva distratto il prof con successo.
Tina si sentiva abbastanza ridicola circa il discorso che si era preparata in testa –e tutto quel piano, ma stava andando tutto a meraviglia.
Gli aprì la porta e non appena lui entrò anche lei s’infilò nell’aula per richiudere la porta alle sue spalle.
-Cook non c’è.-, Sean si girò e Tina lo fissò negli occhi, in quelle iridi scure che in quel momento tradivano sorpresa.
-Cos’hai fatto alla mano?-, saltò tutto il pezzo iniziale del suo discorso rendendosi conto che ritardare nell’affrontarlo l’avrebbe portata a non affrontarlo affatto.
Perché si era fatto male da solo?
-Sono caduto dalla bici.-, ma questa era la risposta standard che aveva dato a tutti gli altri.
-Mi fai vedere le escoriazioni?-, lo mise alle strette perché poteva negare quello che aveva fatto con tutti tranne che lei.
-Williams, Cook mi deve davvero parlare o no? Avrei da fare.-, il tono di Sean era calmo come sempre anche se tradiva un filo d’irritazione.
-Due giorni fa, bagni dell’ala est.-, e solo in quel momento Tina si accorse di quanto fossero distanti, lei vicina alla porta, lui alla cattedra, -Io c’ero e c’eri anche tu.-
E quelle parole così semplici, quella confessione pur banale riuscirono a mandare in frantumi la maschera di Sean, gli occhi sbarrati e l’espressione incredula.
-Che intendi dire, Williams?-, solo la sua voce rimaneva la solita.
-Voglio dire che ti ho visto e sentito. Perché l’hai fatto?-, ora che l’aveva fatto scoprire non aveva intenzione di mollare. Quello era il vero Sean, nessun sorriso finto ma emozioni vere.
-Fatto cosa?-, sembrava davvero una persona diversa ed era una cosa completamente nuova per Tina.
Era meno perfetto e più lui.
-Non fare finta di non sapere, lo sai benissimo.-, rispose lei alzando il viso per fissarlo meglio, -Prendere a pugni i muri non è normale.-
-Tu non puoi capire.-, e per quanto il tono fosse trattenuto, Sean stava urlando.
-Fammi capire allora.-, Tina era seria, lo voleva fare davvero.
Voleva aiutarlo non perché fosse Sean.
In quel momento era solo un ragazzo che soffriva e si nascondeva –e quella non era la soluzione.
-Tu non hai fratelli, Williams.-, era tornato calmo anche se i suoi occhi, quelli no.
La fissavano taglienti come lame.
-Sei una piccola principessa viziata che vive nel suo castello di libri, vero?-
No, non era vero, non era vero.
Cosa poteva saperne Sean di quello che Tina poteva essere o non essere? Lui non la guardava in segreto da anni, non si chiedeva ogni giorno se fosse felice, non la seguiva con lo sguardo rimpiangendo di non essere più interessante.
Sean non la conosceva.
-Tu non hai fratelli.-, continuò lui, -Non ti puoi sentire tradita se tuo fratello fugge, se è tutta colpa tua, se non lo rivedrai mai più perché va a farsi uccidere per qualcosa di stupido in cui non crede.-
Ogni frase era un crescendo di rabbia e Tina era paralizzata.
-Non sei un’assassina se va a farsi uccidere per colpa tua.-
Ed era vero, Sean aveva ragione.
Tina non poteva capire e tutta quella situazione le sembrava così confusa ed irreale… ma la sofferenza di Sean era vera, la poteva scorgere nei suoi pugni contratti, gli occhi che sembravano urlare come lui.
Era per suo fratello –come Sean poteva essere un assassino?
-Hai ragione.-, ammise Tina con meno voce di quanto si aspettasse, -Non riesco a capire. Aiutami a riuscirci.-, gli chiese con dolcezza.
-Non ti deve interessare.-, la stroncò subito Sean voltandosi verso la finestra e Tina stava per ribattere qualcosa quando sentì la porta aprirsi e istintivamente fece un passo avanti.
Era Lisa.
-Sean Davis, impara a non alzare mai la voce contro una ragazza.-, disse semplicemente prima di prendere Tina per il braccio e spingerla fuori dall’aula.
-E nel caso te lo stessi chiedendo, no! Non faremo finta di nulla.-, aggiunse chiudendogli la porta in faccia.
 
-Non abbiamo concluso quasi nulla.-, Tina era seduta su una panchina del parco vicino a Lisa, che dondolava le gambe tirando calci all’aria.
-Scusa.-
Ma Tina non poteva biasimare l’amica per averla sottratta a Sean, sapeva quanto Lisa fosse sensibile riguardo a quelle cose, riusciva a comprenderla.
-Quindi centra quel figo di Jeff…-
Tina strinse le ginocchia con le braccia, sospirando.
-Ma sai che ho sentito che se ne è andato in Nord Carolina?-, s’illuminò Lisa ricordandosi di una qualche voce.
-Ha dei cos di andare finalmente college?-
Il fratello di Sean aveva due anni in più di loro, ma Atlanta era molto più vicina rispetto alla Carolina. Perché cambiare stato?
-Non chiederlo a me.-, Lisa agitò i braccialetti producendo un vivace tintinnio e Tina sorrise.
-Sai di preciso la città?-
-Port Royal mi pare, me l’ha detto la ragazza del supermercato.-
-Lisa?-
-Dimmi.-
-Grazie.-, per tutto quello che faceva per lei, compreso il tirarla su con dei braccialetti.
-Domani andiamo al Happy’s Antique comunque, ricordatelo.-
 
Tina era davanti al computer, la finestra di internet aperta su un motore di ricerca.
“Port Royal Carolina” digitò prima di scegliere automaticamente il primo risultato.
Quella era una cittadina poco più piccola di Lilburn, chissà perché Jeff Davis era fuggito lì.
Se lo sapeva anche la ragazza del supermercato non doveva essere un grande mistero, tra l’altro.
“Principalmente a causa dell’annessione delle aree vicine (inclusa Parris Island) la popolazione…”
Cliccò sul nome della zona annessa e solo guardando il titolo della nuova pagina capì.
Centro d’addestramento per Marines.
“…se va a farsi uccidere per colpa tua.”
 
Era vero, Tina non aveva fratelli.
E Sean aveva ragione, lei non poteva rendersi conto appieno di quello che poteva provare lui.
Quando il primo anno Jeff  Davis era ancora al Parkview Sean era sempre con lui, erano davvero affiatati e Tina non poteva capire questo legame.
Perché Sean era rimasto tradito da lui –che colpa aveva?
Lo aveva visto umano, sofferente, vivo… voleva aiutarlo, non avrebbe rinunciato.
Voleva avere quel qualcosa in più che lo avrebbe fatto sorridere davvero, che gli avrebbe fatto brillare gli occhi, che lo avrebbe fatto parlare.
Una principessa viziata… sì, faceva male. Se Sean l’avesse conosciuta davvero probabilmente avrebbe detto altro, come libromane o innamorata di persone inesistenti, come diceva Lisa.
Tina voleva che smettessero di essere Tina e Sean per aiutarsi, perché riconosceva i suoi limiti, il suo non-agire che adesso voleva cambiare.


Io ho due fratelli, per la cronaca, e ricordo il panico che provai anni fa quando il più piccolo voleva tra le molte cose –diventare Papa, andare sulla Luna, diventare Goku- andare in guerra e aveva continuato con questa fissa per un bel po’. E la guerra, quella vera, non è un gioco.
Ma Tina non capisce il legame tra Sean e Jeff –che svilupperò per spiegare un po’ perché questo benedetto ragazzo sclera. E anche Lisa ha i suoi problemi, ma preferisco approfondire tutto dando importanza alle cose che ne meritano senza inserire flashback fini a se stessi.
La citazione di Port Royal è la traduzione della pagina Wikipedia –seguite le istruzioni e ci siete ;)
Vorrei ringraziare Alletta96 e dagusia123, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto ragazze :)
Nyappy


   
 
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