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Autore: loonaty    20/06/2011    1 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Bien, devo dire che questo capitolo non è venuto poi così male come temevo. Da qui in poi la storia ricomincia a prendere un piega piuttosto migliore (forseXD) decidete voi se credermi o meno. ^^ Vi giuro che mi sono divertita tantissimo a scriverlo. Forse non sono stata troppo brava, ma per me è una parte fondamentale della storia, soprattutto riguardo a KAkashi. Dopo questo buona lettura ;)






37- LA REGINA CATTIVA

 

Io sono un demone.
O meglio, così amavo definirmi prima di incappare in questa mocciosa assurda.
Sembra che le nostre (mi viene da ridere anche solo a mettere i nostri nomi e la parola qui seguente nella stessa frase) anime, siamo diventate impossibili da scindere l'una dall'altra.
In qualunque modo si volesse io non potrei lasciarla senza strapparla alla sua vita umana e rendendola un demone come me.
Se volessi fuggire da una fine atroce dovrei portarmela via.
Se lei morisse però sarebbe lei a portare me giù nel suo oblio.
Che cosa allegra vero?
Siamo legati indissolubilmente.
Legato. Con lei.
Ora, per chi non avesse capito niente come, appunto, il sottoscritto, propongo un riavvolgimento dei fatti appena accaduti.
Quindi:
la MIA e sottolineo, MIA Kioko,  non di quella serpe psicolabile di Orochimaru, ha confessato ... Sì, lo so, confessato è una parola grossa, diciamo che ha starnazzato il suo amore per il figlio di Zanna Bianca.
L'Alba l'ha scoperta e, considerandola una traditrice (che ha tradito i traditori ... Non voglio fare commenti) hanno deciso di toglierla di mezzo.
Bene.
Anzi, sarebbe stato bene se ciò non comprendesse anche la mia morte.
Finché era solo lei non dicevo certo di no.
Comunque sembrava che il loro piano malvagio fosse andato a rotoli causa: serpe sociopatica innamorata della mia coinquilina.
Sapete, probabilmente quel'uomo ne era stato colpito fin dall'inizio, ma la mia Kioko ha difficoltà a capire certe cose. Anche dopo aver perso la verginità. Già.
Non era stato per nulla piacevole, soprattutto per me, che sono un demone e certe sensazioni umane nemmeno dovrebbero sfiorarmi, poi se la cosa ha devastato lei figuriamoci me.
Bleha.
Non ci voglio più nemmeno pensare.
Che poi quella lingua la metteva ovunque ...
mmm ... bene ... Continuiamo ...
(che schifooooooooooooo!)
Poi la viscida serpe ci ha riferito con quel suo modo molto ... Serpentesco, che l'ANBU del nostro cuore era morto.
Quel nostro messo proprio lì risulta ambiguo vero? Sì, ne ero sicuro.
Logicamente Kioko ci ha creduto al primo colpo. Senza stare ad ascoltare le lamentele di un povero falco che aveva intenzione almeno di andare a controllare ... Un secondo, mi sa che in quel momento non mi poteva sentire. Dannazione glielo avrò ricordato mille volte di non annullarmi a quel modo. Assurda mocciosa. Assurda mocciosa di ... Ventisei anni?
Giuro che prima o poi le troverò un soprannome migliore.
Stavo dicendo.
Dopo il crollo del suo apparato emotivo già traballante la nostra, mia, eroina, rimembra di una delle mie infauste profezie che mi rendono tanto potente e desiderato, corse nella nuova dimora del suo clan. Anzi, prima era passata per la vecchia ma l'aveva trovata desolata. Poi ci aveva ragionato ed era giunta alla conclusione che forse il capo villaggio aveva riaccettato gli Uchiha all'interno delle sue mura.
Bhà.
Umani, chi li capisce è bravo.
Sono complicati, assurdi.
Prendete Kioko ad esempio. E' scappata per anni dal sangue che avrebbe sparso suo fratello. Ne aveva assoluto terrore. Eppure nel momento stesso in cui aveva realizzato cosa sarebbe stato per il bambino uccidere, subito aveva deciso che sarebbe valsa la pena sacrificarsi.
Un demone non si sacrifica per qualcun altro.
Non torna indietro. Fugge da chi lo vuole uccidere o mettere in gabbia e non rischierebbe di morire nemmeno per la persona a lui più importante.
Semplicemente perché i demoni non hanno nessuno di importante.
Se le nostre anime non si fossero fuse fino a questo punto sarei stato ben felice di andarmene a zonzo e lasciarla morire beatamente. Invece no. Mi sarei dovuto accollare la cocciutona di turno.
Oppure come con quel Kakashi. Era stata chiarissima, lo detestava. Avevano tentato di scannarsi a vicenda più di una volta. Poi quel giorno al ballo si era resa conto che in fondo le piaceva. Eppure il sentimento non era mai andato scemando! Come mi chiedo, come aveva fatto a dimenticarsene se anche io che sono un demone me ne ero reso conto!?!  Non è che me lo tenessi esattamente per me. Glielo ricordavo ogni tanto.
Niente.
Lei era fuggita ugualmente.
Per cosa?
Per il potere.
Per chi?
Per suo fratello.
Quello da cui era scappata all'inizio.
Una volta raggiunta casa sua poi, non è che, vedendo i cadaveri , si è allarmata un pochino e se ne è andata , del tipo "qui non c'è più nulla che io possa fare".
Vai a curarti le ferite!
Vai in ospedale!
Stai morendo dissanguata!
E no, lei non mi sente.
Arriva lì e che vede?
Il tanto agoniato fratellino che desidera soltanto scuoiare lei ed un altro moccioso dalla pettinatura improbabile e diversi disordini psichici per aver, anche lui, continuato a correre tra i cadaveri senza darsela a gambe.
Scappa?
Nooooooo.
Lo segue!
E certo!
Poi sviene.
Ovviamente.
E se lei sviene mi chiude gli occhi e non riesco più a capire un piffero di ciò che accade. Se lei perde i sensi e non sente più il dolore non è obbligatorio che ciò accada anche a me!
Io lo sentivo dannazione!
Faceva male.
Qualcuno ci ha presi al volo.
Presumo il fratellino, Itachi. Quello che stava in piedi dietro di lei quando mi tuffai nel petto di sua sorella otto anni prima, scatenandole la visione e ... Ehmm ... Ribaltandola giù dal burrone.
Quando riaprimmo gli occhi il suo sguardo era fisso sopra di noi.
Poi, stavolta, sprofondammo entrambi nell'oblio.
 
Dopo ricordo solo molta confusione.
Ricordo il dolore, il sangue.
Ricordo che entrammo di soppiatto a Konoha,  una volta e ci intrufolammo a casa dell'ANBU con i capelli argentei.
Era vuota fredda e desolata.
La polvere stanziava sui mobili da almeno dei mesi.
Credo che quello fu il colpo di grazia.
Volete sapere perché posso parlare così comodamente senza essere interrotto da lei?
Quella strega mi ha relegato in un angolo della sua mente.
Sfrutta apertamente il mio potere, consuma il mio chakra senza preoccuparsi di farmi del male e quindi di fare del male a se stessa.
Non so da quanto tempo oramai non ripiega più le ali. Formano una specie di grigio mantello perenne sulla sua schiena. Non le usa più nemmeno per volare.
La principessa da salvare si è trasformata nella regina cattiva. La regina con il suo trono ed i servi sotto di lei. In poco tempo Kioko era salita al capo di tutti i briganti delle varie zone. Contrastava qualunque altra potenza. Chiunque avesse bisogno di un lavoretto veloce e pulito chiedeva aiuto a lei ed i suoi uomini.
Cominciai ad averne paura io stesso.
Di quanta crudeltà era capace questa donna?
Quanto sangue aveva il coraggio di caricarsi sul cuore?
Come ho detto, io non capisco gli umani. Quando poi questi si comportano come dei demoni le cose si complicano.
 
Seduta su un trono di metallo ben intagliato, le gambe filiformi accavallate, i piedi nudi, le braccia appoggiate ai manici, la schiena dritta e l'aspetto ferino. Attorno a lei un nugolo di piume.
Con un indice artigliato raccolse un grumo di carne che le era rimasto appiccicato al mento e lo portò alla bocca. La lingua vermiglia e desiderosa di sangue saettava sulle labbra tinte del nero del raffermo.
Era colei che non provava sentimento e non conosceva frustrazione. Era la regina delle tenebre. Una catasta di cadaveri stava ai suoi piedi e lei la guardava con sufficienza. Un angolo della bella bocca sollevato in modo inquietante. Gli artigli ticchettavano sul metallo. Il corridoio buio che si estendeva davanti al trono era sorretto da due file di colonne dallo stile tuscanico. I capitelli non presentavano ornamento, mentre sull'architrave vi stava un fregio che riprendeva quello esterno.  Sanguinose scene di guerra. Intrecci floreali ad imitazione del sangue. Tra una colonna e l'altra stavano in piedi, dritti come soldati, i suoi uomini. Nessuno sapeva che lei era il falco d'argento. Lei era morta. Aveva scoperto che al villaggio era stata data la notizia ufficiale della sua morte. Non che a qualcuno importasse. Dal soffitto pendevano diversi lampadari di cristallo. Tutti spenti. Le gocce trasparenti tintinnavano ad ogni spostamento d'aria. Sapeva di essere temuta ed allo stesso tempo rispettata. La cosa le piaceva immensamente. Aveva raggiunto il massimo del potere. Nessuno sapeva chi era. Era libera. Libera e crudele.
La porta davanti a lei si spalancò. Un uomo entrò di corsa. Era il suo braccio destro. Trent'anni compiuti, paese dell'erba, brigante raccolto dalla strada tempo addietro. Aveva tentato di derubarla. Schioccò la lingua al ricordo passando le dita sul filo della katana appoggiata al suo fianco. Quante viscere e quanti cuori aveva visto quella lama? L'uomo arrivò lì davanti. Il viso era sfigurato. Sulla destra quattro cicatrici parallele partivano dalla fronte arrivando al mento. Il suo occhio destro era nero e opaco. Segno indiscutibile che non ci vedeva. In più l'angolo della bocca era costretto leggermente verso il basso, in una posa di continuo disappunto. Inutile dire che era stata tutta colpa sua. Le era piaciuto farlo. Dopo averlo ridotto ad un ammasso di lividi sanguinante e aver constatato che non aveva ancora intenzione di arrendersi, ne era rimasta ammirata e gli aveva proposto di unirsi a lei. Era stato il primo di una lunga serie. Comunque, ora che voleva?
-Mia signora!- Sbottò inginocchiandosi ai piedi della scalinata di corpi senza vita in fase di decomposizione. Kioko sorrise apatica. Non gli era mai piaciuto considerare sua superiore una ragazzina più piccola di lui. Dopo il loro scontro però ne era stato costretto. Aveva perso. Doveva riconoscere la sua forza maggiore.
- Mmh?- La donna si attorcigliò sovrappensiero una ciocca di capelli attorno ad un dito. La tese al massimo constatando che oramai le sarebbero stati d'impiccio in un combattimento. Le toccavano le ginocchia, come minimo doveva tagliarli ...
- C'è un uomo che vuole affidarle un incarico- Disse sollevando il capo. La chioma fulva dell'uomo scivolò sulla spalla rivelando l'occhio buono verde stagno. Era spaventato. Non da lei, quella sarebbe stata una cosa ordinaria.  Fissò il vuoto mentre la sua cappa di gelo l'avvolgeva. Le guardie rabbrividirono. Il suo stesso braccio destro indietreggiò di qualche passo. La loro regina era potente e distruttiva. Molte volte aveva ucciso alcuni di loro senza alcun apparente motivo.
- Puoi tornare al tuo posto Akito - Mormorò. Solo allora l'uomo si rese conto che sulla soglia spiccava un ombra nera in contrasto con la luce prepotente che filtrava dietro di essa. Senza lasciarsi sfuggire un suono aggirò la catasta di cadaveri putrescenti portandosi alla destra della sua signora.
La donna contrasse le dita stizzita. Una delle guardie si riscosse notando di essere puntato dagli occhi color brace della padrona. -A-Avanti ... - mugolò senza staccare lo sguardo da lei, che, dal canto suo, perse interesse nella sentinella non'appena l'ombra si fece avanti.
Era un uomo dal portamento dignitoso. I capelli ben ordinati, l'abito elegante. I suoi passi riecheggiavano in quel luogo di morte e disperazione. Arricciò il naso per poi impallidire una volta realizzato cosa producesse quel fetore. Un conato di vomito gli strinse lo stomaco. Estrasse un fazzoletto da una tasca premendoselo sul viso. Si fece più vicino. Poi i suoi occhi inquieti incontrarono quelli strafottenti della regina. Kioko mosse le dita facendo scrocchiare le nocche. Akito deglutì lasciandosi un istante per pensare a cosa volesse la padrona, poi, con voce ferma e possente incitò l'uomo ad inchinarsi al cospetto della regina. L'uomo distinto fissò sconsolato il pavimento ricoperto di liquami e sangue rappreso. Probabilmente non avrebbe mai avuto il coraggio di poggiare le ginocchia in qualcosa di così ... Dissacrante quale l'essenza stessa della morte. Anche se era meglio definirla del demonio. Invece sorprese tutti prostrandosi ai piedi di quella donna spaventevole.  "Scappa!Scappa finché sei in tempo! Fuggi! Prima che ti rubi l'anima" Ognuna delle sentinelle avrebbe voluto urlare queste parole. Mai avere un debito con la regina. Non lo si estinguerà mai. Nemmeno con tutti i soldi del mondo. Perché se lei si accontentasse dei soldi, quei cadaveri ora non sarebbero lì. -Sua altezza ... - Cominciò l'uomo con la voce bassa, ma non tremante, bensì convinta. Cosa che stupì il rosso. Ora che era più vicino, Kioko aveva una completa visuale di chi le era venuto incontro. Capelli neri, raccolti in un alta coda dietro il capo, una treccia sottile gli partiva dalla tempia per terminare sulla nuca. L'abito era anch'esso scuro: giacca e cravatta. Cosa che non si vedeva spesso. Finalmente si degnò di alzare lo sguardo su di lei per comunicare la sua richiesta. La sua bocca però rimase a metà aperta. -Ma siete bellissima!- gli sfuggì in un soffio. Coprendosi poi immediatamente la bocca con la mano e tornando ad inchinarsi, sprofondando la testa tra le braccia. -La prego di scusarmi!- Disse frettolosamente.
Akito aveva un sopracciglio sollevato. Mentre il volto di Kioko non lasciava trapelare alcuna emozione, ma dentro di se era rimasta basita. Bella? Aveva tre strati di sangue nero ed appiccicoso su vestiti, capelli e pelle. Il suo abito non era più blu. Non aveva più un colore ed era strappato sopra il ginocchio. Era circondata da penne dure e prive di qualunque vigore. Non che nessuno si fosse mai accorto che fossero ali, a parte ovviamente Akito, ma ...  Scosse momentaneamente la testa distendendo le gambe ed accavallandole al contrario. Il tutto seguito da un lieve tintinnio che riempì la stanza. Sul volto della regina passò un flash di furore. L'offerente, ancora prostrato, riuscì a notare lo sguardo assassino che essa gettava alla propria caviglia alla quale era allacciato un nastrino con attaccato un campanellino. Akito, senza farsi notare, Si schiaffò una mano in faccia. "Stupida, se ti dà così fastidio toglilo!" pensò. -Dunque, cosa sei venuto a chiedere?- proclamò il rosso scoccando un'occhiata di tralice alla padrona che lo fulminò di rimando con un baleno dorato leggermente demoniaco.  -Giusto!- Esordì questi continuando a premersi il fazzoletto sul naso. -Ho bisogno che uccidiate per me dei ninja ... Ecco ... Il motivo ... -Fece per estrarre un plico di fogli da una valigetta che precedentemente non avevano notato. Solo che questa gli sfuggì di mano sparpagliando le carte nel corridoio. -OH! Scusate tanto!- Disse sudando freddo e cominciando a raccogliere i fogli. Uno era andato a poggiarsi su uno dei cadaveri lì a terra. L'uomo si tese a raccoglierlo incurante. Akito si accigliò ancora di più. Strano, ha evitato tutto il tempo di guardare in basso ed ora ...
-Kyaaaa!- L'uomo , dopo aver afferrato il documento si ritrovò faccia a faccia con un teschio semi scoperto, vermi e mosche. Dopo aver lanciato un grido e fatto un volo indietro di mezzo metro scivolò finendo a terra. A quel punto la fedele guardia formulò il primo pensiero omicida del giorno. "Se entro quaranta secondi, non lo uccide lei, lo faccio io" Si scrocchiò le nocche mentre il suo volto si scuriva. A guardarlo meglio l'offerente pareva più un ragazzino imbranato che un uomo autoritario. Eppure lì fuori ... Era circondato da una strana aura e chissà dov'erano finiti gli uomini tanto abili di spada che lo accompagnavano e che poco prima lo avevano minacciato. Chi era quel damerino?
- Ti decidi a parlare? Mi sto annoiando ... - La voce di Kioko giunse dall'alto in modo estremamente dolce. Il damerino parve rasserenarsi. Invece Akito tese i muscoli. Il tono dolce di Kioko non prometteva mai nulla di buono.
-S-sì , subito signo ... - Non finì la frase. Una scia blu e nera, un fruscio di lame e poi uno stridio metallico impressionante. Il rosso si fece avanti constatando che, ciò che vedeva, era ancora peggio di ciò che aveva immaginato. Due energumeni di almeno due metri ciascuno erano apparsi ai lati dell'uomo d'affari bloccando gli artigli della donna, pronti a trapassargli il petto, incrociando le loro due katane. Diverse scintille si sollevarono mentre aumentava la pressione di entrambi. Kioko scoprì i denti ringhiando sommessamente, i capelli fini le ricadevano sul viso, intanto le sue iridi bordate di rosso ed oro lanciavano maledizioni verso tutti. Velocemente prese nota dei bicipiti rigonfi di quei due bestioni. Quello a destra era mancino. Corporatura nella media, poteva batterlo. L'altro, destrimane, anche se più probabilmente anche con la sinistra sarebbe stato un buon avversario. La sua mole era troppo possente. Nonostante anche lei possedesse una forza sovrumana, non poteva farcela. Lungi da lei, però, l'idea di arrendersi. Fissò negli occhi l'uomo davanti a lei. LA fissava a bocca aperta, come poco prima quando aveva detto che era bellissima. La sua pelle era costellata di goccioline, seguì la discesa compiuta da una di queste dal labbro superiore al mento. La pressione delle lame aumentò respingendola. Con un salto aggraziato compì un'evoluzione all'indietro atterrando in perfetto equilibrio sull'alto schienale dello scranno. I piedi nudi aggrappati al metallo, uno davanti all'altro, sulle punte simile ad una ballerina. Spalancò le braccia. Se fosse stato il caso avrebbe spalancato le ali. LE sentinelle non avrebbero chiesto spiegazioni,ma probabilmente avrebbero cominciato a formulare ipotesi. Non voleva che ciò accadesse. Dalle ali a scoprire che era l'Hayabusa Gin, il passo era davvero breve. -Dunque, che siete venuti a fare qui, al mio cospetto?- A fracassarmi i cosiddetti ...
 
Sempre la solita finezza miss regina della decomposizione ...
 
Ci mancò poco che cadesse di sotto. Ormai era raro che si facesse sentire. Pensava si fosse arreso quel coso spennacchiato.
 
Smettila di denigrarmi e soprattutto di sfruttare il mio potere come più ti aggrada.
 
Silenzio. Il pensiero della ragazza fu automaticamente seguito da una barriera buia e spessa.
(Cosa? Lo fai di nuovo? Smettila di tapparmi la bocca dannata! Kioko ... Kioko ... INSOMMA KIOKO!)
 
L'uomo dai capelli neri lanciò un lungo fischio il che la fece accigliare non poco. Akito era ben interessato ad andare lì e tirargli il collo. -Direi che lei è proprio la persona che cercavamo vero?-  Il sorriso ingenuo che illuminò il suo volto mentre piegava di lato il capo le causò uno scoppio di diabete. Fece una smorfia disgustata mentre le guardie del corpo fissavano allibite il loro padroncino presumendo, come tutti in quella sala, la presenza di cellophane attorno al suo cervello.  -Bene, le dispiacerebbe venire qui giù, signorina Uchiha, e firmare civilmente questo contratto prima che costringa Dayo ed Eiji a venirla a prendere con la forza - Durante tutto ciò non smise di sorridere ed allungò un braccio tendendo un foglio lì davanti a se.
Kioko sbuffò. Che ci provassero a venirla a prendere. In quel momento il suo braccio destro si sentì in dovere di agire. Capricciosa, presuntuosa ed affamata di sangue, questa era la sua signora, Kami, quanto la odiava. Però era pur sempre una ragazzina, nonostante gli anni che li separassero fossero a malapena quattro. Sospirò decidendo di riportare le cose alla normalità. Si fece avanti in mezzo al corridoio. Con uno sguardo del suo occhio smeraldino mise in allerta le sentinelle che estrassero i kunai e gli shuriken preparandosi ad attaccare. -Sembra che la mia signora non abbia intenzione di lavorare per voi - Lui sapeva che fin dall'inizio non avrebbe accettato la richiesta, sapeva anche che quelli erano degli ossi duri, all'entrata aveva rischiato di ritrovarsi sgozzato.
"Dov'è la tua regina?" Gli aveva ringhiato in un orecchio uno di quei giganti sollevandolo per i capelli e passandogli il filo della lama sulla gola. Davanti a lui il loro protetto si sistemava la cravatta ordinando all'altro suo sottoposto di torturarlo se era necessario. Insomma una cosa del genere non mette nessuno di buon umore. Una volta entrato però, la presenza decisamente più minacciosa della donna aveva riequilibrato la situazione. Un sorrisetto sarcastico gli tagliò il volto squadrato. Aveva un pregio quel mostro, chi l'avrebbe mai detto. Se stavi dalla sua parte non dovevi temere nessuno ... A parte lei ovviamente. 
-Chi ti dice che non accetterò?- La sua voce offesa lo raggiunse dall'alto perforandogli i timpani. Sospirò. Sembrava quasi che il suo spirito da Bastian Contrario fosse più forte di qualunque sua decisione. -Sembra che non conosciate molto bene la vostra padrona ... - Lo canzonò il moro. Akito sibilò. Brutta feccia.  -Tu, non sperare di averla vinta così facilmente. - Ringhiò Kioko in direzione del rifiuto d'alta classe che ancora le porgeva un documento. -Cosa mi date? - Quel damerino parve un attimo colpito da quelle parole come se proprio non se l'aspettasse. - Se mi farete la grazia di scendere, le illustrerò la situazione e ciò che le richiedo e poi, mia signora, discuteremo del pagamento appropriato. - Lei ghignò. -Non hai capito. Cosa mi dai?- Ripeté, poi fece scattare gli artigli. -Cosa hai da offrire? Il tuo cuore? La tua anima? Un rene? Un braccio? Una gamba magari?- Così dicendo la donna saltò sul cumulo di cadaveri producendo un suono sgradevole assieme ad un nugolo di mosche. I suoi piedi affondavano nella carne marcia con un effetto risucchio per poi emergere tinti di nero.  L'uomo d'affari deglutì mentre le guardie del corpo stringevano la presa sull'elsa delle spade. -Possiamo offrirle una più che allettante somma ... - Un dito di Kioko oscillò pigramente da un lato e dall'altro mentre faceva schioccare ancora la lingua. Era un suono che ormai l'accompagnava spesso. -Io non me ne faccio nulla ... - Il suo tono soave era in contrasto con l'aspetto temibile. -Ti faccio un esempio.- Fece un gesto ad indicare lo spazio attorno a se. -Questo è quello con cui sono stata pagata per lo sterminio di un villaggio minore.- La mandibola di Akito si ritrovò a rasentare il pavimento. Questa storia non la sapeva nemmeno lui! Quando era arrivato la struttura era già in piedi, ma lui era stato il primo ad allearsi con la donna ... Voleva forse dire che aveva sterminato un villaggio ... Da sola?
-Bene, se è un palazzo che vuole ... - Cominciò il moro allargando il nodo della cravatta. LEi ridacchiò in quel modo inespressivo che mandava i brividi. -Non mi serve qualcosa che già possiedo.-
-Ed allora che vuole?- Sbottò spazientito l'ospite. LA donna mandò un lampo dorato dagli occhi. Si fece vicina a costui talmente velocemente che stavolta le guardie non poterono prevenire lo scontro. Gli afferrò la cravatta sollevandolo di peso con una mano sola. -Non usare quel tono con me- Sibilò velenosa. -Stia attenta signorina - Disse quello con voce strozzata ma azzardando un sorriso ironico. -Con uno schiocco delle dita ... Potrei mettere fine alla sua vita ... -  Sentì una lama pungerle la schiena. Poteva benissimo aprire le ali e bloccare l'arma, ma sarebbe stata una mossa intelligente? 
-Esigo che mi consegnate degli uomini abili che si uniranno ai miei sottoposti e poi ... - Il suo sorriso si accentuò.  -Voglio armi e rotoli a volontà, sono stata chiara?- Il ragazzo sgranò gli occhi, il suo volto si era fatto cianotico mentre lei continuava a stringere. Sentì la punta dell'arma strapparle il vestito sulla schiena là dove già si trovavano gli squarci provocati dalle ali. -Allora?- Ribadì dura.
-Mi ... Mi metta ... Giù ... - Mormorò l'altro ormai a corto di fiato.
-Non finché non mi darà la sua parola-
-U-Uccidet ... - fece per ordinare ma la mano di lei aumentò la presa. -Fermi- Ordinò ai due con sguardo truce mentre una vena in evidenza sul braccio sotto sforzo prendeva a pulsare. -Se affonderete le lame gli spezzerò il collo- Ghignò, però non riusciva più a reggerlo, forse era meglio almeno rimetterlo a terra. -Vogliamo vedere chi è più veloce tra noi?- Gli energumeni abbassarono le katane senza però rinfoderarle. La donna annuì soddisfatta lasciando cadere a terra l'uomo che cominciò a tossire. -Siamo d'accordo?- Lo aggredì senza dargli il tempo di riprendersi. Si avvicinò al suo volto, che cominciava appena a riacquistare colore, e mostrò i canini acuminati. Questi sgranò i suoi occhi sorprendentemente grandi per un uomo mostrando le iridi chiarissime che parevano accarezzare l'azzurro per poi tendere ad un violetto delicato. -E se voi non doveste farcela? - Poteva avvertire il cuore di quella creatura inferiore aumentare il ritmo. Vi poggiò sopra un paio di dita esercitando una pressione continua. -Io ce la faccio sempre. - Indugiò ancora un attimo godendo della sua espressione di dolore mentre una costola si incrinava sotto le sue falangi. Perciò fu colta del tutto alla sprovvista quando quell'essere infimo incollò le sue labbra a quelle della regina che rimase spaesata con gli occhi sgranati. Sentì Akito mandare un gemito contrariato. Alcune sentinelle lasciarono cadere i kunai le guardie del corpo sgranarono i loro occhietti piccoli e fu un miracolo se anche le loro katane non finirono sul pavimento. Le labbra di quella sanguisuga non avevano intenzione di lasciarla andare. Le portò una mano dietro alla testa trattenendola per la nuca. Tutto ciò duro meno di un secondo poiché il moro volò indietro con fiotti di sangue a imbrattargli il mento. LA donna, anche lei con le labbra sporche di sangue, voltò il capo di lato sputando a terra per poi pulirsi le labbra sul dorso della mano strofinando più volte. Indietreggiò impassibile. Dentro di lei era assolutamente sconvolta ed anche il falco ora strillava.
Come si è permesso?
 
Posso ucciderlo? Dimmi che posso ucciderlo ...
 
Una volta che ci avrà pagato. Lo ucciderò dopo che ci avrà pagato ...
Ci avrà pagato. LE sue spalle si tesero quando si accorse di aver parlato al plurale.
 
Ma che pagamento e pagamento! Io lo uccido!
 
Tu non farai proprio un bel niente!
 
Ti sei forse scordata chi comanda tra di noi?
 
Io!
 
Permettimi di dissentire!
 
Era solo un bacio! Lo ucciderò dopo che mi avrà pagato!
 
Intanto il damerino spocchioso le sorrise come se fosse stato uno dei momenti più belli della sua vita. Certo. Stupendo farsi staccare la lingua a morsi dalla regina dei mostri.
-Mi scusi maestà- Disse con quel tono da bambino che, aveva capito, nascondeva una mente fredda e calcolatrice. -Dopo avervi vista così vicina non ho potuto fare altro, mi dispiace di essere stato inopportuno-
 
Ma che mi dispiace e mi dispiace! Vieni qui che te lo do io l'inopportuno!
 
Hayabusa!
 
Si ?!?
 
Zitto.
Sembri mio padre razza di corvo spennacchiato.
 
Perché, tu hai un padre?
 
Quell'ironia cupa le fece notare finalmente quanto il demone ce l'avesse con lei. Scherzare su queste cose ...
-Allora lascio qui le istruzioni sulla missione- Continuò il moro con un sorriso raggiante. Domani mi ripresenterò qui alla stessa ora e la scorteremo fino al villaggio.
La donna emise un ringhio cupo. -Andrò da sola-
Il moro già le dava le spalle -Ci vediamo domani signorina -
Un altro ringhio riempì il corridoio. Si voltò come una furia e scansò con una spallata uno sbalordito Akito che la lasciò passare alzando le mani in segno di pace. La guardò infilare la porta delle sue stanze passandosi le dita fra i capelli rossi.
 
-Schifoso! Porco! Sciovinista!- Ringhiò dando un calcio ad un cassettone di legno pesante facendo franare i libri ed il candeliere poggiato lì sopra. Dall'alta finestrella entrava una luce prorompente. A nessuno era permesso entrare lì dentro. C'era una differenza abissale tra le stanze personali della regina ed il salone. Le prime erano luminose e ben pulite. Il secondo, bhè, lo sapete.
Si gettò sul cumulo di stracci che era il suo giaciglio. Era molto che non provava più una rabbia tale. Era passato molto tempo da quando andava a letto in lacrime, da tanto ormai il suo sonno si era fatto gelido e inutile. Cosa che spiegava le profonde occhiaie che le solcavano il viso. Strinse i pugni per poi abbatterli contro la parete.  "Chi gli ha dato il permesso? Erano le mie labbra, la mia bocca ... Schifo! " Si strofinò ancora la bocca con la mano. Poi si morse il labbro inferiore come a soppesare un pensiero. Scattò verso la porta del bagno quasi sfondandola, si strappò l'abito di dosso e riempì la vasca. C'era anche uno specchio ...
Il bagno era piccolo e sudicio, raramente lo utilizzava, anche perché non lasciava quasi mai la stanza del trono. Se poi voleva farsi un bagno si andava a gettare direttamente nel fiume più vicino.
Rimase in piedi e nuda davanti all'ampia superficie riflettente. Focalizzò lo sguardo sul corpo pallido e ben proporzionato, i seni piccoli e sodi. Li coprì con le mani a coppa. Fissò il dorso delle sue mani e lo scoprì variegato di rosso e nero, così come la maggior parte della pelle. Accarezzò la curava dei propri fianchi che si era leggermente ampliata. Poi i suoi occhi ne incontrarono un altro paio nello specchio. LE sfuggì qualcosa di simile al gracchiare dei corvi.  Akito si aggirava per il grande salone affilando un paio di scimitarre con un'enfasi tale da far appassire i fiori. Ripensò alla scena di quel giorno. La sua signora ne doveva essere rimasta sconvolta. Come minimo si aspettava che tranciasse in due quell'uomo schifoso. Involontariamente fece incastrare una lama nello stucco di una colonna. La osservò placidamente come aspettandosi che questa tornasse di sua spontanea volontà nella sua mano, poi con un sospiro la estrasse e la poggiò a terra. Era nervoso ed era meglio non avere oggetti contundenti a portata di mano quando era nervoso. Ritornò un momento alle parole dell'uomo dai capelli scuri. "Bella" la sua signora? Non doveva vederci molto bene. I suoi occhi erano la cosa più terrificante, sembravano il risultato di una trasformazione bloccata a metà: La pupilla alcune volte appariva allungata, altre romboidale, altre ancora era semplicemente piccola e tonda, l'iride invece si divideva in tre cerchi. Uno ambrato, il più stretto che andava a sfumarsi in un nero molto cupo,il contorno poi era di un rosso infuocato. LE sclere invece parevano essere state contornate con l'estratto stesso delle tenebre. Questo però accadeva solo quando la donna era agitata o furiosa. Quando era tranquilla tutto appariva di un placido nero indistinto. Quasi rassicurante se non fosse stato per la punta di pazzia che vi aleggiava in fondo. Si avvicinò al plico di fogli lasciato a terra dall'offerente. -Brutto spocchioso ... - Biascicò sollevandolo e cominciando a voltare le pagine. Vi erano scritti dei nomi. Nomi cifrati. Probabilmente erano i numeri appartenenti a degli ANBU. Lo chiuse e si diresse verso la porta della stanza della donna. Era socchiusa, doveva averla sbattuta con tanta forza da rompere la serratura. Se fosse entrato sua altezza lo avrebbe ucciso.  Spostò il peso da un piede all'altro sovrappensiero. Poi tornò deciso verso il corridoio aggirando con attenzione i cadaveri sviscerati lì gettati per intimorire i visitatori. Passò più o meno da tutte le guardie ordinando i cambi e gestendo le armi. Congedò alcuni facendo loro prendere una giusta pausa. Quando Kioko non era nei dintorni ci si poteva rilassare, soprattutto quando entrava nelle sue stanze, voleva dire che sarebbe rimasta lì chiuse per un bel po'.
Si fermò davanti ad uno dei nuovi arrivati. Lo fissò un po' inarcando un sopracciglio. Era un piccoletto intorno ai tredici anni. Kioko lo aveva preso in spalla dopo aver ucciso un paio di spie infiltrate nel castello di un potente nobile. Durante la notte c'erano stati dei rumori molesti ed Akito aveva aperto gli occhi trovandosi davanti un mocciosetto terrorizzato con in mano lo zaino con le provviste del viaggio. Aveva tentato di acciuffarlo,ma questi era fuggito ad una velocità pazzesca lontano da lui. Poco dopo aveva visto tornare indietro quella donna terribile trascinandolo per la collottola. Il ragazzino aveva un occhio pesto e semichiuso e piangeva in silenzio. La mattina seguente lei si era limitata a dire "verrà con noi". Non aveva accettato repliche da nessuno. Chi aveva osato disubbidire era stato gettato nel mucchio sotto il trono.  Ora il ragazzino stava seduto con la schiena al muro e sgranocchiava un tozzo di pane duro. I suoi capelli avevano una banale tinta castana, cortissimi e spettinati, il maso era coperto di lentiggini ed aveva due grandi occhi nocciola chiaro. Storse la bocca ancora più di quanto lo costringesse la cicatrice. Chissà perché quella donna sembrava così ipersensibile davanti ai ragazzini di quell'età  ...
-Cos' hai da fissare?- Domandò il marmocchio alzando l sguardo con la fronte aggrottata.
-Niente nanerottolo - rispose l'uomo digrignando i denti. -Stavo solo pensando che questo no era il posto più adatto per un bambino.-
Il ragazzino si accigliò. -Questo è il posto più sicuro che ci sia ... - Borbottò tornando a sgranocchiare il pane.
Akito si ritrovò spiazzato. -Senti piaga, che ti passa per la testa?-
-Chikao- Disse il castano.
-Cosa?-
-Il mio nome, è Chikao-
L'uomo rimase impassibile a fissarlo. Lo stava prendendo in giro? Lo stava sfidando? Si accovacciò accanto a lui. -Kioko è la donna più pericolosa che ci sia su questo mondo- I suoi occhi si strinsero.
-No, è una persona molto buona- Proferì il bambino.
Il braccio destro del demone si fece ironico raddrizzando la schiena ed indicando con il pollice i cadaveri dietro di lui. -Bhè, qualcuno dovrebbe andare a raccontarlo a loro-
Chikao scosse la testa. -Voi adulti siete impossibili- Sospirò.
-Sei tu che non sai parlare moccioso!- Disse l'altro dandogli un pugno in testa.
-Ahi! Mi hai fatto male! Anubi! Akito mi fa male!- L'uomo impallidì. Anubi era una delle poche sentinelle donne. Una ninja traditrice di livello medio alto. Lunghi capelli rosa antico ed occhi del colore distillato delle ciliegie mature. Un caschetto nero in testa, un falcetto sulla schiena ed un cipiglio da camionista mancata, il tutto accompagnato ad una discreta amicizia con quel poppante. Non appena la donna comparve fu il momento per il rosso di darsela a gambe.
 
Kakashi se ne stava sdraiato su un prato a leggere. Ogni tanto dava una breve occhiata al cielo azzurro e poi tornava alle pagine consunte.  Rotolò pigramente sulla pancia poggiando il libro sul terreno asciutto.
- Ho già detto di no, Hayate- Disse con tutta la calma che possedeva.
- Eddai, come sei palloso- Sbottò una ragazza dal volto tondo ed ornato da crespi capelli castani. -Sembra che tu abbia già sessant'anni- Si lamentò poggiando il mento sulle ginocchia.
- Kurenai ... - La ammonì paziente come ad avvisarla di non forzare troppo la sua pazienza.  -Dai! E' solo una gita! Mister scansafatiche non potrebbe per una volta alzare il suo bel culetto e seguirci?- Yugao sbatté le ciglia civettuola da sopra la spalla di Hayate a cui aveva gettato le braccia attorno al collo. Stavolta non si degnò nemmeno di rispondere. Asuma sbucò dal nulla con un mazzetto di fiori in mano. Kakashi roteò gli occhi e li riportò sul libro. -Spicciati a dare quei fiori a Kurenai don Giovanni ... - Commentò atono. Asuma arrossì  -Veramente io ... - Kakashi si alzò in piedi con un sospiro.  -Una volta questo era un posto così tranquillo- Brontolò poi avviandosi verso il villaggio. Asuma si sedette e passò un braccio attorno alle spalle di Kurenai attirandola a se. Questa  si fece color porpora e nascose il naso tra i petali. Intanto la ANBU dai capelli viola si stendeva con il capo in grembo la suo ragazzo che con tranquillità le faceva una treccia. Non parevano per niente un gruppo di ninja. Hayate fu il primo a parlare districando le mani dai capelli di Yugao. - Domani è l'anniversario - Ammise fissando la tomba più in là davanti alla quale Kakashi aveva indugiato un po' prima di sparire.  Asuma si accigliò. -Quale dei tre?- Domandò sarcastico. Tutti i compagni li rifilarono un'occhiataccia assassina. La ragazza castana con gli occhi di un rosso profondo gli assestò un pugno deciso sulla spalla più vicina. -Cosa ho detto di male?- Si lamentò. Yugao chiuse gli occhi e prese un bel respiro. -Prima Obito ... - Disse contando sulle dita. - Rin ... - Le labbra di ognuno di loro presero una piega amara. -Ed infine quella ragazza ... - La viola fece una smorfia - Quella Kioko ... - Hayate scosse il capo. -In fondo non era poi tanto male. Era brava a combattere, era simpatica.- Stavolta fu lui ad essere fulminato dalla sua ragazza. Si limitò a sorridere e ad alzare le spalle per poi portarsi una mano davanti alla bocca placando un attacco di tosse. -Comunque oggi è il giorno in cui è morta Kioko - Grugnì la viola riabbassando le palpebre infastidita. -Ah, sarebbe un motivo in più per festeggiare!- Esclamò Asuma beccandosi stavolta un calcio da Yugao. L'uomo sgranò gli occhi. -Non ditemi che Hatake provava davvero qualcosa per quel demone?!?-
Stavolta la viola si sedette e gli ringhiò in faccia. -E' ovvio che sì razza di insensibile!-
Kurenai si schiaffò una mano sulla fronte. -Lascialo perdere, a mala pena capisce i suoi di sentimenti- Sbottò ammiccando verso il mazzetto di fiori appoggiato con cura accanto alle sue gambe tese.
-Mi considero offeso- Proclamò Asuma incrociando le braccia. Tutti spalancarono gli occhi per poi assumere un'espressione minacciosa all'unisono. A quel punto fu Hayate a scattare e ad afferrare l'altro per il giubbotto verde bottiglia che distingueva i Jonin. -Ok,mettiamo che tu non capisca un accidente ... - Cominciò sibilando. -Già, non capisco, è da pazzi innamorarsi di un'assassina così ... Schifosamente e palesemente spietata!- Hayate lo lasciò andare di botto. -Ma allora sei cocciuto! A Kakashi Kioko piaceva! Altro non ti deve interessare!- Si alzò e si allontanò verso il villaggio fra i colpi di tosse. Yugao lo seguì con lo sguardo allarmata pronta a raggiungerlo. - Senti Asuma ... - Disse senza distogliere gli occhi dal suo ragazzo che si inchinava davanti al monumento. - Finché sei con noi puoi anche parlare così di lei ... Ma con Kakashi-san evita anche solo di nominarla ... Lei e gli altri due ... - Gli scoccò un'occhiata di avvertimento. -Ciao, ci vediamo domani!- Kurenai si alzò a sua volta seguendola. -Aspetta Yugao-chan! Vengo pure io!- Le due donne si diressero a braccetto verso il paese.
Asuma rimase solo. Raccolse una margherita e la fissò sovrappensiero grattando quell'accenno di barba che gli ammorbidiva gli spigoli del mento puntuto. Kakashi era un suo caro amico e, logicamente, teneva a lui. Però proprio non riusciva a capire come potesse il pacato e riservato  ragazzo che conosceva con quella bestia feroce che aveva dimezzato gli ANBU di Konoha prima di morire per mano del suo stesso fratello. Inutile dire che lui non aveva incontrato il figlio di Zanna Bianca quando ancora cooperava con la donna.
Mentre si avviava a sua volta verso il villaggio prendendo a calci un sasso  gli venne in mente una di quelle giornate passate a mangiare carne grigliata tutti insieme. Ovviamente era toccato a lui pagare il conto, tutta colpa di uno degli sproloqui del bigio che avevano finito per confondergli le idee. Quelle tecniche evidentemente non le sfruttava solo sui novellini come Iruka.  Anche quello era l'anniversario della morte della donna ... Il primo ... O il secondo forse. Non teneva il conto, dopotutto non gliene fregava poi molto. Così quando Kakashi si alzò da tavola congedandosi con un sorriso sepolto dietro a quella fastidiosa mascherina Asuma, contrariato per la festa interrotta gli aveva domandato allegramente se andava al tempio per depositare una preghiera per quella "megera, traditrice assassina senza pudore". Il tutto con un sorriso ingenuo. Gli altri stavano giocando tranquillamente a carte e non si accorsero di nulla. Il castano poté notare distintamente le spalle dell'amico tendersi ed i pugni stringersi sulla stoffa dei calzoni. Lo sentì mormorare qualcosa del tipo "Non osare ... " ma venne subito dissuaso dall'espressione beota che gli rivolse sollevando indice e medio in segno di vittoria e mostrando la copertina di un nuovo libro dicendo che voleva solo un po' di privacy per legger in pace la fine di quel romanzo che tanto gli interessava. Gli veniva in mente qualche altro aneddoto, ma per la maggior parte erano solo frasi gettate lì, a casaccio, insinuazioni stroncate dagli amici. A lui piaceva scherzare e non l'aveva mai fatto con l'intenzione di fare del male. A Kakashi? Figuriamoci! Era quanto di più vicino ad un fratello avesse!
-Maledizione- Mormorò stritolando tra i denti la sigaretta che si era appena acceso e calciando via il sasso che andò a scheggiare la corteccia di un albero.
Possibile che quell'idiota ancora soffrisse per un'assassina?
Se era così, allora si sarebbe dovuto far perdonare molte indelicatezze.
Se era così, quell'uomo doveva davvero essere molto stupido.
O molto innamorato. Decise poi pensando a Kurenai e a co
n avrebbe mai smesso di considerarla unica e perfetta.







Spazio di quella a cui piace definirsi autrice :
Sì, sì, lo so, ho scritto anche all'inizio U_U Non siate pignoli U_U Se oggi ho finito abbastanza presto secondo i miei standard non è colpa mia !
Punto nuero 1: Ci sono dei nuovi personaggi, eheh, dai, dono curiosa, ditemi se qualcuno vi ha colpito particolarmente...
Punto numero2: Vi faccio una domanda, i personaggi vi sembrano abbastanza IC? Oppure sto stravolgendo il loro carattere?!?! Oddio non vorrei mai...Avvertitemi se succede!
Punto numero 3: Ero sicura che ci fosse ma adesso non me lo ricordo più ...
Punto numero 4: Sto cominciando a mettere delle immagini all'inizio dei primi capitoli, se avete voglia andate a dare uno sguardo, per ora sono prese da deviantarte, prima o poi quando saranno finite metterò pure le mie ^^
Punto numero 5: Devo ringraziare
Hikari93 che ha avuto il fegato di commentare ogn singolo capitolo di questa mia creatura, non troppo splendida ma sempre mia *W*
Punto numero 6: Sì, anche tu
Kagome_ che conosci sempre la traccia di ogni capitolo anche prima che io lo pubblichi ... veramente sai anche come andrà a finire... Vabbè, grazie! (e continua "dove il mio cuora brucia" Scansafatiche! XDXD)
Bene presumo di aver finito. Un bacione a tutti e buona serata ^^

   
 
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