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Autore: Little Cookie    21/06/2011    2 recensioni
Per prima cosa vorrei fare una breve introduzione a ciò che sto per raccontare. Questa è sicuramente la prima volta che tento di mettere un sogno per iscritto, perché è stato quello che senz'altro mi ha colpita più di tutti. Innanzi tutto perché a tratti era confuso e talvolta ripetitivo e poi perché ha avuto un suo sviluppo e ne è uscita fuori una bella storia.
Non solo: con questo voglio parlare del mio amore per Steven Tyler e gli Aerosmith, perché li amo sul serio!!
Tutte le cose che ho scritto sono frutto della mia fantasia... anche se devo ammettere che parecche cose sono vere xD
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essermi seduta sul letto, pronta a rimboccarmi le coperte, guardai dietro di me e notai Steven che mi osservava. Mi sentivo parecchio imbarazzata visto che dovevo spogliarmi: “Ti dispiace?”. Lui scosse la testa e si voltò per non guardarmi, così che potessi liberarmi dei vestiti. Ciò nonostante, mentre mi svestivo, il suo occhio cadde ugualmente su di me e sul mio esilissimo corpo: “Accidenti! Quanto sei magra! Ma azioni la bocca ogni tanto? Avevo già notato quanto lo fossi da vestita, ma guardandoti così ora, solo in reggiseno... Cioè... Sono solo ossa, ossa ovunque e basta!”. Sapevo che sarebbe accaduto, per cui non rimasi nemmeno sorpresa e mi limitai a lanciargli un'occhiata. Mi guardò con i suoi occhioni scuri e profondi. Sapeva che non gli avrei resistito, soprattutto quando si distese sul letto e mi fece cenno di andare vicino a lui: “Ti va di parlarne? Oppure ho toccato un tasto troppo dolente?”. Non riuscivo nemmeno a guardarlo in volto per come mi sentivo in quell'istante. Non era il primo a dirmi la tale cosa. Mi mise due dita sotto il mento per sollevarmi lo sguardo: “Allora?”. Presi le sue dita e le scostai dal mio mento: “Steven, è una lunga storia ormai. Sono stanca e ho voglia di dormire. Poi ti racconterò tutto in un secondo momento, ok?”. Lui mi guardò con espressione insistente. Aveva ragione però, cazzo! Io l'ho costretto a raccontarmi dei Toxic Twins e ora era giusto che gli raccontassi il perché del mio fisico così emaciato.
Steven si mise una mano sul volto e se lo coprì: “No, hai ragione... Ho insistito troppo. Non sono affari miei. Perdonami. Non dovevo essere così invadente, ma vedendoti in queste condizioni, non potevo fare a meno di preoccuparmi”. Io scossi la testa: “Tranquillo, non devi scusarti. Anche io ti ho obbligato a parlarmi dei Toxic Twins, per cui ora tocca a me sputare fuori il rospo e quindi, senza perdite di tempo ti dico: Steven, io detesto il mio corpo da anni ormai. Tu mi vedi magra, scheletrica, ma io no...”. Steven sgranò gli occhi, poi abbassò lo sguardo e si prese i capelli tra le mani: “Porca puttana! Vuoi morire? Andiamo, io sono magro di natura e lo stress del mio lavoro influisce anch'esso sul mio fisico. Ma tu! Tu, cazzo! Sei una bellissima ragazza, con un bel corpo snello di suo. Perché vuoi distruggerlo? Ci sono persone che morirebbero per avere un fisico così ben modellato. Gente che fa interventi e sgobba ore e ore. Tu no! Non farlo ti prego. Dammi retta”.
Le sue parole mi strapparono un sorriso, dopodiché mi accompagnò a sdraiarmi sul letto. Poggiò la sua testa sulla mia spalla e il suo respiro solleticava il mio collo per poi lasciare una scia di brividi su tutto il mio corpo. Infine allungò il suo braccio e mi carezzò prima il ventre e poi iniziò a solleticarmi una gamba.
No! Oh no! Di nuovo! Notai però che stavolta non era per niente timoroso, anzi, insistente. Infatti il suo tocco si fece più intenso, fino a diventare una palpata. Riuscii a malapena a trattenere un gemito e mi morsi il labbro. Steven continuava... Mi sorprese il fatto che non facevo alcuna resistenza. Forse lo desideravo veramente. Però non potevo, almeno in quell'istante, così tutto d'un tratto, se pur malvolentieri, mi staccai da lui e mi girai dall'altra parte: “Buona notte, Steven” dissi io soffocando il mio pianto e cercando di trattenere le lacrime. Steven mi carezzò la testa: “Buona notte, Miriam”.
Mi sentivo combattuta, davvero. Sono sicura che il motivo per cui non mi sono lasciata andare era proprio quello. Steven mi attira molto, ma non comprendendo bene ciò che lui è per me e il suo atteggiamento mi ostacola e mi fa sentire impreparata. Devo lavorarci su... Devo essere più sicura di me stessa.
Scommetto che in un modo o nell'altro anche io sono qualcuno per Steven, perché se no non mi toccherebbe così... Sarà il fatto che non ho mai avuto dei contatti così diretti con un uomo come lui. Ora dovevo mettermi a dormire cercando di dimenticare quanto era accaduto.
Sì, proprio un'impresa ardua... Difficilmente mi sarei schiodata dalla mente una cosa del genere...



Scusate per la brevità di questo capitolo, ma volevo lasciare un po' di suspence per quello che accadrà più avanti ;)
   
 
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