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Autore: cicella    07/03/2006    1 recensioni
Si può seguire la propria strada o fermarsi ad osservare ciò che ci circonda.
ATTENZIONE! Rispondo ai commenti nell'ultimo capitolo.
Continuerò la storia perchè ho visto è stata letta da tanti, mi farebbe molto piacere sapere se vi è piaciuta e soprattutto se è scritta bene ;-)
Questa fanfic ruota attorno ad una discussione nata a suo tempo tra me e due mie amiche a scuola durante un'ora libera che poi ha finito per convolgere l'intera classe e diventare una vera "caciara" ^_^. Adattandola ad Harry e Draco mi sembrava venisse fuori una cosa carina ^_^ e poi volevo vedere se ricordavo ancora come si scrive decentemete. Spero di esserci riuscita e soprattutto che piaccia.
Genere: Romantico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II * L'ultimo sguardo

Si può seguire la propria strada o fermarsi ad osservare ciò che ci circonda.
Malfoy ormai ha già preso la sua decisione: anche se questa non lo renderà felice, è un destino che aspetta di compiersi da quando è nato e che ora non riesce a contrastare. Lascia che un ultima volta il suo cuore si fermi a contemplare la bellezza del suo sogno perduto per poi incamminarsi sulla strada del proprio dovere.
 

 

 


«Dannazione!» esclamò nervosamente sbattendo un pugno sul tavolo e facendo vibrare il calamaio davanti a se rischiando di macchiare la pergamena del suo compito.
«Qualcosa non va? Hai qualche problema con qualche argomento? Vuoi una mano?»; il ragazzo al suo fianco che fino a quel momento era rimasto in silenzio completamente concentrato sui suoi studi, dimentico di tutti gli altri studenti che come lui e il suo compagno erano in Sala Grande a svolgere gli esercizi e i compiti della giornata, si era come ridestato al suono cupo del pugno dell’amico sul tavolo e giratosi verso di lui osserva ora la sua espressione accigliata e tesa e un ringhio rabbioso stampati sul viso.
«Draco che è successo? Non puoi esserti ridotto così solo perché non riesci a completare qualche formula o…»; in effetti ora che lo guarda attentamente si rende conto che quella è l’espressione che riserva esclusivamente ad un avvenimento ben preciso, particolare e normalmente raro, se si escludono gli ultimi tempi in cui l’ha vista troppo spesso.
Quella era l’arrabbiatura di chi sa di aver appena fatto una pessima figura davanti all’ultima persona sulla faccia della Terra che avrebbe dovuto vederla e non poter far niente per rimediare.
E visto che c’era un fatto che accadeva ormai da diverso tempo, Zabini da buon amico e soprattutto buon osservatore qual’era subito intuì il problema «Ah… non mi dire… “finalmente” si è accorto che lo fissavi.»
«Sta zitto! Zitto!...» sibilò Malfoy stringendo il pugno che aveva battuto il tavolo sempre più forte e gli occhi stretti in una morsa che appariva dolorosa persino a chi poteva osservarlo «… Non sono riuscito a replicare, a trovare un insulto decente abbastanza pungente da non dargli la possibilità di replicare!»
«Io direi che non hai mai neanche provato ad inventarti una scusa abbastanza originale da sembrare veritiera nel caso ti avesse scoperto.»
Malfoy spalancò di nuovo gli occhi e li portò sul volto dell’amico con la maschera di stupore di chi non si sarebbe mai aspettato una pugnalata da un alleato mentre insieme lottano contro il nemico comune.
Con un gesto fulmineo volta la testa verso i vari Serpeverde seduti attorno a loro e a quelli seduti ai tavoli vicini, con la paura che qualcuno di loro possa aver avuto interesse ai discorsi tra lui e Zabini e li stesse origliando.
«Hai finito di esternare le tue considerazioni? Amplifica la tua voce con l’incantesimo Amplificatum così ti sentiranno anche tutti gli studenti di tutte le scuole di magia di tutto il mondo magico!»
Malfoy aveva riacquistato il suo solito piglio arrogante, pungente di sempre, ma indirizzato al suo compagno di Casa perdeva molto della sua malignità e efficacia.
«Non c’è né bisogno Draco… ormai già da un po’ parecchi sanno che ti sta capitando qualcosa, che sei diverso dal tuo solito.»
«Che… che vuol dire?... In che senso “diverso”? Quanto? Chi lo dice?» ormai Malfoy è in preda al puro panico, sconcertato da quanto il suo strano comportamento fosse palese, nonostante cercasse di essere uguale al se stesso di sempre.
«Draco calmati. Non preoccuparti, non fino al punto da capire la verità. Però puoi immaginarlo che se stai sempre lontano da Pansy, lei cominci a lamentarsi a destra e manca e tutti comincino a fare le loro supposizioni, sei la star della nostra Casa, non puoi pretendere che la tua intera vita non venga posta sotto gli occhi di tutti e giudicata.»

Malfoy non guarda mai in faccia Zabini mentre gli parla; preferisce scrutare gli altri studenti seduti al suo tavolo pronto a reagire chiunque trovi ad origliare la conversazione tra lui e il compagno, ne gli sta particolarmente vicino, posizione che potrebbe permettergli di abbassare ulteriormente il tono della voce, ma che attrarrebbe sicuramente la curiosità dei sui compagni di Casa.

«Sono sotto gli occhi di tutti da quando sono nato, ma gli unici per cui ero felice di avere su di me mi hanno sempre guardato con disprezzo. Sempre, sempre… fino ad ora, fino a pochi istanti fa. Capisci Blaise, lui mi ha guardato! Non si è limitato a far scorrere i suoi occhi su di me come si fa con qualcosa che si è stati costretti a vedere solo perché era sulla tua traiettoria visiva.»
«Stai dicendo che si è accorto che lo osservavi e che invece di arrabbiarsi e incenerirti con i suoi super poteri da Golden Boy ti ha ricambiato?»
«Peggio Blaise, molto peggio. Ha lasciato che continuassi a guardarlo, che potessi soffermarmi a riflettere di quale tonalità di verde siano i suoi occhi e scoprire che tutto quello che ho sentito dire in giro non ne descrive neanche la metà della bellezza che realmente hanno.»
Zabini nonostante conosca da tempo l’interesse dell’amico, non può non rimanere sorpreso ogni volta dalla sincerità e dai sentimenti che da lui traspaiono ogni volta che l’argomento è il Bambino-Sopravvissuto.
«Comunque non c’è bisogno di preoccuparsi. Grazie al discorso sulla tua “missione speciale” che hai fatto in treno ricollegheranno il tuo comportamento all’incarico che devi portare a termine. E anche se dovessero accorgersi del tuo interesse esagerato per Potter potranno sempre giustificarlo interpretandolo come il soggetto della missione. I più stupidi al massimo penseranno che Pansy non ti basta più e che hai spostato il tuo gusto su un altro soggetto che magari non è adatta a formalizzazioni ufficiali, ma va più che bene come “piacevole intrattenimento”.»

«Harry, guardami per favore.»
Un sussurro appena più forte da poter essere udito dai due ragazzi che automaticamente voltano il capo verso il padrone di quella voce; Ginny Wesley seduta davanti a Harry Potter stanno probabilmente avendo una discussione che sicuramente non ha niente a che fare con i compiti da svolgere.
A Zabini non interessa molto sapere cosa la piattola rossa abbia da dire al Golden Boy, e poi già non si riesce più a sentire niente visto che hanno riabbassato la voce. Si volta verso l’amico per continuare il discorso, ma Malfoy ha lo sguardo calamitato su qualche dettaglio in un misto di rabbia e malinconia.
Si volta di nuovo per verificare cosa catturi l’interesse del compagno, ma non nota niente di … la piccola Weasel ha appoggiato la sua mano su quella di Potter e ne massaggia le nocche con le dita in movimenti lenti e delicati. Questa deve essere l’unica cosa che Malfoy in quel momento riesce a vedere e da cui non riesce a distogliere lo sguardo.
«Vorresti essere al posto della piattola?»
La domanda ridesta Malfoy dall’incantesimo e lo fa rivoltare verso il loro tavolo.
«Mi basterebbe essere al posto di Weasel. Mi sarebbe bastato potergli stare vicino, essere suo amico, avere tanti ricordi di momenti indimenticabili insieme a lui, cose che facevamo solo noi due, segreti che conoscevamo solo noi..»
«E poi a me sarebbero rimasti Tiger e Goyle?!? Sarò egoista ma mi va bene com’è adesso!»
Gli disse cercando di mantenere il tono più scherzoso possibile e provocando nel suo amico un leggero sorriso.
Zabini odiava vedere questi momenti di rimpianto in Malfoy; accettava il suo destino eppure continuava a rimuginare su quello che la scelta gli faceva perdere.
Quanto grande era quel sogno da sembrare così irrealizzabile?
Quanto grande il desiderio di renderlo reale?
Quanto forte quel sentimento che nonostante la costrizione trasbordava dalla morsa delle catene in cui era stretto?
«Sembrano molto affiatati vero?»
«Chi ti dice che sia vero che stanno insieme? Girano talmente tante chiacchiere su di lui che scommetto nemmeno una su dieci sia vera.»
«Bhé… una certezza me la dà il fatto che “questa chiacchiera” l’hanno messa in giro quelle comari delle Grifondoro, così fiere nell’avere una di loro così vicina al Golden Boy da poter torturare per estorcerle com’è nell’intimità»
«Basta qualcuno con un po’ di fantasia e potrebbe benissimo giurare di conoscerlo affondo. Sarebbe bastato che anche uno solo dei ragazzi della sua squadra di Quiddich avesse avuto un briciolo di fantasia e ne girerebbero sì di storie surreali!»
«Va bene, Draco… mi ci hai costretto tu. Li ho visti baciarsi.»
«E allora? Quella piattola è davvero molto scaltra, non mi stupirebbe se gli si fosse avventata addosso prendendolo di sorpresa.»
«Tutte e dieci le volte che li ho visti?!? Deve essere davvero un’idiota, come farà a sconfiggere il Signore Oscuro! Il mondo Magico è perduto nelle mani di un incapace!»
Gli era stato insegnato ad odiarlo, eppure ancora adesso che era consapevole del significato di ciò che provava per lui non riusciva ad ammettere apertamente di esserne attratto.
«Sei disposto a non “rischiare” di essere felice e poi ti fai rodere il fegato da mille sciacalli perché non vuoi ammettere che lui sia felice con qualcun altro?!?»

Come una scena a rallentatore, Malfoy abbassa la testa fino ad appoggiarla sulla pergamena davanti a lui con un lungo sospiro. Zabini ne rimane per un momento stupito e spera che i suoi compagni di Casa non scelgano questo momento per cominciare ad origliare.
«Tutto quello che ho davvero desiderato per me è sempre stato una chimera, ma in qualche modo finché mi trovavo al bivio delle scelte poteva ancora essere realizzabile, e mantenevo viva la mia speranza.»
«Scegli allora chi vuoi essere. Sono sicuro che puoi ancora essere quella persona. Solo costruendoci la vita con le nostre mani non avremo rimpianti. Qualsiasi strada tu scelga di percorrere, quale delle due possibilità tu decida di seguire, in entrambi i casi correrai rischi enormi e ne dovrai accettare le conseguenze, ma ricordati che una volta fatta la scelta, la si deve perseguire fino alla fine a tutti i costi e portare a termine. Scegli per quale delle due sei disposto a combattere.»
Malfoy rialza altrettanto lentamente la testa e guarda in faccia il suo amico armai dimentico di chi li circonda.
«Ho perso la possibilità di scegliere quando mio padre è stato arrestato. E’ successo troppo presto, quando ancora avevo bisogno di una guida, volevo una guida, forte, carismatica e da emulare come lui. Ho ancora bisogno di fare come avrebbe voluto per sentirlo vicino, per essere sicuro di fare una cosa giusta e rendere fiera la persona che amo. Dall’altra parte, l’altra scelta, è un incognita troppo pericolosa, non ho ancora il coraggio di affrontarla, non ho mai accettato il suo primo rifiuto e più tempo passa più mi farebbe male essere rifiutato di nuovo.»
«L’ho perso quando ho “scelto” la mia famiglia.»

Il peso di tutte quelle verità è troppo pesante per la sua giovane vita; l’unica cosa che può fare adesso è relegarle in un piccolo antro buoi della sua mente e chiuderle dentro coprendo l’entrata con un grosso macigno in attesa che il fato mandi il meritevole in grado di sbriciolarlo e permettere a quelle emozioni di godere finalmente della luce.
Piega la sua pergamena, raccoglie i libri e mettendosi tutto nella sua borsa si alza.
«Ho altro da fare, Blaise. E’ ora che mi metta a lavoro. Ti chiedo scusa già da adesso se non potrò dedicarti tempo ma credo sarò molto impegnato e…»
«Ricordati che sono qui nel caso avessi bisogno di una mano.»
«Sei molto desideroso di renderti utile o di mettere in mostra le tue capacità e la mia inettitudine davanti al Lord?»
«Draco non fare l’idiota. Sono tuo amico e che ti aiuterò qualsiasi cosa tu mi chieda di fare.»
«Lo so. Proprio perché sei mio amico è meglio tu non sappia niente. Voglio mantenere lontano le persone a cui voglio bene da questa faccenda. E’ una cosa che riguarda me e la devo fare da solo. Ormai non posso più tornare indietro.»
«Il mio destino è marchiato per sempre sulla mia pelle.»
Si avvia verso l’uscita della Sala Grande, non prima di aver consegnato la pergamena del compito al Professor Piton, il quale si sente perfettamente conto che al suo interno non vi è scritto nulla, ma la accetta lo stesso non risparmiando però al suo protetto una lunga occhiata interrogativa come chi presto vuole essere informato sul motivo di tale atteggiamento.

  
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