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Autore: cicella    02/03/2006    4 recensioni
Si può seguire la propria strada o fermarsi ad osservare ciò che ci circonda.
ATTENZIONE! Rispondo ai commenti nell'ultimo capitolo.
Continuerò la storia perchè ho visto è stata letta da tanti, mi farebbe molto piacere sapere se vi è piaciuta e soprattutto se è scritta bene ;-)
Questa fanfic ruota attorno ad una discussione nata a suo tempo tra me e due mie amiche a scuola durante un'ora libera che poi ha finito per convolgere l'intera classe e diventare una vera "caciara" ^_^. Adattandola ad Harry e Draco mi sembrava venisse fuori una cosa carina ^_^ e poi volevo vedere se ricordavo ancora come si scrive decentemete. Spero di esserci riuscita e soprattutto che piaccia.
Genere: Romantico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi delle storie su questo sito sono puramente fittizi basate sulla propria fantasia . L'intreccio è liberamente ispirato alla saga di "Harry Potter" di J. K. Rowling (che ne detiene i diritti) il che significa che i personaggi NON esistono realmente e sono immaginari, ed è scritto NON a scopo di lucro ma per divertimento e per diffonderne la fama.
Avvertimenti:
La storia si intreccia con gli avvenimenti del sesto libro e di conseguenza potrebbe contenere degli SPOLIERS. Se non siete interessati ad alcun tipo di anticipazioni consiglio di non proseguire la lettura di questa storia.
In quanto parte della categoria slash avverto che i contenuti di questa storia non sono adatti ad un pubblico sensibile o comunque contrario all'argomento





Capitolo I * Il Primo Sguardo

Si può seguire la propria strada o fermarsi ad osservare ciò che ci circonda.
Harry ha accettato la strada che il Fato ha tracciato per lui ed è deciso a percorrerla fino in fondo. Eppure non può non notare i tanti piccoli viottoli sterrati che si ramificano da essa e di sui non sa dove portino.




«Guardati alle spalle».
Tre ragazze della Casa di Corvonero parlavano a bassa voce tra di loro ad uno dei tanti tavoli della Sala grande della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts mentre il resto degli studenti presenti a quell’ora del tardo pomeriggio, chi più chi meno, svolgeva i compiti loro assegnati, abbastanza vicine ad Harry Potter da permettergli di seguire i loro discordi visto che in quel momento non aveva molto interesse per il suo compito di pozioni.
La ragazza che aveva parlato continuò «Questo è quello che mi ha detto mia nonna prima di entrare ad Hogwarts. Le ho chiesto cosa volesse dire, e lei mi ha sorriso e detto che se non l’avessi capito per il mio quarto anno allora me l’avrebbe spiegato».
«E tu…» disse una delle ragazze che stava ascoltando l’amica «… sei riuscita a capirlo o te l’ha detto lei quest’estate?» chiede quasi con fare canzonatorio.
«Certo che l’ho capito da sola! Vediamo se ci arrivate anche voi!» esclama con la sicurezza di chi sa quello che gli altri ignorano.
«A parte il fatto che tu hai avuto quattro anni per pensarci…» constata subito la terza ascoltatrice del gruppo «… comunque è facile da intuire adesso che siamo più grandi».

Il Professor Piton passa vicino al tavolo dove sono sedute anche le tre ragazze fra gli altri e Harry non può che trovare un nuovo motivo per odiare il già non troppo apprezzato Professore di Pozioni, visto che ormai cominciava anche lui ad appassionarsi a quel discorso ed era ormai sul punto di conoscere la risposta a quella enigmatica raccomandazione.

La figura ammantata di nero del Professore era ormai passata oltre il tavolo occupato dalle tre Corvonero e superato anche Harry, ma le ragazze non accennavano a riprendere il discorso, sembravano davvero prese ormai dai loro compiti.
Harry abbassò gli occhi sulla sua pergamena e si stava decidendo sul riprendere il suo studio seriamente, quando l’ultima ragazza che aveva parlato riprese il suo discorso «… Significa che potresti avere gli occhi della persona che ti ama puntati su di te… Il principe azzurro è dietro le nostre spalle a vegliare su di noi, a lui importa solo la nostra felicità e benessere e non pretende niente in cambio quindi con si mette in mostra davanti ai nostri occhi come fanno gli sbruffoni che non faranno altro che farci soffrire».
«sei sicura?» chiese la ragazza che aveva dato il via a questa spinosa querelle «Io ho trovato il significato molto più ampio, cioè che bisogna guardarsi intorno e saper cogliere i particolari, non fidarsi di quello che ci viene messo davanti apposta proprio per farci sbagliare, con correre verso mete impossibili da raggiungere se prima non si è racimolato tutto quello che intorno a noi può esserci utile per andare avanti».
L’ultima del gruppo, che aveva ascoltato le opinioni delle altre, espresse infine anche la sua intuizione «Io credo che semplicemente significhi di stare attente ai maniaci che potrebbero assalirci da dietro mentre siamo da sole in qualche corridoio buio».
Le ragazze cominciarono a ridacchiare per l’ultima constatazione della loro amica e trattenevano a stento il volume delle loro risate per non essere punite dal Professor Piton che controllava la Sala.

Continuarono a confabulare tra loro ancora un po’, ma ormai Harry è assorto nelle sue riflessioni.
“Guardarsi alle spalle” poteva benissimo significare tutte le ipotesi formulate e molte altre, come poteva non significare niente.
Poteva anche avere un semplice “Significato letterale”.
Harry ridacchia tra se, decisamente riesce a trovare ogni volta pretesti sempre più assurdi per distrarsi dai suoi doveri di studente.
Decide così di fare esattamente quello che dice la frase; con fare molto disinvolto e molto lentamente comincia a voltarsi…

Al tavolo dietro di lui due ragazzi Corvonero gettano caramelle tutti i gusti più uno masticate nei capelli cespugliosi di una Tassorosso che presta attenzione unicamente allo svolgimento del suo trattato di Erbologia, ignorando il divertimento che provoca nei toturatori dei suoi capelli.
Un Serpeverde è curvo sulla sua pergamena intento ad impegnarsi seriamente per il compito assegnatogli. Harry riconosce in quel coetaneo moro seduto di spalle a lui Blase Zabini, uno dei pochi Serpeverde a studiare diligentemente e a non cercare invece di infastidire gli altri occupanti della sala.
Al fianco di Zaini un altro Serpeverde sta seduto a cavalcioni della panca girato dalla parte opposta al tavolo con il gomito su di esso e la testa mollemente sorretta dalla mano.
Sembra non temere ciò che il Professor Piton avrebbe potuto fargli se l’asesse visto lì, palesemente a poltrire; in effetti nessun Serpeverde teme l’ira del Professore di Pozioni unicamente per il fatto che non ha mai manifestato alcuna contrarietà verso il comportamento di quella Casa, e ormai a tutti erano chiari tali privilegi ed era ormai considerato un atteggiamento “normale”.

Harry si rende conto in quell’istante che effettivamente quella persona girata a cavalcioni della panca intenta a scrutare la Sala è esattamente quella dietro di lui, e alzando lo sguardo sul volto del ragazzo scopre che non sta semplicemente osservando distrattamente come chi cerca una qualsiasi distrazione o si incanta in uno sguardo fisso perso nei suoi pensieri, ma sta guardando direttamente ed esclusivamente lui!
Occhi grigi di un cielo invernale che hanno intrappolato in se la luce del sole; fissi, come a contemplare la bellezza di un attimo fuggevole, un tramonto stellato che dura pochi attimi, di cui non si vuole perdere nemmeno un momento per conservarne intatto il ricordo, non potendo prevedere quando una simile meraviglia si mostrerà di nuovo.
Gli occhi di Draco Malfoy lo guardano come ipnotizzati, sembra che il loro proprietario non si sia accorto che ora anche lui lo sta fissando.
Questo può significare solo una cosa: è da molto tempo che lo osserva. Doveva essere in quella posizione da molto tempo ormai, forse fin dal loro ingresso in Sala Grande visto che ad una breve occhiata alla sua pergamena questa era ancora semi-piegata e non vi erano tracce di scrittura al suo interno.

Harry fu conscio ad un certo punto che lui e Draco si stavano guardando ormai da un discreto numero di minuti esclusivamente stando con gli occhi gli uni incatenati negli altri, e una strana sensazione stava prendendo il posto della sua sorpresa e della sua curiosità.
Non riesce davvero a capacitarsi del perché tanta attenzione rivolta a lui da parte di colui considerato sua spina nel fianco gli metta addosso questa sorta di eccitazione e aspettativa di una nuova condizione tra di loro che sta forse per nascere.
Harry non può non sorridere tra se ad una tale “strana” sua considerazione; non aveva mai cercato la vicinanza del Serpeverde e non capiva perché una novità del genere lo rendesse tanto euforico.

E allora, in quel momento, accadde: Malfoy sgrana gli occhi in un modo tale da rendere visibili le iridi nella loro totale argentea brillantezza.
Se non fosse già di carnagione chiara, sembrerebbe essere impallidito più di quanto il suo colorito renda possibile e con uno scatto fulmineo ritorna ad una posizione composta, rivolto verso il suo tavolo.
Harry si ritrova così ad osservare le spalle del ragazzo biondo, la stessa cosa che il Serpeverde faceva forse da tempo verso di lui; si ridesta quando sente un potente tonfo sordo, il pugno di Malfoy sul tavolo, e subito si volta e ritorna a sedersi composto.
Gli occhi bassi sulla pergamena, dove c’è scritto molto meno del numero di righe minime assegnate dal compito.
Ma anche se si è voltato, davanti ai suoi occhi continua a vedere Malfoy, e la sua espressione mentre lo fissava, e i suoi occhi di cui il freddo intorpidisce i sensi e perdi te stesso, e di nuovo l’espressione di meraviglia e paura quando ha sorriso.
E di nuovo, ripensandoci, gli viene da sorridere.

«Malfoy ti ha detto qualcosa di divertente?»

  
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