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Autore: 3lo_2ofi    21/06/2011    1 recensioni
...-Lexa!- sentii una voce famigliare chiamarmi, Callie, meno male, non ci siamo persi.
-Hey Callie.. Dove siete?- chiesi guardandomi attorno.
-Non lo so. Sono andata in bagno.. E non trovo più il tavolo..- disse sorridendo da ebete.
Vidi Nathan con la coda dell’occhio cadere all’indietro di botto.. Anche io le prime volte reagivo cosi, ma poi ci si fa l’abitudine.
-Tu, Sei un Mark al femminile..- disse lui alzandosi in piedi.
-Ahah!- fece Callie divertita.. Non so se dalla mia faccia, che descriveva quanta pena e quanto irritamento mi provava Callie in questi momenti… O per Nathan.. Che ancora non sapeva come reagire.
[Estratto dal capitolo 6]
Genere: Commedia, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cavolo siamo talmente gasate dalle vacanze che facciamo un casino con il computer, ci dispiace!!!
Ecco il nuovo chappy ;D
 
 
Buona lettura e commentate!!!
 
 
 
Era proprio un buon insegnante Nathan. Io in difesa non ero mai stata un granché, anzi. Piuttosto che aspettare li mezz’ora che gli avversari attaccassero, passavo io al contrattacco. Era naturale e non riuscivo a placare questo istinto.
Ma con lui era diverso. Si faceva capire perfettamente. Anche per una come me, che di comprendonio sono lentissima. Ma ora era il mio turno.
Stavo discutendo animatamente con lui.
-In teoria non è difficile e in pratica neanche. Devi solo prenderci la mano!- esclamai allegra.
-Ci proverò. Tu sei stata molto determinata ad imparare qualcosa di nuovo, ed io per ricompensare, farò lo stesso.- sorrise cordiale.
-Inoltre, con la tua velocità sei avvantaggiato. Sei quasi come il vento.- sorrisi. A lui si illuminarono gli occhi.
Mentre chiacchieravamo, con la coda dell’occhio vidi Lexa con Axel, ma mentre lui le chiariva alcuni concetti a me sconosciuti, lei ci lanciava occhiate nervose.
“Ma che vuole?” pensai subito. Nathan, accortosi che avevo spostato il mio sguardo, lo segui e incontro quello di Lexa. Notai un lieve imbarazzo che mascherò subito, nel ragazzo dai capelli blu.
Non capivo come Lexa preferisse un certo tipo di persone, come Jude: abbastanza solitarie, taciturne, serie, e soprattutto misteriose.
Ora che ci pensavo … chissà cos’era successo un bel po’ di tempo fa: quando lei si era chiusa in camera, depressa per la storia del colore dei suoi occhi. Si faceva condizionare troppo dalla gente. Poi da quando Jude era andato a trovarla era scoccato qualcosa tra di loro. Molto più vicini, amici.
Volevo scoprirlo assolutamente. Decisi che per quella giornata avrei svolto la mia missione.
-Nathan!- dissi richiamando la sua attenzione. Lui si voltò subito verso di me
-Si?- disse tranquillo. Io con fare sospettoso, mi guardavo in giro. Lui mi guardava confuso. –Cosa stai facendo?- disse, dopo un po’.
-Shh. Mi scopre cosi. Devo svolgere una missione TOP SECRET, ti do la giornata libera. Divertiti ragazzo- dissi serissima, mentre gli davo delle pacche sulle spalle e mi allontanavo. Lui era rimasto imbambolato a osservare i miei movimenti.
Avevo sentito da delle voci anonime che Jude non si sentiva molto bene e quindi, sarebbe rimasto rinchiuso in camera per tutta la giornata a riposare.
La prima fase che avrei dovuto attuare era quella di arruolare, qualcuno per il lavoro sporco, insomma. Trovai immediatamente le mie prede.
Victoria che spiegava a Gazel come comportarsi in difesa. Mi avvicinai. Lei agitava le braccia, e lui ascoltava impassibile con le braccia incrociate.
-Allora, se uno cerca di passare, devi impedirglielo assolutamente.- esclamo lei.
-Guarda che questa è la base della difesa.-  rispose lui con la gocciolona dietro alla nuca. Lei intanto, rideva istericamente. Credeva di risultare simpatica?
-Scusate?- dissi io, interrompendoli. Loro si voltarono, Gazel con il solito sguardo di ghiaccio e Victoria che mi guardava storta.
-Posso rubartela per oggi?- chiesi, indicandola. Lei si sorprese non poco.
-Mi fai un piacere.- rispose atono, poi se ne andò. Sicuramente a cercare il suo amico/nemico dai capelli rossi. Lei ci rimase male.
-Allora, cosa vuoi? Ho da fare.- disse lei, guardandomi dall’alto in basso. Che fastidio!
-Avevo un progetto fra Jude e Lexa, ma se non t’interessa …- le confidai in un orecchio, andandomene. Lei cambiò subito espressione.
-Come, cosa, quando, perché?- prese a dire velocemente. -Cos’è questa storia? C’è qualcosa fra loro?- chiese di nuovo lei, interessata.
-No. Almeno credo. È per questo che mi serve il tuo aiuto, e quello di Susett. Non avrei mai creduto di chiedervelo …- dissi. Lei ci pensò su un attimo, ma conoscevo già la sua risposta.
-Accetto, ma solo perché si parla di riunire due cuori solitari. A proposito, grande il bacio sulla guancia a Joe.- rise lei. Io avvampai.
-C-come fai a saperlo?- domandai rossa in volto.
-Callie, era un dopo partita. Ti hanno vista praticamente tutti.- rispose lei, tornando appena al suo tono acido, con me. Io annui solamente.
-Ora dobbiamo trovare l’altra scalmanata. Andiamo?- chiese, tirandomi per la manica. Non credevo che Victoria potesse diventare cosi simpatica per una questione di cuore, addirittura non suo. Mentre giravamo l’appartamento in cerca della ragazza, feci una domanda.
-E a te piace qualcuno?- chiesi ingenuamente. Lei mi mollo la parte di stoffa che teneva ancora, violentemente.
-Ma ti sembrano domande da fare? Non siamo cosi amiche, anzi non lo siamo nemmeno.- rispose lei, arrossita appena.
-Scusa ma siccome eravamo in tema … non volevo crearti fastidio.- mi scusai, accelerando il passo e chiamando a gran voce la blu. Seni un sussurro, appena percettibile.
-In effetti ci sarebbe qualcuno …- ma poi si bloccò, non appena ci si presentò davanti Susett.
-Allora? Perché sciupi cosi il mio nome inutilmente?- chiese, scrutandomi. Mentre con un sorriso più grande della sua faccia salutava Victoria.
-Ciau Vicky!!- gridò lei abbracciandola.
-Ciao Sue.- salutò di rimando lei. Vicky? Sue? O kami-sama!
-Che ci fa lei qui?- dissi indicandomi malamente.
-Ho un nome anchio. Ma non storpiarlo.- dissi sorridendo allegramente. Lei mi mandò a quel paese. Era una semplice battuta!
-Non devi essere gelosa se non hai un soprannome fashion come il nostro.- rispose, bruscamente Susett.
-Okok … ora basta ragazze. Sue, siamo in pace. Anche lei.- disse Victoria, in mia difesa. Ora mi difendeva pure? Che strana persona.
-Cosa vuole allora?- chiese ancora, ignorandomi.
-Senti “Sue”, -mimai le virgolette ~volevamo, una persona esperta nel campo del gossip. Ma se non t’interessa...- usai lo stesso trucco con Victoria, facendo finta di andarmene. Ci cascò.
-Gossip? Io sono una maga in questo campo! Se si tratta di questo, conta pure su di me.- affermò, stringendomi la mano, in segno di pace momentanea.
Pochi minuti dopo eravamo fuori, sedute su una panchina appena fuori l’appartamento.
-Allora, cosa vuoi scoprire?- chiese Sue, a gambe incrociate fissandomi.
-Voglio scoprire cos’è successo tra Lexa e Jude, quando sono rimasti in camera da soli.- dissi serissima. Ero una ficcanaso, lo ammetto. Ma non ci potevo far niente. Le due tesero le orecchie.
-Davvero sono rimasti chiusi in camera da soli?- disse Susette con gli occhi che brillavano, mentre giungeva le mani sotto il mento. Io annui convinta.
-Allora sta succedendo qualcosa. È cosi emozionante! A proposito Callie, che dolci tu e Joe!- disse Sue. Io arrossi e chiesi di non dirmelo più, altrimenti sarei evaporata. Loro annuirono divertite.
-Per prima cosa, che dobbiamo fare?- domando Vicky, seduta scomposta, con le braccia che coprivano il suo viso dal sole.
-Fare alcune domande alla carissima sorellina del Rasta-man.- sorrisi. Loro mi guardavano confuse.
-Rasta … che?- chiesero in coro.
-Jude! Ragazze, Jude! È il suo nome in codice! E ora cerchiamo Celia, lei saprà qualcosa. Andiamo!-
Raggiunta la cucina …
-Che cosa volete sapere?- disse, Celia mentre lavava i piatti e le posate del pranzo appena compiuto.
Nel quale non avevo staccato gli occhi da Lexa, facendo attenzione che non mi scoprisse.
-Se sai cosa c’è tra tuo fratello e Lexa!- disse scocciata, Sue.
-Ma io non lo so. Non vado a chiedere certe cose, addirittura private, al mio fratellone.- sbuffò lei, mentre si asciugava le mani.
-Sicuramente qualcosa è successo, perché sono molto più complici di prima. Inoltre Lexa, dopo quella chiacchierata privata, non mi ha detto niente.- dissi, pensierosa.
-Ragazze, non posso aiutarvi. Veramente.- poi se ne andò di sopra, lasciandoci li da sole.
-E ora che si fa?- chiese Vicky. Poi ci raggiunse Mark, assieme a Xavier.
-Ciao ragazze! Ma che ci fate qui? Il vostro allenamento?- chiese il castano, mentre beveva lunghe sorsate di acqua fresca, presa dal frigorifero.
-Oggi passiamo.- risposi io. –Ma Sue, tu con chi ti alleni?- chiesi fissandola.
-Dovrei con Jordan. Ma non avevo voglia oggi.- disse normalmente.
-Mark andiamo! A dopo ragazze!- saluto allegro Xavier, spintonando amichevolmente l’amico.
Scendemmo al piano inferiore, accomodandoci pigramente sui divani a disposizione.
-Callie, se devo essere sincera non sei cosi male.- disse ad un certo punto Susett.
-Io la penso allo stesso modo. È che all’inizio sai … siete arrivate e ci avete rubato il posto da titolari.- confermò Victoria sorridendomi gentile.
-Anchio lo credo, ragazze. All’inizio sembrava che foste snob, ma conoscendovi … scommetto che non sarete cosi male. In fondo l’apparenza inganna!- sorrisi allegra io.
-Si, ma azzardati a dire un’altra volta carino, al mio tesorino, e giuro che ti faccio a pezzi. Chiaro?- chiese furiosa Susett.
-Scusa, ma è la verità. Non volevo offendere o altro.- poi perse la smorfia di rabbia e mi sorprese.
-Ne che è carino? È il più bello di tutti!!- gridò lei, euforica.
-Non esagerare! Il più bello è Joe!!- risposi io, ancora più esaltata. Poi, con voce leggerissima, anche Victoria disse un nome.
-Nessuno batterà mai Harley- noi la fissammo, ma per compassione non feci commenti. Restammo ancora un po’ cosi a chiacchierare vivacemente. Poi, delle voci in sottofondo, volgemmo per pochi istanti lo sguardo verso l’orologio: 18.00! Era passata un’altra giornata!! Poco a poco, tante testoline sbucarono dall’entrata, sudate e luride di sabbia. Vidi anche Lexa, incrociammo gli sguardo. Lei mi fissò malamente, per poi incitarmi a salire con lei. Salutai al volo le ragazze per poi raggiungerla.
-Perché diavolo fai amicizia col nemico?- domando aggressiva lei, sotto la doccia.
-Non sono il nemico! Sue e Vicky sono simpatiche e …- m’interruppe.
-Ferma, ferma, ferma. Sue, e Vicky?- chiese scioccata lei, mentre sghignazzava.
-Anche a me ha fatto quell’effetto la prima volta che ho sentito quei soprannomi. Ma credimi le apparenze ingannano. Non sono cosi male quelle due.- risposi, seduta a gambe incrociate sul water. Poi spense l’acqua e senti la sua voce richiamarmi.
-Passami l’asciugamano, grazie.- mentre lei usciva e si avvolgeva negli stracci asciutti parlava,
-Ma il dubbio che mi sorge spontaneo è … Perché hai fatto amicizia con loro? Sono state loro a venire da te, o te da loro?- ma non le risposi, perché ero già scesa.
-Callie? Callie? Accidenti.- disse Lexa, mentre accendeva l’asciugacapelli a tutta birra.
-Sue! Vicky! Mi ha quasi scoperta!! Interrompiamo la missione per oggi!- dissi, tutta affannata alle due, scendendo dalle scale.
-Fai attenzione!- gridò Torch, guardandomi.
-Si ma …- comincio Vicky.
-Si ma …?- incitai a continuare.
-Si ma non interrompiamo la nostra amicizia!- esclamo Sue, vivace.
Io annui, sorridendo felice.
Arrivo la cena: patatine fritte e fettina impannata.
Mi ci fiondai dentro. Mentre mangiavo vidi Nathan, che chiacchierava con Lexa. Dopo il pasto lo raggiunsi.
-Hey Nathan! Mi dispiace averti abbandonato oggi! Non lo faccio più, promesso!- risi.
-Tranquilla, mi hanno fatto compagnia Axel e Lexa. Aiutandomi nell’allenamento dell’attacco.- sorrise lui. Poi senti una presenza dietro di me.
-E cosi hai saltato l’allenamento.- disse, la voce arrabbiata e seriosa dell’allenatrice.
Mi voltai e incrociai il suo sguardo freddo.
-Non solo cerchi di scappare, ma ora salti gli allenamenti. Questa volta passo, ma giuro Callie Lee, che è l’ultima volta.- io annui imbarazzata. Poi se ne andò.
-Hahah, hai ricevuto la ramanzina dall’allenatrice. Impiastro!- rise arrogante Torch.
Fu Lexa a chiamarmi.
-Andiamo? Domani doppio allenamento per te!- disse sorridendo. Io annui, salutando tutti i presenti e salimmo in camera.
-Allora, mi rispondi o no?- chiese dopo un minuto di silenzio da parte di tutt’e due.
-Non so a cosa ti riferisci. Notte Lexa.- risposi ghignando sotto i baffi, infilandomi sotto le coperte.
-Tu non me la racconti giusta. Notte Callie.- disse spegnendo l’ultima luce nella stanza.

 
 
 
Finito alla prossima genteeee
Bye-biiiiiiiii ;D
 
 
 
  

  
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