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Autore: Kisuke94    21/06/2011    4 recensioni
Allora, avviso sin da subito che tratterò parti del manga (inventate) successive al capitolo 538. E narrerò di come Naruto riuscirà a porre fine alla guerra (quindi degli atti finali della stessa), non vi anticipo nulla, solo che punterò a farvi emozionare...
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Più contesti
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Chidori contro Rasengan, la comparsa in scena di Nagato, uno Shinra Tensei dalle proporzioni gigantesche. Tre attacchi micidiali riuniti in un unico posto.
L’urto, provocato dai tre jutsu, fu devastante. Sembrava che gli alberi stessero per essere sradicati dalla potenza dell’impatto. Difatti, oscillavano vertiginosamente, e qualche ramo finiva addirittura per spezzarsi sotto la forza dei ninja che stavano combattendo. Tutto intorno, si udivano solo tremendi frastuoni, dovuti al vento e alle conseguenze che la battaglia stava portando. Un polverone si sollevò, coprendo l’orrore dei corpi di ninja uccisi precedentemente da Sasuke. Qualche guerriero che, invece, era sopravvissuto alla furia omicida dell’Uchiha e aveva avuto il coraggio di restare lì a guardare, cercava di coprirsi meglio che poteva, di concentrare il chakra nei piedi, in modo da non essere trascinato via.
-Ahy ahy ahy! Questa non ci voleva bisognerebbe avvertire subito Madara- disse lo Zetsu nero all’altro. –Sarebbe la cosa migliore! Muoviamoci- Così i due, che in verità erano uno, si mossero verso il covo di Madara.

Sia Naruto che Sasuke erano stati scaraventati lontano, in direzioni opposte, ma Naruto fu il primo a reagire. Con la mano creò un varco nel polverone per cercare di riprendere l’orientamento e subito…
–Nagato cosa ci fai qui?!- domandò incredulo il ninja, lo stesso ninja che lo vide morire nel tentativo di riportare in vita tutte le vittime della strage al villaggio della Foglia. Rivederlo sul campo di battaglia gli faceva un certo effetto. Non che lo spaventasse, però, non capitava certo tutti i giorni di ritrovarsi davanti una persona già morta. Specialmente perché l’Uzumaki aveva assistito alla sua fine.
–Non può essere!! Tu sei morto!- continuò, non afferrando ciò che gli stava capitando.
–Capisco!- iniziò Sasuke, abbassando il braccio destro, mantenuto dalla mano sinistra sul polso, preparando uno Chidori molto più grande del precedente. –È tuo amico… bene allora morirete entrambi!- concluse senza dir altro. Il chakra del fulmine iniziò a prendere consistenza intorno alla sua mano.
–Ti consiglio di non farlo, piccolo Uchiha!!- sentenziò Nagato senza batter ciglio.
–Come mi hai chiamato… lurido pezzo di… -
La calma con cui Nagato aveva parlato, quella calma che pareva volersi prendere gioco di lui, irritò maggiormente Sasuke, già pronto a sferrare il suo attacco.
-Se vuoi affrontarmi sei libero di farlo, ma soccomberai!- continuò il tipo dai capelli rossi.
L’Uchiha digrignò i denti, punto nel vivo. Non sopportava quando lo davano già per spacciato, quando lo sottovalutavano. Strinse gli occhi e guardò l’avversario con disprezzo. Dimenticandosi quasi di Naruto, stava per scagliare il suo Chidori, quando una voce alle spalle lo bloccò.
–Non ti preoccupare ci penso io a Sasuke, tu chiarisci le cose con Naruto!- riprese quella voce. Era alquanto familiare a Sasuke, che, difatti, si voltò spostando il braccio orizzontalmente, quasi avesse intenzione di tagliare in due la minaccia, ma in realtà sapeva che quella voce non poteva che appartenere a quella persona: tuttavia non seppe fermarsi, quindi fece per attaccare.
No. Non poteva essere Itachi. Per quanto desiderasse rivederlo, parlagli, spiegarsi, sapeva che suo fratello era morto. Lo aveva visto lui stesso, aveva messo fine alla sue esistenza contro di lui. No, non era possibile che stesse lì. Sebbene Sasuke si mosse fulmineo, sembrava che il tempo necessario per voltarsi ed attaccare fosse infinito. Un miscuglio di strane sensazioni lo colpirono. L’ansia di sapere la verità lo attanagliò.
Il braccio portato alle spalle a gran velocità fu intercettato dal fratello maggiore, proprio come anni prima, all’interno dell’ostello dove soggiornavano Jiraiya e il suo allievo.
–Cosa stai facendo Sasuke?- domandò Itachi senza timore alcuno. –Non dirmi che collabori con Madara adesso!- esclamò poi. In effetti Sasuke indossava la tunica dell’Alba, quindi non era difficile ricollegare le due cose.
Nonostante la voce di Itachi potesse sembrare una specie di rimprovero, era calma come sempre, intrisa della stessa tranquillità e superiorità che il minore aveva sempre visto in essa dalla notte dello sterminio.
–Io non prendo ordini da nessuno.- rispose il piccolo Uchiha.
Non sapeva che effetto gli faceva la presenza del fratello. Non sapeva se sentirsi arrabbiato per quello che gli era stato detto, oppure in colpa per quanto stava facendo.
–Madara era solo un mezzo per arrivare al mio obbiettivo. Giustiziare quello sporco traditore di Danzo, per vendicare l’affronto verso il nostro Clan- continuò imperterrito.
–Cosa hai fatto?- domandò Itachi, quasi sbalordito dalle parole dure del fratello. –Vendicare l’affronto?? Mi sa che Madara ti ha raccontato la “sua versione” dei fatti!- esclamò poi. –È tipico suo, portare tutti alla sua causa. Se avremo tempo ti spiegherò ciò che veramente accadde quella notte.-

Dal lato opposto invece Nagato spiegava a Naruto il funzionamento della tecnica proibita.. -… Ecco perché ci troviamo qui, non conosciamo il tipo che ci ha richiamati, ma so che ci ha ordinato di ammazzarvi entrambi!- dichiarò il Ninja dispiaciuto.
–Mi dispiace, capisco che la tecnica vi ha ridato corpo e anima, ma per me tu sei morto tempo fa, non ho intenzione di fermarmi di fronte ad un corpo “vuoto”!!!- dichiarò Naruto, fermo in quello che affermò.
–E sia, è inutile che continuiamo a girarci intorno… dimostrami che sei capace di mantenere la promessa fattami tempo fa!- esclamò Nagato, ormai certo che nessuno potrebbe fermare il giovane ninja.
–E sia!- concluse lo stesso.
Quindi, lo scontro tra i due cominciò.

Sasuke e Itachi invece avevano preso a combattere ma era rimasto in dubbio la “verità” di quella sera, la sera in cui il Clan Uchiha fu sterminato.
–Non fu Danzo a ordinare il massacro del Clan… almeno non direttamente- spiegò Itachi parando il colpo di spada del fratello. –La cacciata di Madara dal Clan fu tutto un suo piano, voleva dimostrare che le regole al Clan le rispettavano ancora, ma quello fu l’inizio della fine. Ero allo scuro del suo piano, finché non iniziai a cercarlo e ci parlai. Mi disse che aveva intenzione di prendere il controllo del villaggio, e avrebbe cercato un cercotero a nove code per raggiungere il suo obbiettivo, per questo aveva finto l’allontanamento dal Villaggio, avrebbe in questo modo avuto tutto il tempo di cercarlo. Tutti conoscevano la potenza della sua arte oculare, per questo lo temevano e lo rispettavano tutti. Io tenevo a cuore il Villaggio quanto il mio Clan e non sopportavo l’idea che quel losco avrebbe lasciato la responsabilità al clan, allora in qualità di Anbu andai a riferire quanto sapevo a Danzo, e lui preoccupato per le sorti del villaggio aveva preso la dura decisione di sterminare il clan prima che fosse troppo tardi. Ormai tutti erano sotto l’effetto dell’illusione di Madara. Quindi quella notte, presi io la responsabilità di quanto sarebbe accaduto, sarei diventato un ninja traditore, per proteggere il villaggio. Con l’aiuto di Kakashi Hatake feci fuori tutti i componenti del Clan meno te. Si perché solo tu avresti potuto affrontare Madara e ucciderlo. Tu che resistesti alla mia arte illusoria, che annullasti il mio Tsukuyomi. Quindi l’unico che ha colpe qui, è Madara. Eri l'unico capace un giorno di batterlo, se solo avessi preparato qualcosa di più potente. Dovevo immaginare che l'Amateratsu non avrebbe avuto effetto su di lui.- Itachi aveva concluso la storia su quanto accadde quella notte, ma Sasuke era rimasto quasi impietrito, aveva pensato a tutte le possibili vie, ma quella raccontata dal fratello non gli era nemmeno passata per la mente. Ma allora cosa doveva fare? Come doveva comportarsi? Ecco che tutte quelle che erano state certezze crollavano, ed era impossibile rimetterle in piedi.
–Cosa stai dicendo Itachi! Non più essere vero ciò che mi stai dicendo!?- sussurrò il povero ninja portandosi entrambe le mani al volto per nascondere le lacrime. L’Uchiha aveva ripercorso le fasi di quei giorni raccontati dal fratello, le aveva immaginate, ma non se ne faceva capace, l’unico colpevole di tutto era la persona che l’aveva difeso nell’ultimo periodo, che lo aveva attirato a se. Che lo aveva attirato verso la sua “Tela”. E lui ci era cascato in pieno, pensando di fare la “cosa giusta”. Giusta per i suoi ideali, ovviamente.
–Non posso, non voglio ascoltarti, non questa volta!!- gridò mostrando un volto provato dalle lacrime. Era scosso. –Non so più in cosa credere, mi riesce difficile ogni cosa!!- continuò doloroso.
–L’unico in cui devi credere Sasuke, sei TU!- affermò Itachi posando una mano sul petto del fratellino. –Segui il tuo cuore, fa ciò che ti sembra giusto, guarda oltre l’orizzonte e no…-
-Non finì di parlare che un alone gli comparve alle spalle, proprio come successe a Zabuza contro Kakashi.
–Itachi?!-
Quelle parole erano entrate nell’animo del giovane, ma lo spettacolo che ora si presentava davanti ai suoi occhi non lo fecero esitare un attimo. Si portò dietro al fratello col Raiton e lo finì con la spada elettrificata. –Farò come hai detto fratello… Madara la pagherà e con lui tutti quelli che quella notte hanno contribuito allo sterminio del Clan. Si! Questo e ciò che voglio!!- Affermò Sasuke vedendo il corpo di Itachi sgretolarsi in mille pezzettini che mostravano ancora il volto sorridente di quando morí la prima volta.
In quell’istante Sasuke sentì una frattura dentro di sé. Non l’avrebbe più rivisto e, anzi, era già stato incredibile potergli parlare di nuovo. Ma stavolta era ancora in tempo per seguire la volontà di Itachi. E l’avrebbe fatto.

Nel frattempo Naruto aveva battuto Nagato, ma questi gli pose un'ultima domanda.
-Vedo che sei decisamente migliorato dall'ultima volta e quell'alone giallo mi fa pensare che tu abbia dominato lo spirito della volpe. Ma voglio farti una domanda: cosa saresti disposto a fare pur di salvare le persone a te più care? Questa domanda me la posi anche io tempo fa e la scelta fu di facile comprensione.-
-Senza alcun dubbio ti dico che sarei disposto a dare la vita per ogni singola persona del villaggio. Mi sono ripromesso che un giorno sarei diventato Hokage e come mio padre darò la vita per proteggerlo. NON RITIRERÓ QUANTO AFFERMATO, PER NESSUMA RAGIONE AL MONDO, FERMERÓ QUESTA GURRA E RIPORTERÓ LA PACE IN QUESTO MONDO!-
Negli occhi azzurri dell’Uzumaki brillava una determinazione immensa.
Cosi Naruto trovò risposta alla domanda di Nagato, proprio mentre questi si accingeva a sparire.
-Bene.. le mie aspettative non sono crollate.. sei un degno capo villaggio. Ricorda questo però, chiunque si ponga sul tuo cammino deve essere eliminato, anche se questi sia la persona che più "ami" al mondo.- Ecco le parole dure di Nagato si poggiarono sul cuore di Naruto, rimasto perplesso dal tono della sua voce, avrebbe dovuto rivedere i suoi obbiettivi e capire se sarebbe disposto ad uccidere per veder realizzato il sogno di Nagato e Jiraiya. Perplesso si voltò per vedere il risultato dell’amico, ma proprio in quell’istante Sasuke aveva lasciato il campo di battaglia.
   
 
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