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Autore: _Elizabeth_    21/06/2011    1 recensioni
" Elizabeth fin da quand'era piccolissima ha sempre avuto un grande,grandissimo sogno nel cassetto:diventare medico. Per questo ha sempre cercato di studiare e di fare del suo meglio a scuola. E' dolce,modesta,gentile e non perde quasi mai la pazienza. Inoltre,è più testarda di un mulo: se vuole fare o avere qualcosa,deve realizzare per forza il suo obiettivo,ad OGNI costo. E' una ragazza molto molto insicura,ha molto poca autostima e crede che il suo sia un sogno destinato a stare chiuso in un cassetto a riempirsi di polvere x sempre. Nonostante tutti questi brutti pensieri che ha,riesce a entrare ad Harvard e a laurearsi a pieni voti e lode in Medicina. "(cit. dal Prologo)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER FOURTEEN

 

Angolo Autrice: Sono tornata con un nuovo capitolo e spero che vi piacerà,almeno un po'. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che stanno leggendo questa storia e tutti coloro che sono tanto gentili da lasciarmi recensioni che a me fa davvero un immenso piacere leggere. Grazie,grazie e ancora grazie a tutti voi. Beh..buona lettura!:)          Liz
 

La mattina seguente,verso le otto,Elizabeth arrivò a Los Angeles. Chiamò un taxi e si fece accompagnare al St. Henry’s General Hospital,ovvero l’ospedale dove lavorava prima di trasferirsi a New York.  Quando entrò e si guardò intorno,le tornarono in mente un sacco di ricordi del periodo di tempo nel quale aveva lavorato lì. Dopo essere rimasta ferma per un po’immersa nei ricordi, fermò un’ infermiera.
- Mi scusi- le chiese- Dovrei parlare con la dottoressa Baker.
-Certo. Ha un appuntamento?
-No,ma sono una sua vecchia amica. Lavoravamo insieme qualche anno fa. Ho bisogno di parlarle urgentemente.
-Mi dispiace signorina,ma senza appuntamento la dottoressa non può riceverla.
-Ok. Come devo fare a prendere un appuntamento?- replicò Elizabeth,con voce calma- Mi dica pure. La ascolto.
L’infermiera prese un block-notes e una penna.
-Bene. Mi dia nome,cognome e numero di telefono.
-Mi chiamo Elizabeth Johnson.
-Come ha detto che…- l’infermiera alzò gli occhi dal foglio,stupefatta- Dottoressa Johnson! E’ proprio lei,o la memoria mi sta giocando qualche brutto scherzo?
-La sua memoria funziona benissimo-sorrise- Sono proprio io.
-La metto subito in contatto con la dottoressa Baker. Intanto lei può…
-…aspettare in sala d’attesa?-provò Elizabeth
-Sì- la accompagnò in sala d’aspetto e la fece accomodare su una  delle poltroncine presenti nella stanza-  Ho già chiamato la dottoressa Baker al cercapersone. Dovrebbe arrivare a momenti.
-La ringrazio molto.
E l’infermiera aveva ragione. Infatti pochi minuti più tardi una giovane dottoressa coetanea di Elizabeth attraversò la sala d’attesa e si fermò vicino a quest’ultima.
-  Liz!-esclamò-  Oh,che bello vederti!
-Ciao Ellen.-sorrise- E’ da un sacco di tempo che non ci vediamo. Ti posso abbracciare?
-E lo chiedi anche? Ma certo che puoi!-e si abbracciarono- Come stai?
-Abbastanza bene. Tu?
-Anch’io sto abbastanza bene…beh non posso lamentarmi.-fece un gran sorriso - Ti devo dare una bella notizia.
- Una bella notizia?- Elizabeth sorrise,a sua volta- Dì pure,sono curiosa.
- Da qualche mese a questa parte dirigo il…
-Il...?
-Il reparto di Ematologia.
-Davvero?-Elizabeth sorrise nuovamente,sorpresa dalla notizia- Wow,che bella notizia! Bravissima,sono fiera di te-la abbracciò nuovamente- Bravissima,davvero.
-Quel posto secondo me doveva essere tuo,non mio.
-Non dire sciocchezze. Altrimenti ti faccio finire al pronto soccorso.
-Non vedo dove sia il problema nel fare un turno in pronto soccorso.
-Come paziente,non come medico.
-Meno divertente-sorrise- Comunque…hey,la figliol prodiga è tornata! Dobbiamo festeggiare!
- Mi dispiace Ellen,ma non sono venuta qui per lavorare. Sono venuta sin qui perché ho bisogno del tuo aiuto.
-Un consulto?
-Non proprio. E’ una cosa un po’ più complicata da spiegare.
Ellen impallidì e prese una mano a Elizabeth.
-Cos’hai? Stai male? Non farmi preoccupare.
-No,sto benissimo. Stai tranquilla-  sorrise per l’ennesima volta,tentando di tranquillizzare l’amica- Ti devo parlare di una cosa…di un mio progetto che per me significa molto.
- Va bene. Vieni con me- la guidò fuori dalla sala d’attesa -Così ne approfitti per vedere il mio nuovo ufficio.
 

  
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