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Autore: Loony Evans    22/06/2011    2 recensioni
Dal I capitolo:
Percy ridacchiò tra sé e continuò a camminare; mentre svoltava l’angolo era così concentrato a pensare al profumo della pelle lattea di Penelope che non si accorse della persona nascosta da un enorme carico di pacchi che gli andava addosso e lo atterrava.
E improvvisamente Percy sentì l’ultima voce che avrebbe voluto sentire: - Percy? Percy Weasley?-
- Audrey?!-
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Audrey, Nuovo personaggio, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Cap.9

Nel quale Audrey scopre tutto e si dimostra più brutale di quanto si possa credere; mentre Percy capisce tutto quelo che prova per la ragazza.

 

Carol uscì per tenere fuori i due ragazzi.
- Cosa ha fatto quel malato di mente?- chiese Lucy sconcertata.
- Mi ha chiesto, quello ecco.-
- È totalmente uscito di testa, chiaro.- concluse la ragazza.
- Cosa devo fare Lucy?- chiese Audrey isterica.
- Digli di no!- rispose l’amica.
- Perché?-
- Perché, perché state insieme solo da un anno! Perché non vi siete neanche mai detti “ti amo”! Perché lui ti ha trad- si interruppe improvvisamente.
- Trad…?- chiese Audrey sospettosa.
- Niente, niente.- si affrettò a dire Lucy.
- No! Basta! Non mi dite mai niente! Trad cosa?- urlò Audrey furente attirando l’attenzione di tutti gli altri tra cui Carl, rosso e irritato.
- Che accade?- chiese Carol – Qual ragione ha indotto la gentil pulzella a sforzare la sua melodiosa voce?-
La fissarono.
- Non chiedetemi perché ho parlato così, non lo so.- disse lei rossissima.
- Quando mi aspettava, mia madre ha cominciato ha parlare in polinesiano.- osservò Percy – Comunque, cosa c’è Audrey?-
- Ditemelo voi! Carl mi ha trad…?- chiese lei con voce acuta.
- Lucy!- imprecarono loro in coro.
- Non ho fatto apposta…-
Audrey non resse più, ben sapendo quale fosse l’elemento debole, prese Percy per il colletto, lo scaraventò in camera e si chiuse dentro lasciando gli altri basiti.
- Allora, cosa succede?- ringhiò la donna.
- N-niente…- provò il rosso.
- Ma per favore! Ti conosco: tu ti torturi le mani quando menti!-
- Audrey, davvero non so niente!-
La ragazza si avvicinò a lui così tanto che Percy poté vedere le piccole lentiggini che aveva sul naso e ogni minima sfumatura dei suoi occhi blu più scuri della notte.
Si ritrovò incredibilmente a pensare a quanto sarebbe stato bello poterla baciare ma rifiutò il pensiero immediatamente e cercò di trovare una risposta plausibile; dalla faccia di Audrey, capì che stava facendo le sue solite smorfie.
- Non sforzarti di trovare una spiegazione falsa ma plausibile. Dimmi solo la verità per favore.- pregò la ragazza.
- Audrey non sta a me…- replicò dolcemente il ragazzo.
- Sta a Carl, lo so! Ma lui non mi dice nulla! E tu neppure! E Lucy neanche! Vuoi che continui?!- replicò Audrey.
- Calmati! Non posso farci nulla.-
La ragazza urlò di disperazione e si sedette di fianco al ragazzo appoggiandogli il viso sulla spalla e provocando una reazione nervosa nelle budella di Percy.
- Perché non mi dite mai niente?- singhiozzò.
- Ehm…-
- Ragazzi? Tutto bene?- chiese la voce di Carol da dietro la porta.
- Bah, almeno ha smesso di parlare come una dama di re Artù…- sospirò Percy.
Abbracciò la ragazza costringendosi ad ignorare che le sue budella stavano ballando il merengue e le sussurrò: -Apro?-
- Prima mi dici che succede.- borbottò la ragazza.
- Se te lo dico, prometti che non dirai a nessuno che te l’ho detto?-
- Certamente, non c’è problema.- sorrise Audrey sorridendo raggiante.
- Ti arrabbierai e tanto. Ti infurierai con me, Lucy, Carol e Matthew perché non te l’abbiamo detto subito. Ti chiedo solo di far finire questa giornata senza che nessuno sappia nulla.-
La ragazza annuì dubbiosa.
- Lo capirai da sola: puoi arrivarci facilmente. Carl ti ha trad…- disse Percy.
- Trad, trad…- si interruppe, lo guardò e cominciò a fare continui cenni negativi con la testa, per negare qualcosa.
L’amico annuì tristemente in risposta.
- No! No, no, no!- sussurrò lei cercando di convincere più se stessa che l’altro- Non può avermi trad…ita.- concluse.
Percy la strinse forte e lei gli promise che avrebbe mantenuto la promessa, ma lo disse freddamente, non col suo solito tono allegro.
- Audrey…-
- Zitto.-
Uscì dalla stanza sorridendo meccanicamente e li mandò via dicendo che doveva sistemare il negozio.
- Ci vediamo. Ora devo sistemare delle cose in negozio.-
Appena se ne andarono, cominciò a piangere.
Il giorno dopo, Percy tornò a casa della ragazza e trovò tutto aperto; salì fino al suo appartamento e trovò aperta anche quella aperta.
Entrò, preoccupato, e chiamò Audrey ma non gli rispose nessuno; improvvisamente sentì dei respiri tirati provenienti dalla camera da letto che aveva la porta totalmente aperta.
- Audrey?- provò.
Audrey stava semplicemente dormendo ma aveva gli occhi gonfi e la faccia completamente rossa e bagnata: aveva pianto e a lungo.
Percy si sedette accanto a lei e cominciò ad accarezzarle dolcemente i capelli; aveva finalmente capito perché gli importasse così tanto di Audrey, perché si sentiva così protettivo, geloso verso di lei e perché improvvisamente si sentisse così strano vicino a lei.
Non aveva mai amato una ragazza in quel modo, neanche Penelope, ma a lui non importava affatto della bionda: nella sua mente ora c’era solo l’immagine di una dolcissima donna con lunghi capelli nocciola mossi, anche se supponeva che li sistemasse lei perché ad Hogwarts erano dei ricci secondi solo a quelli di Hermione, e occhi più blu della notte stessa.
- Mmmm…- fece Audrey svegliandosi – Perce? Cosa?-
- Ti cercavo. È martedì mattina, sono le nove e tu sei stata fortunatissima perché Kingsley ha deciso di farmi andare in giro a cercare pezzi magici ebrei che, a quanto pare, hai solo tu.-
- Oh. Va bene; scendiamo.- disse lei meccanicamente.
Quando arrivarono nel negozio, Audrey chiese: - Cosa ti serve esattamente?-
- Come stai?- ribatté Percy.
- Devo parlare con Carl.-
- Come stai?-
- Perché me lo chiedi?-
- Perché hai gli stessi vestiti di ieri sera. Non cercare di mentirmi, Carol mi ha detto che non ti metti mai quella camicetta due volte di seguito.- aggiunse vedendo che Audrey stava per ribattere.
Lei prese due respiri profondi e non disse nulla.
- Gli farai del male?-
- Non lo so, Perce. Possiamo cambiare argomento?- disse lei rabbiosa.
- Certo, come vuoi.- disse ancora un po’ preoccupato – Mi servono due bacchette di legno di faggio appartenute a Benjamin Bemporad e Jacob Gallichi.-
- Accio bacchette.- disse Audrey utilizzando la sua bacchetta di salice.
I due legni uscirono dalla confusione e lei disse: - Sono quindici galeoni.-
Percy la pagò e uscì, esitando sulla porta perché quel giorno la ragazza gli sembrava davvero strana.
- Tutto bene?- chiese Kingsley Shacklebot, il Ministro della Magia rivolto a Percy che era appena tornato in Ministero.
- Certo, stia tranquillo Ministro.-
- Oh, su! Siamo soli chiamami Kingsley! Dopotutto siamo amici no?-
- Ok.-
- Cosa ti succede? Sembri distratto.-
- Un piccolo problema con una mia amica. Ecco le bacchette. A cosa ti servono?-
- Stanno per arrivare gli ambasciatori ebrei e dobbiamo negoziare il possesso delle bacchette perché i due eroi hanno sconfitto il mago Rower qui, ma sono nati nel loro stato.- spiegò il Ministro.
- Va bene.-
Finito il lavoro, Percy decise di tornare da Audrey per vedere come stava e trovò il negozio chiuso, cosa plausibile dato che l’orario pomeridiano era dalle due alle sette ed erano le sette e mezzo; ma Percy si preoccupò lo stesso e si smaterializzò in casa della ragazza.
- Audrey?- chiamò.
Sentì dei rumori in camera da letto e, a ragione, si affrettò a entrare dove trovò una scena raccapricciante: Audrey teneva la bacchetta in alto e Carl era sospeso in aria sotto l’effetto di un evidente Cruciatus.
Il rosso non ci pensò due volte e sollevò la ragazza da dietro: - Calmati Audrey!- tentò.
Lei lasciò cadere la bacchetta e si accucciò piangendo al suo petto.
Carl cadde e li fissò, smaterializzandosi subito dopo; Percy sperò di non doverlo vedere più.
- Calmati, calmati…- disse lui come se fosse una ninna nanna.
Lei si limitò a singhiozzare e a stringersi di più a lui.
- Perché l’hai fatto? È- è illegale Audrrey…- disse, senza sapere cos’altro dire.
Audrey affondò la faccia nel suo petto e continuò a piangere; rimasero così per un bel po’, senza dire nulla.
Nessuno seppe dire quanto.

  
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