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Autore: Pinca    22/06/2011    2 recensioni
Ciao! ecco la scemenza massima. ovviamente la vittima è il povero lovino. al mondo esistono domande che non devono avere risposta. chi sono gli illuminati, chi abitava atlantide, canada esiste? non, non domande di questo tipo, domande ben peggiori, le cui risposte potrebbero distruggere una nazione intera. whahahah! avvertimento: grande stronzata! ps: oc sicilia
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Signori, per favore, cerchiamo di parlare uno alla volta!-
La solita riunione delle nazioni unite, il solito vociare da stadio. Corea si guardò attorno e, alla fine,  decise di rinunciare definitivamente all’impresa di riuscire a concludere qualcosa anche questa volta. Aprì la valigetta e furtivamente estrasse un giornalino la cui copertina preannunciava di già la dubbia moralità dei contenuti che sicuramente non riguardavano pesca e esche.
Neanche aveva aperto la prima pagina che una mano sulla spalla lo fece tremare da capo a piedi per lo spavento di essere scoperto con certe “carte” tra le mani.
-Ehi, Corea, spostati!- con uno spintone America fece partire la sedia con Corea sopra come un razzo, facendolo sparire dal centro, totalmente ignorato, della sala conferenze. Corea finì con lo sbattere col muso per terra quando la sedia si cappottò dai gradini, ma questa storia non fregava a nessuno, perché il nostro eroe aveva appena preso il microfono.
-Fermi tutti!- straordinariamente la maggior parte delle persone presenti smisero di trucidarsi vicendevolmente e prestò attenzione all’americano.
Dietro Alfred, Arthur e Frencis erano straordinariamente seri.
L’americano batté una mano sul tavolo portando definitivamente il silenzio nella sala.
-Ho le prove inconfutabili che la Germania sta progettando di invadere l’Italia per impossessarsi della Sicilia e usarla come testa di ponte per il medio oriente! La situazione è grave, Ludwig, io, Arthur e Francis ti stiamo avvertendo, questa volta non ti lasceremo fare quello che vuoi! Non ti lasceremo scatenare una terza guerra mondiale!-
Il silenzio nell’aula a quelle parole fu seguito dal panico generale.
Germania, incredulo alle proprie orecchie, rimase pietrificato, mentre le voci attorno a lui si moltiplicavano vorticando frenetiche nella sua mente, schiacciato dalla pesantezza dell’accusa.
-Siamo pronti a difendere la pace in Europa e nel mondo con ogni mezzo a nostra disposizione!- continuò America.
Italia si alzò e si rivolse a Germania con tono aggressivo.
-Non ti permetterò mai di toccare mia sorella!-
Ludwig si alzò di scatto, innervosito dal fatto che pure quell’idiota intervenisse parlando a vanvera come al solito.
-Smettila di dire sciocchezze, Italia!-
Ma il tono doveva essere stato così forte, che Feliciano si nascose immediatamente dietro il fratello, sventolando una bandierina bianca. –Veh…. Te la puoi tenere, non mi fare del male!-
-Ma non dire scemenze stupido fratello!-
-Tu c’entri qualcosa in tutto questo?- chiese irritato Germania a Gilbert, che invece se ne stava beatamente spaparanzato sulla propria poltrona a sghignazzare.
Ci avrebbe scommesso una settimana di birre che quel ghigno era la firma di qualche suo stupido scherzo.
-Germania, arrenditi immediatamente!- insistette America.
-Io non mi arrendo a un bel niente!- si alterò Ludwig.
-Allora questa è una confessione! Ammettilo, nascondi anche delle armi nucleari. È inutile che neghi, so dei tuoi scambi con la Corea del Nord e il Pakistan…-
-Smettila di dire idiozie! Non nascondo niente!- si difese. –Gilbert, cosa diavolo hai combinato!?-
-Perché chiedi a me? Io sto qui solo per figura, non decido niente, lo sai….- la sua risposta menefreghista gli diede ancora di più sui nervi.
-Non potete accusarmi di una cosa del genere! Quali prove avete?-
Gli occhiali di Alfred luccicarono, e un sorrisetto scaltro fece la comparsa sul suo viso.
-Ahahahah! Che prove ho? Ho prove inoppugnabili, ahahahah!- gli puntò un dito contro. –Ti ho visto Germania, ti ho visto mentre la baciavi! È inutile negare!-
Per Ludwig fu una doccia fredda. Cadde seduto sulla sedia dietro di lui, senza sapere come reagire. Ci aveva messo tanto per rimuovere quello che era successo, per smettere di pensarci e pensarla, e ora gli stavano rispiattellando in faccia tutto quanto, per di più davanti a tutto il mondo.
-Che cosa ha fatto quel bastardo di una patata?- Romano scattò in piedi pronto ad andare a picchiare il tedesco, ma Feliciano e Sicilia lo trattennero.
-Inoltre ho un intero fascicolo con tutti i tuoi continui viaggi in Sicilia, i tuoi spostamenti, le tue escursioni per sondare il terreno e decidere come e dove agire! Se perquisissimo casa tua troveremmo sicuramente le cartine e le informazioni sulla Sicilia!- continuò a farneticare America.
-Inoltre Gilbert non ha fatto altro che tenere le mani addosso alla Sicilia per tutto il tempo l’altro giorno!- aggiunse Francia, scandalizzato più dai gusti dell’amico che da altro.
-Cosa?- a quell’affermazione Lovino fu dovuto essere imbavagliato da Feliciano per non fargli dare fondo a tutte le parolacce che sapeva.
-Tu cosa hai fatto?- chiese incredulo Ludwig rivolgendosi al fratello, che crogiolandosi continuava a dondolarsi sulla sedia.
-Kesesese! Che c’è? Se non lo fai tu, lo faccio io!-
Germania si mise le mani nei capelli e appoggiò i gomiti sul tavolo, oramai preda dello sconforto più totale.
-Pensavo che la lezione ti fosse bastata l’ultima volta, ma io sono l’eroe e sono pronto a dartene un’altra!- continuò America.
E nella confusione più totale, tra nazioni dell’est europeo prese dal panico che iniziarono a correre a destra e a manca, il Belgio che iniziava a piangere come una disperata, la Svizzera che costruiva la sua solita barricata e caricava i fucili, una soltanto guardava la Germania e vi vedeva la disperazione.
E un groppo pesante tornò a stringere la bocca dello stomaco di Sicilia, lo stesso di qualche sera prima, quando aveva riabbracciato Lovino e gli occhi azzurri e tristi di Ludwig erano riemersi smorzando la sua spensieratezza. Non era giusto, non aveva fatto niente di male! Accidenti ad Alfred e al suo allarmismo, era uno stramaledetto ficcanaso.
Allora prese una decisione veramente coraggiosa, ma quando si voltò per prendere il microfono vi trovò Feliciano in lacrime attaccato.
-Veh… Aiuto!-  piagnucolava,  perché Gilbert aveva preso a sparargli col tubicino vuoto della penna minuscole palline di carta.
-Ma Feliciano, che cavolo stai fa…- ma nemmeno finì di parlare che questo la scostò e scese per raggiungere Alfred alla quale si attacco alla gamba piangendo ancora più disperatamente.
-Aiutami America, non lasciarmi solo, aiutami!-
E questa scena pietosa, che si stava svolgendo sotto gli occhi di tutto il mondo, scandalizzò talmente tanto Romano che per l’agitazione, imbavagliato e legato per come era, si cappottò per terra continuando a contorcersi come un verme.
Rosa corse al centro della grande sala per fermare il fratello prima che perdesse veramente quel minimo di dignità che aveva, e anche per fermare quell’idiota di Alfred che continuava a farneticare insieme a Arthur e Francis di strategie e modi per eliminare definitivamente la vena animalesca e guerrafondaia di Ludwig.
-Ahahah io l’avevo proposto l’ultima volta di tagliargli gli zebedei! Avevo ragione-
-Non dire le tue solite assurdità inutili, idiota di un americano!- lo rimproverò Arthur.
-Veh… non mi abbandonate!-
-Ahahahah non lo faremo!-
-Feliciano, smettila!- lo rimproverò Sicilia provando a staccarlo dalla gamba dell’americano, ma questo era più tosto di quanto pensava. Solo per Romano, solo per lui lo stava facendo, si ripeté e tirò ancora più forte che finalmente Feliciano si staccò finendole addosso.
-Veh… non ti preoccupare sorellina, America non permetterà a quel nazista psicopatico di farti del male!- le disse abbracciandola.
-Certamente! Ahahah vi proteggerò, però mi servono delle stanze più grandi e sempre a disposizione per degli affari top secret!-
-Tutto quello che vuoi!-
-Cosa? Scordatelo, tu te ne devi andare proprio da casa mia maledetto slurpatore!- si infuriò Rosa.
-Ahahahah grazie Italia!- la ignorò bellamente Alfred.
Nel mentre nella sala si era scatenato il caos più completo. Gilbert aveva iniziato a fare il prepotente con Austria e Ungheria sembrava però troppo impegnata a tenere calmi Polonia e Bulgaria per estrarre la padella anti-Gilbert, mentre Corea del Nord e Pakistan stavano iniziando a mandare letterine d’amore a Ludwig, che oramai in preda alla disperazione si teneva le mani tra i capelli e ignorava chiunque. Grecia invece con la sua calma era andato a liberare il cugino Romano, ma con la sua calma appunto, che fece spazientire ancora di più il meridionale per la flemma, per di più si era aggiunto anche Spagna che tentava di calmarlo raccontandogli dell’ultimo raccolto di pomodori.
Sicilia si tolse di dosso quel babbeo del fratello e si alzò da terra.
-Smettila America, ritira immediatamente quello che hai detto su Germania!- disse, ma continuò ad essere ignorata, tanto che Alfred manco si girò a guardarla e continuò a parlare con gli altri due che invece erano sull’orlo del litigio.
-Ehi! Sto parlando con voi!- continuò così girando intorno al gruppetto agitando le braccia per farsi notare, ma niente, non la sentivano. –Bene, l’avete voluta voi!-
Dal nulla tirò fuori un cesto di arance e limoni, ne prese uno e lo lanciò beccando in piena faccia Francis, che barcollò e cadde a terra. Gli altri due guardarono l’amico sconcertati.
-L’attacco di Germania è già iniziato?- chiese incredulo Arthur.
-Si è impossessato già della Sicilia! Quella è una sua arancia!- strepitò Alfred indicando l’arancia incastonata nella faccia di Francis.
Uno limone fu tritolato nel pugno di Rosa, il succo gocciolò sul pavimento lentamente, e finalmente i due parvero accorgersi di lei, e soprattutto dell’espressione da indemoniata che aveva sul volto, visto che fecero un passo indietro.
-Quando parlo, voglio essere ascoltata, chiaro?-
-Sicilia, Germania ti sta costringend…-
-Muto, grassone!-
-Se ti sta costringendo stizza l’occhio destro…- insistette Alfred, e questo la fece inalberare tanto che fece un passo verso i due che si abbracciarono per la paura e urlarono come donnette. Francia si tirò a sedere rinvenendo proprio in quel momento, e si guardò confuso e frastornato attorno.
-Adesso mi ascoltate tutti!- iniziò alzando la voce per farsi sentire da tutti i presenti in sala. Prese un respiro notando che Romano stava riemergendo a fatica da sotto il tavolo, lanciando mille maleparole a Grecia che continuava con flemma a slacciare la corda intorno alle caviglie.
-Non è la Germania a voler conquistare la Sicilia, ma la Sicilia a voler conquistare la Germania. Sono stata io a baciarlo.-
Il silenzio calò nella stanza. Romano rimase impietrito a quelle parole, nonostante fosse finalmente stato slegato, Ludwig alzò la testa e la guardò incredulo ancora una volta alle sue orecchie.
Fu la risata di Alfred a smorzare il silenzio collettivo.
-Stai scherzando vero?- chiese l’americano tra le risate.
-Che assurdità, mi pare ovvio! Cosa può fare quella donnetta?- sentenziò Arthur stizzito.
Rosa lo afferrò dalla cravatta e lo strattonò irritata. –Te lo dimostro immediatamente cosa può fare questa donnetta, scimunito di un inglese ciuccia tè! Una volta fatta mia la Germania, la Francia cadrà sotto il potere di Palermo, e con le alleanze che ho in medio oriente potrò cancellare te e il tuo amichetto yankee dalla faccia della terra!-
Francis impallidì al solo pensiero di finire sotto i controllo di quella psicopatica e per un secondo valutò l’idea di buttare nel gabinetto la sua dignità e i suo orgoglio, e supplicare Alfred proprio come aveva fatto prima Italia.
-Aahahaha questa è divertente!- continuò a ridere Alfred.
-Mollami immediatamente brutta cafona!- starnazzò Arthur.
-Veh… sorellina, scherzi, vero?-
Rosa lo fulminò con un’occhiata. –Ti sembro in vena di scherzi? Qualcuno deve pur avere le palle in famiglia, e voi due siete degli incapaci!-
-Non sei credibile comunque!- sentenziò Arthur, ancora tenuto per la cravatta.
-A no?- mollò Arthur  e si voltò verso Francis che si era appena alzato da terra.
Si avvicinò a lui, con quello sguardo perverso e indemoniato che fece accapponare la pelle al francese, l’unico che in effetti si era mai trovato ad affrontare una Sicilia incazzata e in armi.
Rimase però fermo, cercando di mantenere il proprio autocontrollo, un minimo di decenza. Era passato tanto tempo da quando quell’indemoniata l’aveva affrontato, lui era una grande potenza, e lei non era nemmeno armata adesso.
Eppure… quello sguardo….
-Bu!- gli fece e lui fece un salto di cinque metri e si nascose sotto il mantello di Russia che sorrise contento.
-Vuoi diventare tutt’uno con Russia, noto!- disse crogiolandosi.
Arthur, Alfred e Feliciano rimasero a bocca aperta, come il resto del mondo d’altronde.
-Francis…- continuò a chiamarlo Sicilia avvicinandosi verso il nascondiglio del francese. –Vieni fuori, hai imparato a dire cìciri come si deve?-
-Ti prego, voglio diventare tutt’uno con te!-
-Da!-
Una botta improvvisa fece trasalire tutti per lo spavento. La porta si era spalancata e Yao era entrato trafelato e di corsa con il cestino del pranzo in una mano.
-Scusate signori! Ma qualcuno mi ha fregato la salsa di soia e ho fatto tard…- Yao si guardò attorno e finalmente si accorse che qualcosa in effetti non andava. –Ma… mi sono perso qualcosa?-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nooooooo! Caro yao non ti sei perso niente, torna a cercare la tua adorata salsa di soia! Secondo voi chi gli e la ha nascosta? Ahahahah
Mamma che casino, questo capitolo fa proprio schifo, ma non importa.
Sicilia ha difeso Germania. Romano poverino non l’avrà presa bene, e Gilbert ha preso a fare il prepotente. Ahahahh e come mai francis ha tutta questa paura di sicilia? Ahahah lo scoprirete solo studiando… no scherzo, vi dico solo vespri. Prima o poi ci scriverò una ff.
Come finirà questa benedetta storia?  A schifio! Francia diventerà veramente tutt’uno con russia sama? Sicilia per essere credibile dovrà veramente conquistare il mondo? Yao scoprirà che ha nascosto la sua salsa di soia? E canada, che per tutto il tempo della riunione, ha lavorato per riuscire a risolvere la fame nel mondo, avrà mai il suo turno per parlare?
ps: cìciri (ceci in italiano) era una parola che durante i vespri veniva usata per riconoscere i francesi, a causa della pronuncia particolare della ci in siciliano e l'incapacità dei francesi di pronunciare "ci", ancora oggi. Ciao!!!! Grazie mille!
   
 
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