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Autore: sailormoon81    22/06/2011    1 recensioni
[Medium]Strani sogni e ancor più strane sensazioni accompagnano le notti di Allison DuBois. Quale messaggio nascondono?
Fuoco. Fiamme. Tutto attorno a lei brucia. Il fumo le rende difficile respirare, e senza quasi rendersene conto scivola nell'oblio che precede la morte.
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terza parte

 

 

« Chi può aver fatto questo al nostro Andrew? »

Shannon Davis nascose il viso tra le mani, rifiutandosi di guardare la fotografia che ritraeva il corpo irriconoscibile del figlio.

Il medico legale aveva dovuto ricorrere alle impronte dentali per poter essere certo dell’identità del giovane, e subito dopo Lee aveva chiamato i Davis chiedendo loro di presentarsi in centrale il prima possibile.

Carl Davis, in piedi dietro la moglie, le accarezzava la testa e teneva lo sguardo fisso davanti a sé: anche lui, notò Allison, non guardava le fotografie posate sul ripiano della scrivania di Lee.

« Siete certi che non vi abbia detto nulla su quali fossero i suoi affari? Magari qualcosa di poco conto, in apparenza? » chiese il detective, raccogliendo le foto e richiudendo il fascicolo.

« Non ha mai accennato a nulla che potesse turbarlo » confermò Carl.

« Per caso conoscete una certa Jane? » volle sapere Allison.

« No » risposero insieme i Davis. Poi Shannon continuò: « Chiedete a Mark: lui la conoscerà di sicuro, se era un’amica di Andrew. »

 

*

 

« Salve, Mark. »

Il ragazzo alzò gli occhi dalla cassa e li posò sulla donna che aveva dinanzi.

« Sono Allison DuBois, dell’ufficio del procuratore. Ho una domanda da farti. »

« Riguarda Andy, vero? L’avete trovato? »

« Sì » confermò. « Ma sono qui per chiederti se conosci una certa Jane. »

Mark non nascose lo stupore per quella richiesta.

« Jane? Jane Adams? Pensate che sia coinvolta? Se è così, vi sbagliate di grosso: Jane non farebbe male a una mosca. »

Allison non rispose, ma si limitò a fissare il giovane.

« Dovrebbe essere di servizio ai tavoli » disse Mark dopo qualche secondo di silenzio. « Se vuole vado a chiamarla… »

« Chi è? » domandò, lanciando un’occhiata alla sala

Mark Newton le indicò una ragazza bionda piuttosto esile, dall’altra parte del locale.

« Sei stato molto utile, grazie. »

La donna raggiunse uno dei tavoli liberi e rimase in attesa che Jane la raggiungesse per prendere la sua ordinazione.

Con Scanlon avevano pensato che, se l’ultimo sogno fosse stato vero, la ragazza si sarebbe confidata più con una donna che con un detective.

Ed Allison avrebbe potuto cogliere molti più segnali di una poliziotta qualsiasi.

« Cosa prende, signora? »

Jane era più carina di quanto avesse immaginato: nel suo sogno, indossava una vestaglia e aveva i capelli arruffati, come chi è stato buttato giù dal letto nel cuore della notte.

Di fronte a lei, c’era una giovane donna dai lineamenti delicati, un fisico minuto e un paio di occhi color del mare.

Ed Allison pensò che negli ultimi tempi quegli occhi avessero versato più lacrime di quanto fosse pensabile, per una ragazza di appena ventitré anni.

« Qualcosa non va? » le chiese, dopo aver ordinato una tazza di caffè.

Jane la osservò con un sorriso tirato e si affrettò a negare.

« Ho bisogno di parlare con te, Jane » le disse Allison, quando l’altra stava per raggiungere un altro tavolo. « Di Andrew. »

Bastò il nome del ragazzo per far vacillare Jane.

« Siediti » la invitò Allison. « Sono Allison DuBois, dell’ufficio del procuratore » si presentò. « Assieme al detective Scanlon lavoro al caso di Andrew Davis. »

« Lo sapevo che gli sarebbe successo qualcosa » mormorò Jane, nascondendosi il viso tra le mani. « Non ha voluto darmi retta, e adesso… »

« Dimmi quello che sai, Jane. Fallo per lui, per Andrew. E per il vostro bambino. »

La ragazza alzò lo sguardo su Allison. « Come fa a sapere…? »

Allison sorrise. « Era un segreto? La vostra relazione, intendo. Perché? »

Jane sospirò. « Ha conosciuto la sua famiglia, no? Non potevano permettere che l’erede del patrimonio Davis sposasse una cameriera di fast food… »

« Ma non è solo per questo, vero? »

Jane sembrò tentennare. « No. In effetti, no. »

« Perché, allora? »

« Mark. È innamorato di me… »

« Mark Newton? L’amico di Andrew? »

La ragazza annuì. « Non volevamo ferirlo… poi ho scoperto di essere incinta, e volevo che Andrew parlasse con Mark. Non so se abbia avuto modo di farlo… »

La mente di Allison lavorava a gran velocità. Possibile che Mark Newton fosse coinvolto?

Sapeva bene che, nei controlli effettuati nei giorni passati, niente era saltato all’occhio degli investigatori, ma una nuova ispezione non avrebbe guastato…

« Cosa stava combinando Andrew, Jane? A che gli servivano sessantamila dollari? »

L’interpellata scosse la testa. « Non lo so. So che aveva qualcosa in mente, ma non mi ha mai voluto rendere partecipe fino in fondo. »

« Di chi aveva paura? Chi ha picchiato Andrew, qualche sera prima che sparisse? »

« Non lo so. Glielo giuro, io non so nulla… »

« Volevi chiamare la polizia » insisté Allison. « Chi volevi denunciare? »

« La prego, mi lasci in pace. Non so cosa stesse facendo Andrew. So solo che era preoccupato per qualcosa: mi raccontava che riceveva telefonate nel cuore della notte, e che aveva qualche sospetto. Ma non mi ha mai detto altro. »

« E che mi dici della casa? »

Jane sembrò stupita da quella domanda.

« La casa che Andrew aveva comprato, o aveva intenzione di acquistare » continuò Allison.

« Non ho idea di cosa stia parlando, signora DuBois. »

Allison sospirò porgendole un fazzoletto sul quale aveva scritto il proprio numero di telefono e quello di Scanlon. « Va bene. Ma se dovesse venirti in mente qualcosa, qualsiasi cosa, non esitare a contattarci. »

 

***

 

Finalmente poteva andare a dormire: dopo una giornata lunga come quella appena conclusasi, Allison non vedeva l’ora di lasciarsi avvolgere dalle braccia di Morfeo.

Stava per mettersi a letto quando decise di concedersi un momento di coccole extra: cosa c’era di meglio di un bagno rilassante, per porre fine alle fatiche della giornata?

Preparò il bagno ed entrò nella vasca piena di schiuma, lasciando che il tepore dell’acqua le sciogliesse i muscoli; rimase immersa per quasi trenta minuti, durante i quali si impose di non pensare a niente, specialmente al caso a cui stava lavorando.

Quando l’acqua cominciava a raffreddarsi, si alzò e uscì dalla vasca, rabbrividendo, e si affrettò ad indossare l’accappatoio.

Con gesti veloci si asciugò e si mise il pigiama: adesso era pronta per un buon sonno ristoratore.

Scostò le coperte.

E un urlo le morì in gola.

 

Lo squillo del telefono la risvegliò da quell’incubo.

Una assonnata Allison prese l’apparecchio che il marito le stava porgendo, ancora con gli occhi chiusi.

Più di una volta aveva pensato che non avesse senso continuare a dormire in quelle posizioni, se a ogni squillo del telefono era sempre lei a rispondere: dopotutto, le chiamate alle cinque e trenta del mattino non potevano essere per nessun altro, in famiglia.

Con le immagini di una testa mozzata di agnello nella mente, disse: « Pronto? »

« Allison, sono Scanlon. Scusa se ti ho svegliata… »

La donna accese l’abatjour e si mise a sedere sul letto. « Ci sono novità? »

Joe si mosse accanto a lei.

Ascoltò quanto Lee aveva da dirle senza rispondere se non con qualche monosillabo, promettendo solamente di raggiungerlo il prima possibile.

Chiuse la comunicazione e chiamò il marito. « Joe, era Lee. Mi aspettano… »

« Un marito qualsiasi sarebbe geloso se, alle cinque del mattino, la moglie ricevesse una telefonata da parte di un altro uomo, e diventerebbe sospettoso se lei lo lasciasse solo nel letto per raggiungere l’altro… »

« Ma tu no. Ed è per questo che ti amo. Ci vediamo più tardi. Pensi tu alle ragazze? » 

Senza aspettare risposta diversa dal solito mugolio, Allison corse in bagno a prepararsi.

Venti minuti dopo, era diretta alla centrale di polizia.

 

*

 

 

Carl e Shannon Davis giunsero nell’ufficio del procuratore poco dopo le otto.

« Sapevate che Andrew faceva uso di stupefacenti? » domandò Devalos, aggiornato sul caso da Allison pochi minuti prima dell’arrivo dei coniugi Davis.

« La scientifica ha trovato tracce di eroina nell’auto di vostro figlio » spiegò Lee.

Carl si affrettò a negare. « Non vi permetterò di infangare il nome di Andrew! »

« Non è nostra intenzione lanciare false accuse » assicurò Devalos, « ma questa scoperta mette tutto sotto una luce diversa. Ora abbiamo una pista tangibile da seguire. »

Per qualche minuto il silenzio dell’ufficio del procuratore fu rotto solo dai singhiozzi di Shannon Davis.

« Vi interesserà sapere che abbiamo rintracciato Jane. Jane Adams, per l’esattezza » disse Lee quando sembrò che la donna si fosse calmata, rileggendo gli appunti sul suo taccuino. « Era la fidanzata di vostro figlio. E a quanto pare, aspettavano un bambino… »

 

Andrew e suo padre stavano litigando nello studio dell’uomo.

Il ragazzo sembrava stanco di quella discussione, ma non intendeva darla vinta al genitore.

« Finché vivrai sotto il mio tetto, che ti piaccia o no seguirai le mie regole! »

« E allora dovrò farlo per poco tempo ancora! »

Carl Davis parve sorpreso da quell’affermazione, ma subito riacquistò la sua baldanza e rise. « E dove vorresti andare a vivere? A casa di quella sgualdrina? Possibile che tu non l’abbia ancora capito? Mira solo ai soldi, quella lì… quella Jane. È uguale a tutte le altre, è solo una putt… »

« Taci! » urlò Andrew. Con un solo gesto fece volare via le carte dalla scrivania e vi girò intorno, trovandosi a pochi centimetri dal volto del padre. « Non osare chiamare la madre di mio figlio a quel modo. Che ti piaccia o no, io la sposerò. Solo la morte potrà impedirmi di fare di lei la signora Davis! »

Gli occhi di Carl divennero due fessure. « Attento a ciò che chiedi: potrebbe avverarsi. »

 

« Lei lo sapeva » mormorò Allison. « Sapeva di Jane. E ha minacciato suo figlio… »

Shannon Davis alternò lo sguardo da Allison al marito. « Di cosa sta parlando, Carl? »

L’interpellato parve impallidire leggermente, poi si riprese. « Non è niente, cara. »

« Ti scongiuro, dimmi che non hai niente a che vedere con la morte del nostro Andrew. »

Nessuno disse nulla per quella che sembrò un’eternità.

Fu Devalos a rompere il silenzio. « Le consiglio di dire tutto ciò che sa. Il prossimo passo sarà un interrogatorio ufficiale… »

Carl Davis sospirò. « È vero, sapevo che Andrew si vedeva con una cameriera di quella tavola calda. Non ne ero entusiasta » ammise. « Credevo fosse come tutte le altre, una che mirava ai soldi. »

« È per questo che avete litigato, qualche sera prima della sua scomparsa? »

« No. Mi aveva chiamato il direttore della banca dicendomi che Andrew stava facendo movimenti poco chiari con il proprio conto. Gli ho chiesto spiegazioni, ma non me le ha volute dare. » L’uomo si passò una mano sul viso, come a voler scacciare il ricordo della lite. « Gli ho detto che finché fosse stato sotto il mio tetto avrebbe dovuto seguire le mie regole, e lui mi ha assicurato che non ci sarebbe stato ancora per molto. È stato allora che la discussione si è spostata su Jane… »

« Crede che avesse acquistato un appartamento in cui intendeva trasferirsi a breve termine? »

« Non lo so » Carl scosse la testa.

È sincero, pensò Allison e provò un moto di compassione per quell’uomo.

« Da quanto tempo conosceva Jane Adams? » continuò Lee.

« Non molto. Un paio di mesi, forse… »

« Abbastanza per farsi un’idea del tipo di ragazza che fosse. »

« Perché non mi hai mai detto niente, Carl? » gemette Shannon.

« Contro quella ragazza non avevo niente di personale » assicurò Carl, ignorando il commento della moglie al suo fianco. « Non volevo che Andrew venisse preso in giro da un’arrampicatrice. Ma temo di aver sbagliato sul suo conto… »

Il singhiozzo della signora Davis ruppe il silenzio creatosi dopo le ultime parole del marito.

« Glielo giuro » disse l’uomo. « Non avrei mai potuto fare del male ad Andrew! »

Scanlon chiuse il blocco degli appunti e si alzò, imitato dagli altri. « Resti a disposizione » intimò all’uomo prima di congedarsi e uscire dalla stanza, seguito da Allison.

   
 
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