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Autore: drin_chan    22/06/2011    1 recensioni
La rossa scosse la testa, pensando ai giorni allucinanti che avrebbe dovuto affrontare a Pisa, dove si sarebbero tenute le gare nazionali dell' European Youth Parliament, ovvero del Parlamento Europeo dei Giovani. Lì, insieme alla sua squadra, avrebbe dovuto vivere cinque giorni da deputata europea, discutendo in inglese e francese di questioni importanti, sostendendo le proprie tesi e confutando quelle degli altri.
Il problema maggiore non era quello di discutere con estranei in lingue straniere, ma era la sua stessa squadra!
Era un covo di matti, a partire da Gavella e dalle sue unghie eternamente sporche.
Che schifo.
Sarebbero stati in cinque: lei, Vittoria Crosetti, la sua migliore amica (che forse costituiva l'unico punto positivo dell'intera faccenda), Walter Scott Meyer, un tizio americano, depravato ed eternamente arrapato, Elena Marconi, una ragazza logorroica capace di parlare per ore di cose senza senso e poi lui, il dannato Lorenzo Gentile, messo in squadra soprattutto a causa della sua fantastica conoscenza dell'inglese, dato che la madre era londinese.
Porca miseria.
E dire che Angelica trovava l'accento British così sexy!
Sicuramente, pensò con un sospiro, quei giorni sarebbero stati infernali.
E non sapeva ancora quanto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EYP                         EYP - European Youth Parliament

Salve a tutti! Finalmente sono tornata, anche se con un ritardo imperdonabile! In questi mesi sono stata sommersa dagli impegni, è già stato un miracolo che non mi sia venuto un esaurimento nervoso!
Sono felicissima di essere tornata e mi farebbe piacere cosa ne pensate di questo mio esperimento :)
Speriamo bene!
E ora, tutti a leggere! ^__^


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Angelica sbuffò pesantemente, per poi lanciare un'occhiata torva a quel dannato Lorenzo Gentile (che di gentile aveva ben poco) che continuava ad intervenire nel dibattito, propugnando ferocemente le proprie opinioni.
Taci un attimo!
Le veniva male, al pensiero di dover partire con lui per Pisa. E di doverlo sopportare per cinque giorni.
Estremista.
Ecco cosa urlava la sua mente.
Gentile era un estremista in qualsiasi cosa facesse o dicesse: per lui esistevano solo il bianco e il nero, niente sfumature.
E lei?
Lei era semplicemente stanca e non vedeva l'ora di tornare a casa.
Che accidenti ci faceva lì?
La ragazza storse il naso e spostò lo sguardo in direzione del suo prof di filosofia, promotore di quel casino in cui si trovava invischiata.
Anche lui, Maurizio Gavella, era un uomo che non doveva essere totalmente sano di mente.
Come poteva essere così energico dopo tre ore di riunione?
Tre ore che - tra l'altro- seguivano cinque ore di lezione mattutina!
Probabilmente si faceva di qualcosa.
Anzi, sicuramente.
Lanciò una breve occhiata agli altri ragazzi presenti nell'aula che, a differenza sua, sembravano molto attivi e partecipi.
Come accidenti facevano?
Forse avevano ingoiato delle batterie Duracell e traevano da esse una fonte di energia pressochè inesauribile.
O forse anche loro si facevano di qualcosa!
Forse non era stata inserita -contro la sua volontà, precisiamo- in un progetto che aveva a che fare con l'Unione Europea, ma in un programma di riabilitazione per tossicodipendenti.
Sì, quello era molto probabile.
Con un moto di disgusto che partiva dallo stomaco, Angelica strinse gli occhi e rivolse nuovamente la sua attenzione a Gentile (che lei, nelle sue contorte elucubrazioni mentali, amava chiamare Rude, data la sua disponibilità nei confronti del prossimo): stava ancora parlando!
La miseria, lei aveva fatto in tempo a pensare a storie riguardanti tossicodipendenti, aveva fissato con estrema meticolosità i peli che fuoriuscivano dalle orecchie di Gavella (giurava di averne contati almeno cinquanta, tanto erano grossi e distinguibili), aveva seguito in maniera ossessiva il tic della ragazza di fonte a lei, Elena, che continuava a stringere una ciocca dei suoi capelli e - in tutto questo- lui non aveva ancora finito di parlare?
Ma taci un attimo!
Si ritrovò a pensare nuovamente.
Se solo avesse ingoiato una ciabatta, probabilmente quel dannato incontro sarebbe finito molto prima.
E invece no!
Lui doveva monopolizzare l'incontro e parlare a più non posso, fino a far esplodere le meningi degli altri presenti.
Maledetto Rude.
Non avrai le mie meningi, tiè!
Lo fissò con odio, con un'aria riprovevole che gridava " E' solo colpa tua se in questo momento non mi trovo svaccata sul divano". Sperò di incenerirgli la lingua con lo sguardo, in qualche strano modo, ma niente.
Continuava a muovere quel dannato muscolo.
Riuscirò a farti tacere, prima o poi.
Ma fu proprio nel momento in cui le sue sinapsi stavano per implodere, che Gavella annunciò che (accidenti!) si era fatto proprio tardi e che, pertanto, avrebbero continuato la discussione durante l'incontro successivo.
Nella testa di Angelica risuonò un grato Te deum, seguito da un sorriso luminoso.
Grazie, Zeus!
- Non dovresti avere quell'espressione.- borbottò una voce fastidiosa, passandole accanto.
Era Rude.
Lei inarcò un sopracciglio.
- Scusa?-
- Dico che non dovresti avere quell'espressione felice e soddisfatta.- Ripetè - Oggi non hai spiccicato parola, come sempre.-
Angelica gli fece un sorrisetto sarcastico, incurvando le belle labbra rosee.
- Per fortuna ci sono persone come te, Gentile, capaci di supplire alle mancanze altrui. Come faremmo senza di te?- 
Sicuramente avremmo molto meno mal di testa.
Lui storse la bocca, per poi riservarle un'occhiata torva.
- Minetti, il tuo sarcasmo fa proprio schifo, lascitelo dire.-
Lei gli lanciò un'occhiataccia, per nulla intenzionata a lasciargli vincere quello scontro verbale.
- E la tua lingua è urticante, Gentile.- borbottò, infastidita. - Quasi nociva.-
Lui ridacchiò, abbassandosi di qualche decimetro per guardarla negli occhi, dal suo metro e ottantacinque abbondante.
- Dici, Minetti?- le domandò, fissando le sue pupille in quelle della ragazza che gli stava di fronte, per nulla intimorita. O, perlomeno, non esteriormente.
- Eppure...- sussurrò - nessuna, si è mai lamentata della mia lingua.- aggiunse, con un sorrisetto beffardo.
Angelica deglutì un paio di volte, giusto per avere il tempo di resettare il cervello.
Perchè sì, Rude aveva un carattere terribile e una parlantina devastante e deteriorante, ma aveva anche una maledetta faccia da schiaffi che non si poteva scordare facilmente.
Con i capelli scuri, un po' lunghi e sempre in disordine e un accenno di barba tremendamente mascolina, Rude era uno tra i ragazzi più gettonati della scuola.
Ovviamente, le povere mentecatte che gli sbavavano dietro non avevano mai provato a parlarci, altrimenti sarebbero scappate da lui a gambe levate.
Ripensando a questo, Angelica si fece forza e lo spinse lontano, per riacquisire un po' di lucidità.
E di dignità, magari.
- Mi dispiace, Gentile, ma c'è sempre una prima volta.-  gli disse, contraendo le labbra in una smorfia crucciata - Ripeto che la tua lingua è quanto di più molesto abbia mai incontrato.-
Detto questo, si passò una mano tra i capelli rossi e si fiondò fuori dall'aula 44, maledicendolo in tutte le lingue che conosceva.
E anche in quelle che non conosceva, aggiunse mentalmente.
Maledizione.
Sì, maledizione a lui e ai suoi occhioni blu.




- Cioè, io non vengo ad un incontro settimanale di quella porcata in cui siamo state lanciate senza la nostra volontà e tu, dico tu, la donna imperturbabile, ti metti a flirtare con quello spostato di mente di Gentile?-
Angelica sbuffò, per poi attorcigliare le dita attorno al cavo telefonico.
- Calma, Vittoria! Ti pare che mi metta a flirtare con quello? E' un pazzo estremista e rompipalle, non fa per me!-
- Certo, come no!- gracchiò la sua amica, dall'altra parte del telefono - Non credo che tu sia rimasta immune alle sue occhiate roventi! Secondo me a Pisa...- ridacchiò - ci aspettano nottate infuocate!-
- AAH!- strillò Angelica, esasperata - Stai diventando peggio di Scott! Siete due ninfomani irrecuperabili!- concluse poi, ridendo.
Vittoria si limitò a sghignazzare, tossendo di tanto in tanto a causa dell'influenza che non le era ancora passata.
La rossa scosse la testa, pensando ai giorni allucinanti che avrebbe dovuto affrontare a Pisa, dove si sarebbero tenute le gare nazionali dell' European Youth Parliament, ovvero del Parlamento Europeo dei Giovani. Lì, insieme alla sua squadra, avrebbe dovuto vivere cinque giorni da deputata europea, discutendo in inglese e francese di questioni importanti, sostendendo le proprie tesi e confutando quelle degli altri.
Aaaah, si limitò a pensare.
Il problema maggiore non era quello di discutere con estranei in lingue straniere, ma era la sua stessa squadra!
Era un covo di matti, a partire da Gavella e dalle sue unghie eternamente sporche.
Che schifo.
Sarebbero stati in cinque: lei, Vittoria Crosetti, la sua migliore amica (che forse costituiva l'unico punto positivo dell'intera faccenda), Walter Scott Meyer, un tizio americano, depravato ed eternamente arrapato, Elena Marconi, una ragazza logorroica capace di parlare per ore di cose senza senso e poi lui, il dannato Lorenzo Gentile, messo in squadra soprattutto a causa della sua fantastica conoscenza dell'inglese, dato che la madre era londinese.
Porca miseria.
E dire che Angelica trovava l'accento British così sexy!
Sicuramente, pensò con un sospiro, quei giorni sarebbero stati infernali.
E non sapeva ancora quanto.



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Allora, cosa ve ne pare?
Aspetto i vostri commenti! :)
Un bacione e grazie per aver letto fino a qui ^__^
Vostra, drin_chan
  
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