Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Alys93    22/06/2011    10 recensioni
Breve FF incentrata su Inuyasha e la sua famiglia, traslata ai giorni nostri. questo è solo il prologo della vera FF, ma, essendo un tantino troppo lungo da inserire nella FF, ho deciso di postarlo apparte. spero vi possa piacere
dal capitolo 2
"La vita è troppo preziosa da buttare via in questo modo" le disse "Mi creda, so di cosa sto parlando". un sospiro gli sfuggì dalle labbra "Non è sempre facile, ma bisogna sempre cercare un raggio di sole nella cappa oscura che ci sovrasta. è l'unico modo per andare avanti".
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Inuyasha, Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Mai arrendersi'
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Eccomi, ragazze! finalmente sn tornata! volevo ringraziere tutte coloro ke stanno leggendo la FF e ke mi hanno aiutato in vari modi a migliorarmi. grazie a tutte, dal profondo del cuore. mi siete state davvero vicine ed  io nn so cm esprimervi la mia gratitudine. grazie, davvero. spero ke il nuovo cappy vi piaccia. bacioni a tutte! 

Capitolo 6

Izayoi osservò il sole che illuminava la città con i suoi tiepidi raggi, sorridendo come non aveva mai fatto in tutti quegli anni.
Ancora non riusciva a credere che la sua vita potesse diventare così bella, così calda e luminosa.
Persino la natura sembrava risplendere di gioia…
Un sospiro carico di felicità le invase la gola, mentre due mani forti la cingevano con dolcezza. “Dovresti smettere di affaticarti in questo modo” le disse Inuken, sfiorandole il grembo ingrossato “Devi riposarti”.
Lei sorrise ed accarezzò il pancione “Sto bene, non temere. Anche se questo giovanotto si muove non poco”.
“Ormai manca meno di una settimana” mormorò flebile “Ancora non ci credo, sai?”.
Un piccolo calcio li fece sorridere entrambi, “Beh, direi che questo conferma che non sogni” ridacchiò il marito.
“Dov’è Sesshomaru?” chiese poi “Devo salutarlo, prima di andare a quella dannata riunione…”. “In camera sua” rispose Izayoi “L’ultima volta che l’ho visto, stava provando a leggere un libro”. “Se continua così, diventerà un intellettuale” ridacchiò il demone, prima di entrare nella cameretta del figlio.
Fortunatamente, aveva preso bene l’idea di diventare fratello maggiore; anzi, fremeva all’idea di conoscere il fratellino.
Ancora gli veniva da sorridere al ricordo di come il piccolo avesse accettato il fatto che presto sarebbero stati in quattro.
“Allora, giovanotto” lo salutò sorridendo “Cosa fai?”, “Leggo questo per la scuola” rispose lui, mostrando il libro illustrato “La maestra vuole lo racconti…”.
Aggrottò appena la fronte “Però non è facile… Faccio fatica a leggere alcune cose, non le capisco bene”.
“Se vuoi, più tardi lo leggiamo insieme” propose il padre, facendolo sorridere “Così domani sarai preparatissimo!”.
“Sono sicura che farai un figurone!” lo rassicurò Izayoi, appoggiandosi alla porta, “Grazie”.
Il volto di Sesshomaru s’illuminò appena, prima che il suo sguardo si facesse serio “Izayoi… Va tutto bene?”.
In effetti, la donna si era fatta improvvisamente pallida e si premeva una mano sul grembo, dove sapeva esserci il fratellino.
“Credo…” gemette lei, aggrappandosi allo stipite “Kami… Tesoro, credo che mi si siano rotte le acque!”.
Cosa?” esclamò Inuken, correndole accanto per aiutarla a restare in piedi “Ma.. Così presto?”. “Evidentemente, ha parecchia fretta di nascere” sussurrò lei, trattenendo una smorfia di dolore; le fitte erano tremende e diventavano sempre più frequenti.
“Sesshomaru, nella nostra stanza c’è un borsone” disse il demone “Prendilo e vieni in macchina. Io aiuto Izayoi”.
Il figlio annuì e corse nella camera del padre, afferrando il borsone che Izayoi aveva preparato qualche giorno prima.
Neanche avesse previsto che il bambino sarebbe nato prima…
Arrivò affannato all’auto ed il padre lo aiutò a salire, prima di caricare la sacca nel bagagliaio e partire alla volta dell’ospedale.
“Resisti, cara. Ci siamo quasi” le disse per rassicurarla, ma aveva la voce incrinata dall’emozione.
Si vedeva che era piuttosto agitato, anche se cercava di non darlo a vedere per non allarmarla. Lei sorrise nel vederlo in quello stato, ma le sue mani si strinsero spasmodicamente attorno alla cintura di sicurezza quando l’ennesima doglia la scosse.
“Izayoi, cos’hai?” chiese Sesshomaru dal sedile posteriore “Senti tanto dolore? Il mio fratellino si muove troppo?”.
La donna respirò a fondo per controllare il dolore e mormorò “A quanto pare, è impaziente di conoscerti, piccolo”.
Il bambino sorrise e, dopo essersi sporto oltre il sedile, le strinse la mano per farle coraggio. Ormai l’auto era arrivata nel parcheggio del’ospedale, quando il cellulare di Inuken prese a squillare con insistenza.
Il demone lo ignorò, preso com’era dall’aiutare la moglie a scendere dalla macchina.
Si mise in spalla il borsone e le passò un braccio attorno alla vita, dirigendosi verso la struttura ospedaliera.
Fortunatamente, l’infermiera al bancone ci mise meno di un secondo a capire quale fosse l’emergenza e chiamò immediatamente un medico.
“La sala parto è da quella parte” disse indicando un corridoio a sinistra “Signora, si accomodi sulla barella. L’ostetrica sta arrivando”.
Izayoi annuì appena, mentre cercava in ogni modo di controllare il respiro e le fitte lancinanti che l’attraversavano.
Due infermieri spinsero la barella verso la sala parto ed Inuken prese in braccio Sesshomaru, seguendola.
“Dove stanno portando Izayoi, papà?” chiese il piccolo con aria preoccupata, “In una stanza dove faranno nascere il tuo fratellino”.
“E non possiamo entrare anche noi?”, “No, piccolo” mormorò lui “Possono entrare solo i medici”. Si sedette su una poltroncina rigida e sospirò “Non preoccuparti, ci chiameranno tra poco ed andremo a vedere il tuo fratellino”.
Il cellulare riprese a squillare insistentemente ed il demone sbuffò nell’accettare la chiamata. “Inuken!” sbraitò Furokawa “Ma si può sapere dove diamine sei? La riunione sta per iniziare!”. L’altro trattenne una smorfia “Sono all’ospedale, Furokawa. Non posso partecipare alla riunione”. “All’ospedale?” esclamò il demone salamandra “Kami-Sama! È forse successo qualcosa?”.
“Ad Izayoi si sono rotte le acque” rispose Inuken “L’hanno appena portata in sala parto”. “Oh, beh…” l’amico sembrava vagamente imbarazzato “Ok, allora avviserò gli altri della tua assenza. Fammi sapere quando nascerà il frugoletto”.
“Certo” sorrise l’inu-youkai, poi notò l’espressione poco rassicurante di un’infermiera ed aggiunse “Scusami, ma adesso devo spegnere quest’aggeggio… prima che me lo sequestrino”. Furokawa scoppiò in un’allegra risata “Capisco. Ci sentiamo presto, amico mio. E manda i miei auguri alla tua mogliettina”, poi pose fine alla telefonata.
L’altro sospirò, appoggiando la testa contro il muro retrostante, e prese ad accarezzare il figlio che gli si era accoccolato contro.
L’attesa sembrò eterna, nonostante il libro che Sesshomaru aveva trovato in macchina e che stava provando a leggere.
Inuken cercava di non mostrarsi troppo ansioso per non allarmare il figlio, ma non riusciva a smettere di lanciare occhiate nervose alla spia luminosa sulla porta davanti a sé.
Certe volte, durante la lettura, alzava appena la voce per non far udire al piccolo gli inevitabili gridi che provenivano dalla sala parto.
Il suo udito fino gli permetteva di seguire la situazione e la sua ansia continuava ad aumentare. Dopo alcuni minuti e diversi incoraggiamenti dei medici, i due demoni sentirono un vagito al di là delle pesanti porte grigie.
“Cos’era?” chiese Sesshomaru allarmato, “Penso che ci siamo, Sesshomaru” sussurrò il padre, alzandosi in piedi. In quel momento, un dottore uscì dalla sala parto, sfilandosi i guanti in lattice e la mascherina di tela con gesti tranquilli.
“Congratulazioni, signor Taisho” sorrise “È un bel maschietto. Un piccolo mezzo-demone in perfetta salute. Mai visti madre e figlio più sani”.
Inuken sentì la tensione svanire di colpo e sospirò sollevato, “Possiamo vederla?” chiese.
“Ma certo!” esclamò il medico “Vi chiedo solo di non stancarla troppo. Il parto è stato faticoso”. Senza perdere altro tempo, l’inu-youkai prese il figlio per mano e si diresse verso la stanza indicata dal dottore.
Izayoi era già stata portata lì da alcuni infermieri e fissava ansiosamente la porta, da cui apparve il marito.
“Ciao, tesoro” sussurrò “Come ti senti?”, “Stanca” ammise lei “Ma sono felice che sia andato tutto bene”.
Sesshomaru si aggrappò al bordo del letto, chiedendo “Izayoi, dov’è il mio fratellino? Posso vederlo?”.
“Eccolo qui, signora” sorrise un’infermiera, entrando nella stanza “Suo figlio è in perfetta salute… E sembra avere parecchia fame!”.
In effetti, il piccolo si agitava nel lenzuolo dov’era stato avvolto e le sue strilla erano inconfondibili.
Izayoi sentì gli occhi inumidirsi nel vedere il suo bambino e tese le braccia per prenderlo. Quando sentì quel piccolo corpicino aderire al suo, ebbe come l’impressione che il cuore le scoppiasse per la gioia.
“Ciao, piccolino” sussurrò commossa “Come strilli… Devi essere affamato, non è vero?”.
Inuken prese in braccio il figlio maggiore per permettergli di vedere meglio il nuovo arrivato e non riuscì a trattenere un sorriso.
Il bambino aveva un folto ciuffo di capelli color argento, da cui spuntavano due graziose orecchiette bianche.
Le manine, ancora prive di artigli, si aggrapparono alla veste delle madre, quando questa gli porse un seno per allattarlo.
“Ti piace il tuo fratellino, Sesshomaru?” chiese sorridendo, “Sì…” rispose il bambino “Ma come si chiama?”.
Izayoi alzò lo sguardo “Io.. Io avevo pensato ad un nome, per la verità”, “Sentiamo”.
“Mi piacerebbe chiamarlo… Inuyasha” mormorò la donna, guardando con amore la sua creatura. Padre e figlio si guardarono per un attimo, annuendo all’unisono “E Inuyasha sia”.
“Ma perché ha delle orecchie così buffe?” domandò Sesshomaru “Sono un po’ diverse dalle nostre, “Perché lui è un mezzo-demone” spiegò Inuken “Ti spiegherò tutto per bene quando sarai più grande”.
Davanti al suo sguardo incuriosito, aggiunse “È un argomento… un po’ difficile, alla tua età”.
In quel momento, Inuyasha si staccò dalla madre, mostrando un paio di grandi occhi color ambra. Aveva uno sguardo vispo ed incuriosito e subito tese una manina verso le due figure accanto al letto.
Sesshomaru rise quando il fratellino lo afferrò per un dito e disse “Ciao, Inuyasha”.
“Credo che voi due legherete presto” mormorò Inuken, sfiorando teneramente le orecchie del piccolo mezzo-demone, che si mossero in modo nervoso.
“E mi sa che ne vedremo di tutti i colori” aggiunse a mezza voce, vedendo che il piccolo non molava la presa.
Di colpo, si accorse del medico che, oltre il vetro, li invitava ad uscire; l’orario delle visite era al termine ormai.
Si raddrizzò sospirando e disse “Vieni, Sesshomaru. Dobbiamo andare”, “Ma… Izayoi ed Inuyasha? Non vengono con noi?” chiese il bambino.
“No, loro devono restare qui ancora per un paio di giorni” spiegò lui “È così per tutti i bambini appena nati”.
“Anche tu, quando sei nato, sei rimasto qui con la mamma per qualche tempo” aggiunse tranquillo “Verranno con noi tra pochi giorni”.
Gli fece l’occhiolino con aria complice “Nel frattempo, possiamo sistemare la stanza con la culla e tutto il resto, non credi?”.
Lo vide annuire poco convinto “Però domani torniamo qui”, “Certo che torniamo” rise il demone “Non vorrai lasciare qui Inuyasha, spero”.
La famiglia si unì in un’allegra risata, mentre il piccolo Inuyasha si accoccolava contro Izayoi, sprofondando in un mondo senza sogni.
 
“Sesshomaru, non è ora di andare a letto?” chiese Inuken, vedendo il figlio maggiore muoversi nel corridoio.
“Sì, vado subito” rispose lui, continuando a camminare “Ma volevo vedere Inuyasha. O sta già dormendo?”.
“Si è appena addormentato” disse Izayoi, posando alcune magliette nei cassetti “Ma se fai piano, puoi andare”.
Il bambino annuì ed entrò nella stanza in penombra, avanzando in punta di piedi per non fare rumore.
“Certo che tu dormi proprio tanto, eh fratellino?” mormorò incredulo, mentre saliva sul letto matrimoniale.
Da terra, non riusciva ad affacciarsi nella culla e quindi era costretto a trovare altri modi per riuscire nell’impresa.
Avanzò a gattoni sul materasso, cercando di non urtare i vai giochini che Izayoi usava per divertire il fratellino.
“Tu mangi, dormi e riempi un sacco di pannolini” mormorò con un smorfia “Ah, e strilli. Tanto… e forte. Ma quando sarai abbastanza grande per giocare con me?”.
Finalmente raggiunse il bordo della culla e, aggrappandosi alle sbarre in legno, si sporse per vedere se il piccolo stesse dormendo davvero.
Sbatté un paio di volte le palpebre, per essere sicuro di quello che vedeva… si diede anche un pizzicotto per essere sicuro, ma i suoi occhi non lo ingannavano.
Spaventato, corse alla finestra, tirando la tenda per ottenere più luce, ma la situazione non cambiò.
Izayoi alzò lo sguardo dal lavello quando sentì Sesshomaru correre da loro e chiamarli con voce spaventata.
“Cos’è successo?” chiese impensierita “Sesshomaru, cos’hai?”, “C’è  un altro bambino nella culla!”.
Inuken inarcò un sopracciglio “Come, c’è un altro bambino? Sesshomaru, ma che stai dicendo?”. Il ragazzino li prese per mano, trascinandoli nella stanza “Venite! C’è un altro bambino! Non è Inuyasha!”.
Il padre fu il primo ad arrivare vicino alla culla e, dopo un’attenta occhiata al piccolo che vi dormiva dentro, sorrise. “Non preoccuparti, Sesshomaru. È sempre il tuo fratellino”.
Osservò il cielo stellato fuori dalla finestra e mormorò “E così… Inuyasha cambia aspetto con la luna nuova”. Sesshomaru lo guardò confuso “Papà, ma, se è Inuyasha, perché..?”, “Perché un mezzo-demone, tesoro”.
Lo prese in braccio e spiegò “Tutti i mezzi-demoni, una volta ogni mese, perdono i loro poteri e diventano.. più umani. Ma solo fino alla mattina successiva”.
Intanto, Inuyasha, disturbato da tutto quel trambusto, cominciò a strillare a pieni polmoni ed Izayoi lo prese dalla culla e prese a cantare una dolce nenia per calmarlo.
Il piccolo le si accoccolò contro ed il fratello inclinò la testa in un lato per poterlo osservare meglio.
Adesso i capelli erano neri come la notte e le orecchie erano umane; inoltre gli occhi erano diventati di un intenso nocciola.
“Ti somiglia tanto, Izayoi” mormorò sorpreso “Quando è così, ti somiglia davvero tantissimo”. Inuyasha si mosse, come alla ricerca di una posizione più comoda, e guardò la sua famiglia con uno sguardo assonnato.
“Hai sonno, piccoletto?” sorrise Inuken, accarezzandogli la fronte “Direi che è normale”.
Spostò appena Sesshomaru e sbadigliò “Beh, non sei l’unico… Oggi mi sento davvero a pezzi”. “Di là abbiamo finito” disse Izayoi, posando il figlio nella culla, “Direi che possiamo andare tutti a dormire”.
“È un’ottima idea” mormorò l’altro, poi guardo il bambino che aveva in braccio “Sesshomaru, che dici di restare qui, stanotte?”.
“Posso?” chiese lui, “Certo che puoi!” sorrise Izayoi “Però devi andare a metterti il pigiama”.
Lo prese per mano e lo condusse nella sua stanza, aiutandolo ad infilarsi l’indumento, poi tornarono indietro.
Sesshomaru si fiondò sul letto, avvolgendosi nelle lenzuola chiare, sorridendo allegro quando Izayoi si sedette accanto a lui.
Di colpo, alzò di scatto la testa e bisbigliò “Buonanotte, Inuyasha”, poi fissò il padre e la compagna, ripetendo quella piccola parola.
Inuken scosse la testa, sorridendo bonario, poi si distese a sua volta e mormorò Non sono mai stato così felice… da molto, troppo tempo.
Alzò appena lo sguardo verso una foto dell’ex-moglie e sussurrò Hime, grazie. Mi manchi ancora, ma so che, in qualche modo, sei tu l’artefice di questa nostra felicità. Grazie. Non ti dimenticherò mai.
 
 

Fine   


Eccoci qui, alla fine della FF. spero tanto ke vi sia piaciuta. purtroppo, questo era il cappy conclusivo, ma devo pur passare al sequel, no? ^_^ per le reazioni di Sesshomaru, mi sn un po' ispirata a ciò ke provai io, quando nacque mia sorella. so ke il piccolo Sesshy è Occ, ma spero ke appreziate. Ragazze, grzie, grzie di tt! senza di voi, questa FF nn avrebbe mai visto un inizio. vi devo tt, grazie! <3 alla prox FF!
   
 
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