Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: nini superga    23/06/2011    6 recensioni
“Mi faceva male pensare, eppure ricapitolai la situazione: Giulia era stata rapita dagli Uruk- hai di Saruman assieme a Merry e Pipino, i Valar sanno per quale scopo; Frodo e Sam aveva attraversato il Fiume e avevano deciso di andare a Mordor da soli, senza alcun aiuto, contando solo su se stessi, passando per il nord; noi eravamo quanto restava della Compagnia: Gandalf e Jadis ci avevano abbandonato a Moria, concludendo i loro giorni su Arda prima del tempo; Aragorn , Legolas e Gimli erano partiti all’inseguimento degli Uruk-hai, il compito di salvare mia sorella e gli Hobbit era loro, mentre io ero rimasta da sola con Boromir, ancora in stato di incoscienza a causa dello scontro con gli orchi di Saruman. Aveva rischiato la vita per proteggere i suoi compagni, infischiandosene delle frecce che lo trafiggevano e gli dilaniavano le carni, e ora ne pagava le conseguenze. Anche io scontavo le mie scelte: mi ero messa contro Boromir per impedirgli di prendere l’Anello a Frodo. “
si prospetta una storia interessante, che dite? mi raccomando, o lettori: recensite e criticate, qui c'è bisogno di consiglio! mi scuso di già per i vari errori :) vostra, Nini Superga.
Genere: Avventura, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boromir, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I Gioielli di Anna.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Conversazione n.4

 

 

 

Il tabacco l’avevo finito da un pezzo, ma avevo un bisogno assoluto di fumare. Mi costrinsi a frugare fra le cose di Giulia, e trovai un pacchetto ancora intatto di sigarette del suo mondo. Lo scartai  e sfilai una sigaretta, andando ad accovacciarmi vicino a Boromir, facendo attenzione a non incontrare il suo sguardo. Si era svegliato, e se ne stava ancora disteso a terra, il mantello dono di Galadriel steso sul corpo a mò di coperta. Accesi la sigaretta perfettamente dritta e aspirai una boccata, sentendo il taglio nella guancia bruciarmi forte: non era il massimo fumare nelle mie condizioni, ma ne avevo bisogno per affrontare la situazione. Avrei voluto anche una pinta di birra, anche due, per tirarmi su di morale, ma quella era davvero irreperibile: mi sarei dovuta accontentare delle sigarette forti di Giulia.

“ Fumala anche per me. “ Giunse la voce di lei, lontana. Ogni tanto Giulia diceva qualche frase, ma nulla di più: la distanza era tanta e lei era troppo indebolita per sostenere una conversazione telepatica. Ma non mi interessava: finchè parlava, era viva e, finchè era viva, c’era la speranza di rivederla. “ Vedrai, arriveranno presto. “ La rassicurai, guardando il fumo salire in spirali grigiastre. “ Arriveranno presto. “ Ma lei già non mi sentiva. Aspirai un’altra boccata e la lasciai uscire dalle narici piano, come se fossi un drago sputafuoco. Se fossi stata davvero un drago, avrei afferrato Boromir con delicatezza e l’avrei portato lontano da li, a casa, presso le amorevoli cure di Matilde, a guarire nel corpo e nello spirito. L’avrei lasciato parlare con suo fratello, avrei lasciato che Faramir lo purgasse da tutto il suo dolore e dalla sua rabbia, per poi farlo tornare a me come era un tempo: l’uomo forte e deciso, cocciuto e buono, d’onore e rispetto. L’uomo di cui mi ero innamorata. Sarebbe mai tornato?

Quello che giaceva accanto a me era un’ombra di Boromir: debole e ferito, sembrava la metà di com’era solo il giorno prima, mentre combattevamo; i begli occhi grigi erano arrossati dal pianto, le labbra erano rosse a causa dei morsi che egli stesso vi aveva dato, per imporsi di non gemere dall’angoscia. Chi era costui? In un gesto d’intimità, gli scostai una ciocca dal viso e gliela posi dietro l’orecchio, accarezzandogli piano la fronte. Lui seguì il mio gesto, ma non riuscì a guardarmi negli occhi: si vergognava per come mi aveva ridotto? Fattibile.

<< Avrai sete. >> Gli dissi finalmente, superando la barriera del silenzio << E anche fame. Mangia qualcosa. >> Teneva la testa dritta, lo sguardo vagava in un punto lontano, sul fiume, o anche oltre, perso nei meandri del passato. Non mi rispose.

Con un sospiro, mi alzai e andai alle barche: c’erano ancora delle scorte di lembas, quelle di Merry e Pipino, oltre che i loro bagagli. Vi frugai dentro finchè non trovai quello che cercavo: lembas ancora intatto e carne di cervo essiccata. Tornata a sedermi, il profumo del Pan di Via inebriò l’aria. Ne presi un boccone e lo assaporai, un sorriso soddisfatto sulle labbra. Ne staccai un boccone e lo porsi a Boromir << E’ uguale a quello che abbiamo mangiato a Lothlorien, non è nemmeno stantio! >> Esclamai, cercando di apparire normale. Glielo misi proprio sotto gli occhi << Non lo vuoi? Preferisci la carne? >> Anche allora, nessuna risposta, solo due grossi lacrimoni a rigargli le guance. Mi sentii morire dentro: aveva pianto per così tanto… << Oh no, amore, no… >> Gli sussurrai, poggiando il lembas e la stecca di carne sulle sue ginocchia << Perché piangi? Tu non… >>

<< Tu non dovresti essere qui. >> La voce rotta, gli occhi ridotte a due fessure scintillanti. Boromir mi stava parlando, mi stava guardando, e non guardava i miei occhi, ma il mio collo. << Io non dovrei essere qui. >>

<< Tu stai benissimo dove stai. >> Risposi seccamente, frenando l’impulso di coprirmi il collo << E guai se te lo sento ripetere. >>

Gli occhi grigi si posarono sui miei, occhi carichi di sofferenza << Io… io credevo di a-averti… >> Un forte singhiozzo gli squassò il petto. Rimasi sgomenta : l’avevo visto piangere, tempo fa, e la causa ero stata sempre io, ma il pianto di allora fu straziante e angosciato, come se davvero fossi morta… E invece no. << E invece no. >> Gli risposi con fierezza, sfiorandomi le labbra rotte << E invece sono ancora qui. >>

Lui tirò su col naso e tacque per un po’. << Dove sono gli altri. >>

<< Inseguono gli Uruk-hai che hanno rapito Giulia e Merry e Pipino. >>

<< Poteva restare Aragorn al tuo posto… >>

<< Non penso proprio. >> “ Sto diventando burbera… “ Pensai con un sospiro, accendendomi un’altra sigaretta. << Fammi fare un tiro. >> Ordinò Boromir. Gliela cedetti e me ne accesi un’altra.

Fece una boccata, due. Chiuse gli occhi << E… >> Iniziò piano, tentennante.

<< E cosa. >>

<< … E Frodo? >> Con quale difficoltà gli uscirono quelle parole, con quale sforzo le pronunciò! “ Mio coraggioso Capitano… “ << E’ andato. >> Risposi, asciutta, staccando un morso di carne essiccata con malagrazia.

<< Andato? >> Boromir era come interdetto.

<< A Mordor. >>

Tacque. La sigaretta si consumava piano fra le sue dita, la cenere andava accumulandosi sul mantello impiegato come coperta, ma non parlava. Era seduto, ora, e sul torace nudo splendevano le fasciature bianche, leggermente chiazzate di sangue. Guardava fisso davanti a sé, e non parlava.

<< Boromir… >> Dovevo dirglielo. Non sarei riuscita ad attendere un minuto di più << … Non eri tu. >> L’avevo detto per rincuorare entrambi, ma io lo credevo davvero? Mentre combattevamo, Boromir mi aveva fissata e mi aveva parlato, riconoscendomi come Anna, la sua donna… o forse no? << Non eri tu. >> Dissi ancora, per rafforzare il concetto.

<< Dici? >> Un sorriso sghembo comparve sul suo viso. Scosse la cenere della sigaretta quasi finita e aspirò gli ultimi tiri << Tutti abbiamo la nostra parte di oscurità, ma io ne ho più di altri. >>

<< Non è vero. >> Quanto disperatamente cercavo di attaccarmi alla mia bugia?

<< Hai visto il buio della mia anima. >> Proseguì lui, imperterrito << La belva che si annida dentro di me, quello che cela il mio spirito. Ebbene, che effetto ha avuto su di te? Più di uno, immagino. >> Di scatto, mi prese il viso e lo girò verso di se. Il movimento brusco mi fece sussultare. Negli occhi grigi, vidi un lampo di tristezza << Eccone uno: hai paura di me. >>

<< No. >> La voce mi ingannò, un leggero tremito.

Mi scostò una ciocca di capelli dalla guancia sana << Vedi? Non credi nemmeno tu in quello che dici. Io… ho ricordi confusi di quanto è successo. Ricordo… >> Si bloccò.

Il suo tocco era leggero. << Cosa ricordi? >>

<< Ricordo di aver preso Frodo. Di essere stato sbattuto a terra… >> Mi fissò il collo << Da te, e poi vedo te, le mie mani che… >> Lasciò andare la presa << Valar, cosa ho fatto… >>

<< Se fossi stato tu, ti ricorderesti. >> Argomentai. “ Ti ricorderesti le parole, le lame che si incrociano. Ricorderesti i pugni sferrati. “ Diceva una piccola speranza nel mio cuore. “ Se non ricordi, non eri tu. “

Si passò una mano sugli occhi << Ma ricordo quando ho cercato di strozzarti, di… >> Non uscì altro dalle sue labbra << E’ stata Giulia, vero? >>

Annuii piano, fissando la corrente del fiume << Già. >>

<< Nemmeno lei ho saputo proteggere. >> Sussurrò piano. << Che razza di uomo sono diventato? Ho tradito gli amici, te, ho infranto una promessa… non sono più degno di essere chiamato uomo! >>

<< E invece ti sei dimostrato proprio per quello che sei, Boromir. >> Gli posai una mano sul capo << Sei solamente un uomo, e gli uomini hanno debolezze. >>

<< Il Ramingo non ne ha. >> Ribadì secco. Ridacchiai: ecco la vecchia disputa, un’ombra dell’uomo che amai.

Tentai di sorridergli << Come no… e’ solo più bravo di te a nasconderle. >> Gli accarezzai i capelli << E comunque, se vuoi saperlo, io amo l’imperfezione. >>

<< Quest’imperfezione ha rischiato di ucciderti. >>

<< Ma non l’ha fatto. >>

Boromir tacque per un attimo, poi lo disse << Avevo… intenzione di chiedere la tua mano, Anna. >>

Abbassai lo sguardo: eccola li, la mia debolezza. Non ebbi il cuore di dirgli che già lo sapevo, che avevo sentito tutto nei boschi di Lorien, quando lui l’aveva detto ad Aragorn figlio di Arathon, suo futuro Re. Non sapendo che dire, tacqui.

<< Volevo sposarti, ma il destino ha scelto diversamente. >>

Lo fissai: mi fissava a sua volta, i suoi occhi erano pozze di sofferenza allo stato puro, carichi di dolore.

<< Che significa? >> Chiesi, con un fil di voce.

<< Che non posso più farti una domanda simile. >>

<< E perché? >>

Chinò il capo << Perché tu non mi ami più, vero? >>

Proprio in quel momento, una vampata di calore mi attraversò le viscere: lo amavo. Lo amavo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta me stessa…ma in quel momento non potei far altro che tacere. E smettere di fissarlo.

<< Devi darmi tempo, Boromir. >> Mi torsi le mani, attorcigliandole sotto le cosce.

<< Per cosa? >>

<< Per ritrovarti. >> Guardai la corrente del fiume << Per ritrovarci. >> Alla cieca, cercai la sua mano e la trovai, grande e callosa come sempre. Gliela strinsi forte e lui ricambiò, instaurando il primo ponte della riconciliazione.

 

 

In silenzio, ci riposammo fino al tramonto. Poi, mangiammo qualcosa e smistammo i bagagli: avremmo portato con noi solo lo stretto necessario. Il resto, andava nascosto sulle barche. << Aragorn dice di aver lasciato tracce per noi. >>

Boromir tirò da solo le barche in secca. Con un mugolio, si tastò il torace sotto la tunica  << Non ne dubitavo. >> Tirò fuori le dita sporche di sangue << Merda… >>

Gli volai accanto << Ti si è riaperta la ferita, vero? >> Lui annuì. Gli diedi una scappellotto, cosa che lui non si aspettava << Ti avevo detto di aspettare a tirare in secca le barche, stupido! >> Lo rimproverai, severa. Lui mi guardò, serissimo, per sorridere piano << Hai ragione, sono stato stupido. >>

Mi stupii: una volta non l’avrebbe mai ammesso, e adesso…

Andai a occuparmi di nuovo dei bagagli. << Credi che abbiano percorso grandi distanze? >> Gli chiesi dopo qualche tempo.

<< Certo che si. >>

Mi torsi le mani, nervosa << Come faremo a recuperare terreno, Boromir? sono troppo lontani, e tu ancora debole… >>

Mi guardò con un sopracciglio inarcato << Ne ho abbastanza dei tuoi debole e debole: sono Boromir di Gondor, figlio di Denethor, e sono Capitano della torre Bianca. E non sono debole! >>

<< Come se i titoli valessero qualcosa! >> Proruppi, divertita.

<< E’ la fama a precedermi. >> Boromir fece un sorriso smagliante << Nessuno ha mai dato a me del malatino… >>

Gli lanciai addosso il bagaglio, molto più alleggerito di come era prima, centrandolo in pieno. << E allora partiamo, mio capitano. >> Lo affiancai, sogghignando << Abbiamo già sprecato abbastanza fiato. >>

 

 

 

 

 

 

 

 

D.I.F.-E’ con grande piacere che ritorno a voi, stimabili lettori. Dato che gli esami sono stati posticipati al 5 luglio, mandando allegramente a fanchiurlo lo studio, io continuo nella mia opera, supportata dall’affetto dei miei cari e dalle vostre stupende recensioni Angie_Mars; Cordelia89 ( mi spieghi come hai fatto a mettere il draghetto?? ); elepaddy85 e l’immancabile ragazzapsicolabile91… grazie fes J

Mi raccomando, vi aspetto numerosi.

Pace e ammore,

Nini.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: nini superga