La Dura Verità: MORALE O IMMORALE?

Noah mi baciò! Se prima il mio battito era aumentato, tutto d'un tratto si fermò al contatto con le sue labbra, poi riprese, ancora più forte, ancora più folle, sempre più scalpitante man mano che il bacio diventava più intenso. Noah si staccò per qualche istante, pensavo ci avesse ripensato, che quei pensieri che lo turbavano fino a qualche minuto prima fossero riaffiorati, che si sentisse in colpa per Finn, che non volesse tradirlo, d'altro canto chi poteva biasimarlo era il suo migliore amico. Forse pure io sarei dovuta essere piena di rimorsi eppure non era così, volevo bene a Finn, probabilmente l'avevo anche amato, ma se quello che c'era tra me e Noah era veramente amore, perché avrei dovuto sentirmi in colpa nel fare un atto che ci avrebbe fatti stare insieme? Lo guardai mentre stava lì in silenzio a fissarmi, quanto avrei voluto entrare nella sua mente e sapere cosa stava pensando in quel momento.

Improvvisamente si alzò, pensavo volesse andarsene, che mi avrebbe lasciata sola, invece mi prese in braccio delicatamente e mi adagiò su letto. Si sdraiò affianco a me e con calma si avvicinò, mi mise le mani sui fianchi tirandomi verso di lui. Lo guardai per un istante negli occhi, quegli occhi pieni d'amore, mi chiedevo se anche nei miei lui percepisse tutto quel sentimento, tutto quel desiderio, che io sentivo nel mio cuore e speravo di trasmettere a lui con un solo sguardo! Avvicinai il mio viso al suo, chiusi gli occhi e lo baciai delicatamente. Noah mi strinse a sé carezzandomi la schiena con le mani, il bacio da delicato che fosse cominciò a farsi sempre più appassionato, mi spostai rotolando, adagiando il mio corpo sopra il suo. Passai le mie mani sulla sua cresta, scendendo pian piano sulle sue spalle, passai dalle spalle ai suoi pettorali e gli carezzai gli addominali, scendendo verso l'estremità della maglietta e alzandola lentamente. Puck mi sbottonò il maglioncino, arrivò fino in fondo, poi ritornò con le mani sulle mie spalle, quelle mani, che sfiorandomi così delicatamente mi facevano sentire i brividi. Mi tolse il maglioncino lasciandolo cadere dal letto, mentre io gli sollevavo la maglietta sfilandogliela e lasciando che andasse a far compagnia al mio maglione sul pavimento, ai piedi del letto.

Probabilmente era passato svariato tempo da quando eravamo lì, da quando mi aveva detto quello che provava per me e da quello stupidissimo bacio sulla fronte. Eravamo lì io e lui su quel letto, sentendoci come mai prima d'ora, tutto il resto del mondo non esisteva in quel momento, o almeno per noi era così, per me era così! A quanto pare però il destino aveva deciso che quella giornata sarebbe dovuta essere interrotta, probabilmente Noah l'avrebbe interpretato come un segno divino, che vedendo il nostro comportamento immorale. Il telefono di Puck squillò, io continuai imperterrita a baciarlo, lui si mosse per prenderlo, mi alzai leggermente: << Non rispondere >> Noah guardò il cellulare e sgranò gli occhi: << E' Finn! >> esclamò: << devo rispondere >>. Finn? Cosa voleva? Perché adesso? Mi spostai leggermente e lui rispose al telefono. Perché non potevo sentire cosa Finn gli stesse dicendo. Il volto di Noah si corrugò, sembrava preoccupato, le uniche parole che disse furono: << Arriviamo subito! >> chiuse il telefono e si alzò di scatto, prese la maglia e mi disse: << Vestiti dobbiamo andare da Finn, subito! >>.