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Autore: Layra Disgrace    23/06/2011    6 recensioni
Molto spesso si tende ad iniziare un racconto con la descrizione di situazioni surreali,angoscianti e particolari. Magari un vicolo oscuro, nel quale un ragazzo sta seduto osservando il cielo distrattamente,pensando al dolore che gli appesantisce il cuore.
Il tutto reso più cupo da un violento temporale.
Non vorrei che la storia che sto per raccontare cominciasse in questo modo, ma è proprio grazie a questa condizione atmosferica che tutto ebbe inizio, e forse anche una fine.
Torno dopo anni con una fanfiction, quest volta su Naruto, con lo scopo di eliminare alcuni stereotipi presenti nel genere yaoi.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 9


Dopo la scomparsa del biondo in direzione del bagno, Sasuke non seppe cosa fare.

Era stata una delle giornate più rilassanti della sua vita: si era svegliato alle dieci completamente riposato e dopo una colazione a base di caffèlatte si era messo a sistemare un po’ la casa, accendendo allo stesso tempo il computer, per poter ascoltare la musica, che aveva trovato particolarmente piacevole. Aveva pranzato con del ramen, un po’ a malincuore, ma poi si era messo a guardare la tv, e in seguito aveva intrapreso la lettura di quel manga sui ninja. Non aveva mai fatto cose del genere, anche se banali, e gli sembrava tutto troppo bello per essere vero. Capì di aver perso un sacco di anni di vita e forse quella era l’occasione per recuperare il tempo perduto, occasione che non poteva permettersi di perdere. Si sdraiò un attimo sul materasso morbido e sentì la sua schiena adattarsi alla superficie vertebra dopo vertebra, completamente sereno.
Doveva decidere quando ritornare a casa e affrontare i propri parenti. Avrebbe parlato con l’altro ragazzo, che sembrava sempre così sicuro e deciso sul da farsi.
Una scossa di eccitazione lo percorse al pensiero che la sera stessa sarebbe entrato in un locale alternativo e si concesse un ampio quanto insolito sorriso, che nessuno avrebbe mai visto.
Poi si rimise seduto, per poter recuperare l’acustica e provare a maneggiarla e fu allora che notò nuovamente la fotografia. La raccolse da una pila di fogli vari e barattoli di pittura e la spolverò leggermente con un dito. L’uomo dai capelli biondi era molto bello: alto e snello, dal portamento piuttosto elegante, chiaramente straniero. Il bambino, biondo anch’esso, aveva i capelli corti e gli stava in braccio sorridente. Capì che doveva essere Naruto e rispetto al padre aveva dei tratti più orientali. Notò anche che le cicatrici che gli deturpavano il volto erano assenti. Girò poi la fotografia e vide quella che doveva essere una scritta in inglese: ‘1997 - Naruto, I do love you, but I can’t stand this situation any more. Grow up as strong and beautiful as your mother. Please forgive me. Your daddy, Minato.’
Sasuke la guardò un attimo incerto, non capendo bene cosa volesse dire.
“I suoi genitori sono a Osaka, vero?” disse a bassa voce, rivolgendosi al pezzo di carta. Decise però di non pensarci in quel momento, quindi mise la fotografia in tasca, per poterla analizzare al meglio in un secondo momento, magari mentre l’altro era a scuola.

Non passò molto tempo che Naruto fece capolino dalla porta in boxer, con i capelli completamente bagnati. Sasuke lo squadrò, incuriosito da un particolare che ignorava: attorno all’ombelico era disegnata una spirale scura, dalla quale partivano dei simboli sconosciuti che si allontanavano dal centro della pancia, forse una storpiatura degli ideogrammi giapponesi o forse una lingua antica.
Ma non era l’unico tatuaggio: sulla spalla si potevano intravedere sei graffi disegnati, provocati da possenti artigli. Naruto notò lo sguardo insistente dell’altro ragazzo e arrossì di colpo, domandandosi il perché dell’uscita irrazionale dal bagno con addosso la biancheria intima e nient’altro. Si stava vergognando da morire e il moro non stava facendo nulla per migliorare quella situazione decisamente imbarazzante.
“Girati” ordinò semplicemente il più piccolo e il biondo eseguì, capendo finalmente il perché di tanto interesse. Sulla scapola destra c’era rappresentato un possente drago, che nasceva da una lieve nebbiolina che lo rendeva più simile a un fantasma. Con una zampa si aggrappava alla spalla e con l’altra graffiava la schiena liscia. Il corpo era semi nascosto dall’ombra scura, che terminava sulla spina dorsale, sulla quale si stagliava anche la coda ossuta. Il muso era tra una zampa e l’altra, lo sguardo glaciale, le fauci leggermente aperte, pronte a mordere e squartare la preda. Era in bianco e nero, fatta eccezione per delle strisce di sangue in rosso vermiglio.
“Ti piace? L’ho disegnato io.”
“È stupendo” disse solamente, guardandolo con attenzione, ma il biondo, sentendosi osservato, si mise subito a cercare nell’armadio di fianco alla porta un vestito adatto per la serata.
Sasuke sbirciò dal letto e notò che il colore predominante era il nero; proprio in quel momento Naruto spostò in modo disordinato gli abiti che non gli servivano e recuperò una maglia nera dalle maniche lunghe, che presentava sul busto due cerniere di metallo e un colletto piuttosto largo. Poi prese un paio di jeans stretti, che indossò subito: era possibile vedere le gambe snelle del biondo attraverso numerosi strappi, mentre quelli più vicini al cavallo lasciavano intravedere il nero dei boxer. Estrasse da un cassetto anche una cintura con le borchie e se la mise senza una vera necessità, saltando qualche passante.
Il moro lo osservò sedersi davanti al computer, afferrare una matita nera e truccarsi in modo rapido e veloce, tracciando delle strisce sulla palpebra inferiore e superiore; constatò poi, quando il ragazzo si girò per fissarlo con un’espressione stupida, il capo leggermente inclinato, che i vestiti scuri contribuivano a farlo sembrare ancora più magro di quanto non fosse, e che i suoi occhi, truccati in quel modo, sembravano ancora più chiari e limpidi.
Dopo che ebbe asciugato distrattamente i capelli col phon, in modo che apparissero ancora più selvaggi, Naruto, pronto per uscire, cercò dei vestiti che potessero andare bene al moro, che lo guardava agire inebetito, seduto sul letto a gambe incrociate. Prese due chiazze di tessuto nero e gliele lanciò addosso.
“Mettiti quello!” Gli urlò, sparendo poi in bagno. Sasuke li guardò male, come se fossero animati e la loro stessa esistenza fosse per lui un affronto. Poi si alzò e li mise senza nemmeno essere realmente interessato e, data la mancanza di uno specchio abbastanza grosso per poter osservare la sua figura riflessa, decise di aspettare l’altro, che quando fece capolino dalla porta spalancò gli occhi all’inverosimile.  
“Cos’hai da fare quella faccia?” chiese il moro sfacciato, sfoderando un ghigno strafottente.
“Devo stare attento a dove ti porto, o potrebbero… tipo stuprarti!” Naruto si grattò il naso, ridacchiando.
“Questo sarebbe…un complimento?” Il moro lo sfidò, il suo sorriso si allargava sempre di più e il suo sguardo era sempre più felino. Ma il biondo non fece altro che ridere di gusto, senza dare un’effettiva risposta.
Lo accompagnò così in bagno e Sasuke vide che stava indossando una maglietta nera, larga, che gli lasciava le spalle larghe e una porzione di petto glabro scoperti, mentre i pantaloni erano semplici skinny scuri, a cui il più grande aggiunse delle catene argentee.
Gli prese anche un chiodo di ecopelle che avrebbe indossato come giacca, per poter sopportare meglio il freddo della sera: l'autunno era ormai vicino e stava piovendo già da mezz'ora. Come tocco finale Naruto prese un lembo della lunga maglia dell'altro e la infilò nei pantaloni, solo da un lato, lasciando così scoperti la coscia destra e il sedere sodo, ben definito dai jeans scuri.
Per rendere ancora più irriconoscibile il moro, il biondo decise di modificargli l'acconciatura e applicargli un leggero make-up: con un pettine spostò la frangia, normalmente divisa a metà da una riga centrale, di lato, lasciando un occhio semi coperto. Poi con un po' di cera tentò di alzare la parte di capelli sulla nuca, ma riuscì solo a dargli un effetto spettinato, data la loro eccessiva liscezza.
Gli occhi scuri, poi, furono leggermente allungati da un ombretto grigio. Naruto evitò appositamente di mettere la matita, che avrebbe assottigliato troppo gli occhi già piccoli di natura.
"Non sembro io, proprio per nulla" affermò Sasuke specchiandosi, leggermente stupito.
"Ovvio, i vestiti sono miei!"
"E questi pantaloni sono davvero stretti" gli disse, cercando di allargare le gambe in un calcio di karate.
"Sicuramente ti fanno risaltare il cu... fisico" Constatò Naruto, facendo scorrere lo sguardo lentamente sulla figura che aveva davanti, quasi spogliandolo mentalmente. L'aveva trasformato in un ragazzo tanto alternativo quanto sexy, cosa che non seppe se realmente corrispondesse al carattere del moro, ma che sicuramente lo faceva diventare il suo prototipo di fidanzato ideale, dal lato puramente fisico.
Sasuke, notate le occhiate del biondo, si sentì in imbarazzo, le sue guance si imporporarono leggermente ma la sua espressione rimase invariata. Scosse la testa per poter pensare ad altro e Naruto, immediatamente, gli risistemò il ciuffo.
"Andiamo" disse poi, prendendolo per il polso e trascinandolo fuori dall'appartamento.

Si fermarono a cenare in un fast-food ma, contrariamente a Naruto che prese due panini di quelli big, Sasuke ordinò un misero toast con i pomodori. Il più grande notò che i pomodori erano spesso nei pasti dell'altro e intuì che probabilmente erano il suo cibo preferito. Il moro, comunque, stava osservando incantato il suo vassoio, nel quale il toast giaceva indisturbato. Naruto lo notò e stette a guardarlo a sua volta, incuriosito: non si decideva a mangiare. Dopo poco capì di che cosa si trattava.
"Guarda che se anche ti vedono non ti riconoscono!" tentò di metterlo più a suo agio, tra un boccone e l'altro.
"Lo so, stavo solo constatando che un panino può essere molto più bello di te" affermò acidamente. Naruto gli tirò un cetriolo e Sasuke rispose con un calcio sotto il tavolino, in direzione dello stinco. Il biondo strinse forte gli occhi e sussurrò uno "stronzo".
"E comunque com'è che dici frasi così lunghe solo quando mi devi offendere?" chiese poi, notando il ghigno beffardo dell'altro.
Ma non rispose e iniziò anzi a mangiare il suo toast.

Quando arrivarono al “River” erano le nove e mezzo di sera. La pioggia si era intensificata, e scontrandosi con il terreno creava una rilassante melodia di mille tic tic, a volte resi ancora più intensi dal nylon degli ombrelli.
Un leggero venticello si era fatto spazio nell’aria provocando una fastidiosa pelle d’oca a Naruto, che si frizionava con forza gli avambracci, nel tentativo di riscaldarsi.
Il locale era ancora chiuso e attorno alla lugubre entrata c’erano alcuni ragazzi che Sasuke definì mentalmente malvagi, a causa dell’aria rabbiosa che avevano.
Naruto fu lieto di non vedere i ragazzi che lo avevano infastidito la prima sera e ne fu piuttosto contento.
“Cosa avevano quei tipi quella sera?” domandò il moro, che aveva notato lo sguardo indagatore dell’altro. Era il momento più adatto per fare un po’ l’impiccione.
Naruto scrollò le spalle. “Niente, scocciatori. Ah se qualcuno ti rompe dillo a me, prima di far rissa”.
Disse tranquillo, accendendosi una sigaretta, riparato solo da una misera tettoia.
Sasuke ne fu incuriosito nuovamente: era un cilindro per i tre quarti bianco, mentre il resto era beige; un’estremità si consumava lentamente, bruciando ed emanando un fumo grigiastro, mentre l’altra si incastrava nelle labbra carnose del biondo, senza però infastidire l’anellino metallico che giaceva indisturbato su di un lato della bocca, addormentato.
Sasuke, per una volta, si concesse di essere irrazionale.
“Non è che mi faresti provare?” chiese senza distogliere lo sguardo, incantato.
“Eh?” Naruto strappò il cilindro dal caldo rifugio della sua bocca, e lo tenne tra indice e medio. Era stupito e non si aspettava una domanda del genere da un ragazzo che pensava essere l’integrità fatta persona.
“Mmm non so se è il caso. Magari poi prendi il vizio e non è poi una bella cosa” gli spiegò aspirando profondamente, dando però al moro un’idea opposta a quella espressa dalle sue parole.
“Non ho mai provato, però. Sono curioso” E il biondo ridacchiò.
“Si parte così e si finisce in una clinica per drogati!” E dicendo ciò gliela mise tra le dita, già in posizione.
Il moro la guardò un attimo indeciso, poi la avvicinò alle labbra sottili, rosee, pronte ad accogliere il cilindro cartaceo con dolcezza.
“Non aspirare tr…” tentò di avvisarlo Naruto, ma Sasuke stava già tossendo con la gola in fiamme, l’oggettino abbandonato per terra: spento, morto.
Il più grande scoppiò a ridere rumorosamente e le persone iniziarono a guardarlo in malo  modo. Sasuke tirò un piccolo pugno sulla spalla dell’altro, ma anche a lui scappò un lieve sorriso.
“Non credo che quella cosa faccia per me” ma detto questo i cancelli del locale vennero spalancati e le persone iniziarono a fluire all’interno.
Varcata la porta, entrarono nella grande sala: i muri erano tinti di rosso scuro e una luce dello stesso colore rendeva l’ingresso molto suggestivo, facendolo assomigliare alle porte degli inferi.
Più avanti, però, la luce si attenuava diventando normale e gli occhi di Sasuke poterono riposare un po’.
Il locale era grande e spazioso, di forma rettangolare.  Dalla sua posizione il moro poteva vedere una distesa di tavoli di legno che venivano però a mancare nel centro, creando uno spazio per coloro che volevano ballare o scatenarsi. Di lato si apriva nel muro un bar, che presentava una schiera di diversi alcolici e un bancone, davanti al quale c’erano alcuni seggioloni, foderati di pelle nera.
La parte più interessante, però, era il secondo piano: dal fondo del locale si accedeva a una scala a chiocciola che conduceva a un grande soppalco delimitato da una ringhiera, sopra il quale stavano degli strumenti musicali pronti per l’utilizzo.
Coloro che volevano quindi vedere la band di turno potevano stare nella parte della sala scoperta, che comprendeva anche la pista da ballo, mentre chi voleva un’atmosfera più intima poteva rifugiarsi sotto il soppalco, godendo comunque della musica attraverso a potenti casse.
Anche se ancora non c’era una band, veniva trasmessa una canzone piuttosto pesante, la cui caratteristica predominante era il doppio pedale di batteria. Decisero di andare nella parte nascosta, per riuscire anche a chiacchierare un po’. Solo in quel momento notò che i tavoli in fondo erano attorniati da panchine circolari imbottite, con rivestimento di pelle rossa lucida, permettendo alle persone di stare più vicine e già poteva immaginarsi coppiette scambiarsi effusioni più o meno spinte.
Si sedettero uno di fianco all’altro, con la schiena rivolta al muro e aspettarono lì la cameriera, che poco dopo portò loro il listino.
Naruto, quando la vide, la salutò calorosamente e quella si avvicinò, per dargli dei bacini sulla guancia. Dopo un breve scambio di battute, quella rivolse al ragazzo un occhiolino e il biondo le sorrise dolcemente, ringraziandola.
“Cosa voleva?” Domandò subito il moro, curioso. Era un atteggiamento complice, come se avessero chissà quale accordo segreto, cosa che incuriosiva Sasuke da matti.
“Beh, lei è la sorella del proprietario e dato che le ho fatto dei piaceri prestandomi come chitarrista per la sua band…” si grattò la testa, in modo buffo “Ci lascia prendere degli alcolici”.
Erano ancora minorenni, ma aveva l’occasione di provare a bere qualcosa.
Non aveva mai pensato, ovviamente, ad assaggiare qualche sostanza alcolica, non era un suo interesse. Anzi, era spesso indignato dal comportamento di alcuni compagni che, in qualche modo, riuscivano a prendersi delle sbronze pazzesche, rendendosi ridicoli pubblicamente.
Come era successo poco prima con la sigaretta, il suo spirito più ribelle si fece sentire: quando ancora avrebbe avuto l’occasione di provare queste cose? Sarebbe tornato dagli zii a giorni,
avrebbe vissuto nel solito clima di repressione: più pensava alla faccia dei due parenti, più la voglia di ribellione cresceva.
Guardò Naruto prendere il listino, fare una faccia leggermente schifata per poi indicare un punto definito del libricino, con un leggero sorriso. Sembrava che avesse trovato quello che cercava. Si fece poi passare il menù dal compagno, che lo guardò con un’espressione strana, come se gli stesse chiedendo silenziosamente “sei sicuro di quello che fai?”
Ignorò lo sguardo indagatore, ma, umettandosi le labbra, iniziò a leggere i diversi nomi scritti sui diversi fogli azzurrini rilegati, ornati da scritte in corsivo, piuttosto cupe.
C’erano diversi tipi di birre, e si soffermò su quelle, ignorando le altre pagine.
Lesse molti nomi ma nessuno di quelli gli ricordava qualcosa e non avrebbe mai chiesto a Naruto un consiglio, dandogli un’occasione per prenderlo in giro. Così scelse un numero a caso e contò mentalmente.
Arrivò nuovamente la cameriera, una ragazza dall’aria un po’ burbera, che aveva i capelli neri con il ciuffo bianco e anche lei portava dei piercing: tre, tutti sul labbro inferiore. La sua espressione crucciata si sciolse nel vedere il biondo e i due parlottarono ancora un po’. Poi ordinarono e con la stessa espressione arrabbiata, la ragazza se ne andò, tornando subito dopo con due boccali di birra alla spina e una meringata.
“Che cosa hai preso?” Chiese Naruto, curioso, notando il colore leggermente diverso della bevanda dell’amico. Quello, senza battere ciglio, disse il nome e per sua fortuna l’altro non lo riconobbe. Sasuke si guardò un po’ intorno e vide che il locale iniziava a riempirsi della gente più strana, come se in quel posto ci fosse rinchiuso un mini quartiere Harajuku.
“Come l’hai trovato questo posto? È carino” domandò all’altro ragazzo.
“Internet. Ho cercato ‘locali alternativi’ e questo era quello più votato. In effetti è proprio figo, strano che l’entrata non sia a pagamento.” Spiegò prendendo una forchettata del dolce per portarsela poi in bocca. La meringa gli si sciolse sulla lingua velocemente.
“Ma dimmi una cosa…” continuò il biondo, “I tuoi zii sono sempre stati così? Anche quando eri più piccolo?” Stava approfittando della situazione per indagare un po’. Aveva una smania incredibile di conoscerlo a fondo, per poter capire se realmente gli piacesse. Si corresse mentalmente: non gli piaceva. O almeno doveva convincersene. Il moro, che stava portandosi il boccale alle labbra, incuriosito, si fermò e lo rimise sul tavolo, seccamente.
Si mordicchiò un lato del labbro inferiore per pochi secondi, poi lo sguardo si indurì.
“Sì. Perché i miei genitori e loro non andavano d’accordo.” Strinse il pugno forte, come Naruto gli aveva già visto fare; la rabbia cresceva incontrollata. Naruto decise di non andare oltre.
“E i tuoi perché non ti hanno seguito a Tokyo?” chiese allora Sasuke, calmandosi un po’.
Colpito e affondato. Naruto si fece rigido e composto e tutta la sua voglia di parlare di cose personali svanì in un attimo. Doveva stare più attento: era ovvio che l’altro avrebbe fatto domande e Sasuke era una persona decisamente intelligente, al minimo errore avrebbe capito istantaneamente tutto.  
“Io volevo venire qui per studiare chitarra ma, ovviamente, loro hanno la casa là. Le case costano.” Lo disse distrattamente, concentrandosi sulla bevanda, di cui sentì l’impellente bisogno.
“Eh appunto, allora perché comprarti un appartamento di lusso in centro?”
Colpito e affondato, per la seconda volta. Si era appena ripromesso di fare attenzione e già aveva fatto un errore. Si mise una mano sulla fronte e si appoggiò il gomito sul tavolo, sconsolato. Il moro sorrise vittorioso, presto avrebbe scoperto la verità sulla parentela del biondo.
“Maledetto secchione.” Disse semplicemente il biondo, cambiando espressione. Quello era il Naruto che il moro aveva visto in quella via la settimana prima: occhi freddi, pungenti come il ghiaccio, la mascella serrata.  I due erano forse molto più simili di quello che entrambi credevano.
“Non hai risposto, comunque” incalzò il moro, maligno. Sentiva di doversi riscattare, non era disposto a concedersi senza una giusta ricompensa. Naruto con un sorso si scolò un quarto del boccale, che era già stato in parte svuotato. Sasuke notò come la bevanda non gli fece alcun effetto.
“Ti spiegherò prima o poi… Adesso pensiamo positivo!” E detto ciò finì la sostanza giallognola.
Sasuke osservò il proprio: il boccale era molto più grande di quanto si fosse aspettato.
Lo prese e se lo avvicinò alla bocca, lentamente, leccandosi leggermente le labbra. Naruto deglutì. Si avvicinò in quel momento un uomo piuttosto alto, vestito in maniera oscena: aveva dei pantaloni lucidi, una maglia trasparente, attraverso la quale si potevano vedere dei folti peli neri e un collare.
“Posso avere la tua attenzione, bel moro?” Lo disse in modo sensuale, incrociando le gambe. In mezzo alle sue gambe si elevò una gobba piuttosto molesta. Sasuke alzò lo sguardo leggermente, squadrandolo con cattiveria.
“È con me, smamma.” Disse rapidamente Naruto, lasciando l’altro con l’amaro in bocca.
“Ecco, ti parlavo di questo, prima.” Proseguì il biondo.
“Ci provava con me? Mi ha scambiato per una donna?” Sasuke non voleva crederci.
“No, direi che era gay!” Disse tra una risata e l’altra!
“Ah” rispose leggermente turbato.
“La cosa ti infastidisce?” chiese il biondo, fattosi improvvisamente serio. Fissò per un momento le iridi scure con una tale intensità che l’altro ragazzo si sentì quasi in imbarazzo. Sasuke si guardò attorno, pensieroso.
“Mmm, non lo so. I miei tutori ne sono disgustati ma io non ho un’opinione a riguardo.” Rispose semplicemente, in modo sincero. Il biondo parve rincuorarsi e fece un respiro leggermente più profondo degli altri, ma il moro non se ne accorse. “Tu, invece?” Domandò poi.
“Io sono di mentalità aperta quindi… comprendo la loro posizione, ecco” disse l’altro altrettanto semplicemente, scrollando le spalle.
“Però… non fa senso? Cioè, baciare un ragazzo…” chiese più a se stesso che all’altro.
“No! Cioè… non credo. Bisognerebbe sperimentare per saperlo. Basta che la persona ti piaccia, penso. O che almeno ti attragga.” Spiegò in modo impacciato per poi tentare di recuperare dal piatto quel poco che rimaneva della candida meringata.
“Beh, io non sono attratto neanche dalle donne.” Naruto fermò la sua forchettina vagante. I suoi occhi si spalancarono e la bocca rimase semi aperta.
“Seriamente?” chiese a Sasuke, riprendendosi un po’.
“Sì. Ho sempre trovato le femmine irritanti. A parte Hinata, che è fin troppo timida per attirare la mia attenzione.” Il ragazzo più grande dovette trattenere un sorriso di contentezza, che sarebbe stato molto ambiguo.
“Beh, strano comunque. Dato il tuo fisico ero convinto tu fossi un puttaniere.”
“Direi che questo è il secondo complimento della giornata, Uzumaki. Stai attento o potrei pensare male!” Disse con il suo solito ghigno strafottente, sviando l’argomento.
“Smettila!” Replicò Naruto, spintonandolo per la spalla, riuscendo a muoverlo di qualche centimetro appena. Detto ciò, Sasuke si chiuse nella sua dimensione mentale, che in quel momento comprendeva anche un boccale di birra scura piuttosto grosso.
Lo prese tra le mani e, incoraggiato dal fatto che all’altro ragazzo non aveva fatto alcun effetto, ne bevve, finalmente, una quantità notevole, molto velocemente. Sentì il sapore amarognolo accarezzargli la lingua e decretò che la bevanda era di suo gradimento.
“Ehi, vacci piano con quella cosa! È la prima volta che bevi qualcosa di alcolico, giusto?” gli chiese Naruto, osservandolo.
“E quindi?” Sasuke sfidandolo ripeté l’azione, con la stessa velocità di prima.
“Va a finire che ti ubriachi, seriamente.” Gli disse, chiamando la cameriera per ordinare una seconda birra per se stesso.
“Se anche tu non hai mai bevuto e ti sei scolato un quarto di boccale senza alcun effetto, vuol dire che posso farlo anche io. A meno che… Me ne porti un’altra come questa!” Ne approfittò per ordinare il bis, la bevanda l’aveva decisamente conquistato.
“Esatto, non è la prima volta che bevo. Anzi.” Lo disse sorridendo, guardando l’altro che sicuramente non avrebbe retto più di quel boccale, avendo mangiato un misero toast.
Non passò molto tempo dall’arrivo del secondo boccale che Sasuke pian piano stava decisamente abbandonando il suo solito atteggiamento. A metà bevanda iniziò a ridacchiare per qualsiasi cosa il biondo dicesse, e una volta svuotato il boccale anche la sua postura rigida e composta era stata abbandonata: il moro stava ripiegato sul tavolino, o rilassato sullo schienale della poltroncina. A volte si permetteva anche di avvicinarsi all’altro ragazzo, appoggiandosi sulla sua spalla.
“Ci vedo tutto annebbiato ma non sono ubriaco. Posso risolverti un’equazione di secondo grado a mente, se me lo chiedi” ripeteva, provocando l’ilarità del biondo.
Naruto, da una parte, si divertì a vedere l’altro sotto un punto di vista completamente differente: il sorriso perennemente sul volto lasciava scoperti i denti bianchi, perfettamente diritti; le sopracciglia non erano contratte, ma rilassate in un’espressione sempre serena e la parlantina era allegra, continua.
A un certo punto Sasuke lanciò il suo chiodo per terra, lontano dal tavolo e appena Naruto si adoperò per recuperarlo, corse al bar per farsi dare una terza birra.
Scolata anche quella, la situazione divenne seriamente insostenibile: il moro tentava in continuazione di togliersi la larga maglietta, attirando l’attenzione dei vicini di tavolo e toccava sempre al ragazzo più grande fermarlo, un po’ a malincuore.
Quando Naruto lo vide alzarsi e scambiare alcune parole con un venticinquenne lo prese per le spalle e lo trascinò via, letteralmente. Si fermarono al bancone per pagare e uscirono dal locale non senza alcune difficoltà: Sasuke ciondolava e a ogni passo rischiava di inciampare nei suoi stessi piedi.


Note dell’autrice:
 
Non disturbatevi ad ammazzarmi, mi sono già sparata un colpo, risparmiandovi la fatica! xD
Dopo mesi e mesi, ecco il nuovo capitolo! Non mi aspetto in realtà che qualcuno lo legga, con tutto questo ritardo, ma non ho deciso di abbandonare questa fic, mi sono presa una lunga pausa di studio,canto,recito,esco ma non scrivo. Adesso ci sono le vacanze e ho un sacco in più di tempo, anche se in realtà passo i pomeriggi fuori casa XD
Mi rimane comunque la mattina e la notte, solitamente occupati dalla scuola o dal dolce dormire xD
Comunque, parliamo di questo capitolo! Che fatica a non far risultare Sasuke OOC.
Cioè, Sasuke è difficile da gestire:  è oscuro, tenebroso e intelligente. Ma non ha alcuna esperienza di vita giovanile. Quindi devo sempre trovare un modo di farlo apparire intelligente anche su cose che ancora non ha sperimentato e non farlo passare per un ingenuo. Un'impresa abbastanza ardua xD
Per quanto riguarda Sasuke ubriaco xD Scusatemi se ci sono passaggi sbagliati o cose del genere, ma non essendo mai stata ubriaca non ho mai ben capito come funziona e mi sono basata sul sentito dire. E se vi sembra strano che si  sia ubriacato con delle birre state tranquilli: ho letto su internet che i giapponesi non reggono l'alcool a causa di una roba tipo genetica e che è proprio per questo che non si sono diffusi tanto i superalcolici ma le birre vanno alla grande!
Detto questo due ringraziamenti: prima di tutto la mia beta LaGrenouille, che nonostante sia sotto esami mi ha fatto una correzione lampo. E poi mi ha supportato nella creazione della scena di Sasuke che beve. E poi è sempre molto paziente!! Quindi, grazie ancora!
Secondo, vorrei ringraziare Lady B, che sinceramente ora non so come si chiami XD Leggendo il suo capitolo 25 (leggete la sua fic, eh!)  già un po' di voglia di riprendere la fic mi era tornata, poi diciamo che tramite facebook mi ha incitato a riprendere e quindi mi sono data una mossa ed in una giornata ho finito di copiare il capitolo  u.u

Poi ovviamente ringrazio chi ha letto questa fic, chi ha deciso dopo mesi di continuare con questo capitolo e, ovviamente, grazie a tutti quelli che recensiscono!
 
A spero presto con il capitolo 10!

   
 
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