Ultimo capitolo: lo dedico a Miss_Riddle e piccolalettrice che hanno sempre recensito, a tutti coloro che hanno seguito la mia storia e l’hanno aggiunta ai preferiti. Spero che questo capitolo non sia la fine di tutto, perché ho intenzione di fare una serie. Già… preparatevi per Vita da mezzosangue 2!
Niente. Neanche un indizio, una maiuscola di troppo, una doppia assente. Nulla. Tutto corretto, fin troppo. Ma perché non dirmelo a voce? Perché limitarsi a una lettera scritta in fretta e furia lasciata sulla soglia della casa di Poseidone? Perché proprio quel giorno?
Mi aveva sorpreso sentire Percy che mi diceva “E’ arrivata una lettera per te!” invece di “Oggi vieni a tifare per me e Annabeth?”; l’avevo guardato con una faccia tra l’assonnato e il sorpreso.
Sulla busta il mio nome era scritto in penna grigia, nera scarica, e velocemente. All’interno era scritta frettolosamente e in blu. Diceva: “ Scusami, ma sono troppo pericolosa per il campo, devo andare! Ora che ho 18 anni posso decidere cosa fare e dove andare, sicuramente il più lontano possibile da qui. Mi raccomando, occupati di mio fratello, credo che Clarisse dovrà trovarsi un alto auriga.
Comunque ci potremo sentire attraverso Skype, anche se non mi potrai raccontare niente. Mi dispiace aver dovuto fare questa scelta, ma è più sicuro per tutti. Scusa. Johanna.”
Non ci potevo credere. Per questo anche il pomeriggio avevo letto quel insolita lettera cercando di trovarci qualcosa, non so neanche io cosa, ma qualcosa che mi dicesse “scherzo”. Eppure avevo visto che Clarisse era con un altro sulla biga. Non credevo ai miei occhi. Non mi ero neanche concentrata sulla corsa, tanto che quando Annabeth mi aveva detto “ Hai visto come abbiamo vinto?” io le avevo risposto “ Perché avete vinto?”, mi aveva guardato storto, quassi offesa dalla mia affermazione. Non aveva tutti i torti, sarei dovuta stare attenta a loro, invece avevo piantato il mio sguardo sulla biga di Ares per tutto il tempo. Tutto…
Mi ero rigirata quel foglio tra le dita anche durante il falò stando attenta a non farlo cadere tra le fiamme. Ero andata a letto senza parlare.
“ La tua amica se n’è andata…” una voce mi chiamava da un abisso rosso fuoco
“ Per colpa tua!” risposi
“ Davvero. Secondo me è solo per colpa sua…”
“ Sì, certo!”
“ Ma tu potresti prendere il suo posto…”
“ Una parola: S_C_O_R_D_A_T_E_L_O!” avanzai di un passo
“ Sicura? Non vuoi cambiare il mondo in meglio?”
“ Se intendi come cambiamenti farti uscire da lì, ripeto:S_C_O_R_D_A_T_E_L_O!”
“ Ne sei convinta? Forse il tuo fratellino o sorellina potrebbe crescere meglio di come sei cresciuta tu!”
“ Sicuro, soprattutto durante una guerra tra dei…”
“ Mm… penso che Luke ti abbia detto che sei importante…”
“ A parte che non ho capito bene il perché, e poi come ho detto lui non sarò l’unica!” feci un altro passo avanti. L’abisso non mi chiamava e stavo sul ciglio, quieta come un cespuglio, come un insetto che si prende li sole.
“ Sei l’unica, la sola. Tu sai il futuro, sei la chiave di volta che può cambiare tutto. Sai già chi sarà a tradire l’Olimpo…”
“ Sbagliato, non lo so. E anche se lo sapessi non lo verrei a dire a voi!”
“ Convinta di ciò che dici?”
“ Convintissima. Preferirei dirlo ad Ade o Poseidone che a te!” le parole dell’oracolo iniziarono a riecheggiarmi nella testa: Se un passo falso farai scampo non avrai… Se un passo falso farai scampo non avrai… Se un passo falso farai scampo non avrai…
“ Hai deciso tu… come immaginavo… sei una nostra nemica…” la roccia sotto i miei piedi si sbriciolò e io rischiai di cadere. La voce dell’oracolo mi rimbombava ancora nelle orecchie. Mi aggrappai alla sporgenza con le mani, ma una mi scivolò.
Se un passo falso farai scampo non avrai.Ad ogni parola la testa e le orecchie mi facevano sempre più male. Cercai di alzare la mano che mi era scivolata, ma il mio braccio sembrava inerte. Cercai di issarmi su con la mano salda, ma la roccia sotto le mie dita si sgretolò ed iniziai a cadere verso il fiume infuocato.
“ Dovresti saperlo che vinco sempre!” riecheggiò il titano ridendo
“ NO!” gridai
Mi svegliai dopo aver colpito qualcosa con la testa. Mi ero alzata di scatto a sedere. Di fronte a me Percy si teneva la fronte proprio come facevo io.
- Ma sei matta!- mi disse- Non ti devi alzare così di scatto senza preavviso! Ouch!-
- Scusa… non l’ho fatto apposta!- gli risposi arrossendo
- Comunque… è successo qualcosa ad Annabeth…-
- Io non mi preoccuperei per lei…-
- Che…-
- Lascia perdere, andiamo!-
Uscimmo dalla casa e seguimmo Grover fino all’albero di Talia. La ragazza non era più nell’albero, ma stesa sull’erba mentre Annabeth le puntava la spada sul petto. Talia era svenuta e Percy, come avevo letto, andò ad aiutarla subito. Quella scena mi aveva lasciato già sorpreso durante la lettura, e quando vidi quella scena capii perché Crono aveva detto ciò, perché ero definitivamente diventata una sua nemica, come avevo fatto un passo falso e come mi ero cacciata in una storia più grande di me
Solo per farvi notare ho usato una frase del brano “Come un ombrello su una macchina da cucire” di Franco Battiato. Chissà se la trovate…