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Autore: Burn    23/06/2011    2 recensioni
"..Cosa sono le fanfiction? Temperance direbbe che sono un bisogno giustificato dell'essere umano per sfogarsi. Si, un po' come prendere un guantone e cazzottare un sacco da boxe. Ed è proprio questo il motivo per cui la dottoressa ha iniziato a scriverle."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Parker, Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.

 

Temperance Brennan era una scrittrice e questo all'Istituto Jeffersonian lo sapevano tutti.

La dottoressa scriveva romanzi thriller, racconti di spionaggio e perché no, romanzi polizieschi; protagonisti indiscussi erano l'enigmatica Kathy Reichs, antropologa forense e il bello Andy Lister, agente speciale dell'FBI.

Ciò che tutti però non sapevano era che la Dottoressa Brennan era anche una scrittrice rinomata e molto conosciuta di fanfiction.

Domanda da un milione di dollari: cosa sono le fanfiction? Temperance direbbe che sono un bisogno giustificato dell'essere umano per sfogarsi. Si, un po' come prendere un guantone e cazzottare un sacco da boxe.

Ed è proprio questo il motivo per cui la dottoressa ha iniziato a scriverle.

Ma forse, è meglio raccontare dal principio.

 

*****

 

La tensione sessuale fra lei e l'agente speciale Seeley Booth si poteva tagliare con un coltello e, se poteva sentirla anche lei, voleva dire che era davvero forte.

Ovviamente non avrebbe fatto nulla per attenuarla, Temperance era molto brava a non far trasparire quello che provava.

 

Booth ovviamente no.

 

Adesso erano a casa sua che sfogliavano il fascicolo dell'ultimo caso a cui avevano lavorato,  lo scheletro di un bambino era stato trovato dentro una macchina abbandonata.

Seeley era sdraiato sul divano con un braccio dietro la testa appoggiata sul cuscino, con se aveva metà del fascicolo, la parte che riguardava le indagini condotte da lui e la sua squadra dell'FBI.

Temperance era seduta sul pavimento con la schiena appoggiata al divano e l'altra metà del fascicolo fra le mani, quella riguardante le indagini svolte da lei e dal team del Jeffersonian.

O come Booth preferiva chiamarli, gli Squint.

 

-      Bones fammi un favore, passami quella bottiglia d'acqua che c'è sul tavolo -

 

Temperance si sporse e prese la bottiglia dal tavolino davanti a se, alzò il braccio e senza guardare lasciò la bottiglia sperando che Booth la prendesse.

 

-      Bones!!!! -

 

La bottiglia finì a terra e Booth si alzò di scatto dal divano.

 

-      Ma porca Eva Bones! Guarda quello che fai la prossima volta.. . Devo andare a cambiarmi adesso. -

-      A cambiarti? Come … -

 

Non finì la frase. Booth era in piedi davanti a lei completamente fradicio.

 

-      Non osare ridere Bones, è colpa tua! -

-      Ma io non sto ridendo.. -

 

Booth la osservò meglio, Temperance si stava sforzando tantissimo per far si che i lati della sua bocca restassero giù.

 

-      Si si, non stai ridendo.. -

-      Scusami tanto Booth, pensavo che tu l'avessi presa.. -

-      Nessun problema Bones, la prossima volta però invece di lasciare la bottiglia dove ti capita magari girati e guarda.  Adesso vado a cambiarmi poi dopo sistemerò questo casino. -

 

Indicò l'acqua in terra e i vetri sparsi per mezzo salotto poi si levò la maglietta e la strizzò, un bel po' d'acqua si unì a quella già presente sul pavimento.

Temperance lo guardò.

Booth era davvero ben fatto, le spalle erano proporzionate e si vedeva che aveva ancora addosso i segni dell'addestramento militare.

Gli addominali non erano scolpiti ma comunque rimanevano ben definiti segno che Seeley si teneva in forma.

Indossava un paio di jeans scoloriti e non troppo stretti, era scalzo tranne che per i suoi soliti calzini multicolor.

Temperance non si accorse che lo stava praticamente squadrando da capo a piedi.

Booth d'altro canto se n'era accorto e sogghignava, Bones lo stava praticamente spogliando con gli occhi.

 

-      Bones hai finito di farmi la radiografia? - le chiese divertito.

 

Temperance si riscosse.

 

-      Radiografia? Non vedo nulla di rotto! Devi andare in ospedale?-

 

Booth rise. Ahh, sempre la solita Bones!

 

-      Lascia stare è un modo di dire, vado a cambiarmi e torno. Almeno che tu non voglia che resti senza maglietta si intende - .

 

Le sorrise malizioso.

 

-      No Booth vatti a cambiare, prenderai freddo sennò -.

 

Lui annuì e si chiuse in camera.

La Dottoressa sospirò e si alzò da terra. Controllò se addosso non aveva pezzi di vetro e, guardando dove metteva i piedi si diresse in cucina.

Booth teneva scopa e cassetta accanto al frigorifero appoggiate al muro, le prese e ritornò in salotto, piano piano raccolse i vetri e sentì la porta di camera aprirsi.

“Oddio speriamo si sia messo una maglietta addosso”, pensò mentre si voltava verso Booth.

 

Seeley si era cambiato e aveva addosso una maglietta dei Flyers, la sua squadra preferita di hockey e un paio di pantaloncini corti, che sembravano del pigiama. Era senza calzini.

 

-      Ho raccolto un po' di vetri Booth, ma per le schegge dovrai passarci con un aspirapolvere - .

 

Booth non rispose e si avvicinò a lei.

 

-      C-cosa stai facendo? -

 

A meno di dieci centimetri di distanza dal suo corpo si fermò e tese la mano, a prendere la scopa che lei teneva con la mano destra.

Le mani si sfiorarono e Temperance di istinto chiuse gli occhi.

Non poteva, non voleva far vedere a Booth quanto quel piccolo contatto aveva effetto su di lei.

Sentì Booth levarle gentilmente la scopa dalla mano, riaprì gli occhi.

-      Grazie Bones ma non dovevi – le bisbigliò all'orecchio, le labbra che quasi lo sfioravano.

 

Temperance non ebbe il coraggio di rispondere e si limitò ad annuire.

 

Gli occhi di Booth si spostarono dal suo viso alla sua bocca.

 

“oddio come sarebbe bello baciarla” pensò.

“cambierebbe tutto fra di noi, ma sarebbe così dannatamente giusto..”

 

Le sue labbra si stavano avvicinando a quelle di Temperance, mancavano solo pochi centimetri.

Temperance chiusi gli occhi.

“ci stiamo per baciare, ci stiamo davvero per baciare”.

 

Poi un rumore in lontananza. Un telefono.

Booth si riscosse e corse a rispondere mentre Temperance buttava fuori l'aria che non si era accorta di aver trattenuto.

Si sedette sul divano e, senza volerlo, ascoltò la conversazione di Seeley al telefono.

 

-      Tranquilla Rebecca, a che ora passo a prenderlo? .. Perfetto, fai le condoglianze a Bret da parte mia. A domani, notte. -

-      Problemi con Parker? - chiese Bones.

-      Uhm? No no, nessun problema. Capitan Fantastic deve tornare dai suoi in Oklahoma. A quanto pare una parente è deceduta. Rebecca va con lui e mi ha chiesto di tenere Parker. -

 

Temperance sorrise al nomignolo che Booth aveva dato al nuovo fidanzato di Rebecca.

 

-      Allora domani starai con lui? -

 

Booth la guardò per la prima volta dopo quel 'quasi' bacio di prima.

Nel suo tono scorse un briciolo di, cos'era... gelosia forse?

 

Sorrise e Temperance rispose con un sorriso dei suoi.

 

-      Si Bones, starò con lui. -

-      Bene sono contenta. So quanto Parker è importante per te e quanto tieni a stare in sua compagnia. - disse mentre si alzava per prendere la borsa dal tavolo.

-      Già, d'altra parte è mio figlio. Che fai Bones, te ne vai? Ma sono solo.. - guardò l'orologio.

-      .. le 22! dai rimani ancora un po'. -

 

Temperance lo osservò mentre metteva quel broncio che tanto le piaceva.

 

-      No Booth stasera non mi incanti! La scorsa settimana a causa di quel tuo broncio sono rimasta qua fino alle 1 di notte e non abbiamo concluso nulla. Sono stanca e voglio andare a letto. -

 

Booth fece uno strano sorrisino e si avvicinò pericolosamente a Temperance.

 

-      In che senso non abbiamo concluso nulla? -

 

Temperance avvampò.

 

-      N-non in.. oh dai Booth! Nel senso del lavoro, del caso.. ricordi? -

 

Booth ricordava molto bene, si divertiva solamente a metterla a disagio. Le piaceva quando la stoica dottoressa Brennan, signora delle ossa, non era più così rigida e controllata. Le piaceva mandarla in confusione.

 

-      Si Bones, mi ricordo. -

 

Le sfiorò una ciocca di capelli con un dito per poi stringerla con la mano.

 

-      Buonanotte Bones. Ci vediamo domani. - le diede un leggero bacio sulla guancia e si allontanò.

-      Buonanotte Booth, a dom... Come sarebbe a dire a domani? E Parker? -

 

Booth le aprì la porta di casa.

 

-      Bones, conoscendo mio figlio vorrà di sicuro vederti. Quindi, a domani! -

-      Ah, mmm ok allora. A domani. -

-      Ciao Boooones! - la guardò scendere le scale e, appena sentì chiudersi il portone di ingresso, chiuse la porta.

 

“oh si, domani sarà di sicuro una grandissima giornata.”

 

  
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