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Autore: Lely1441    23/06/2011    3 recensioni
Centosei giorni alla maturità. Raccolta degli sprazzi di vite che si intersecano: Nad, la celiaca; Sì, la fragile principessa; Ann, la lesbica; Mat, il cavaliere della lesbica; Bas, l'anonimo; Melassa, la secchiona. Ed un coro da tragedia per il quale Euripide in persona si rivolterebbe nella tomba.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'It's the final countdown'
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Heard a cry for mercy, in the city of the damned
oh oh babe, damned down in the pits you go no lower
the next stop’s underground… Oh, hello underground!
(*)
 
Giovedì 23 giugno 2011
 
La proposta che vorrei fare al Ministero è quella di farci subire gli esami a gennaio, possibilmente dentro un freezer. Anzi, l’idea sarebbe quella di eliminarli direttamente, ma si sa quanto siano ristretti di mente.
Non sono ancora pronti per il grande passo.
Però, seriamente, ciò che più uccide sono i trenta gradi all’ombra; dubito che nel deserto del Sahara faccia più caldo, a mezzogiorno.
«Dormito bene?», mi chiede sorridente Ann, appena arrivata nell’atrio pieno di gente. Io faccio bruscamente cenno di sì con la testa, ma essendo rimasta fino alle due a farmi una maratona di film da suicidio, non si può dire che la cosa sia a tutti gli effetti vera.
Nel frattempo si avvicina anche Melassa, bianca e pallida come uno straccio. Eccone una che ha riposato persino meno di me.
«’giorno», mugugna, gli occhi stravolti. Spero che almeno stamattina non corra a chiudersi nel bagno prima della consegna delle prove come ieri. Credo abbia vomitato anche l’anima.
«III A, III B, III C! Avanti, potete andare in classe!»
Noi tre ci guardiamo e ci facciamo avanti nella calca, salendo la scalinata e recuperando, nel mentre, alcuni nostri compagni.
L’aula è afosa già di prima mattina, e dopo aver abbandonato borse e zaini nella stanza attigua vorresti solamente trovare il modo di fuggire via.
Mi metto a sedere esattamente dietro a Mat, e gli sussurro:
«Hai visto ieri il link della versione che girava? Parlavano di Seneca…»
Lui si volta e mi sorride.
«Sai, non conviene. Se si tratta di quella, annullano la prova e ci tocca rifarla».
Oddio, che prospettiva oscena. Preferisco Tacito alla ripetizione di questo suicidio neuronale. I minuti passano lenti, mentre il Commissario finalmente apre la busta e chiama Melissa per farle proclamare l’autore.
«Seneca», legge con voce incerta.
Oddio, voglio morire.
«Mat!», sibilo inorridita. Sembra più impietrito di me.
«Calma, aspettiamo le tracce».
Quei maledetti minuti sembrano passare al rallenty. Prima delle 8.30 non iniziano a farci passare i fogli, e quasi lo strappo di mano al professore che me lo porge.
“Il vero bene è la virtù”
Dio, ti ringrazio. Non parla di sbocchi di sangue.
Hanno appena evitato una crisi isterica in grande stile.
 
 
 
Nulla da aggiungere, sono troppo stanca. Ma AMO Seneca, l’ho mai detto? Caro e simpatico vecchietto. A presto!
 
(*)
Ascolta il pianto per la grazia, nella città dei dannati
oh oh piccola, dannata, giù nella fossa non vai oltre
la prossima fermata è sottoterra… Oh, ciao, sottoterra!
 
Led Zeppelin - For your life
   
 
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