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Autore: _rainbow_    24/06/2011    36 recensioni
Edward Cullen è il tutore legale di Isabella Swan da quando lei aveva l'età di undici anni.
Il loro rapporto è sempre stato molto rigido e formale.
Ma adesso che gli studi di Isabella sono terminati, e lei sta per compiere la maggiore età, Edward si presenta con un programma del tutto inaspettato: una lunga vacanza in giro per il mondo, in barca a vela, solo loro due.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buongiorno ragazze!
Allora, per non mancare all'appuntamento (e già arrivo con un giorno di ritardo!) ho deciso di postare la prima parte del capitolo. Purtroppo non ho potuto completarlo, ma non volevo "saltare il giro" e andare direttamente a giovedì prossimo.
Ovviamente, mi maledirete quando arriverete alla fine... però già che dovevo dividere, l'ho fatto bene! XD!
Comunque, in fondo ci sentiremo ancora...
Prima di salutarvi, voglio ringraziarvi per la vostra presenza sempre costante ed affettuosa. Sto rispondendo alle vostre splendide recensioni, emozionandomi come ogni volta.
Un bacio grande.
Roberta









Stretta tra le braccia di Jasper, Bella stava cercando di liberarsi con tutte le sue forze.

Decisamente, però, la forza dell'uomo stava rendendo vano ogni suo tentativo: aveva avvolto le braccia intorno al suo busto, stringendole i polsi con forza e costringendola a rimanere premuta con la schiena contro di lui.
Sentiva il cuore pompare con forza, mentre una vaga sensazione di panico iniziava a farsi strada dentro di lei.
- Bella, così fai il suo gioco. Devi cercare di rimanere lucida e pensare. La sua forza è troppo superiore alla tua, non ti libererai mai, almeno non prima di avere imparato qualche contromossa efficace.
Aveva riportato lo sguardo su Rosalie, mentre la stretta di Jasper si allentava solo lievemente.
- Sorprendere l'avversario, ecco cosa potresti fare.
Si era avvicinata, mettendosi di fianco rispetto a loro.
- Per qualche attimo fingi di volerti liberare, proprio come stai cercando di fare adesso. Poi, però, improvvisamente devi smettere e fingere che stai perdendo i sensi.
Aveva smesso di dibattersi, dal momento che effettivamente non aveva ottenuto nessuno effetto, se non quello di stancarsi inutilmente.
- Sei mai svenuta?
- Sì, un paio di volte.
Jasper adesso l'aveva lasciata andare, allontanandosi leggermente. Si era voltata anche lei in parte, incrociando il suo sguardo e lui le aveva sorriso.



Decisamente non aveva l'aria di un pericoloso malvivente, però il contatto tra loro era reale, anche un pò imbarazzante a dire il vero. Quando la stringeva, lo faceva sul serio, per simulare il più possibile un'aggressione vera e propria.
Rosalie, infatti, le aveva spiegato che più le sensazioni provate sarebbero state reali, più avrebbe imparato a gestire le sue reazioni.
Ecco perchè la presenza di Jasper era indispensabile: se l'avesse aggredita lei, non sarebbe stata la stessa cosa.
- E' stato immediato, o hai capito che stava succedendo?
- No, ho capito che stavo perdendo i sensi.
Non si era pentita di aver accettato la proposta di Rose di insegnarle qualcosa di autodifesa. Aveva visto lei alle prese con il fratello, ed era rimasta decisamente colpita da come era riuscita a metterlo ko.
Ed era sicura che Jasper non avesse barato, la lotta tra i due era stata accesa, a tratti anche buffa, dal momento che poi era stata accompagnata da un battibeccare molto fraterno quando Rose si era vantata di averlo mandato al tappeto.
- Benissimo. E' quello che dovresti riuscire a simulare. Smetti di lottare e fingi che stai perdendo i sensi. Ti abbandoni e ti trasformi in un peso morto. A questo punto il tuo aggressore ti crederà momentaneamente fuori uso e le sue difese si abbasseranno.
Era un'insegnante bravissima, infondeva sicurezza e forza solo nel sentirla parlare.
- Lasci passare qualche secondo, non di più, altrimenti lui starà già facendo la mossa successiva, cioè capire come approfittarsi al meglio del tuo stato di incoscienza.
Rose aveva fatto una smorfia disgustata, scambiando una breve occhiata con il fratello.
- In polizia abbiamo arrestato diversi stupratori seriali che contavano proprio sullo svenimento delle vittime per compiere indisturbati i loro porci comodi. Un vero schifo, credimi.
Jasper aveva annuito di rimando, un'espressione altrettanto dura.
- Spero abbiano avuto la pena che si meritavano.
C'era stato uno scambio di sguardi piuttosto insofferente tra i due gemelli, che le aveva già dato un'idea della risposta.
- Non sempre. Far rispettare la legge non è facile come può sembrare. Ci sono un sacco di fattori che remano contro, tra cui avvocati che non si fanno molti scrupoli per le vittime che hanno subito violenza.
Lo sguardo di Jasper si era incupito talmente tanto che l'azzurro sembrava quasi diventato blu. Aveva scosso la testa, poi si era allontanato per andare a prendere la bottiglietta d'acqua che aveva lasciato vicino al bordo della pedana.
- Comunque, ricapitolando: ti aggredisce alle spalle, ti immobilizza totalmente e tu non riesci a liberarti. Fingi di svenire, ti lasci andare a peso morto per qualche attimo. Gli verrà istintivo di sostenerti, così facendo sarà sbilanciato leggermente in avanti, su di te. Direi che potremmo farti vedere, così ti fai un'idea ben precisa.
Il fratello si era riavvicinato e alle parole di Rose, si era portato alle sue spalle, strizzandole un occhio scherzosamente come a dire "stai a vedere che la frego".
A lei era venuto da sorridere, più che altro perchè dalla faccia concentrata le sembrava che sarebbe stata la sorella a "fregarlo".
- Forza, fratellino, dacci dentro.
Jasper l'aveva subito aggredita, stringendola proprio come aveva stretto lei poco prima. Forse con Rose doveva usare però un pò più di forza dal momento che era più in forma di lei.
- Okay, Bella, adesso guarda attentamente.
Improvvisamente aveva smesso di lottare, lasciandosi andare proprio come se le forze le mancassero.
- Tieni presente che non ti vede, quindi mi raccomando non chiudere gli occhi. Anche se per poco, potrebbe farti perdere il contatto con la realtà e con la situazione. Potrebbe distrarti, quindi non sottovalutare nessun dettaglio.
Proprio come le aveva detto, Jasper si era ritrovato costretto a sostenerla per non farla cadere a terra. Ed effettivamente era leggermento sbilanciato in avanti dal peso della sorella.
Poi Rose aveva agito rapidamente: si era spinta sulle gambe, riprendendo pieno possesso delle sue forze, rialzando anche il busto di scatto e arrivando a colpire con la testa il viso del fratello. Il colpo era arrivato a segno, perchè con un'imprecazione decisamente spontanea, Jasper si era portato una mano sul naso.
- Cazzo, Rose!
- Ed ecco conquistata la libertà.
Rose si era allontanata subito, girandosi a guardare soddisfatta il gemello.
- A questo punto è importante scappare. Non pensare di colpirlo ancora, pensa solo a metterti in salvo. Senza nemmeno voltarti a guardare se si è ripreso e ti sta inseguendo. Potrebbe costarti caro, potresti cadere, perdendo così il vantaggio sul tuo aggressore.
Intanto aveva visto Jasper massaggiarsi anche uno zigomo.
- Che ne dici di provare, Bella?
- Perchè non chiedi a me se sono pronto a riprovarci?
Il tono di voce con cui aveva apostrofato la gemella era stato un pò seccato.
- Hai la capacità di massacrarmi sempre, Rose. C'era bisogno di tanto realismo anche nel colpirmi?
- Dio, Jazz, che piagnisteo! Se lo sapevo, lo chiedevo ad Emmett!
- Mi hai quasi spaccato il naso!
- Ad Emmett l'ho rotto veramente, eppure non ha fatto la metà delle scene che stai facendo tu.
Bella non era riuscita a rimanere seria, i gemelli la stavano coinvolgendo con quel loro modo di fare.
- Davvero hai spaccato il naso ad Emmett?
Rose si era voltata verso di lei, sorridendole divertita.



- Ah, ah. E l'ho fatto la sera che l'ho anche arrestato.
Questa poi! Bella era completamente stupita.
- Se non fosse stato ubriaco, col cavolo che ci riuscivi. Emmett non riesco a mandarlo ko nemmeno io.
Nella voce di Jasper c'era stata una certa ammirazione per il cognato.
- Forse. Comunque, rimane il fatto che lui mi ha aggredito e io in risposta gli ho rotto il naso.
Il gemello aveva scosso la testa, un'espressione ironica.
- Io, a una che mi rompeva il naso, non gli chiedevo di uscire il giorno dopo. Come minimo non l'avrei più voluta vedere...
Bella era sempre più sorpresa: si erano conosciuti così Emmett e Rose?
- Anche Bella sembra pensarla come me a giudicare dalla sua faccia sorpresa.
Si era subito affrettata a chiarire quello che stava pensando.
- No, in realtà stavo pensando che è stato un incontro alquanto... originale!
Rosalie si era messa a ridere.
- Adesso ci rido sopra, ma quella sera lo avrei ucciso. Ero già arrabbiata perchè mi avevano revocato una settimana di ferie, poi ci chiamano per una rissa scoppiata in un locale. Arriviamo, io e il mio collega, e troviamo Emmett che sta lottando con tre tizi contemporaneamente. Allora ci precipitiamo per dividerli, intimandogli "alt! polizia! fermi e buoni!". Ma loro niente, imperterriti vanno avanti a darsele di santa ragione. A quel punto siamo intervenuti: il più vicino a me era proprio Emmett. L'ho preso per un braccio, senza farmi intimorire dalla stazza, dal momento che durante gli allenamenti avevo mandato al tappeto colleghi grossi uguali.
Il racconto le stava facendo conoscere l'aspetto "tosto" di Rosalie, quello che aveva intuito dietro quello sguardo duro che sfoggiava ogni tanto.
- Lui ha reagito, cercando di spintonarmi via. Era talmente inferocito, mi ha detto poi, che non si è nemmeno accorto che ero una donna. Altrimenti non mi avrebbe aggredito così, e conoscendolo poi, ho capito che era vero. Comunque, ho reagito anch'io, assestandogli un colpo che lo ha preso in pieno sul naso, rompendoglielo.
Si era interrotta, guardando Jasper e facendogli una smorfia scherzosamente ironica.
- Ma lui, a differenza di qualcun altro, non ha fatto una piega, anzi c'è voluto che lo ammanettassi, che gli leggessi i suoi diritti, che lo caricassi in macchina, prima di rendersene conto. E poi, anche dopo, non è che abbia fatto chissà che.
- Davvero un incontro romantico il vostro, tra sangue e botte.
- Intanto noi siamo ancora insieme.
L'ultimo botta e risposta tra i due gemelli aveva in un attimo raggelato l'atmosfera tra di loro. Jasper era stato quello che si era irrigidito di più, arrivando a sbiancare le nocche da tanto che stringeva i pugni.
- E poi lui ti ha chiesto di uscire?
Non sapendo bene che fare, Bella aveva preferito fingere di ignorare la tensione che si era creata in un istante tra loro, ponendo un'altra domanda a Rose.
- Sì, praticamente già la mattina dopo, quando completamente sobrio ci siamo rincontrati mentre lo portavamo davanti ad un giudice perchè decidesse cosa farne.
- Devo supporre che tu abbia accettato.
- Supponi bene. Lucido mi ha fatto subito un effetto diverso. Le sue scuse sono state così sincere e dirette, che non ho potuto fare a meno di credergli. Nel frattempo avevo anche scoperto che tipo di uomo avevo davanti: si trattava di un ex Navy Seals, appena congedato, con un curriculum di tutto rispetto. Ho pensato che un uomo così non poteva essere un balordo qualsiasi.
Si era addolcita l'espressione del suo viso mentre parlava di Emmett.
- Gli ho dato il beneficio del dubbio, anche perchè i suoi occhi mi hanno colpito immediatamente.
- Scusatemi, ma questo momento mi sembra più adatto a voi, che non a me... se avete voglia di continuare, riprendiamo, altrimenti io andrei a farmi una doccia.
Avevano guardato entrambe nella direzione di Jasper, evidentemente ancora irritato verso la sorella. Le lanciava occhiate così cupe, che era impossibile ignorarle.
- Direi che per me è sufficiente così, oggi. Sono quasi le undici poi, devo prepararmi anch'io. A mezzogiorno Jake sarà qui.
In parte era vero, in parte aveva capito che qualcosa tra i due fratelli si era incrinato, tanto che aveva il sospetto che via lei, avrebbero seriamente discusso.
Perchè adesso anche Rose ricambiava le occhiate del fratello, quasi in un discorso silenzioso tra loro due.
- Okay, Bella. Per qualsiasi cosa, non esitare a chiamarmi.
- Sì, grazie Rosalie.
- Magari riprendiamo domani o dopodomani la lezione.
- Sì, per me va bene. Per l'orario vediamo.
- Anche per il partner, magari.
La frecciata di Rose era andata a segno con Jasper, perchè dopo aver salutato educatamente lei, se ne era andato senza aggiungere una parola.
- Scusaci, Bella. Ultimamente abbiamo qualche piccola divergenza d'opinione su una questione che riguarda Jasper. Non riusciamo a fare a meno di andare a parare sempre lì.
Rose era stata sinceramente dispiaciuta.
- Non scusarti, Rosalie. Capisco. Per quanto mi riguarda non c'è problema. Anzi, spero possiate superare la cosa.
- Lo spero anch'io. Non mi piace avere dei contrasti con lui. E' come se fosse una parte di me.
Mentre lo diceva, aveva guardato dispiaciuta nella direzione dove era appena scomparso il fratello.





XXXXXXXXXXXXX



Mentre si era organizzata per il pranzo con Jake, Bella aveva ripensato ai fratelli Hale, giungendo alla conclusione che il problema tra loro poteva riguardare Alice.
Le era venuto in mente perchè aveva ripensato alla festa, dove aveva visto i due discutere, con Rose che le era apparsa arrabbiata mentre li osservava.
Alla fine non aveva chiesto nulla ad Edward, perchè le era sfuggito di mente e anche perchè avevano avuto molto altro di cui parlare.
Ma adesso continuava a rimuginarci sopra: provava simpatia per entrambi i gemelli, le spiaceva sapere che avevano dei contrasti tra loro.
Aveva deciso, nel frattempo, di apparecchiare in cucina. Le piaceva di più come ambiente, le sembrava meno formale rispetto alla sala da pranzo che rimaneva comunque bellissima ed accogliente.
Le era venuto da pensare se in futuro avrebbero mai dato qualche cena importante, magari per ricevere qualche ospite legato agli affari di Edward.
Nei suoi ricordi di bambina c'erano stati pranzi, o cene, a casa sua che avevano ospitato alcuni soci di suo padre. Si ricordava vagamente i loro visi, anche perchè ad un certo orario lei poi doveva andare a letto.
Magari quando fossero stati sposati sarebbe stato più naturale ricevere ospiti.
Sposati.
Il solo pensarlo le provocava sempre un'emozione che le schiacciava le pareti dello stomaco.
Suo marito.
Aveva smesso di girare il sugo, immaginandosi per un attimo sulla spiaggia di fianco al ristorante di Pepe, intenta a scambiarsi una promessa d'amore con Edward.
Aveva fantasticato ancora un pò su quel momento, tanto che le era venuta una voglia irrefrenabile di sentire la sua voce. Così aveva spento il fuoco, andando in cerca del suo cellulare.
Lo aveva lasciato in bagno, dove lo aveva portato quando si era fatta la doccia. Aveva fatto partire la telefonata, ora impaziente di sentirlo rispondere.
Stava quasi per rinunciare, quando la comunicazione si era aperta.
- Pronto, ciao Isabella.
- Jennifer... buongiorno!
Era rimasta sorpresa nel sentire la sua voce al posto di quella di Edward. Se ne era accorta anche lei, perchè si era affrettata a rassicurarla.
- Edward ha dimenticato il cellulare in ufficio, lo sentivo squillare. Mi sono permessa di rispondere perchè ho visto che eri tu.
- Oh, grazie. Eviterò di richiamare inutilmente...
- Hai bisogno di lui? Se vuoi te lo rintraccio. Si è recato ad un appuntamento con dei soci, starà fuori anche per pranzo, ma...
- No, no. Non c'è n'è bisogno. In realtà volevo solo... salutarlo, ecco.
Bella si sentiva leggermente in imbarazzo ora. Anche se, a dire il vero, Jennifer non aveva dato segno di giudicare in nessun modo il loro cambiamento di rapporto. Anzi, le era sembrata a suo agio quando aveva partecipato alla festa. Anche vedendo lei ed Edward scambiarsi qualche bacio a fior di labbra.
- Probabilmente non si è ancora accorto di aver lasciato il cellulare in ufficio. Le volte che capita, di solito mi chiama per avvisarmi. Vuoi che gli dica di richiamarti?
- No, magari le dica soltanto che l'ho chiamato. E che era solo per... salutarlo. 
- Non mancherò di farlo.
- Grazie, Jennifer. Allora, arrivederci... e buon pranzo.
- Anche a te cara.
La delusione di non averlo sentito c'era tutta, e le bruciava. Possibile? Eppure lo aveva salutato solo qualche ora prima. Chissà se le sarebbe passata, col tempo, la voglia che aveva sempre di lui.
Nel frattempo era tornata in salone, dove aveva visto che mancavano meno di dieci minuti a mezzogiorno. Ormai Jake doveva essere in arrivo.
Un pò di nervosismo lo sentiva per quell'appuntamento, era anche per quello che si era tenuta occupata con la lezione di autodifesa. Non avrebbe pensato tutto il tempo a come sarebbe stato rivederlo. Si domandava anche che tipo di regalo potesse averle fatto.
Si era aggirata un pò senza meta, sistemando prima un cuscino, poi il vaso di una pianta, poi un quadretto che si era leggermente spostato.
Finchè il videocitofono non aveva annunciato l'arrivo di Jake, togliendola dall'ansia di quell'attesa.




XXXXXXXXXXXXXXX




Rivederlo non era stato così imbarazzante come aveva pensato, però non era stata nemmeno facile come bere un bicchier d'acqua.
Diciamo che molto aveva fatto il regalo con cui si era presentato: una tartarughina dentro una vaschetta completa di isolotto e sassolini colorati.
Si era ricordato perfettamente di quello che gli aveva confidato quando gli aveva raccontato un pò della sua infanzia: che non aveva mai avuto la possibilità di tenere un animaletto, come spesso facevano invece i bambini. Nè quando c'erano ancora i suoi genitori, nè tantomeno al St. Marie.
Quando era sbucato dall'ascensore con la vaschetta tra le mani e augurandole buon compleanno, qualcosa dentro di lei si era sciolto.
Jake era un ragazzo sensibile e attento.
- Questa torta è la fine del mondo!
Proprio la sua voce soddisfatta l'aveva riportata al presente, in cucina.
- Vero che è buona? Da quando l'ho assaggiata è diventata una specie di droga! Lo chef poi adesso lo sa e me la prepara quasi tutti i giorni.
Era stato Edward ad informarlo, sempre lui a chiedergli di prepararla tutti i giorni. Decisamente la viziava, riempiendola di attenzioni del genere. Aveva pensato quasi che fosse un modo per ripagarla di tutte quelle che non le aveva rivolto negli anni precedenti.
Di certo non si lamentava, era bello sentirsi coccolata così.
- Credevo fosse anche questa farina del tuo sacco...
- Mi limito a piatti semplici, per il momento. Cucinare però mi piace, non escludo di seguire qualche corso in futuro per migliorarmi.
Erano riusciti a chiacchierare normalmente, non proprio come quando erano stati a Montego Bay, ma quasi. Jake era venuto davvero con l'intenzione di recuperare, perchè non aveva mai fatto, o detto, nulla che fosse risultato fuori posto.
Aveva accennato all'episodio di Londra, dicendole che il regalo aveva anche il significato simbolico di volerle chiedere scusa per come si era comportato. A quel punto, Bella non aveva potuto ignorare una simile offerta di pace.
Da lì avevano ripreso il loro rapporto, iniziando a scherzare su un probabile nome da dare alla tartarughina.
Alla fine era saltato fuori Nessie, in onore delle leggende sul mostro che sembrava abitare l'altrettanto famoso lago londinese.
- Bè, con la pasta te la cavi già bene. Anche il sugo era buono.
- Mi ha insegnato la ricetta un ragazzo italiano. Uno studente che frequentava la mia scuola.
Andrea era stato l'origine di tutto: la fuga di Edward, il suo viaggio a Londra, la proposta di matrimonio, l'incontro con Jake in discoteca... tutto era partito dall'averlo rincontrato.
- Edward lo sa?
Per la prima volta, Jake era stato chiaramente pungente. Si era riferito alla gelosia che Edward provava verso di lei.
- Non proprio. Però ha conosciuto Andrea di persona. L'ho rincontrato proprio qui, a New York, ad una festa a cui abbiamo partecipato. 
- Ho visto le foto che erano apparse sui giornali. Eri molto bella quella sera...
Si era leggermente agitata sulla sedia davanti a quel complimento diretto. Jake l'aveva osservata con quel suo sguardo che sapeva diventare molto profondo.



- Posso almeno farti un complimento? Gli amici se ne fanno.
Magari gli amici non avevano proprio il suo sguardo, ma dal momento che era stato solo quello, un complimento, aveva annuito.
- Sì, certo.
Lui le aveva sorriso, raschiando poi con la forchetta quel pò di panna che era rimasta ancora sul suo piatto.
- Anche la tua amica è molto carina. L'ho vista un pò di sfuggita l'altra sera, però ho il ricordo di due gambe piuttosto lunghe...
Kelly, in effetti, era un pò più alta di lei, e di certo aveva gambe più lunghe e più belle.
- Immagino saprà tutto quello che c'è da sapere su di me. Mi ricordo anche di uno sguardo piuttosto ostile, in effetti...
Quando le aveva detto che Jake si era fatto vivo e che lei lo aveva invitato a pranzo, ostile non era proprio l'atteggiamento che aveva avuto Kelly.
Infuriato, indignato... forse erano aggettivi più giusti. Non era stata molto d'accordo sul fatto di dargli un'altra possibilità, dal momento che secondo lei si era comportato da vero stronzo.
Però, era vero anche che l'amica tendeva a "bruciare" molto in fretta, arrivando solo dopo ad essere più obiettiva nelle sue considerazioni.
Bella aveva osservato Jake, sorridendo leggermente.
Si accorgeva solo ora che lui e Kelly avevano in comune l'essere molto impulsivi.
- Bella? Sembri il gatto che ha appena mangiato il topo.
Le era venuto da ridere, pensando che il topo poteva essere lui, e il gatto Kelly: solo una parola sbagliata, e allora sì che se lo sarebbe mangiato vivo!
- Scusa, stavo seguendo il filo di un pensiero...
- Puoi dirlo anche a me? Ho l'impressione che mi riguardi...
- No, affatto.
- Bella?
Lo sguardo ironico che le stava rivolgendo ora, era quello che era stato in grado di conquistarla immediatamente, facendole nutrire un'istintiva simpatia per lui.
- Sei una pessima bugiarda.
Era arrossita, capitolando.
- Stavo pensando che tu e Kelly siete piuttosto simili caratterialmente.
- Bella, ti ricordo che hai giurato di non aver organizzato apposta questo incontro...
Il tono con cui gliel'aveva detto era rimasto ironico, ma lo sguardo si era fatto più serio.
- E lo confermo. E se proprio vuoi essere rassicurato... sappi che anche Kelly mi ha fatto giurare la stessa cosa!
Questa era un pò una bugia, dal momento che Kelly non aveva nemmeno preso in considerazione l'idea che Jake potesse piacerle. Era un bel ragazzo, questo lo aveva ammesso, ma aveva l'idea che dovesse essere caratterialmente molto lontano dal tipo di ragazzo che piaceva a lei.
- Bene, in questo caso non mi sento per niente offeso. Non ho bisogno di altre... complicazioni.
Aveva avuto un attimo di esitazione prima di essere sincero.
La "complicazione" era ovviamente lei.
Ad interromperli era stato il suo cellulare. Quando lo aveva tirato fuori dalla tasca, aveva visto che a chiamarla era un numero privato.
Aveva pensato subito che potesse essere Edward, così aveva risposto immaginando già di sentire la sua voce.
- Pronto?
- Parlo con Isabella Swan?
Era stata la voce di un uomo, ma non quella di Edward.
- Sì, sono io.
- Buongiorno, sono Matthew Suterland del New York Times.
Un giornalista? Bella doveva aver fatto una faccia assolutamente sorpresa, perchè Jake si era fatto immediatamente serio in volto.
- Posso rubarle solo un attimo?
Ma come aveva fatto a recuperare il suo numero di cellulare?
- Mi scusi...
- Solo una domanda: il suo fidanzato si dichiarerà innocente davanti all'accusa di aver amministrato il suo patrimonio finanziando attività illegali?
- Come ha fatto ad avere questo numero?
- Abbiamo le nostre fonti. Posso chiederle ancora se ha qualche dichiarazione da rilasciare in merito?
- Nessuna dichiarazione, buongiorno.
Aveva chiuso la comunicazione senza attendere un altro secondo. Non sapeva come aveva fatto ad avere una tale prontezza, forse erano stati gli insegnamenti di Edward riguardo il fatto di non parlare mai con la stampa. Sin da quando era passata sotto la sua tutela non aveva fatto altro che metterla in guardia al riguardo.
- Bella, chi era?
Jake era chiaramente preoccupato adesso. Probabilmente era il riflesso dell'espressione che doveva avere lei in quel momento: agitata.
- Si è presentato come un giornalista del New York Time.
- Un giornalista?
Aveva annuito, con la mente già proiettata al passo successivo: rintracciare Edward.
- Scusa, Jake. Poi ti racconto. Prima devo rintracciare immediatamente Edward e capire cosa sta succedendo.



Continua....





Mettetela così: avete il tempo per lanciarmi maledizioni e anatemi! XD!
Quelli che io lancio contro il tempo tiranno che mi impedisce di concludere i capitoli alla giusta scadenza.
Ma parliamo di questo mezzo capitolo: quante di voi sono sobbalzate sulla sedia quando hanno letto di Bella stretta tra le braccia di Jasper? Giuro, avrei voluto vedere la vostra faccia!
Ma è tempo che anche le storie parallele inizino ad emergere, molte di voi mi hanno chiesto di Alice e Jasper. Arrivano, arrivano... non aggiungo altro!
Poi non girerò intorno alla cosa: la botta finale! Se avessi postato tutto, avreste già saputo molto di più... purtroppo (crudele? Un pò sì...XD!) dovrete attendere giovedì prossimo.
Però... voi ormai conoscete bene Edward Cullen. Dite che c'è da preoccuparsi?
Intanto, scriverò anche rosso... e se riesco lo posterò nei primi giorni di settimana prossima... quindi tra lunedì e martedì fatevi un giro sul mio account, magari troverete i capitoli extra aggiornati! XD!
A giovedì prossimo.
Un bacione grandissimo.
Robi







 
 

 
 










      

  
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