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Autore: shootingstar_    24/06/2011    3 recensioni
«C'mon. È soltanto il primo round» cantilenò.
Miguel si alzò. A pochi passi da lui giaceva il cappellino della sua avversaria. Glielo porse, ricevendo in cambio un sorriso provocatorio.
«Perché ieri mi hai fatto quel discorso?».
Anna si mise in posizione di difesa.
«Sapevo che avrei combattuto contro di te e non mi piace vincere facile».
Miguel assunse posizione d'attacco.
«E allora combattiamo».

Questo è il mio "esordio" nel fandom, quindi recensioni positive o negative stra bene accette ^^
Nella speranza che vi piaccia, grazie in anticipo
Minnie
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Williams, Miguel Caballero Rojo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il colore rosso



Stava ancora aspettando la sua sangria.

A quell'ora il bar dell'hotel dove alloggiava era quasi vuoto, gli sgabelli occupati si potevano contare sulle dita di una mano- e tutti erano lontani dal suo.

«Gracias» mormorò al barista quando gli consegnò la sua ordinazione.

Ne bevve un sorso. Respinse l'impulso di sputarla in faccia a quell'incompetente- era troppo stanco, non valeva la pena di scatenare un litigio solo per una sangria scadente.

Era pur sempre qualcosa da bere.



Un sorso, poi un altro.

Quella maledetta puta l'aveva ridotto male.

Un altro sorso ancora, una birra appena arrivata e già svuotata.

Lui, un gigante, si era fatto battere clamorosamente da una ragazzina che non arrivava nemmeno al metro e sessanta.

La seconda birra già non sapeva più di niente.

Iniziava ad avere la vista annebbiata. Sprofondava in quella coltre di nebbia che era il suo più intimo rifugio.

Attorno a lui la gente andava e veniva; ma lui rimaneva lì, immobile sul suo sgabello di legno foderato in verde, patetico nel suo cappotto scamosciato.



«
Hello».

Sobbalzò. Qualche goccia di birra andò a macchiargli la camicia.

Guardò la donna che gli aveva appena rivolto la parola. Si era seduta accanto a lui senza fare il benché minimo rumore e lo guardava con quel paio di occhi nocciola parzialmente nascosti dalla frangetta.

Quegli occhi gli ricordavano quelli di sua sorella.

L'occhio, inevitabilmente, gli cascò sulle gambe della giovane donna. Così magre, così sexy.

«Buenas noches» mormorò solamente.

Era deciso ad ignorarla.

«Sono Anna» disse. Era evidente che lei non la pensasse allo stesso modo. «Anna Williams».

«Lo so».

Anna lo guardo, in attesa di qualcosa. Una presentazione, una stretta di mano. Quando, dopo parecchi secondi d'attesa, fu chiaro che quel qualcosa non l'avrebbe mai ottenuto, sorrise.

Gli angoli delle sue labbra- rosse e carnose si incurvarono all'insù.

Scoccò le dita e ordinò un bicchiere di vino rosso.

Quando il bicchiere di vino arrivò, la vide elargire una cospicua mancia al ragazzo, che le sorrise. Poteva benissimo capirne il perché.

«Non dovresti bere così tanto, tesoro» disse all'improvviso, appoggiando il bicchiere mezzo pieno sul bancone e osservandolo mentre faceva scorrere nella sua gola un'altra birra di malto.

«Arrendersi non è la scelta giusta da fare, non solo dopo la prima sconfitta».

L'unica risposta che ricevette fu un grugnito. Se la cavava un po' con l'inglese ma, forse anche a causa di tutto ciò che aveva bevuto in quegli ultimi venti minuti, non sapeva come risponderle.

Sempre che le avesse voluto rispondere, e di questo non era affatto sicuro.

Era spuntata dal nulla, gli si era seduta accanto senza essere stata invitata e, agghindata come se si trovasse nel più chic dei locali e non in un bar decadente, aveva iniziato a parlargli nella sua incomprensibile lingua, avendo oltretutto la presunzione di pensare che a lui interessasse ciò che lei aveva da dire.

Stupida snob.

Anna era una donna testarda però, e decise di non darsi per vinta.

«Ti chiami Miguel, vero?».

Ancora silenzio.

«Certo. Ascolta. Ti ho visto combattere contro Xiaoyu, questo pomeriggio».



Miguel si girò finalmente a guardarla. D'improvviso tutto si fece più chiaro. Era venuta per deriderlo, naturalmente. Chi non l'avrebbe fatto? Un uomo adulto, grande e grosso che si fa sconfiggere da una cinesina così minuta.

Ingoiò dell'altra birra. Cinesina o meno, bassa o alta, gliene aveva date di santa ragione e le costole- il punto dove aveva colpito con maggior insistenza, gli facevano ancora un male cane.

«E' difficile, lo so. Probabilmente stai pensando che non arriverai mai fino alla fine. Forse è anche vero, ma forse non lo è, non credi tesoro? È ovvio però che se credi di non essere abbastanza non lo sarai mai».

Se solo avesse parlato senza quel ridicolo accento irlandese magari sarebbe stato in grado di capire cosa diamine andasse blaterando quell'inutile oca.

«Non ho capito una parola di quello che hai detto».

«Guardami e capirai».

Così Miguel la guardò. L'espressione pacata e al contempo gentile e seria suggeriva che si era sbagliato, non lo stava prendendo in giro; piuttosto il suo, nonostante il tono leggero che non l'aveva abbandonata per un attimo, poteva assomigliare ad un discorso di incoraggiamento.

Annuì, dandole segno di aver capito.

«Io e mia sorella siamo qua dal primo torneo, e non vale solo per noi. Altra gente che c'è qua combatte in questo girone da anni» gli disse. «Non abbiamo quasi mai raggiunto i nostri scopi. C'è chi viene e chi va, ma nessuno si è mai arreso così, su due piedi. Nemmeno tu dovresti».

«Hmm».

Si passò una mano fra i riccioli scuri. Era confuso e sbalordito. Aveva combattuto solo il primo match e già aveva pensato di ritirarsi, per poi ricredersi grazie ai discorsi di un'irlandese un po' strana ma che aveva gli stessi occhi della sorella.

Di certo non si era aspettato questo dal Torneo, ma erano tante le cose inaspettate della sua vita. Non era nei suoi piani di rivoluzionario diventare un ubriacone solitario, ad esempio. Come non era mai stato nei piani dei suoi genitori avere un figlio del genere.

Però ci aveva fatto l'abitudine e tutto ciò era diventato parte del suo personaggio.

Quell'Anna aveva ragione, doveva continuare. Se non per sé stesso, lo doveva fare per lei.



Sorrise e, visto che ormai era totalmente inutile cercare di ignorarla, indicò il suo vino rosso abbandonato sul bancone.

«Avrà preso polvere. Te ne offro un altro, vuoi?» si offrì in un inglese stentato.

Anna inclinò leggermente la testa verso destra.

«Grazie, ma no. Sono a posto così».

Si alzò, si sistemò il vestito vermiglio sui fianchi e fiera e dritta sui suoi tacchi a spillo gli diede la buonanotte.




Per quel giorno soleggiato, Miguel aveva deciso di lasciare il cappotto abbandonato sul letto nella sua stanza d'hotel. Così facendo aveva commesso un grande errore. Se l'avesse avuto addosso difficilmente si sarebbe graffiato in quel modo, strisciandole sul marciapiede.

Osservò i tacchi neri avvicinarsi. Gli stessi tacchi che, fino alla notte scorsa, calpestavano un pavimento appiccicaticcio e che adesso erano macchiati del suo sangue.

Vide le ginocchia ossute flettersi, e, un attimo dopo, Miguel si ritrovò faccia a faccia con Anna Williams.

«C'mon. È soltanto il primo round» cantilenò.

Miguel si alzò. A pochi passi da lui giaceva il cappellino della sua avversaria. Glielo porse, ricevendo in cambio un sorriso provocatorio.

«Perché ieri mi hai fatto quel discorso?».

Anna si mise in posizione di difesa.

«Sapevo che avrei combattuto contro di te e non mi piace vincere facile».

Miguel assunse posizione d'attacco.

«E allora combattiamo».


Miguel wins.









Buongiorno! Anzi, buonasera, visto che è già quasi sera.
Sono Minnie e... beh, questo è il mio esordio nel fandom di Tekken, che ho da poco iniziato a frequentare nonostante sia una patita del videogioco da tipo dieci anni. Era da un po' di tempo che desideravo scrivere qualcosa in questa sezione, ma mai mi sarei aspettata che l'ispirazione arrivasse su questi due personaggi o__ò
Però, per essere la prima che scrivo non mi fa tanto schifo, ma ovviamente questo dovrete dirmelo voi **

Allora. Qualche precisazione .w.
Il titolo e la scelta: ho scelto quel titolo perché il colore rosso è la cosa che più accomuna questi due personaggi slegati fra loro nella storia. Ho scelto Anna per puro cavillo, è stato il primo personaggio che parlasse una lingua comprensibile ad uno spagnolo che mi è venuto in mente.
La lingua: una cosa che mi ha sembre fatto ridere di Tekken è che li tutti si capiscono nonostante parlino miriade di lingue diverse. Quindi in questa one-shot volevo metterci dell'incomprensione. Anna parla sempre la sua limgua, mentre Miguel lo spagnolo fino a che non le dice quella cosa del vino.

Non mi pare ci sia altro da aggiungere. Ce l'ho messa tutta per mantenere i personaggi IC e spero di esserci riuscita.
Con la speranza che vi sia piaciuta, recensioni sempre bene accette
Minnie




   
 
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