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Autore: LadyofShadow    10/03/2006    4 recensioni
Tre persona sanno la verità. Tre persone sanno che Lucius non è il vero padre di Draco. Ma quando la verità è troppo dolorosa, quando scopre un baratro di menzogne, segreti e rimpianti, forse è meglio che resti celata... quando la verità fa fare cose strane alle persone, cose priobite... forse la verità è che non è mai troppo tardi per cercare di tornare indietro. Questa fiction è dedicata ad Angi e Gius.
Genere: Triste, Malinconico, Dark, Sovrannaturale, Mistero, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Sirius Black | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 – Clausole in piccolo (leggi anche: mortale combo di intuito femminile e ragionamento alla Holmes)

Capitolo 7 – Clausole in piccolo (leggi anche: mortale combo di intuito femminile e ragionamento alla Holmes)

 

 

Harry P.O.V.

 

-         Hmm…Harry! Che casino fai?

-         Scusa, Dean. Non volevo svegliarti – lo ammetto, avevo fatto un bel po’ di rumore non richiesto, camminando con la leggerezza di un ippopotamo e sbattendo la porta del dormitorio

-         No, dico, ma lo sai che ore sono? – non aspettò risposta e si ributtò tra le coperte, mugugnando qualcosa a proposito dei compagni maleducati.

Dovevo svegliare Ron e riferirgli del ragazzo misterioso, o l’argomento poteva aspettare fino a domattina?

Guardai mestamente la pergamena vuota e il calamaio pieno che mi attendevano, a ricordarmi che dovevo fare un tema.

Sigh.

Vada per domani mattina. Così avrei potuto parlarne anche con Hermione.

 

 

La mattina dopo, a colazione…

-         Harry, a che ora sei andato a letto? Sembri uno zombie! –

-         Hm. Compito di Storia – bofonchiai

-         Oh, Harry! – esclamò inorridita Hermione – Ma era di una banalità inaudita! –

Non meritava una risposta. Anzi, cercai di cambiare argomento:

-         Voi due, devo proprio raccontarvi una cosa – cominciai, rivolto ai miei migliori amici – Ieri sera… beh, forse non il caso di parlarne qui… -

-         Cosa? – chiese curioso Ron – Che è successo, Harry? Ti sei visto con una ragazza? –

-         No, direi proprio di no – risposi, calmo – Ron, stavo parlando di una cosa seria

-         Almeno stavi parlando – mi sorrise Herm – sono secoli che non ci degni tanta attenzione –

-         Lo so… sentite, mi dispiace per… ero sconvolto… in un certo modo lo sono ancora, ma quello che è successo ieri sera mi ha convinto a reagire – spiegai

-         Ma insomma cos’è successo? –

-         Ho conosciuto un tipo, che mi voleva parlare. Dice di essere… - abbassai la voce, sperando che nel casino della Sala Grande nessun altro mi sentisse – dice di essere il figlio di Sirius – sussurrai, cospiratorio

-         Che cosa?? – esclamarono Ron ed Hermione, all’unisono

La ragazza si riprese per prima dallo shock

-         Ma non è possibile! – negò con enfasi – lui non aveva figli! Ce ne avrebbe parlato! E poi, quando ha trovato il tempo di… insomma, sappiamo tutti dove è stato per dodici anni… - ragionò, titubante su quell’argomento delicato

-         Non sapeva di avere questo figlio – spiegai – aveva una tresca con una donna, che non so chi fosse, ma lei, rimasta incinta, ha sposato un altro… -

-         È orribile! – commentò Ron – e come l’ha presa il marito? Se n’è accorto? –

-         Direi. L’ha presa anche male. Ma… possiamo riparlarne dopo? – proposi, guardandomi intorno nervosamente.

Non potevo fare a meno di chiedermi chi fosse il ragazzo della sera prima, se si nascondeva dietro a un volto conosciuto, e se era a portata d’udito. No, aveva detto di non essere un Grifondoro…

Notai a malapena il loro cenno d’assenso mentre gran parte dei nostri compagni si alzavano per avviarsi a lezione.

 

Quella sera, in sala comune, così tardi che erano già tutti a letto tranne noi tre, mi presi la briga di spiegare loro tutto, nei minimi dettagli. La reazione di Ron fu piuttosto prevedibile:

-         Che pezzo di merda! – esclamò – Farsi vivo solo adesso pretendendo di meritare la tua attenzione quando è soltanto un codardo buono a nulla! E come osa rinfacciarti quello che è successo?! –

Devo dire che mi sentii un po’ rincuorato dal suo appoggio, perché mi sentivo davvero un po’ colpevole della dipartita di Sirius.

Hermione, altrettanto prevedibilmente, rimase in silenzio a riflettere.

-         Penso – annunciò infine – che la questione del di chi sia la colpa possa essere rimandata, e che in fondo non abbia questa grande importanza. Hai detto che questo ragazzo voleva cercare un modo per tirare fuori Sirius? –

-         Si… almeno, lui ha detto così. Ha detto che non è sicuro, ma che l’arco potrebbe essere solo un portale su qualche luogo da cui non si può tornare, ma che non per questo Sirius dev’essere per forza… m-morto. –

La ragazza annuì, seppure incerta

-         Non so niente a proposito di quell’arco, ma quando Remus ha detto che Sirius non… non sarebbe tornato, io non avevo motivi per non credergli – ammise Hermy – non ho mai pensato che.. in fondo, se nessuno è mai tornato a raccontarlo, quindi potrebbe essere qualsiasi cosa. – ragionò a voce alta – Ma in questo caso, non vedo che quel ragazzo potrebbe trovare informazioni in merito. Né tanto meno un modo per attraversare quell’arco e avere modo di tornare indietro, portandosi addirittura dietro qualcuno! –

Le sue parole mi avvilirono profondamente. Era vero, non c’era speranza, mi ero soltanto illuso. Sirius non c’era più e io non potevo salvarlo…

-         Harry, mi dispiace – Hermione mi poggiò una mano sulla spalla – non volevo demoralizzarti. Ma senti quello che faremo. Noi ci proveremo. Non si sa mai. Hogwarts è una fonte inconcepibile di magia, troveremo qualcosa… e comunque, chi non tenta non può che fallire. –

-         Si, hai ragione. Noi proveremo. Ma non intendo lasciar fare tutto a quel tizio! –

Ron si dichiarò subito d’accordo con me. Hermione sospirò, come se stesse per farmi un discorso difficile.

-         Sapete, in fondo, quel ragazzo… vuole rendersi utile. Penso che dovremmo lasciarlo fare. –

-         Hermione! – esclamò Ron – Non puoi fidarti di lui! Ha ammesso di odiare Harry e di aver lasciato mor… andare Sirius, pur sapendo i rischi che correvano… -

-         Appunto – alzò le mani, sulla difensiva – Ascoltatemi un attimo. Abbiamo a che fare con un ragazzo che è cresciuto con un ‘padre’ che probabilmente lo odia e che ha cercato di annientare la sua identità. Tu dovresti sapere cosa si prova, Harry – mi gettò un’occhiata significativa, ricordandomi di come i miei zii avevano sempre tentato di ‘tarparmi le ali’ e di negare il fatto che fossi un mago

-         Vai avanti – la esortai, concedendole questo punto

-         A quanto pare ha sempre saputo di chi era figlio. Immagino che glie lo abbia detto sua madre. Però, quella stessa madre ha sposato un altro, per motivi a noi ignoti. Probabilmente non ha mai dimostrato apertamente il suo affetto per Sirius, sempre che ce ne fosse, e il ragazzo è cresciuto con la consapevolezza che Sirius non sapeva della sua esistenza. Tuttavia non ha mai tentato di parlargli. Non ha mai cercato un confronto con lui, anche dopo che è scappato di prigione. Sappiamo o comunque supponiamo che non sia stato un gesto dettato dall’indifferenza, ma quasi certamente dalla paura di non essere accettato. Nel frattempo, sapeva che Sirius era il tuo padrino, Harry, e che ti voleva bene quasi come a un figlio. Ti invidiava e forse ti odiava. Alla fine, l’anno scorso non ha cercato di fermarti pur sapendo che ti stavi mettendo in trappola –

-         No, non ha detto questo – la corressi, intromettendomi nel suo ragionamento – Ha detto..: “Avrei potuto impegnarmi di più per fermarti. Avrei potuto dirti che era una trappola.” –

-         Oh – mormorò Hermione – Oh… allora… beh, questo suggerisce che lui abbia provato a fermarti, ma che non abbia insistito tanto. Perché non gli importava se tu fossi morto. Sospettava che Sirius sarebbe venuto a salvarti, ma era così amareggiato che deve avervi mandati al diavolo entrambi –

-         Si! – confermai – è proprio quello che ha detto lui! –

Ron si girò verso di me, terrorizzato

-         Ma come fa? – mi chiese, indicando Hermy – Come fa a leggere nella mentre delle persone? –

-         Ron, sono una ragazza. Certe cose le capisco meglio di voi. –

-         Ah. Ma scusa, alla fine se a lui non importava che a me o a Sirius succedesse qualcosa di brutto, perché adesso vuole riportarlo qui? – chiesi, convinto di aver trovato una falla nel suo ragionamento

-         Harry, è così ovvio! – rispose, esasperata – Quando si è arrabbiati si dicono e si fanno cose di cui poi ci si pente. Lui addirittura ha mandato a morire suo padre! –

Gemetti, ritraendomi. Non volevo sentire quelle parole. Sirius non era morto. Non era morto.

Hermione continuò, ignorandomi di proposito

-         Riuscite a immaginare quanto deve essersi tormentato per questo? È il minimo, che ora voglia far qualcosa per rimediare –

-         No, questo non lo capisco – intervenne Ron – Perché dovrebbe importargli? Sirius non l’ha mai conosciuto, non l’ha mai considerato suo figlio… –

-         Questo non importa – la mia migliore amica scosse la testa, con aria triste – Forse è questa la cosa peggiore. Harry, quando eri dai Dursley ti mancavano i tuoi genitori, vero? – si rivolse a me, chiedendomi man forte

-         Certo, mi sembra ovvio! – confermai, indignato, senza capire dove volesse andare a parare

-         Eppure eri troppo piccolo per ricordarteli. Si può dire che non li avessi mai conosciuti. – mi fece notare – Nonostante questo, erano il tuo mito, il tuo punto di riferimento. Non dirmi che, nei momenti più bui, non hai sognato che sarebbero miracolosamente apparsi per riprenderti con loro –

-         Si… - bisbigliai, stordito da come era riuscita a infiltrarsi nei miei pensieri più intimi – si, è così. Anche se sapevo che era impossibile. –

-         Lo so. Lo capisco. È la speranza. La speranza non muore mai, anche davanti alla realtà dei fatti. Tu vivevi tra persone che non ti amavano, che non ti accettavano, e speravi che qualcosa, o qualcuno, potesse cambiare la tua vita. – rincarò

-         Si – ammisi – Ma questo è normale, no? –

-         È normale in questo tipo di situazione. – mi corresse – Se i Dursley ti avessero voluto bene, se ti avessero amato e trattato come un figlio, avresti speso tante ore a piangere i tuoi genitori? Certo, ti sarebbero mancati, ma non con un’intensità così disperata. È vero? –

-         È… vero – confermai, pur se mi dava fastidio che scavasse così a fondo nella mia anima, soprattutto davanti a Ron

-         Capisci ora il dramma del figlio di Sirius? Capisci perché vuol fare di tutto per riportare indietro suo padre? Sente di averlo ucciso. Sa di avere almeno una parte di colpa. Ha ucciso la sua stessa fonte di speranza. Non riesci a capire quanto sia… terribile, inaccettabile? Tu riusciresti a vivere con un peso del genere? –

Hermione aveva gli occhi lucidi, anche se il problema non la riguardava in prima persona. Le ragazze sono davvero molto più profonde e suscettibili.

-         No, c’è qualcosa che non va – si intromise Ron, mentre la ragazza, discretamente, si asciugava le lacrime con il dorso della mano – Harry non aveva questa scelta, non poteva rivedere i suoi genitori. Era solo, e questo dev’essere stato orribile. Ma Sirius c’era. Perché allora questo ragazzo non ha mai voluto parlargli? Se era così disperato, perché? E poi, come fai a sapere che la sua situazione era analoga a quella di Harry? Magari invece i suoi gli volevano bene! –

-         Beh, Ron… questo è molto difficile da spiegare. Sul perché non ha voluto parlare con Sirius, potrebbero esserci molti motivi. Per paura, questo lo sappiamo. Ma se mi chiedi a cosa era dovuta questa paura, non posso risponderti. Ho solo qualche sospetto. – sospirò – E quanto alla sua famiglia… il suo padre ufficiale di certo non lo ama, e probabilmente sua madre lo ignora. Perché altrimenti l’avrebbe sottratto al suo vero padre? –

-         Magari ha smesso semplicemente di amare Sirius. Magari amava qualcun altro – ragionai

-         E magari, se davvero aveva smesso di amare Sirius poteva anche smettere di andarci a letto! – criticò, dura – Deve essersi sposata che la gravidanza era appena iniziata, no? Quindi non era passato molto tempo… e poi, se non amava Sirius ma il suo nuovo marito, deve aver odiato la creatura che stava per dare alla luce –

-         Perché? – domandò stupidamente Ron.

Io, incredibile a dirsi, l’avevo già capito.

-         Forse perché… l’avrebbe legata per sempre a Sirius? – ipotizzai

-         Esatto, Harry. – annuì Hermione, soddisfatta – E non solo. Se il suo nuovo marito avesse scoperto che il figlio non era suo, cosa che in effetti è avvenuta, è un po’ difficile che l’avrebbe amata e perdonata, no? –

-         Beh, non è detto. Poteva giustificarsi… un errore di gioventù o una roba del genere… -

-         Ron, ma ci sei o ci fai? – lo schernì, amaramente – Che avrebbe dovuto dire? “Si, fino a una settimana fa scopavo con Sirius Black, ma adesso ho capito di amare te”?? ma chi vuoi prendere in giro? –

-         Beh, e allora… se i suoi ‘genitori’ lo odiavano, un motivo in più per parlare con Sirius, no? – insistette Ron

Hermione rimase in silenzio. Sembrava che ci fosse qualcosa che non voleva dirci.

-         Ecco… è possibile che temesse che Sirius si sarebbe vergognato di lui – disse, cautamente

-         Perché? –

Ci guardò, posando gli occhi su Ron e poi, lentamente, su di me

-         Oh, ragazzi… – sospirò, mordendosi il labbro inferiore – Se sapeste chi è, non mi fareste questa domanda… -

-         Cosa? – la presi per le spalle, scuotendola leggermente – Tu sai chi è? L’hai capito?? –

-         A grandi linee, si – ammise – Non proprio chi sia lui, ma credo di aver indovinato a quale cerchia appartiene, e che tipo di persona deve essere –

-         Beh, dai, vuota il sacco! – la esortò Ron, sorridendole

-         No, Ron… non credo che sia una buona idea – si ritrasse

-         Perché no? Hermione! –

-         Harry, Ron, basta! Non chiedetemi più niente! – si divincolò dalla mia stretta, portandosi la mani alle tempie – Come ci sono arrivata io potete arrivarci voi! Non è così difficile. Si è tradito, con un particolare. –

-         Eppure non sai con esattezza chi sia – dissi, per fare il punto della situazione – Potresti scoprirlo? –

-         Penso di si. Perché me lo chiedi? –

-         Io… ho promesso che non l’avrei cercato, e ho promesso anche che non avrei detto a nessuno di lui, tranne che a voi. Ma non ho mai promesso che uno di voi non l’avrebbe cercato. –

-         Harry, sei un demonio! – si complimentò Ron, al colmo dell’ammirazione

-         Hm… lo cercherò, va bene, ho già qualche idea. Ma non è detto che poi lo venga a dire a voi! –

-         Ma Hermione! – esclamammo in coro

-         Come possiamo fidarci di lui, se non sappiamo nemmeno chi è? – rincarai con enfasi

-         Ehi, qui sono io la ragazza, ricordate? Quella che capisce tutto al volo, che legge nel pensiero e, soprattutto, quella con più buonsenso di voi due messi insieme. Deciderò. Se sarà il caso, ve lo dirò, se no, non insistete. –

-         Hmpf. A volte non capisci davvero un acca! – sbottò Ron, e se ne andò a dormire.

Poco dopo anche Hermione lo imitò, dicendo di essere esausta.

Rimasi a lungo davanti al fuoco, a riflettere.

 

********************************************************************************

 

Hermione P.O.V.

 

Non potevo dirlo ad Harry e Ron. Non avrebbero mai capito. Non sarebbero mai riusciti a mettere d parte i pregiudizi.

Come potevo dirgli che il figlio di Sirius era un Serpeverde?

Non sapevo esattamente chi fosse, ma… aveva detto di sapere che Voldemort aveva teso una trappola a Harry, al Ministero, e questa è un’informazione che solo il figlio di un Mangiamorte avrebbe potuto avere, o comunque qualcuno che viveva a stretto contatto e aveva la fiducia di un figlio di un Mangiamorte. Un Serpeverde, quasi certamente.

Questo era confermato dal fatto che aveva ammesso lui stesso di non essere un Grifondoro e di non essere eccessivamente coraggioso. No,come aveva detto… uno che valuta le conseguenze, o qualcosa del genere.

Inoltre, aveva la nostra età. Ora dovevo capire chi, tra i Serpeverde del nostro anno, fosse il ragazzo incontrato da Harry.

 

Come stavamo dicendo prima, questo ragazzo l’anno scorso aveva cercato, seppur blandamente, di fermare Harry e di impedirgli di andare al Ministero.

 

Vagliai per l’ennesima volta il ricordo della Squadra d’Inquisizione che ci immobilizzava nell’ufficio della Umbridge.

 

Uhm…

Questo restringeva ulteriormente il campo delle ipotesi.

 

  
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