Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: KikiWhiteFly    26/06/2011    1 recensioni
[Storia di "denuncia" - ispirata al libro "Se niente importa", ad opera di J.S. Foer]
Tuttavia, nonostante le accuse che le lanciano continuamente, Mara ci tiene ancora a salvare la sua idea; decide di restare ancorata ad essa, da anni ed anni, per onor di giustizia ci tiene a combattere le sue cause.
Poiché, a suo modesto parere, la popolazione sa quel che è reso noto, visibile ed ignora ciò che è ignoto, invisibile; c'è uno strano sentimento di accettazione nell'aria, come se alcuni prodotti chimici – a noi ancora estranei, oltretutto – potessero essere ignorati nelle loro belle fette di hamburger.
Per legittima difesa Mara resta ancorata alla sua idea: poiché “se niente importa, allora non c'è nulla da salvare”, come ebbe a scrivere Foer.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






E se ogni cosa morisse, tu cosa faresti?










Kirsten, trent'anni – Stati Uniti.






« Vieni a mangiare al Mc Donald?»


Kirsten rilegge il messaggio per l'ennesima volta, non ha proprio voglia di andarci; l'unico motivo per cui lo farebbe, sarebbe per far compagnia alle sue amiche.

Ultimamente ha letto diversi articoli e sta evitando di mangiare troppi grassi: negli ultimi tempi, infatti, sta provando ad andare al ristorante macrobiotico e con sua grande sorpresa ha scoperto di apprezzarlo.

A discapito delle apparenze, è una dieta molto ricca, la cosa che sorprende di più è il contenuto dei cibi: a primo acchito, mangiando, potrebbero sembrare poveri di sostanza ma, a fine pasto, avverte di essere più che sazia.

Niente bruciori di stomaco, nessun digestivo da prendere... solo una sensazione di leggerezza ed appagamento che non riesce a spiegarsi.



Entrare in un luogo così diverso, quindi, sembra diventato un delitto; per non parlare delle voci – ben fondate, stando alle ricerche – che circolano: l'acrilamide, una sostanza chimica presente soprattutto negli hamburger di questi fantomatici fast food, può persino causare il cancro.

Viene definito un “cibo-spazzatura”: a primo acchito potrebbe attirare la popolazione – ad esserne attratti sono soprattutto i bambini – ma cosa si nasconde dietro “l'industria del piacere”?

Kirsten si trova di fronte ad un bivio – sia in senso letterale che figurato –, non sa se imboccare la strada che la condurrà al Mc Donald o quella che la porterà dritta al ristorante macrobiotico.

Poi, riflette: cosa mi può appagare di più?

E la scelta non è mai stata così semplice... mai così salutare.







Mara, diciannove anni – Italia.





« Non essere sciocca, sei fissata con queste cose. »

Sua madre addenta con entusiasmo un pezzo di pollo, dopo averle chiesto per l'ennesima volta di favorirne insieme a lei.

La ragazza non ce la fa, non ce la fa proprio: sin da quando ha otto anni – ossia da quando l'hanno praticamente costretta ad abbandonare gli omogenizzati – Mara ha intrapreso la sua personale battaglia, in cambio chiede solo di esser rispettata.

« Mamma, sto leggendo un libro: si intitola “Se niente importa”

« Davvero? »

« Sì, è molto bello. Lo scrittore ha svolto un'indagine e si è chiesto come certi prodotti arrivino sulle nostre tavole... parlo di carne, pesce, affettati. E non ci vuole convertire al vegetarianismo...», anticipa le sue parole, sua madre ha il terribile vizio di non lasciarle finire le frasi, « Semplicemente far riflettere. Sai, mamma, se solo si mangiasse la carne una volta alla settimana eviteremmo il surriscaldamento globale, la povertà e... »

«Mara, stammi a sentire...», al solito, non può neppure terminare un discorso, «... Se pensassimo come ogni cosa arrivi sulle nostre tavole non mangeremmo più nulla. »



Mara sospira laconicamente, la mentalità ottusa di sua madre non merita neppure risposta.

La sua intenzione non è quella di cambiare la sua linea di pensiero – non si permetterebbe mai, fare a meno della carne e dei suoi derivati dev'essere una scelta assolutamente arbitraria –, semplicemente spiegarle la realtà delle cose o, magari, aiutarla ad avere una visuale più ampia.

Poiché, in fondo, esistono tanti altri prodotti che si potrebbero sostituire i restanti sei giorni della settimana ed anche se il suo, insieme al resto della sua famiglia, è un contributo piccolo, insieme si può essere grandi.

Basterebbe che un quarto della popolazione mondiale pianificasse in modo più differenziato l'uso ed il consumo del cibo ed il mondo potrebbe essere salvato da alcuni problemi nostrani: il surriscaldamento globale, la miseria nel mondo, per non parlare delle conseguenze morali. Ma, per quanto riguarda queste ultime, ognuno ha una sua opinione e, forse, sarebbe meglio non indugiarvi oltre.


Tuttavia, nonostante le accuse che le lanciano continuamente, Mara ci tiene ancora a salvare la sua idea; decide di restare ancorata ad essa, da anni ed anni, per onor di giustizia ci tiene a combattere le sue cause.

Poiché, a suo modesto parere, la popolazione sa quel che è reso noto, visibile ed ignora ciò che è ignoto, invisibile; c'è uno strano sentimento di accettazione nell'aria, come se alcuni prodotti chimici – a noi ancora estranei, oltretutto – potessero essere ignorati nelle loro belle fette di hamburger.

Per legittima difesa Mara resta ancorata alla sua idea: poiché “se niente importa, allora non c'è nulla da salvare”, come ebbe a scrivere Foer.








Sophie, dieci anni – Francia.





È domenica, una bellissima domenica di inizio estate; il sole splende alto in cielo e Sophie, giovane ragazzina di appena dieci anni, quel giorno si reca dalla nonna a pranzo.

Sembra esser diventato un rituale, sì, tuttavia le cene in famiglia sono così abitudinarie che ormai Sophie le trova piacevoli.


Sono tutti a tavola: lei, i suoi cuginetti – i più grandi ed i più piccoli, sotto la sua sedia sta gattonando l'ultimo arrivato –, le sue zie ed i suoi zii, oltre ad i suoi genitori.

E poi c'è la nonna, che porta a tavola un pentolone di notevoli dimensioni, e dietro di lei la segue a ruota il nonno che, invece, reca in mano un vassoio.

Il menù del giorno non le è nuovo: un minestrone di verdure, condito con degli aromi particolarmente speziati, ed un vassoio di... pezzi di coniglio, sembrano, a primo acchito.

Sophie osserva l'animale, ormai smembrato, con aria triste: si chiede cosa si possa provare ad essere al centro della tavola, oggetto del desiderio di chiunque.

Accanto a lei c'è un cagnolino, un piccolo bassotto che i suoi nonni hanno adottato: lo hanno trovato sul ciglio della strada, abbandonato a se stesso, non hanno resistito. Lo hanno chiamato Oscar, un nome che suona davvero bene poiché il bassotto sembra rispondere a comando; evidentemente, i cani sono degli animali intelligenti.

Tuttavia, nonostante la giovane età, Sophie ha sempre sostenuto che ogni animale è intelligente: non riesce a catalogare una specie, così come non riuscirebbe mai a fare un elenco delle persone più o meno intelligenti.

Se l'intelligenza viene più o meno sfruttata, questo è un altro discorso; il punto di partenza è sempre lo stesso: ogni persona conserva una sua intelligenza, spetta ad essa sin dalla nascita.



Appurato questo, Sophie si pone un altro interrogativo: perché, la domenica, i suoi parenti non mangiano il cane dei nonni?

No, non vuol essere un invito, ma una semplice constatazione: se il consumo di ogni animale è considerato giusto – per quanto la giustizia sia un ambito discutibile – allora perché vengono esclusi da questa lista i cani oppure i gatti?

Sono i migliori amici dell'uomo, forse, eppure Sophie non avrebbe problemi a tenere in casa una gallina oppure ad allevare un maiale... e li tratterebbe proprio come Oscar, né più né meno di un animale da compagnia, quasi un amico.

« Sophie, allora... Non mangi? »

Ecco, quella è la principale preoccupazione di sua nonna.

« No, nonna. Non riesco a guardare Oscar e poi...»

Lascia in sospeso la frase, i suoi genitori sembrano piuttosto basiti.

« Ma sono due cose diverse, tesoro. »

« Sono due animali, nonna. Non sono due cose. »


Sophie, in quel momento, capisce: non è la mentalità dei suoi nonni ad essere diversa, bensì è il concetto idealistico che, ormai, hanno conferito ad alcune cose che li rende così scettici di fronte alla realtà.



Mangiare gli animali ha un che di invisibile. Pensare ai cani, rispetto agli animali che mangiamo, è un modo per guardare di sbieco e rendere visibile l'invisibile.”


( “Se niente importa” - J. S. Foer )





* * *







Bene, volevo scrivere questa storia “di denuncia” da un po' di tempo e, leggendo l'opera di Foer in questi giorni, ho trovato il giusto imput – tra parentesi, è un libro che vi consiglio moltissimo. Non è un manifesto a favore del vegetarianismo, bensì una semplice constatazione di alcuni fatti.


Non fraintendetemi: non voglio inculcare nessuna idea, magari qualcuno – semmai qualcuno recensirà XD – potrebbe anche fornirmi altre ragioni e mi piacerebbe davvero discutere con voi, anche se secondo me il fatto di mangiare o meno la carne nasca innanzitutto da una sensibilità soggettiva. Quel che avete letto, infatti, nasce dalle mie esperienze personali: i dialoghi sono realmente avvenuti, tutt'oggi avvengono (soprattutto a Pasqua, per me questa festività è un trauma perché tutti mi riempiono di domande più o meno idiote XD ), continueranno ad avvenire presumo :).

Grazie per esservi fermati a leggere,

è veramente molto per me :).



Kiki.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: KikiWhiteFly