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Autore: SweetHolly    26/06/2011    5 recensioni
E se la valle di Moonacre fosse sotto il dominio dei De Noir? Mentre i Merryweather fossero costretti a servire i De Noir? E se Maria, separata alla nascita da tutta la sua famiglia non sapesse di essere una Merryweather, ma fosse cresciuta da un'altra famiglia, la quale si trasferisce in un villaggio nella tenuta dei De Noir e frequentasse la piccola scuola proprio li?..Come sarebbe andata la storia?..leggete per scoprirlo!
Una storia differente e misteriosa, ma anche romantica di Moonacre.
Ci sarà sempre la coppia Robin/Maria!
Recensite se vi va, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se è il caso di continuarla. ^.^
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ringraziamenti:

Cleocecycalss = grazie ancora! Ecco qua come promesso il sesto capitolo! spero che anche questo ti piaccia come gli altri =) ahah fa niente se sei ripetitiva, cosa che non sei, mi fa piacere sapere cosa ne pensi!
Blyu = grazie anche a te! Spero che questo sesto capitolo ti piaccia. Ecco l'altro incontro tra Robin e Maria =)

Eccovi il sesto capitolo!:
 

Il primo giorno di scuola – TU?! 
 

I giorni trascorsero veloci e tranquilli, anche se Sir De Noir non aveva più saputo nulla della sparizione del libro e per di più la sua pattuglia non aveva trovato alcuna traccia dei Merryweather. Tutto ciò risultava impossibile secondo il Re, qualcuno aveva  il libro ed era convinto che i Merryweather fossero la fuori, ai confini della tenuta. Suo figlio avrebbe sicuramente trovato qualcosa alla scuola e per sua fortuna il mese di settembre era arrivato portando con se, appunto, il primo giorno di scuola.
 
Entrambi i nostri protagonisti si stavano preparando nelle rispettive abitazioni.
 
Maria, dopo aver fatto colazione, si mise il suo vestito verde, quello che le aveva cucito la sua amata nonna che l’aveva lasciata qualche mese prima, si pettinò i capelli e li legò in una lunga treccia con due nastri, anch’essi verdi come il vestito, rispettivamente uno in cima e l’altro alla fine della treccia, infine indossò le sue scarpe con un accenno di piccolo tacco. Una volta vestita, scese di sotto, prese il suo libro scolastico, salutò i genitori ed uscì dalla porta di casa.
Una leggera brezza la colpì in pieno viso, facendola per un attimo rabbrividire, non ne sapeva il motivo, ma quella giornata non sarebbe andata tanto bene come si aspettava. Scrollò le spalle e si diresse verso al scuola.
 
Nel frattempo, Robin, nella sua grande stanza regale si alzò con malavoglia , diciamocelo di andare al villaggio e frequentare quella scuola non gli andava molto a genio,ma siccome aveva una missione da compiere oltre alla punizione inflitta da suo padre decise che forse era meglio prepararsi e scendere in sala da pranzo, dove sicuramente suo padre stava già facendo colazione.
Robin indossò i suoi pantaloni di pelle nera , un camicia nera e sopra un giubbotto anch’esso in pelle nera, con delle piume tendenti al marrone ,chissà di quale animale, che gli circondavano il collo, infine indossò il suo cappello,sempre nero, e le sue scarpe di pelle nera e scese al piano di sotto.
Appena giunse davanti al grande portone che da sulla sala da pranzo due guardie gli aprirono l’immensa porta di legno e lo fecero entrare.
Suo padre, come aveva pensato stava già mangiando e vedendo entrare uso figlio lo salutò con un gesto della mano..Robin rispose al saluto, sapeva che suo padre quando mangiava non degnava nessuno di un saluto educato che dovrebbe avere un Re, ma decise di no continuare a pensare al comportamento di suo padre, aveva ben altri pensieri per la testa.
Si sedette e cominciò la sua colazione. Una volta terminata, prese il suo coltello e lo inserì nell’apposita custodia, la quale era saldamente attaccata alla cintura , prese il libro scolastico  ed uscì dall’immenso palazzo.
Nel giardino ad aspettarlo stavano i suoi amici, quando lo videro lo salutarono con il loro saluto e insieme si diressero al villaggio.
Robin e i suoi superarono le rovine di un vecchio pozzo, le vecchie fattorie abbandonate, dalla quale si dice provenissero dei lamenti ogni notte, attraversarono l’enorme foresta che separava il palazzo dal villaggio fino a giungere alle porte del villaggio.
Scrutarono le prime abitazioni e in lontananza videro i primi ragazzi che probabilmente si dirigevano verso la scuola. Restarono fermi a lungo, la voglia di entrare ed andare non ce l’avevano proprio.
Nel frattempo Maria era arrivata davanti alla porta della scuola, una porta di medie dimensioni in legno con due grandi maniglie in ferro ormai arrugginito..
Maria la osservò per pochi secondi, poi appoggiò la mano su una delle maniglie e aprì la porta. Ciò che le si presentò davanti fu un’enorme stanza dalla pareti in legno (tutte le case erano fatte in legno il quel villaggio) , in fondo al centro era situato un grande tavolo con una sedia doveva essere la cattedra del maestro o maestra, davanti ad essa erano situati, in cinque file da sei posti ciascuna, dei banchi di legno con un ripiano sotto ognuno di essi. Dietro alla cattedra era situata una grande lavagna impolverata e sporca, segno che non veniva usata da un po’ di tempo. Infine vi erano 4 finestre due per ogni lato, dalle quale entrava la tiepida luce del sole.
Maria, guardò la stanza e scelse un posto nella terza fila al secondo banco, almeno li sarebbe stata lontano da eventuali compagni “disturbatori”.
Man mano che il tempo passava la classe si riempì, fino ad arrivare quasi al completo per quattro banchi vuoti in fondo all’aula.
Pochi secondi dopo che quasi tutti gli studenti si erano seduti, entrò la maestra. Maria la osservò..
Era una donna sulla ventina diciamo avrà avuto trai ventotto / ventinove anni, di media statura, con dei capelli lunghi e biondi, di un biondo ramato legati in una alta coda che lasciavano intravedere sul viso due occhi di un azzurro così intenso che sembrava quello del mare. La giovane donna si andò a sedere alla cattedra e cominciò l’appello.

I cognomi passavano finché l’insegnate giunse ad un cognome e sbiancò
“La maestra è sbiancata di colpo.. solo leggendo un cognome..chissà perché” pensò Maria..
Osservò la maestra che pronunciò il cognome..
«De Noir..? »
Nessuna risposta..
Lo ripeté ancora qualche volta.. niente. A quel punto stava per segnare l’assenza quando la porta di spalancò…
 
Sulla porta stavano quattro ragazzi, vestiti di nero, e quello davanti a tutti aveva anche un giubbotto nero di pelle con delle piume che circondavano il collo..
Fu proprio questo ad avanzare fino alla cattedra. Passando per i banchi, guardando intanto i ragazzi e ragazze..
E notò proprio quella ragazza..
Maria si accorse di chi fosse quel ragazzo..
“ Oh no! È lui.. è quel brutto maleducato!.. speriamo non si sia accorto di me..”
Alzò la testa  verso di lui
“Ok, scherzavo mi ha vista..! cavolo! E adesso..”
Robin ghignò, un ghigno quasi malvagio e lo fece proprio in direzione di Maria..
“Oh..ma guarda chi c’è qua..! Quella ragazzina! Bene bene.. sarà un anno davvero divertente!”
 
«Buongiorno maestra, io sono Robin De Noir e loro sono i miei amici, anch’essi del clan De Noir..»
«ehm.. si Buongiorno.. prego sig. De Noir i vostri posti sono stati riservati come ci era stato detto da vostro padre. ».
Robin notò che i quattro posti erano in fondo all’aula, una volta gli sarebbero andati più  che bene ma ora..
«Grazie, ma preferiamo stare davanti, sa dobbiamo seguire.. magari mi piacerebbe sedermi li in terza fila al terzo posto e i miei amici uno in terza fila davanti, primo posto e gli altri due in seconda e quarta fila al secondo posto .. se non le dispiace»
«Ehm.. no certo, ragazzi per piacere spostatevi nei quattro posti in fondo.. »
Subito i quattro ragazzi si spostarono e gli altri presero posto.
Maria era rimasta ferma, immobile.. in realtà si stava seriamente preoccupando.
“oh Dio.. sono circondata.. e quel brutto maleducato si è seduto qua dietro..povera me!”
 
La lezione passò tranquilla, anche se Maria si sentiva osservata..
La lezione finì, tutti sistemarono le loro cose ed uscirono..Maria che era sempre l’ultima in tutto non si era accorta che quel ragazzo era ancora li dietro di lei e le si stava avvinando..
«Ma guarda chi si vede! Ci siamo già visti io e te..Uhm.. si l’ultima volta mi hai dato del “brutto maleducato” »
 
Maria si girò, cercando di sembrare più calma possibile..
«bhè se uno mi fa cadere a terra, almeno chiede scusa.. »
«vero, ma tu non sai chi sono io.. Robin De Noir..sai cosa significa? »
«No, scusa ma dovrei andare adesso.. ciao.. »
 
Ma venne afferrata da un braccio, Robin la fece girare e si trovarono faccia a faccia, Maria stretta in quella specie di abbraccio di Robin e quest’ultimo la teneva saldamente stretta a se…
«Non ti scuso.. Io sono Robin De Noir, questo significa che sono il figlio del Re.. e tu sei un suddito di mio padre e mio..diciamo ci appartieni. »
 
«Io non appartengo a nessuno..sarò un suddito ma non sono una proprietà!.. ed ora vogliate scusarmi vostra altezza ma mi attendono a casa.. »
 
Detto ciò cercò di liberarsi.. ma niente, e guardando Robin rimase in silenzio..
«Uhm... è una sfida?...si vedrà se non appartieni a NOI.. c’è un anno di tempo… sai sei davvero carina quando stai zitta.. »
Le soffiò queste parole vicinissimo all’orecchio ,tanto che Maria rabbrividì.., e poi la lasciò andare..
«Ci vediamo domani piccola.. »
« Mi chiamo Maria Robinson, non piccola.. »
 
Detto ciò Maria , che era libera dalla presa di Robin, si girò e uscì dall’aula in tuta fretta e in con la stessa velocità corse a casa.
 Robin la vide andare via, e parlando tra se è se..
«Maria Robinson.. vedremo se non appartieni ai De Noir.. ho appena trovato cosa fare quest’anno.. Piccola.. mai sfidare un De Noir.. »
 
Si girò verso i suoi compagni.. Alan aveva ascoltato ciò che aveva detto e parlò.
«Robin ma non ti ha lanciato una sfida.. »
«Zitto! Ha detto che non appartiene a nessuno, quando tutto quello che c’è in questa valle è mio e di mio padre! Questa per me è una sfida.. ora torniamo al palazzo. Muovetevi! »
 
Robin tornò a palazzo e durante la notte pensò a quella ragazzina, ai suoi occhi, ai suoi capelli a com’era stato tenerla tra le braccia, se non fosse così sfacciata da rispondergli..potrebbe anche....Si diete mentalmente dello stupido per aver pensato a delle cose del genere…
 e con un leggero ghigno prese sonno..
Maria nel frattempo, si trovava nel letto e ripensava agli eventi della giornata.. era preoccupata, quelle parole, quel ghigno.. non promettevano nulla di buono.. anche se quegli occhi.. così scuri e penetranti.. stretta in quell’abbraccio.. se quel ragazzo non fosse stato così arrogante, magari lei.. e come Robin anche Maria si diete anch’essa della stupida per aver pensato a quelle cose.. e si addormentò.  
 

 

Angolo Autrice:
 

Eccoci qua! Allora avete visto Robin e Maria si sono rivisti con conseguenze, bhè, guidicate voi!.. xD
ora cosa accadrà tra i due? E il libro che Maria aveva trovato che parte avrà? siete curiosi!
Vi aspetto al prossimo capitolo!
Baci!
Sara ^-^

   
 
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