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Autore: 12032008    26/06/2011    1 recensioni
Ingiusto, solo ingiusto.
Credo che questa sia la parola più adatta per descrivere questa storia.
Leggete e recensite ... Saranno una serie di fic (del tutto senza collegamenti fra loro) e tutte drammatiche al massimo ...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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TORNATO DALLA GUERRA

Anno 1965, New York.

-Kiara? C’è qualcuno?-. Marshall aprì la porta, trovando una stanza inondata di luce. Tirò un calcio al borsone, piazzandolo nell’ingresso. Poi, andò alla ricerca della sua ragazza.

Andò a colpo sicuro in camera da letto. Entrò e la trovò addormentata, accoccolata sotto un lenzuolo tutto attorcigliato.

-Kiara, sono tornato-. Tre parole. La ragazza sobbalzò, e appena lo vide si immobilizzò. Si stropicciò gli occhi, incredula.

Poi, con un movimento fulmineo, lo abbracciò, piangendo e singhiozzando.
-Marshall .... Marshall ....- Non riusciva a dire altro.

Lui inspirò a fondo il suo odore e sorrise. Dio, quanto gli era mancata.
Sigillò il momento con un bacio.

Un lungo bacio, che sapeva di malinconia, di gioia, ma soprattutto di sollievo.

Perché Marshall era tornato, pensava Kiara.

Perché io sono tornato, pensava Marshall.

Il  ragazzo era tornato dalla guerra in Vietnam. Il padre ce l’aveva spedito a forza, sperando che lo uccidessero.

I due si avviarono in cucina, parlando. Lei balbettava dalla felicità, lui aveva stampato in faccia un sorriso da ebete.

Che dire a una persona che è da 5 mesi in guerra? Come potevano le parole rimpiazzare il tempo bruciato?

-Temevo non tornassi più- gli disse Kiara.
-Anch’io lo temevo. Ho visto troppa gente morire in questi mesi. Tantissimi uomini. Grazie a Dio sono tornato. Credevo di impazzire-.

 -Ho pregato perché ti riavessi a casa-. Marshall le prese la mano e cominciò a giocherellare col pollice –Sai Kiara ... sei più bella di come ti ricordavo-.

Kiara arrossì. Era una bella ragazza, con gli occhi grigi e i capelli biondi, ma odiava quando gli dicevano che era bella. Lo considerava una vanità, non un complimento.

-Dai Marshall. Lo sai che lo odio. Senti ... andiamo a cena fuori?-.

Un’ora dopo, alle otto e mezzo, Kiara e Marshall avevano prenotato a un lussuoso ristorante. Si erano vestiti molto eleganti e stavano benissimo. I riccioli castani e gli occhi verdi risaltavano sull’abbigliamento del ragazzo.

Cenarono. Mentre tornavano a casa in taxi, avevano entrambi gli occhi carichi di eccitazione e aspettativa.

Non fecero a tempo a aprire la porta che Marshall saltò addosso alla ragazza, che aveva gli occhi pieni di malizia.    

La notte riservava loro molta passione.

Continuarono fino all’alba. Poi, uscirono e videro il sole delle sei di mattino illuminare New York.

Rientrando, Kiara si accorse di avere addosso la maglia di Marshall, e Marshall si accorse di avere i pantaloni della tuta  della fidanzata. Cominciarono a ridere senza un perché.

Finalmente la vita era tornata normale.

 

Commento personale: pensavo continuamente .... che CAZZO STO SCRIVENDO? Mentre scrivevo la fic ... non so, mi è venuta questa strana ispirazione ....

Ultimo capitolo della mia corta (e stramba) serie. Presto farò una storia su Marshall .... ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!

HG

  
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