Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Red Leaves    26/06/2011    1 recensioni
13 personalità di un regno fantastico e apparentemente tranquillo vengono rapite da una creatura sadica e misteriosa e rinchiuse in un labirinto costellato di trappole mortali e spietate il cui scopo è eliminarle nel modo più doloroso possibile una dopo l'altra. Si ritroveranno a dover combattere contro il dolore e l'ansia sempre più crescenti in una corsa contro una forza malvagia che non possono che identificare con la Morte in una spirale di sospetto e suspence...
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per uscire da questo posto maledetto dobbiamo uccidere Sparklade, è l'unico modo!” disse Flora.
“Come hai fatto ad arrivare qui?” le chiese Xilfis.
“Spiegheremo tutto a suo tempo!” rispose la cantante.
“Sempre se ci sarà un suo tempo!” disse Toxa. Il veleno circolava sempre più velocemente, se non trovavano una cura entro le prossime ore la Morte l'avrebbe chiamata senza ulteriori indugi.
“Flora, aiuta Toxa mentre al nostro ospite ci pensiamo noi!” disse Oleander.
“Xilfis, prendi il pugnale di Sgradel, meglio che l'abbia tu!” disse Mahoney.
“Certo!” disse la Silfide che eseguì l'ordine mentre lo Sgraal si stava dimenando e contorcendo sul pavimento.

Sparklade aveva osservato levitando lentamente al centro della stanza.
“I concorrenti sono schierati, le armi sono distribuite... iniziamo!” disse.

Oleander e Mahoney sfoderarono le loro spade.
Dopo cinque secondi vennero investiti come da una valanga verde che li buttò a terra senza la minima fatica. Mahoney perse la sua spada che scivolò lontano tra le piante.
“Ma cos'è?”
Sparklade era velocissimo e strisciava nell'aria come un serpente. Era dall'altra parte della stanza. Aprì le braccia e le foglie che vi correvano divennero più scure, più aguzze.
Senza dire niente ripartì all'attacco scagliandosi contro Oleander che non riuscì a reagire e venne scaraventato nelle piante. Il dolore fu più forte, come se venti uomini gli avessero dato un pugno sul mento e sul ventre. Anche lui perse la spada, la sua unica difesa.

“Pensavo foste più stoici. Eppure siete arrivati fin qui, o era tutta fortuna o era bravura. Spero di non ricredermi!”

Xilfis era rimasto al centro della stanza, mentre Flora aveva portato Toxa tra le piante lasciando Mahoney incosciente nelle vicinanze del boschetto. Aveva solo un pugnale con sé, voleva dire che il Destino gliel'aveva affidato, era suo compito usarlo al meglio.
Sparklade si scagliò verso di lui come un'aquila con gli artigli sfoderati.
Xilfis si scansò leggermente e tenne il pugnale con la mano sinistra puntato in avanti.
Il padrone del Labirinto gli colpì il braccio grattugiandogli letteralmente la mano e il pugnale inferse solo un taglio leggero nella coda di Sparklade.

L'urlo di Xilfis fu agghiacciante: era la prima volta che soffriva da quando era entrato nel Labirinto. Il suo sangue si riversò sul pavimento. La pelle della sua mano mancava in gran quantità e il solo pensiero di cosa sarebbe potuto accadere era orribile.

Flora condusse Toxa sotto una palma, si sentiva relativamente al sicuro, ma sapeva che sarebbe morta se nessuno si fosse organizzato per un attacco utile.
Guardò le piante sopra la sua testa e quelle si mossero. Rami molto simili alla lancia di Vait emersero dalla terra all'improvviso. La punta di uno di questi mancò di poco la testa di Oleander nell'altra parte della stanza. Un altro colpo di Sparklade e sarebbe stato trafitto.

Mahoney riprese coscienza. Tutto intorno a lei si muoveva convulsamente, macchie d'ombra correvano lungo le sue pupille. Era a carponi sul pavimento freddo e ferroso e non trovava più la sua spada.
“Maledetta...” sentì.
La sua mente era ancora annebbiata e non capiva.
“Maledetta! Guarda come sono ridotto!”
Era Sgradel a parlare. Era ancora disteso sul pavimento, ma aveva smesso di contorcersi. Le sue braccia stavano risalendo fino al collo. Le sue mani toccarono la spina. Una fitta di dolore nero lo pervase. La spina era incurvata nella sua carne. Avrebbe dovuto estrarla.
“Guarda cosa mi tocca fare per ucciderti, Mahoney!”
Poco dopo urlò e tirò con tutte le sue forze, dell'altro sangue sgorgò, ma la spina era diventata la sua nuova arma.
“Oh no...” disse Mahoney e corse verso le piante.

Un tonfo dietro di lei la fece correre più veloce: un altro masso vivente era apparso in quella che era diventata una vera e propria arena da combattimento. Il masso rotolò per la stanza e poi si fermò, inanimato.

Più tempo durava la lotta, più la stanza prendeva vita. Diventava poco a poco un mausoleo delle morti dei loro compagni: il masso dell'assistente, la palma del Conte, i pali di George...

Sparklade non controllava nessuno di questi.

Il masso riprese a muoversi in direzione di Oleander: decisamente non avevano fantasia. Se il masso l'avesse travolto sarebbe stato sbalzato verso le punte. La sua spada non era lontana. Andava recuperata prima quella. Corse in avanti mentre il masso mangiava terreno nella sua direzione. Oleander spiccò un balzo nello stesso momento in cui Sparklade appariva alle sue spalle.

Prese la spada.

Sparklade si preparò a colpire.

Il Masso saltò vorticando nella loro direzione. Tra il Masso e il pavimento c'era un vuoto di poco più di un metro: andava sfruttato.

Non c'era tempo per pensare: l'adrenalina comandava i suoi movimenti.
Oleander alzò il manico della spada, con la lama rivolta verso Sparklade, in aria. Ritirò il braccio mentre il Masso colpiva la spada scaraventandola nel petto di Sparklade e infilzandolo in quel modo improbabile.

I due collassarono dietro Oleander.

Il Masso però non aveva finito la sua corsa.
Xilfis ebbe solo il tempo di vedere la roccia frantumargli il braccio.

Non capì nient'altro, nemmeno se il sangue sul pavimento era suo o di Sparklade.

                                                                                                                                              §

“Mahoney! Dove sei? Devo solo ucciderti!” urlava Sgradel ansimando tra le palme.
La principessa aveva cercato rifugio nell'ombra, ma ora era in trappola.
Lui si avvicinava con quella spina insanguinata nella mano.
Spine, non ne poteva più.
“Mahoney...”
Sentì la sensazione simile ad un morso percorrerle la gamba. Il pazzo l'aveva trovata.
Si accasciò a terra vedendo solo i piedi di Sgradel.
“Non ti pensavo così coriacea. Avevo un'idea di te più simile alle principesse viziate che chiedono ai servitori di far loro aria perché hanno caldo! E invece sei una persona coraggiosa, astuta e che non si arrende...sono davvero stufo di te! Aniva è morta per colpa tua!”
Sgradel impugnò la spina con le due mani e si preparò ad affondare.

Aveva solo qualche secondo. Non aveva armi. Il Labirinto le aveva date, ma lei le aveva perse. Le opportunità le aveva avute. Era il momento di arrendersi? Oppure c'era un modo per reagire? C'era qualcosa che la Natura le aveva dato fin dalla nascita...era il momento di usarli!
Le gambe di Sgradel erano a pochi centimetri da lei.
Balzò in avanti puntando alle caviglie e vi affondò i denti, stringendo il più possibile.
La reazione di Sgradel non fu delle più melodiche e lasciò andare la spina.
Lei ne approfittò per raccoglierla e gliela piantò nel ventre.
“Aniva è morta per colpa tua!” disse Mahoney prima di correre da Oleander.

                                                                                                                                                      §

Sparklade era nel centro della stanza divincolandosi come da corde invisibili.
La spada era sempre conficcata nel petto.

Xilfis giaceva inerme in una pozza di sangue. Respirava. Chissà per quanto ancora.

“Credi che sia tutto finito? Non essere ridicolo!” disse il Padrone del Labirinto ad Oleander.
Sparklade ondeggiò la coda e si rimise in piedi.
“Non bastano un sasso e uno stuzzicadenti di spada per uccidermi! Ammetto che hai avuto intelligenza, ma quanto può essere utile quando si ha solo quella contro un...”
“Mostro della tua risma?”
Era la voce di Toxa.
“Devo ancora capire perché una creatura così inutile possa esistere su questo pianeta!”
“Interessante, la più vecchia del gruppo è quella che ha resistito così a lungo, lo sai che sono io il tuo antidoto, giusto? Vuoi affrontarmi tu? Tanto da qualcuno devo cominciare...”
“Io sto già morendo, dunque non ho nulla da perdere...”
“Complimenti per la filosofia, e come credi di battermi?”
“L'hai detto tu: il Destino ci ha dato delle armi.”

Flora stava avanzando dietro Sparklade, che continuava a parlare ad Oleander e Toxa, con la spada di Mahoney. Se avessero continuato a distrarlo avrebbe affondato l'arma.
“L'effetto sorpresa non funziona, rassegnatevi!” disse Sparklade e senza nemmeno voltarsi colpì con la coda la cantante che venne spinta a terra.
Sparklade girò la testa a guardarla con arroganza.

Capì quasi immediatamente il suo errore.

Oleander si era già lanciato verso la spada, la impugnò e tirò con tutte le sue forze verso il basso.
Sparklade urlò per la prima volta.
Oleander continuò a tirare, incurante dei movimenti del corpo. Era uccidere o essere uccisi.
Continuò nonostante i colpi. Continuò nonostante l'inascoltabile rumore delle ossa rovinate. Continuò nonostante il sangue che si riversava sulla sua faccia. Continuò nonostante il puzzo degli organi lacerati.

La spada opponeva resistenza, ma poco a poco scorreva nel mostruoso squarcio con più facilità.
Tirò ancora fino a quella non venne via.
Poi accadde qualcosa che non si aspettava: tra gli organi spezzettati e rigurgitanti sangue nel petto di Sparklade si stava apparendo una luce.
Una luce sempre più potente.

Sparklade era la chiave per uscire. Sparklade era l'uscita.
Un varco dimensionale si stava creando dalla sua cassa toracica.

“Qui...Qui! Tutti qui! Presto!”

Il corpo di Sparklade era in preda alle convulsioni. La sua pelle verde si stava seccando, diventando nera. La sua faccia era un misto di stupore e rassegnazione. Sembrava non soffrire dell'essere stato tagliato in due. La sua coda si muoveva automaticamente spruzzando sangue ovunque.

Mahoney uscì dal bosco zoppicando.
Flora la soccorse mentre Toxa cercava di aiutare Xilfis.

Il varco diventava sempre più grande, distruggendo lo spazio circostante.

“No! No! Non finirà qui! Non così!”
I cinque si girarono: Sgradel stava camminando verso di loro, con la disperazione e la disgrazia negli occhi, coperto di terra e sangue, con la spina conficcata nel ventre.
“Basta! Hai perso!”

Infatti le regole erano chiare: chi vinceva condannava l'evocatore.

Sgradel guardò gli altri sul punto di attraversare il varco quando un masso della grandezza di vari metri lo investì. Un braccio si spezzò per il colpo, il resto del corpo venne compresso tra la roccia e il ferro. La testa venne maciullata immediatamente e varie ossa si fratturarono. Le gambe si incurvarono spezzandosi orribilmente. Il corpo venne tagliato in due quando il masso si conficcò nel terreno in un ultimo, assordante fragore.
Una poltiglia di carne e sporco era quello che restava del vero assassino di sette persone innocenti.

Mahoney e gli altri vennero avvolti dalla luce ed attraversarono il corpo di Sparklade. Il Labirinto scomparve senza ulteriori cerimonie.





Avevano vinto.
Erano salvi.




  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Red Leaves