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Autore: Shizuka Grape    26/06/2011    2 recensioni
...."Ma non c'è bisogno, Leader. Io ti amerò per sempre al di là di tutti gli amori che avrò. E' un'eternità solo nostra, contro tutto ciò che ci succede in vita e che finisce."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kazunari Ninomiya , Satoshi Ohno, Sho Sakurai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TERZO CAPITOLO NINO GIUSTO FINALM Chiudo la porta del mio appartamento dietro le spalle, cambio svogliatamente le scarpe, e mi sistemo sotto il kotatsu*.

Immediatamente percepisco il caldo penetrarmi nelle gambe, poi gradualmente insinuarsi in tutto il corpo, e riesco a provare solo piacere per questo  momento.

So di stare già meglio: la presenza e l'appoggio di Sho sono riusciti a risollevarmi una giornata che altrimenti sarebbe stata catalogata tra le più nere della mia vita.

Sho è una persona meravigliosa: quando penso all'aggettivo 'atatakai'** il mio cervello dipinge il suo volto.

Oggi agli studi televisivi mi ha visto strano, è arrivato autonomamente alll'esatta radice del mio malumore, mi ha attirato in una serata con un'esca - ossia il suo pagamento- che sapeva non sarei riuscito a rifiutare; poi mi ha esortato allo sfogo ma anche rispettato i miei silenzi, mi ha fatto ragionare in alcuni frangenti ed è stato accondiscendente in altri e, anche stavolta, mi ha salvato dall'oblio dell'amaro realismo in cui stavo precipitando.

So davvero di stare già meglio: la presenza e l'appoggio di Sho stanno riuscendo a non farmi pensare a ciò che è successo.. alle parole che lei mi ha mitragliato addosso questa mattina.



^DRIIIN DRIIIN^

"Uhm? Una mail."
Prendo il telefonino dalla tasca e controllo lo schermo.


[SCENDI. PUOI? SONO IN AUTO.]

Rileggo due o tre volte il mittente:
Ohno Satoshi.

In momenti come questo, il primo pensiero che il mio cervello formulerebbe sarebbe tipo: "Perchè a quest'ora? E dopo una giornata di lavoro per giunta? Non possono lasciarmi rilassare?"

Si, in casi come questo penserei così, ma l'unica cosa che sono riuscito a fare dopo aver letto il nome del leader è stato alzarmi di scatto, abbandonare il caldo protettivo del kotatsu, e prendere l'ascensore.

Arrivato in strada, mi guardo attorno: Satoshi ha preso la patente solo un annetto fa, e la sua resistenza a guidare viene palesata dal fatto che predilige ancora oggi i mezzi pubblici. Per questo motivo, non sono abituato a riconoscere la sua auto e non riesco a vederlo nel buio della sera.

Il cellulare mi vibra nella tasca: lo apro di nuovo e leggo l'altra mail:
[SONO IN FONDO - Satoshi]

Chiudo il mio cellulare e sospiro, senza guardare la strada.

Riapro il cellulare di scatto e gli rispondo non muovendomi di un centimetro.
[QUI INTORNO CI SONO ALMENO 4  o 5 STRADE IN CUI POSSO ANDARE "IN FONDO",IDIOTA! SII PRECISO!]

Sospiro ancora, sconsolato. Ma mi scappa una piccola risata.

^DRIIIN DRIIIN^

[SULLA TUA SINISTRA. IN FONDO]

"Sinistra." - mi dico.


^DRIIIN DRIIIN^

[E NON RIDERE DI ME.]


Quanta forza mi dà l'idea che io possa vederlo, che possa godere del suo essere imbecille. Quanto amo la sua capacità di stupirmi, di trasformare un momento opaco in una grande luce luminosa, quanto mi rende felice la semplicità dei nostri momenti, la dolcezza della sua genuinità.

Penso tutte queste cose e sento il cuore riscaldarmi. A un certo punto scorgo la sua auto e sento i battiti aumentare. Inconsapevolmente velocizzo il mio passo verso il parcheggio, ma impongo al mio volto di non far trasparire la felicità che sto provando. Non voglio dargli alcuna soddisfazione.

Apro lo sportello e mi siedo accanto a lui, che alza una mano dal volante in segno di saluto.

"Buona sera." - gli dico con fredda educazione.
"Ah! Come hai fatto a sapere che ero già rientrato a casa?"

"Ho chiamato Sho-kun."

"Uhn. Capisco."

"Avrei aspettato comunque.  Voglio dire, se non fossi ancora arrivato ti avrei aspettato comunque. Qui, 'in fondo' ".


Mi giro verso il finestrino per non farmi guardare.
Sono felice, veramente felice.  E' un senso di sicura quiete che si impossessa di me, che va oltre la mia razionalità, che riesce a regalarmi solo pace.
Aspetto qualche secondo per riprendere il controllo di me stesso e finalmente mi rigiro a guardarlo, lui ancora col volto sulla strada e le mani sul volante.

"Ohno-san, non vorrai portarmi a bere anche tu spero!" - affermo con quel piglio saccente di cui non posso fare a meno. - "Non accetterei di venire ancora a bere neanche se mi offrissi anche tu stasera, sappilo."

Lui regala ad un silenzio tombale un paio di secondi, che alla mia coscienza sembrano interminabili. Mi sento in colpa per la scortesia mostratagli.

"...Ohno..san..."

E' solo un bisbiglio, un leggero soffio d'alito. Ma sento proprio che dice "Ohno-san."

Lo osservo mentre la sua espressione è diventata evidentemente dispiaciuta, e a quel punto sono sicuro che se l'è presa esclusivamente  per la mia troppa, cattiva formalità.

Decido che ho esagerato e che è finita la fase in cui metto alla prova i suoi nervi e sfogo contemporaneamente il mio cinismo.

"Mi accompagni da qualche parte con l'auto? Vediamo quanto sei migliorato." - gli dico con dolcezza, per recuperare.

Senza fare una piega, Satoshi gira la chiave e mette in moto.

Percorriamo un paio di quartieri di una Tokyo dalle luci scintillanti e variegate, di una metropoli notturna attraversata da cittadini fin troppo esaltati o fin troppo stanchi.

Il mio amato leader non spiccica una parola durante tutto il tragitto, ma conoscendolo non me ne preoccupo: anzi, la sua presenza è per me fonte di una pace dei sensi straordinaria. Mi sento completamente a mio agio anche in assenza di discorsi, anche nel più assoluto silenzio.

Per me il silenzio è pericoloso: i tuoi pensieri si impadroniscono di te senza che tu possa combatterli, la tristezza ti invade, il senso di solitudine ti deprime.
Eppure Satoshi ha una potenza distruttrice incredibile nei confronti delle mie tristezze.
Satoshi è un'arma contro le mie tacite paure.

Spero, anzi, vorrei tanto che anche lui riesca a provare questa sensazione di riparo quando si trova vicino a me. A volte mi chiedo se i miei sentimenti siano ricambiati, e se si, in che modo, con quali limiti.
Vorrei anch'io essere la pace per Ohno Satoshi.

Mentre ragiono beatamente su tutto questo, Ohno rallenta per poi fermarsi in un parcheggio di fronte a un parco che poi dà sulla baia.

E' un posto abbastanza frigido, un piccolo parco di non particolare bellezza, di giorno frequentato da giovani mamme e studenti nel doposcuola.

Però so perchè Satoshi ha scelto questo posto: è discreto, raccolto, alternativo, e con vista sulla baia. I suoi gusti non avrebbero potuto chiedere di meglio.
Esco dall'automobile e, mentre chiudo lo sportello, il vero motivo della scelta del posto mi fulmina la mente: poco lontano dal parcheggio, di fronte al parco,  una piccola bancarella di senbei*** si erge, bancarella dietro alla quale un anziano signore assonnato è seduto.

Un'altra fitta al cuore di felicità e tenerezza mi sovrasta: dopo avergli quasi ringhiato addosso che non avrei bevuto ancora, Satoshi mi ha portato davanti a una bancarella di senbei, che ha scoperto da poco essere tra i miei cibi preferiti.

La mia immensa gratitudine per quel gesto mi spinge a girarmi verso di lui e cercare i suoi occhi. Li vedo brillare alla luce della sigaretta che si è appena acceso.
Sembra disteso e contemporaneamente distaccato. Sta facendo tutto questo per me, senza che abbia detto una sola parola per farmelo capire, e sta fumando per conto suo senza nessuna pretesa di un "grazie" da parte mia.

Mi avvicino e mi siedo accanto a lui, sulla panchina di fronte alla bancarella di senbei.

Dovrei ringraziarlo, dovrei abbracciarlo e fargli capire quanto abbia bisogno che lui con me si comporti sempre così. Con me, solo con me. Solo per me.

Ma l'unica cosa che esce fuori dalla mia bocca è: "Mi compri un pacchetto di quei senbei?"
Nonostante mi stia dando dello stupido, aspetto quasi impaziente la sua risposta.

Si prende un pò di tempo, aspira il fumo e poi mi risponde serafico: "No, non te lo comprerò."

Rido, di gusto.
"Già, tu non sei mica generoso come Sho-chan." preciso, lamentoso - "Allora che ci siamo venuti a fare qui?"

"L'hai detto tu di andarci a fare un giro per vedere i miei progressi. Quando ho ritenuto sufficiente la dimostrazione sono finito qui. Sono migliorato?"

Sappiamo entrambi che la scelta del posto non è stata casuale, ma lascio correre.

"Per i tuoi standard, può andare."

"Davvero? Grazie mille."

La mia risposta sarebbe parsa una frecciatina offensiva per chiunque, ma Satoshi mi ha ringraziato considerandolo un complimento.
Non è anche per questo che lo amo?

"E' vero però."

"Eh? Cosa è vero?"

"Io non sono come Sho. Probabilmente non riuscirò ad essere un buon confidente come sicuramente lo è stato lui stasera. Ma volevo vederti comunque."

Si, Sho mi ha aiutato tanto. La sua sensibilità e discrezione sono la mia àncora.
Però è grazie alla naturale serenità che mi regala Satoshi che trovo la forza di uscire nuovamente il discorso senza però sentire unsenso di fastidio nauseabondo e opprimente.

"E' tutto a posto. Ho chiuso con la mia ragazza, ma ormai non c'è più niente da sistemare. Perchè grazie a Sho e a te sto già bene."

"Davvero?" - mi dice, con una punta di felicità,  poi si ferma.
"In fondo è tutto come sempre.."

Quest ultima frase mi si infilza nel cuore come un pugnale ricoperto di veleno.
Mi tornano improvvisamente in mente le parole della mia ex donna, ma in particolare quelle parole che più mi hanno lacerato e che non ho avuto la forza di riportare a Sho durante la nostra chiacchierata.
 
"Non è più come prima. TU, KAZUNARI, NON SEI PIù COME PRIMA. SEI CAMBIATO, IN PEGGIO. SEI DIVERSO. SEI FREDDO, SEMBRA CHE TU NON RIESCA A PROVARE PIù UN SENTIMENTO D'AMORE VERO. NON SEI PIù QUELLO DI PRIMA KAZUNARI. SEI CAMBIATO IN MODO DELUDENTE."

Senza che potessi farci niente, sento le lacrime appesantire i miei occhi e cercare di uscire fuori.
"Io.. secondo te... sono cambiato in questi anni?" - glielo chiedo con un filo di voce, quel ricordo mi ha privato di ogni forza.

Non mi guarda,  però muove la testa di scatto, quasi si stesse chiedendo il perchè di quella domanda.

"Si, certo."

Non posso crederci. Lo pensa anche lui.

"Chi non cambia negli anni?"  - Satoshi interrompe i miei pensieri - "Anzi, restare sempre uguali è da stupidi, se non proprio impossibile."

"Cambiato in peggio?" - gli preciso. Stavolta lo guardo seriamente. Pretendo con lo sguardo la sua assoluta sincerità.

Si prende qualche secondo, probabilmente sente anche il peso della mia serietà.

"E chi può stabilirlo se sei cambiato in peggio o in meglio? Quali sono i parametri?"

"Non lo so. Lei ha detto così." - ammetto alla fine, scoprendo tutte le carte in tavola poichè ormai troppo stanco per occultarle.

"Se ti ha detto così ti ha dato semplicemente una conferma del fatto che non ti ama." - mi dice, stavolta di getto.

Non capisco esattamente cosa voglia dire. Lascio che prosegua.

"Non ti ama più, Kazunari, e ha dato la colpa al cambiamento. Ma è naturale cambiare, no? E se uno non ama abbastanza, è altrettanto naturale che non riesca a reggere il cambiamento dell'altro negli anni. Secondo me le persone si lasciano per colpa della propria intolleranza, non per mancanza d'amore. E' l'intolleranza che fa finire l'amore. L'amore vero, di per sè, è eterno. Anche se so che tu non la pensi proprio così."

Affascinato dal suo discorso, resto ammutolito. Difficile udire un pensiero tanto logico e razionale da qualsiasi persona, ancora più difficile udire una spiegazione da Ohno.
Mi stava palesando in quel momento tutta la sua intelligenza.

Notando il mio viso stupito, vedo Satoshi in evidente imbarazzo.

Quindi continua - "E questo ne è la riprova."

"Questo? Questo cosa?" - gli chiedo io, ormai completamente preso dalla curiosità.

"Il fatto che ti amo. E ti amo davvero. Se dipendesse da me, sarebbe per sempre. E ti amo perchè a me va bene ogni tuo cambiamento. Ogni cambiamento di Kazu costituisce il mio adorato Kazu."

La serenità con cui mi ha espresso questo pensiero è disarmante. Sembrerebbe la scena di un film romantico di infimo livello - di quelli patetici - se non vedessi davanti a me Ohno Satoshi, che fatica guardarmi, e che si sta sforzando di trasmettermi i suoi reali sentimenti.

"...Ed è il fatto che mi va bene tutto di te, cambiamenti compresi, il segnale che ti amo, non altro."

Il mio cuore inizia a battere nervosamente, sento le mani sudare, riesco a capire quale sia la forma dei sentimenti puri e duraturi, quelli a cui la mia parte razionale non crede.

"E vale anche per te ovviamente" - continua, di getto - "Anche il fatto che tu tolleri me è la prova che mi ami, e non altro."

Quanto calore può dare la consapevolezza di entrambe le parti di un sentimento ricambiato, di un rispetto continuamente riaffermato, di una vicinanza ribadita con gesti concreti e parole confortanti.
Quanta felicità può dare scoprire il sapore dell'amore più puro, che va olte la merda delle banalità, della superficialità, del luogo comune?

E' Ohno Satoshi, solo Ohno Satoshi che mi fa conoscere queste sensazioni.

Mi alzo dalla panchina e lentamente lo abbraccio.


Appoggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi, sprofondando il mio olfatto nel godimento del suo profumo, ora un misto tra tabacco e dopobarba, e abbandono la mia mente nel vuoto, nel vuoto si, ma stavolta della pace più completa.

Sento Ohno darmi qualche pacca amichevole sulla spalla, gesto troppo amichevole, troppo poco 'nostro'.

"Prego
" - mi dice, con la voce bassa e tremante, rispondendo a un mio grazie inesistente - "Ma..di questo.. non c'è bisogno.. era per farti capire cos'è l'amore infinito."

Nel frattempo io sto pensando al fatto che il mio non era un gesto di ringraziamento.
Volevo avere un contatto con lui.

Sho mi ha riscaldato il cuore, mi ha rafforzato, Sho è sempre una sicurezza: ma Satoshi è la colonna senza la quale annegherei nella mia colata acida che ho impastato a causa delle mie esperienze negative.

Ho bisogno di sentirlo di vicino, ho bisogno di dare una conferma fisica a tutto ciò che mi ha espresso a parole.
Anche se gli credo: a lui credo, di ciò che dice mi fido, so che apre bocca solo quando sa che ne vale la pena, perciò mi fido.
Ma io ho bisogno di un contatto, di quel gesto che soddisfa me e che infuoca la pelle a lui.

Ecco che allora decido di prendere con le mie mani  le sue braccia, e di accompagnarle meglio dietro la mia schiena, in modo che possano stringermi in modo diverso, in modo nuovo.

Lui recepisce subito la mia intenzione e sembra che stesse aspettando che gli dessi una sorta di permesso, perchè mi abbraccia con più vigore, avvicina il suo volto al mio collo, e mi solletica con il suo respiro.

E' un momento di quiete e di estasi tutto nostro. Potrei stare le ore abbracciato a lui in questo modo. E' per me come l'essere nudi, come  ammettere di essere felicemente colpevoli, per me è come imparare ad amare davvero. Grazie solo a lui.

"Non è finito niente, Kazu. L'amore non finisce. Andrà tutto bene. Perchè ci siamo noi." - mi viene quasi da piangere, ma la malinconia lascia subito posto all'eccitazione: sento il suo alito accarezzarmi il viso, ormai in fiamme - "Ci siamo noi cinque, gli Arashi."

Istintivamente, allontano il mio viso dalla sua spalla - lui che mi tiene ancora abbracciato a  sè - e lo guardo, contrariato.

"Si, ci sono gli Arashi." - gli dico, guardandolo fisso ma interrogativo, sperando che dica qualcosa per salvarsi.

"Si, c'è Sho con cui ti confidi, Masaki che è praticamente la tua infanzia nei Johnny's, c'è la gentilezza di Jun..." - spazia con lo sguardo. 

"E c'è il Leader.." - gli do una schiaffetto innocuo-  "Ma che stai dicendo adesso, tutto d'un tratto?"
Persino le sue scenate di gelosia sono fuori dal normale.

"Era una ripicca per essere uscito a bere con Sho prima."

Sento che sta allargando le braccia per lasciarmi, ma io lo fermo e lo costringo a tenermi ancora stretto.

"Sei tu che non mi hai degnato di attenzioni in camerino oggi. A proposito, mi piacerebbe tanto sapere il perchè."

"Perchè volevo uscire con te dopo, e capire, da soli. Non volevo sprecarmi nei camerini."

"Oh oh, NON VOLEVO SPRECARMI NEI CAMERINI!" - gli faccio il verso, poi gli tiro un altro schiaffetto e rimetto la testa sulla sua spalla, stavolta avvcinandola ancora di più alla sua guancia.
Ho capito che in momenti come questi semplicemente pretendo di sentire calore e di trasmetterlo a lui.

"Grazie. Sei il miglior Leader che gli Arashi potessero avere e il miglior amante che potessi desiderare." - mi stringo ancora di più a lui.
Non che con lui sia un abitue di queste effusioni, ma ormai ho deciso che per attimi come questi vale la pena lasciarsi andare.

Contemporaneamente, sento Satoshi ingoiare a vuoto e inspirare l'aria quasi a voler sentire il mio odore. Posso percepire le sue labbra, ora leggermente distese in un sorriso, sfiorarmi la pelle.

"Allora voglio una ricompensa."

"Eh?" - la mia mente fatica a non pensare a qualcosa di perverso.

"Mi dedichi 'Niji'?"

Divento un attimo titubante.
"Ma.... tu lo sai che Niji è dedicata a lei.."

"Lo so"  - incalza - "Ma lei non c'è più. Io ci sono ancora. Io ci sarò per  sempre. Niji mi piace molto."

Satoshi è davvero l'unica persona davanti alla quale il mio vero lato romantico, quello che crede nell'eternità, si arrende.

Con un fil di voce, cedo alla richiesta.

Mi allontano un pò, ma solo per poter perdermi nelle sue iridi e imposto il mio tono di voce: "Niji è ufficialmente dedicata al mio amato leader Ohno Satoshi."

Piuttosto dispiaciuto, Satoshi mi accarezza: "Kazu, un pò meno formale..?" - ora mi sta guardando con quei suoi occhi speranzosi e teneri.

Capisco il suo bisogno di intimità, il suo bisogno di sentire il cuore del vero Kazunari, e mi avvicino al suo orecchio:
"Satoshi, Niji da ora in poi è dedicata a te, per sempre."

Vedo fiorire sulle sue labbra un sorriso soddisfatto, poi sento che gira il collo e bacia l'angolo della mia bocca, in un gesto di infinita dolcezza.

"Adesso che sei single, posso fare il tuo pretendente per un pò." - mi dice Satoshi, soffocando una risata. Intanto si stacca da me e mi prende per mano, accompagnadomi alla sua auto.

"Ma non c'è bisogno Leader. Io ti amerò per sempre al di là di tutti gli amori che avrò. E' un'eternità che è solo nostra, contro tutto ciò che ci succede in vita e che finisce."

Lo vedo sorridere, arrossire, e sento che mi stringe ancora di più la mano.

E' stata una giornata lunga, in cui è finito un amore della vita e in cui ho rafforzato l'unico amore che è per sempre.












*Kotatsu: tavolino tradizionale giapponese, basso, munito di coperta e (quelli moderni) di una sorta di stufa. Serve a riscaldarsi nelle giornate fredde.
**Atatakai: significa "caldo", "tiepido", non ha un'accezione solo atmosferica, ma anche caratteriale.
***Senbei: cracker tipici giapponesi







  
  
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