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Autore: SonLinaChan    11/03/2006    8 recensioni
Il mondo ha una precisa immagine di Lina Inverse, ma certi suoi aspetti sono prerogativa di chi non vuole fermarsi alle apparenze ... Una breve fic L/G, dal punto di vista di Gourry... ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualche tempo fa ho trovato questa http://img526

Qualche tempo fa ho trovato questa http://img526.imageshack.us/my.php?image=linagourry11wk4vr.jpg immagine, che non avevo mai visto prima, ma trovo assolutamente stupenda (=D) e da allora mi è venuta voglia di scriverci qualcosina sopra… da ciò è nata questa breve fic Lina/Gourry, ambientata all’inizio della loro conoscenza, nel breve periodo fra la sconfitta di Shabby (familiarmente detto) e l’incontro con Amelia… Spero che i fan della coppia gradiscano…^_^

Commenti e critiche sono ovviamente sempre graditi…=P

 

 

 

Gourry aprì gli occhi all’improvviso, ad un rumore proveniente dalla stanza contigua.

Era pieno pomeriggio, ma per una volta lo spadaccino poteva permettersi, cosa inconsueta per lui, di digerire il pranzo al calduccio fra le lenzuola.

Del resto, non c’era molto altro da fare.

Si stavano dirigendo a sud… quella folle della sua compagna di viaggio aveva sentito dire qualcosa a proposito del passaggio dell’erede al trono di Sailune in uno dei villaggi al confine del regno, e per qualche motivo la notizia la aveva particolarmente esaltata … A Gourry non era ancora perfettamente chiaro che cosa avesse in mente (anche se gli erano bastati due mesi di convivenza per capire che avrebbe potuto aspettarsi di tutto…)… se fosse stato in compagnia di un’altra ragazza si sarebbe detto che era semplicemente l’entusiasmo di incontrare un principe, ma i comportamenti di Lina erano al novanta per cento totalmente imprevedibili… Gli bastava pensare che quella che fino ad un mese prima aveva chiamato ragazzina aveva distrutto davanti ai suoi occhi uno dei demoni più potenti che fossero mai comparsi sulla faccia della terra…

Sulle sue labbra affiorò un involontario sorriso.

Si sollevò dal letto, con un sospiro, e lanciò un’occhiata fuori dalla finestra. Neve. Cadeva incessantemente dal cielo, ora con feroce intensità, ora con placida lentezza, e si era già accumulata in una spessa coltre al suolo. Ecco perché erano stati costretti a fermarsi… la primavera distava ormai solo un mese, ma quell’anno faceva ancora freddo… Confidava che una volta giunti nei regni del sud avrebbero potuto bearsi in un po’ di sano buon clima, anche se doveva ammettere che i fiocchi leggeri e tutto quel biancore lo affascinavano… nel regno in cui era cresciuto, Elmekia, il paesaggio era per lo più desertico, e gli era capitato raramente di assistere ad un simile spettacolo… gli faceva uno strano effetto… tutto sembrava più calmo e silenzioso… gli veniva voglia di uscire nel cortiletto della locanda, solo per il gusto di vedere le sue impronte stamparsi su quel mantello candido…

‘Uhm… forse dovrei evitare di entusiasmarmi per così poco…’ Gourry si grattò la punta del naso… A volte si rendeva conto di essere un tipo semplice… d’altra parte forse era per quello che amava viaggiare… non si era mai mosso per il puro piacere di farlo, fino a qualche mese prima, ma si era velocemente reso conto di quanto quel modo di vita portasse a scoprire sempre qualcosa di nuovo… in un certo senso, questo lo accomunava a Lina… era strano a dirsi, ma c’erano momenti in cui lui e la sua compagna di viaggio sembravano essere diversi come la luce e l’ombra, e dei momenti invece in cui la sentiva incredibilmente vicina… un’altra delle mille cose che lo frastornavano della sua compagnia…

Si avvicinò al muro che separava la sua stanza da quella della maga, e vi batté lievemente col dorso della mano. Avrebbe potuto scomodarsi ad arrivare fino alla porta, ma i muri di carta velina di quella infima locanda rendevano totalmente inutile l’operazione… del resto, difficilmente avrebbero potuto trovare di meglio, con tutti i viaggiatori fermi a causa della neve…

“Ehi, Lina… tutto ok?”

Il più totale silenzio giunse in risposta alle sue parole.

Strano… era certo di avere sentito un nitido tonfo nella stanza, solo pochi istanti prima. Aveva pensato che anche la sua compagna si fosse svegliata…

Un campanello di allarme gli si accese nella mente. Infilandosi velocemente stivali e afferrando il suo mantello, uscì nel freddo corridoio, e raggiunse la porta della maga. Bussò, nuovamente.

“Lina… sei in camera?”

Quando un muro di silenzio gli si contrappose nuovamente, la sensazione di allarme crebbe fino a degenerare in ansia. Posò la mano sulla maniglia della porta, e provò ad abbassarla. Nulla. Ovviamente, Lina si era chiusa a chiave. Avrebbe persino dovuto evitare di chiederselo, visti i volti degli avventori che avevano incontrato ad ora di pranzo al piano inferiore, nella sala comune della locanda…

Ora senza più preoccuparsi di mantenere basso il suo tono di voce, Gourry chiamò attraverso la porta. “Lina! Lina, sei sveglia? Se ci sei, rispondi!”

Premette nuovamente la maniglia verso il basso, con maggiore violenza di prima, e questa volta, invece di incontrare la resistenza del sottile strato di legno, udì un sonoro schiocco. La porta cedette di scatto, e si ritrovò quasi a caracollare nella stanza della sua compagna di viaggio. Nella foga, doveva aver fatto saltare il lucchetto…

‘Oh, oh… ho idea che questo a Lina non piacerà…’

Entrò nella camera con circospezione, temendo ad ogni istante di incontrare una palla di fuoco sulla sua strada, e quasi si stupì di arrivare a mettere entrambi i piedi all’interno del piccolo ambiente senza perdere la vita… Si chiuse la porta alle spalle, e si guardò attorno. La stanza era indiscutibilmente vuota.

‘Ma dove diavolo…?’

Il letto era ancora disfatto, e alcuni oggetti personali di Lina erano sparsi lì attorno… una spazzola, vestiti, diverse boccette con unguenti che Gourry non conosceva, un paio di pantofole ed un pigiama, buttati disordinatamente sul letto e sul tavolino vicino alla finestra. La sacca in cui usava portare gli oggetti utili al viaggio era riversa al suolo, aperta, e vuota. Mancavano il suo mantello, la spada e gli stivali. Ovunque fosse sparita, Lina si era portata con sé i suoi oggetti più preziosi.

Per un momento, gli attraversò la mente il pensiero che se ne fosse andata per la sua strada, ma non aveva ancora terminato di formularlo, che già il suo istinto lo negava. Non solo per il fatto che aveva abbandonato lì parte delle sue cose. Ormai conosceva a sufficienza Lina per sapere che non era tipo da andarsene di nascosto, senza spiegazioni. Se si fosse stancata di lui, glielo avrebbe semplicemente detto, senza tante cerimonie. In effetti gli piaceva questo aspetto di lei. La sua compagna non era tipo da rimuginare in silenzio… Si arrabbiava, sicuramente, e spesso anche… ma una volta chiarito, il problema era chiuso. Non c’erano questioni e rancori lasciati in sospeso, con lei… 

“Uhm…” Gourry si grattò la testa, perplesso. Quelle riflessioni erano molto interessanti, ma non risolvevano il suo problema. Che fine aveva fatto la sua compagna di viaggio?

Proprio in quel momento, uno spiffero d’aria portò la sua attenzione verso la finestra… si avvicinò, e con un po’ di sorpresa si rese conto che era accostata, ma aperta. Guardò all’esterno. Al di sotto dell’apertura, le impronte di una singola persona si stagliavano chiaramente sul selciato del cortile, per poi dirigersi verso la strada deserta, e svoltare in un vicolo. La neve fresca le stava già ricoprendo, ma erano ancora visibili piuttosto chiaramente, segno che chiunque fosse uscito da lì doveva averlo fatto molto poco tempo prima…

Gourry sospirò. Ecco svelato l’arcano. Lina si era allontanata da lì, per evitare di dover passare davanti alla sua porta in corridoio, e rischiare di essere scoperta. Il tonfo che aveva sentito doveva essere stato il rumore della finestra che sbatteva a causa del vento.

Lo spadaccino si grattò la testa. Se conosceva un minimo Lina, c’era un solo motivo che poteva farla smuovere dalla sua stanza con tutta quella neve…

Il suo hobby.

Lina era stata come una bestia in gabbia, tutto il giorno prima. Era stata tremendamente irritata al pensiero che il suo viaggio verso l’erede al trono venisse rallentato, e forse compromesso, da quella inaspettata montagna di neve. Aveva persino tentato di convincerlo a muoversi lo stesso, ma Gourry in quella occasione era stato irremovibile. Era raro per lui impuntarsi, e fino a quel momento si era limitato ad assecondare felicemente Lina nelle decisioni riguardo all’itinerario del loro viaggio, ma non era tanto sprovveduto da non rendersi conto di quanto avrebbe potuto essere pericoloso muoversi per alture e crepacci con quelle condizioni meteorologiche… e, del resto, non ci era voluto molto a convincere la maga… Lina era un’incosciente, ma non era un’ingenua… era stata perfettamente consapevole di quanto il suo stesso progetto fosse poco felice…

Ora, però, evidentemente cercava un modo per scaricare la tensione. Un modo che includeva banditi fatti saltare in aria, tesori accumulati, e un certo spadaccino sua guardia del corpo fuori dai piedi…

Gourry sospirò, nuovamente. Non approvava particolarmente l’hobby di Lina, ma nemmeno si sarebbe sognato di cercare di fermarla. Dei, no. Una sola settimana a fianco di Lina Inverse è sufficiente a capire che non è il caso di contraddirla su certi punti, a meno di non essere in cerca di una forma originale di suicidio… D’altra parte, però, lo infastidiva l’idea che la maga se ne sparisse a quel modo, senza dirgli nulla. E se le fosse successo qualcosa? E se avesse avuto bisogno di una mano? Lina era perfettamente in grado di difendersi, ma bisognava anche dire che attirava i guai come una calamita. E poi era stanca, non si era ancora del tutto ripresa dalla lotta con quel Shab…qualcosa… E, in fondo, lui era la sua guardia del corpo.

Stranamente nervoso, senza nemmeno capirne esattamente il motivo, Gourry abbandonò la stanza della maga, e scese al piano inferiore, deciso a mettersi sulle sue tracce. Si infilò il mantello, e affrontò il muro di freddo che lo aspettava appena fuori dall’ingresso della locanda. La neve ora cadeva a fiocchi spessi, e radi, che il forte vento spargeva ovunque nell’aria che lo circondava. Sollevò il cappuccio, per evitare che i capelli gli si bagnassero più del necessario, e si gettò alla ricerca della sua compagna, seguendo le impronte che conducevano al di fuori del cortile… Già preventivava un lungo inseguimento, presumibilmente fino alle mura del piccolo villaggio e ai boschi che lo circondavano… per questo, quando svoltò nello stretto vicolo a lato della locanda, in cui si immettevano le impronte, rimase per un momento ammutolito, sorpreso dalla scena che gli si parava di fronte… 

Lina era davanti a lui, di spalle, e sembrava china su qualcosa… Per qualche motivo aveva staccato il cappuccio dal mantello, e ora i lunghi capelli rossi le ricadevano lungo le spalle, umidi di neve… sembrava che stesse dicendo qualcosa a bassa voce, ma da quella distanza Gourry non riusciva a capire che cosa… 

Fece per avvicinarsi, ma la maga lo colse di sorpresa, sollevandosi in piedi. Un guizzo di colore rosso attirò il suo sguardo verso le braccia della ragazza, in cui, notò lo spadaccino, la sua compagna reggeva il proprio cappuccio imbottito. E alla vista di ciò che vi era contenuto lo spadaccino non poté fare a meno di sorridere…

“… un incivile…” La udì mormorare. “… ma lasciate che lo trovi e gli metta le mani addosso…”

Il sorriso di Gourry si allargò. Gatti appena nati. Dovevano essere stati abbandonati lì da qualcuno che aveva ritenuto la cucciolata del proprio animale domestico un po’ troppo numerosa… e che non aveva idea del pericolo che stava correndo ora, di fronte alle ire di una maga che evidentemente per quegli animali aveva una certa simpatia…

Un po’ se ne era reso conto anche in precedenza, anche senza quel gesto… del fatto che Lina avesse un animo molto più tenero di quanto non desiderasse mostrare… era un personaggio dalle mille facce, quella strana ragazza… a volte risvegliava in lui ammirazione e rispetto, in altri casi lo innervosiva, in certi momenti sentiva di condividere con lei una vicinanza simile al cameratismo che lo aveva unito ai suoi precedenti compagni di viaggio… Altre volte, almeno da un po’ di tempo a questa parte, provava semplicemente affetto. Un po’ come in quel momento. Uno strano misto di sensazioni, che ancora non era bene in grado di definire… e che, in realtà, non gli importava granché di definire. Gourry tendeva a registrare ciò che provava e ad agire di conseguenza, più che stare a rifletterci sopra. E così fece anche allora.

Si avvicinò silenziosamente, slacciandosi il mantello, in modo che le due estremità pendessero libere ai suoi fianchi. Quando fu sufficientemente vicino, ne sollevò un lembo, in modo che coprisse la testa già umida della maga, mettendola al riparo insieme a lui.

“Ehi… prenderai freddo se rimani così a testa scoperta…”

La maga sobbalzò, e gli rivolse uno sguardo stupito, come se si fosse aspettata di vedere chiunque in quel luogo, tranne lui. “Gourry…” Arrossì, per qualche motivo che a Gourry sfuggì. “Credevo stessi dormendo…”

Gourry le sorrise. “Dormivo, infatti. Ma poi ho sentito un rumore provenire dalla tua camera, e quando sono venuto a controllare non ti ho trovata… ero preoccupato, e sono venuto a cercarti…”

La maga gli rivolse uno sguardo strano… “Eri… preoccupato per me…?”

Gourry batté le palpebre. “Sì… che c’è di strano?”

Lina inarcò un sopracciglio. “Ho combattuto contro Shabranigdu davanti ai tuoi occhi, mi chiamano imperatrice della distruzione, e tu eri preoccupato perché avevo deciso di andarmene a fare un giro da sola per la città?”

Gourry inclinò la testa, senza capire dove la maga volesse andare a parare. “Bé… se tieni ad una persona ti preoccupi per lei anche se è in grado di difendersi, no?” Replicò, del tutto candidamente.

Lina lo fissò per un momento, con uno sguardo per lui totalmente indecifrabile. Quindi arrossì lievemente, e i suoi occhi si soffermarono sul lembo di mantello con cui lo spadaccino le stava coprendo la testa. Fece un sospiro. “Molto tipico di te…” Mugugnò…

“Mm?”

La maga scosse la testa. Il suo sguardo si fissò sui cuccioli fra le sue braccia. “Li ho sentiti miagolare dalla mia finestra.” Borbottò. “Mi chiedo chi possa essere così insensibile da mollarli in questo modo in mezzo alla neve…”

Gourry ridacchiò. “Non so perché, ma non mi sembri il tipo da mettersi a predicare sulla sensibilità.”

Lina lo fulminò con lo sguardo. “BADA A COME PARLI, SAI!” Quindi sbuffò, e arrossii ulteriormente. “Non sono certo propensa ai sentimentalismi inutili, ma queste creature non sanno difendersi. Non ci voleva nulla ad affidarle a qualcuno… una persona che li ha lasciati così gratuitamente a morire probabilmente agirà sempre così anche nella vita di tutti i giorni… e ti confesso che non mi dispiacerebbe trovarmelo ora davanti…”

Gourry ridacchiò nuovamente. “Oh, non ho dubbi.” Si avvicinò maggiormente a Lina in modo che fosse ben riparata. “Che ne dici se per ora li portiamo nella tua stanza, e quando smette di nevicare andiamo a chiedere ad un qualche spaccio se vogliono adottarli? Chi vende prodotti alimentari li sfrutterà volentieri, quando saranno un po’ più grandi, per liberarsi dai topi…”

Lina sospirò. “Sì, direi che è una buona idea.” Gli lanciò un’occhiata in tralice. “Ora non andrai a dire in giro che Lina Inverse è la paladina degli animaletti indifesi, vero?”

Gourry si trovò nuovamente a sorridere. Ecco la solita Lina. “Parola mia. Non vorrei mai che qualche voce positiva finisse per contraddire le mille voci negative che circolano sul tuo conto.” Replicò, semplicemente, in tono divertito, sollevando la mano destra.

Lina lo fissò storto, ma non raccolse la battuta. “Meglio per te.” Si limitò a replicare, caustica. “E ora andiamo, sto congelando.”

Si avviarono in silenzio, ma prima che potessero girare l’angolo verso la locanda, Lina si bloccò di scatto. “Ehi, Gourry…” Sollevò lo sguardo e lo fissò, perplessa. “Hai detto che sei venuto in camera mia a controllare e che non hai trovato nessuno, ma… come hai fatto ad entrare, dato che avevo chiuso a chiave?”

Gourry gelò sul posto. Aveva momentaneamente scordato quel particolare… “Oh… ehm… in realtà… nella foga, temo di avere rotto il lucchetto…”

Lina lo fissò come avrebbe guardato un demone che era sul punto di attaccare. “Stai dicendo che te ne sei andato lasciando la mia camera APERTA???”

“Oh, ecco… io… in quel momento ero concentrato sul ritrovarti, e…”

“NON E’ UNA SCUSA SUFFICIENTE, CERVELLO DI MEDUSA!!!” Quello era l’appellativo che Lina gli aveva ‘amichevolmente’ assegnato. “Aaaaah, i miei preziosi unguenti!” Lina gli lasciò fra le braccia i gatti, e scattò verso la locanda, dimentica della neve. Gourry scosse la testa e la seguì, sorridendo.

Magari più tardi avrebbe potuto consolarla, dicendole che nella furia di ritrovarla aveva dimenticato aperta anche la PROPRIA camera…

 

  
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