Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: _Any    27/06/2011    6 recensioni
Quando mi trovavo alla The Wammy's House giravano strane leggende e tutte quante avevano come protagonista uno di noi, un assassino per l'appunto. Uno di noi che gli altri temevano, uno di quelli che nessuno avrebbe mai voluto incontrare sul proprio cammino. Persino il suo aspetto era spaventoso. Occhi rosso sangue, capaci di infondere il terrore con un solo sguardo. Malvagio, malvagio tanto da uccidere anche una ragazzina.
Devo ammettere che anche io, che mi reputo una persona alquanto razionale e non troppo timorosa, ho creduto a quelle leggende e mi sono permesso di giudicare quella persona in maniera perfida e meschina. Nessuno conosceva il suo nome, per noi era solo una lettera: B.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beyond Birthday, L, Near
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia è stata ispirata al romanzo "Another Note" di Nisioisin. La maggioranza dei personaggi non mi appartiene.


Certo che B faceva strane domande. Potevo non conoscere L? Chi nel mondo poteva non aver mai sentito del più grande detective del mondo? Per di più aveva lavorato al caso Kira, nessuno poteva non sapere di lui.

Sorrisi. Proprio in quel momento mi resi conto che anche se avessi voluto non sarei riuscito a smettere di leggere, oramai quel manoscritto mi aveva catturato, e nonostante avessi ancora un po' di timore nei confronti della figura di B non mi sarei riuscito a fermare per la troppa curiosità.

Stava per parlare di L? L era il mio idolo, un esempio da imitare e forse avrei potuto saperne di più sul suo conto proprio da quelle pagine.


Oh sì che ne hai sentito parlare, caro lettore. Il più grande detective del mondo. Nel momento in cui scrivo dovrebbe star lavorando al caso Kira, e con quell'intervento alla TV che sono riuscito a vedere quasi di nascosto nel quale lo ha sfidato pubblicamente la sua fama si è accresciuta ancora di più.

Bene, quel giorno l'avrei incontrato per la prima volta.

Ero alla finestra ad osservare quel paesaggio così nostalgico quando lo vidi. Al momento non potevo certo immaginare che potesse diventare una persona così importante. Appariva come un bambino spaurito, aveva timore delle campane. Pensai che doveva avere la mia età, data l'altezza e il comportamento, infatti nonostante la sua grande intelligenza proprio in quel momento si comportava come chiunque altro. Era infagottato da una giacca e una sciarpa più grandi di lui e stringeva la mano di Quillsh al suono metallico che riempiva l'aria a rimbalzi regolari.

Era curvo, ma per lui era naturale, i capelli corvini spettinati come se non fossero mai stati toccati da una spazzola.

Ero decisamente incuriosito da un simile individuo: avevo incontrato bambini po' strani in quell'istituto, ma mai un tipo così eccentrico almeno nell'aspetto.

Quando Quillsh tornò nell'istituto venne proprio nel corridoio dove si trovava la mia stanza, accompagnato da lui.

Anche lui doveva stare nell'ospedale?

Aprii un po' timoroso la porta.

Ci guardammo. Il suo sguardo era circondato da occhiaie profondissime che lo rendevano penetrante. Mi sentii immediatamente a disagio e rimasi fermo a senza dire nulla.

Ero stranamente curioso e volevo sentire la sua voce, perciò feci solo un passo verso di loro, ma Quillsh avvertì il rumore e mi guardò con uno sguardo autoritario. Che gli era successo? All'inizio era tanto dolce, adesso mi voleva tenere rinchiuso in una stanza. Sospirò, allora me ne tornai in camera mia con gli occhi bassi, senza riuscire a dire nemmeno una parola.

Passai il resto di quel giorno steso sul mio letto, a metà tra il pianto e la rabbia. Non volevo essere rinchiuso! Volevo stare con gli altri, volevo vivere!


Ciò che stavo leggendo era qualcosa di crudele. Rinchiudere un bambino di 5 anni in una stanza non facendolo uscire? Come si può arrivare a tanto? Ora capivo perché quel luogo era stato chiuso: era un ricordo crudele per chiunque ne conoscesse la vera natura, ma almeno adesso non esiste più nulla di simile. Altrimenti anche io sarei stato rinchiuso, forse.


Il giorno successivo mi alzai prima del solito per la scuola. Avevo bisogno di contatto umano, e l'idea di frequentare le lezioni mi entusiasmava.

Durante l'intervallo uscii dalla mia classe: volevo cercare quel bambino. Camminavo a passo spedito e mi affacciavo in tutte le aule cercandolo.

Lo trovai solo nell'ultima. Era fermo in un angolo, seduto in una posizione molto strana per me, ma sembrava essere normalità per lui.

Mi sedetti alla sua sinistra e gli chiesi se potevo fargli compagnia. Non rispose. Non parlava? Era per questo che era nel mio stesso reparto?

Cominciai conversare e gli raccontai di come funzionavano le cose nella casa per molto tempo, ma finii gli argomenti di cui parlare e lui continuava a fissare il vuoto senza emettere un suono.

Cominciavo ad innervosirmi, per cui alzai un po' troppo il tono della voce, gli chiesi se mi stava ascoltando con fin troppa rabbia.

Sì.” Avevo sentito la sua voce. Era calma, quasi addormentata. Forse adesso avrebbe parlato.

Come ti chiami?”

L”. L? Ma era solo una lettera, come poteva essere questo il suo nome?

Non ricordo il mio vero nome, perciò mi chiamo con una semplice lettera.” Come me! Non ricordava il suo nome come me! Forse quel bambino non era poi così strano.

Continuammo a parlare per un po', mi resi conto che si sentiva un po' a disagio nel parlare con un estraneo come me, ma almeno adesso potevo dire di aver sentito quella voce.

Riuscì a sorprendermi ancora di più quando gli raccontai del perché mi trovavo in quel luogo. Non finii nemmeno di dire che cosa era accaduto che mi interruppe: “L'assassino dei tuoi genitori sicuramente non è un ladro di strada qualunque, ma si tratta di un killer assoldato da qualcuno.”

Senza parole.

Come puoi dirlo?” “Hai detto che c'era un negozio rivale proprio nei pressi e che se i tuoi fossero morti sarebbe morta con loro anche l'attività in assenza di un acquirente o di un erede. Per di più il ladro non ha trafugato nulla nemmeno dopo la loro morte.”.

Geniale.

Quel bambino di nome L aveva appena capito il perché della morte dei miei genitori.

Decisi che una cosa del genere non poteva passare inosservata e in quel momento non mi interessava più nulla di infrangere le regole.

Lo presi per mano e lo portai con me nello studio di Roger. Gli chiesi di chiamare Quillsh immediatamente, non lasciandogli nemmeno il tempo di sgridarmi perché non mi trovavo nella mia classe.

Appena arrivò non gli diedi il tempo di capire la situazione che gli dissi ciò che pensavo: “Quillsh, questo bambino è un genio. Rinchiudere uno come lui nella zona adibita ad ospedale è un crimine!”. L non commentava. Se ne stava con lo sguardo chino senza battere ciglio. Mi stupii del fatto che non reagiva nemmeno per cose che riguardavano lui, come se non ci fosse differenza tra l'essere considerato un pazzo e l'essere considerato un genio.

L'anziano cercò di calmarmi, mi disse che quel bambino non diceva nulla, ma ribattei dicendo che a me aveva parlato. Gli feci il resoconto dell'intera conversazione, sottolineando la parte finale, quella sull'assassinio dei miei.

L continuava a non dire nulla e allora in sua difesa dissi ancora: “E inoltre io credo che stravaganza sia sinonimo di genialità: non potete rinchiuderlo senza prima capire chi avete davanti.”. “Mi puoi lasciare da solo con lui?” chiese allora l'uomo. Annuii e li lasciai nella stanza.

Se tutto fosse andato bene quel bambino sarebbe uscito da quel reparto e avrebbe potuto avere una vita più o meno normale all'interno della casa.

Buona fortuna, L.


Mi fermai un attimo. Quindi B aveva salvato L? Se non lo avesse mai fatto probabilmente non mi sarei trovato lì e molte cose sarebbero diverse nel mondo intero, sia ora che quando lessi quel quaderno.

Ebbi un moto di gratitudine verso quel pazzo assassino, che in fin dei conti era molto più lucido di molte persone ritenute “normali”.


Passò qualche giorno e non ebbi più notizie di L. Lo vedevo a volte entrare nella sua stanza, ma non gli parlai più.

Una sera, dopo molto tempo, arrivò Quillsh in persona nella mia stanza, mi chiese il perdono. Io non capivo il motivo di un tale comportamento, ma fu lui stesso a dirmi che si era reso conto di aver fatto un grave errore a rinchiudere sia me che L. Mi disse che da quel momento in poi non avrei più subito c0ntrolli ed esperimenti da parte dei medici, ma che avrei potuto vivere come tutti gli altri bambini.

Aggiunse che lo stesso sarebbe stato per L e che per lui aveva in programma qualcosa di speciale, ma prima avrebbe dovuto mettere alla prova le sue capacità.

Gli chiesi se la nostra stanza sarebbe rimasta quella, mi rispose di sì e che da allora in poi sarebbe stata considerata una di quelle camere normali.

Non potevo credere alle mie orecchie, sembrava uno di quei sogni che facevo la notte. Quella sarebbe diventata davvero la mia casa, avrei potuto vivere come tutti gli altri, partecipare ai giochi il pomeriggio, magari avrei potuto incontrarli anche fuori, nel giardino.

Mi si prospettavano davanti fin troppe possibilità da sfruttare appieno.

Così quella sera la trascorsi come le altre, decidendo che il giorno dopo avrei cambiato completamente il mio modo di vivere.

Non riuscii a chiudere occhio la notte e al mattino la luce del sole sembrava augurarmi il buon giorno: non potevo essere stanco.

Uscii dalla mia stanza, sapendo che non mi stavo dirigendo alla mia classe. La prima domenica che avrei trascorso non in camera mia.

Aprii la porta della stanza di L. Stranamente non dormiva, e mostrò una certa sorpresa nel vedermi all'improvviso, che trapelò dalla sua espressione. Comunque lo ringraziai con lo sguardo e con le parole dopo poco.

Come suo solito non rispose, ma dalla sua espressione capii perfettamente che anche lui in quel momento era felice.

Mi congedai, con la gioia sul volto, sapendo che dopo tanto tempo avevo di nuovo un amico, anche se un po' stravagante.

Decisi di uscire fuori, alla luce del sole.

Dopo tanto tempo che ero stato chiuso in camera, vedere all'improvviso tutta quella vita mi aveva lasciato fermo, in un attimo di godimento. La neve candida ricopriva ogni cosa e mi sembrava tutto immobile come in una fotografia.

Tutto ciò fu spezzato da una sensazione di freddo pungente e improvviso nella schiena.

Sobbalzai e mi voltai.

Dietro di me c'era una bambina buffa, tutta infagottata. “Ehm... Scusa! Non volevo colpire te con quella palla di neve! Di certo non è una bella accoglienza questa...”. Mi invitò a giocare con lei e con i suoi amici. Accettati e presto mi trovai nel bel mezzo della più grande battaglia a palle di neve mai vista.

Quel giorno risi, mi divertii e sentii di essere felice. Come ogni bambino dovrebbe essere.

Quella situazione di beatitudine durò molto, e non ebbi nemmeno il tempo di annoiarmi quando Quillsh chiamò all'attenzione tutti i bambini attraverso il suono metallico di un altoparlante. Disse che avrebbe annunciato grandi novità per tutti, insegnanti compresi.

Da ora in poi non dovrete chiamarvi col vostro vero nome, ma con uno pseudonimo e una lettera. Lo pseudonimo comincerà con la vostra iniziale e non sarà scelto da voi stessi.”

Una lettera?

Come la L?

__________________________________

Authoress' words

Mi scuso infinitamente per il ritardo! Davvero, è la prima volta che non riesco a postare in tempo, mi dispiace! Purtroppo sono partita con il buon proposito di tornare a casa in tempo, ma ovviamente i miei genitori hanno perso tempo con i loro amici e alla fine sono arrivata a casa mia alle 00:37 e a quell'ora ho pensato di non essere abbastanza lucida per il capitolo e poi tecnicamente era già lunedì...

Comunque come potete vedere mi sono alzata appositamente alle 07:00 per questo dannatissimo capitolo, non smetterò ancora di tormentarvi (xD)! Tremate popolo che Blue è ancora qui!

Any

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: _Any