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Autore: Nyappy    27/06/2011    2 recensioni
[Temporaneamente sospesa, tornerà a breve]
Una ragazza che sa di amare...
Sean era proprio un principe, il suo principino capelliperfetti e bacigentili -che non dava a lei- ma a Tina andava bene così, non era una principessa.
E no, non era nemmeno come Cenerentola [...]
Ma oltre a quei capelli biondi e i caldi occhi nocciola -l'unica cosa veramente espressiva di lui- Tina non vedeva nulla.
Nessun'emozione sembrava agitare quel volto, nessuna passione nemmeno mentre baciava con delicatezza Liz.
Sean sembrava vuoto [...]

...ed un ragazzo che non sembra sapere cos'è l'amore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Veleno –ti stava soffocando con il suo gusto dolce

 Sean

 
Quando durante la pausa Liz si era avvicinata a Sean sedendosi vicino a lui, Tina si era quasi convinta che al suonare della campanella sarebbero usciti dalla mensa mano nella mano.
Sean voleva tornare quello di sempre, no?
Liz aveva i capelli sciolti e anche dal suo tavolo Tina riusciva a vedere le sue labbra rosate e le ciglia miracolosamente più lunghe –voleva davvero riconquistarlo.
Piluccava distrattamente dal piatto, guardando attentamente quei due, la smorfia forzata di Sean, la sua mano sul tavolo, Liz che sbatteva gli occhi, che gli toccava il braccio… finché non si alzò di scatto e si diresse verso la porta con passo veloce, spiazzando tutti gli spettatori.
Cosa…
-Cosa stai facendo?-, Liz diede voce ai pensieri di Tina con un tono irritato e quasi furioso, ma la risposta di Sean lasciò tutti allibiti.
-Salvo le mie orecchie dai tuoi strilli isterici.-, era calato il silenzio e la sua voce era chiara e tranquilla, stava persino sorridendo.
Il principe della Parkview non avrebbe mai potuto ribattere così ad una ragazza, quello era Sean, il vero Sean!
Tina si alzò con più calma e portò il suo vassoio al carrello prima di uscire dalla mensa per raggiungerlo, lanciando un’ultima occhiata a Liz, impegnata a sfogarsi con le amiche ad alta voce.
Lo individuò in fondo al corridoio e fece una piccola corsa per arrivargli alle spalle; lui si girò appena per controllare chi fosse.
-Ce l’ha fatta.-, gli disse semplicemente Tina.
-Ho fatto cosa?-, Sean tornò a camminare. Non sembrava avere davvero una direzione ma lei seguì comunque le sue lunghe falcate –con un po’ di fatica.
-Sei stato naturale. Tu.-
Lui sbuffò, -Liz riesce a tirare fuori il peggio di me.-
Tina si sporse per osservare meglio il suo viso: era tornato quello di sempre, si stava soffocando di nuovo.
-Non è il peggio.-, iniziò pensierosa, -Sei tu. Fingere di essere sempre gentili con tutti, quello è il peggio. E’ mentire.-
Sean si fermò all’improvviso e lei quasi inciampò in lui, fermandosi giusto un passo prima.
-Williams, perché lo stai facendo?-, lui si era girato nel porgerle questa domanda e ora la stava fissando negli occhi.
Respiro.
Tina voleva che Sean fosse sincero, autentico..
Respiro.
Quindi doveva dirgli la verità? Sarebbe stato da ipocrita mentire.
Respiro.
Tina voleva che si fidasse di lei, anche se la sua risposta avrebbe potuto allontanarlo.
-Perché mi piaci.-
Non c’era davvero bisogno di arrossire o distogliere lo sguardo, era la verità, gli stava mostrando la vera Tina, eppure in quel momento voleva tanto nascondere il viso.
Sean sapeva di piacere a tutte, no? Per lui non doveva essere una tragedia o una novità, non sembrava sorpreso, però... Tina non voleva essere come Liz. Le bastava che lui fosse vero.
-Capisco.-, Sean si mise a fissare un punto sul soffitto, stringendo le labbra, -Ti ho detto delle cose abbastanza spiacevoli però.-
Esatto, ma almeno erano i suoi veri pensieri, anche se facevano male.
-Sì.-, ammise Tina guardando in basso, -Sono comunque meglio del tuo sorriso finto.-
-Nessuno si è mai lamentato del mio sorriso a parte Jeff.-, notò Sean velocemente, quasi come se stesse parlando più a se stesso che a Tina.
Lei rimase in silenzio, senza saper bene cosa fare o dire.
Era una conversazione quasi surreale, tranquilla dopo tutte le altre, più intima.
-Tu vuoi che cambi.-, disse lui spezzando il silenzio del corridoio, il brusio della mensa appena udibile.
-No.-, precisò lei tornando a guardarlo, -Non devi cambiare. Devi essere te, senza censure e senza bugie.-
-Comunque agli occhi degli altri dovrei cambiare., Sean incrociò le braccia quasi per difendersi, -Diventare da un giorno all’altro un autentico bastardo.-
-Non credo che tu lo sia davvero.-
In mezzo al corridoio, uno davanti all’altra senza guardarsi contemporaneamente.
-Tu non mi conosci.-, ed un sorriso illuminò il viso di Sean, allegro ed amaro allo stesso tempo, Tina lo imitò inconsapevolmente.
-Ma voglio farlo.-
-E se fossi io a non volerlo?-
Non riusciva a cogliere il senso di tutte quelle domande che sembravano nascondere qualcosa, ma gli rispose comunque.
-Allora prima non mi avresti risposto.-
La campanella interruppe la conversazione e con la sua solita espressione di sempre Sean la salutò prima di proseguire verso gli armadietti, -Ci vediamo domani allora.-
Tina aveva tanto bisogno di fare il punto della situazione.

*

Sembrava quasi che Sean fosse un ragno, impegnato per anni a tessere la sua tela di abitudini e finzione, intrappolando tutti –perché Tina era riuscita a scappare?
Fortuna forse –ma Lisa le aveva detto destino.
Nessuno si è mai lamentato del mio sorriso a parte Jeff
Jeff era la causa del suo crollo e lei lo stava incoraggiando. Chissà, forse erano simili?
Tina era sdraiata sul letto con la testa appoggiata al quaderno e la mano sull’insalatiera piena, per evitare di farla cadere. Ancora due giorni e la mamma sarebbe tornata.
Riguardando quel quaderno aveva notato quanto Sean ci fosse in quelle pagine, anche se era solo da pochi giorni che lo vedeva davvero, gli parlava davvero e lo ascoltava.
-Questo è il tuo momento.-, le aveva detto Lisa al telefono, -Sii la Tina di sempre e lo stenderai, parola mia.-

*

Di Mitch non c’era l’ombra, Lisa doveva tornare il giorno dopo e  Tina aveva deciso di pranzare nel parco della scuola, sulla solita panchina: era un posto tranquillo, la giornata era splendida per stare un po’ al sole ed in giro c’erano pochi studenti.
Aveva finito Emma il giorno prima e aveva deciso di rileggere il Ritratto di Dorian Gray, ma nel poggiare la borsa vicino al vassoio il suo sguardo si posò sulla figura seduta di Sean appoggiata al muro della scuola, all’ombra.
Aveva la testa chinata e i capelli dorati gli coprivano gli occhi, ma sembrava tranquillo e stava mangiando il suo panino con un piccolo sorriso.
Non sembrava averla notata ma certo era strano mangiare lì e non in mensa –c’erano tante panchine nel parco, perché proprio il muro?
Tina sistemò il vassoio in modo che non scivolasse, si mise la borsa a tracolla e facendo attenzione  a no rovesciare il bicchiere di succo si avvicinò a Sean.
-Ti da fastidio il sole?-, lui non alzò lo sguardo ma la salutò con un cenno del capo, e lei interpretò questo come un via libera.
Appoggiò il vassoio a terra e si sedé poco distante da lui, giusto per non essere troppo invadente.
-No, ma mangiare da soli non è il massimo.-
In effetti lei trascorreva sempre la pausa pranzo con Lisa, per fortuna era già praticamente guarita.
-Già.-
Nonostante quello di fatto mangiarono da soli, senza parlarsi davvero se non per scambiarsi commenti sullo strano gusto dell’insalata o il colore fluorescente delle patatine fritte.
Non era male comunque stare con Sean, era meglio il silenzio di tante chiacchiere forzate se lui non voleva parlare.
-Sai, credo che la mensa dovrebbe smettere di fare spaghetti il giovedì se non sono capaci di cucinarli in modo decente.-, notò Sean quasi alla fine fissando perplesso il blocco compatto di spaghetti che Donna della mensa aveva sbattuto sul piatto a Tina e che lei non era riuscita a rifiutare.
Era piuttosto acido il suo tono.
-Cercano di variare un po’, non puoi sopravvivere a panini imbottiti, no?-, Tina avvicinò la forchetta agli spaghetti, punzecchiandoli.
Non erano così terribili dopotutto.
-Scommetto che non hai mai mangiato del vero Italiano, o Cinese.-, fece Sean e Tina ammise di ripiegare sempre in caso di necessità sul piccolo supermercato vicino a casa.
-Devi assaggiare i burritos del Los Hermanos, lo conosci? E’ in centro.-
Chissà perché ora stavano parlando di cibo messicano… ma perché Sean conosceva tutti quei ristoranti? Non mangiava a casa?
-L’ho solo visto da fuori.-
-Hanno la migliore salsa nachos di tutta Lilburn, te l’assicuro.-
Così amichevole e spontaneo non era male, era davvero un’altra persona.
-Domani sera c’è il menu a prezzo fisso, io ci sarò. Ti andrebbe di venire?-
-Certo!-
Aveva accettato senza nemmeno pensarci più di tanto, le era sembrato naturale come accettare un invito di Lisa, ed ora sorridevano entrambi, seduti vicini con i vassoi sulle gambe e quello che era un appuntamento ad attenderli.


Un capitolo partito molto serio e terminato con un sorriso, perché Sean si sta finalmente lasciando andare e non è una cattiva persona. Ho visto il menu del Los Hermanos, è interattivo, una figata unica! E Sean conosce tutti i ristoranti per un motivo…
Ringrazio la mia giuliaserpy, dagusia123 e Alletta96 per i commenti, vogliono dire davvero molto per me :)
Nyappy
   
 
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