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Autore: Herm735    27/06/2011    7 recensioni
“Credo che sia il momento opportuno per parlare della profezia.” [...] "Il suo cuore è puro, incontaminato. Dovrà affrontare un lungo viaggio, e alla fine la metà del suo cuore sarà con lei per sempre.” Aveva scoperto che avevano due possibili ipotesi su cosa significasse quella frase.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Ginny Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'WANTED'
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Salve a tutti ragazzi, scusate il ritardo, ma è stato un periodo con molti impegni per me. Prometto che da luglio sarò più regolare negli aggiornamenti, o almeno è quello che spero con tutto il cuore. Ringrazio GinevraRacounter, Lights, GinevraMallory, luca76, Vale Lovegood e roxy_xyz per le recensioni lasciate al capitolo precedente. Siete mitici, ragazzi! Un grazie di cuore.

Buona lettura!




Le bacchette


Una volta dentro all'edificio si sorpresero nel trovare il primo piano quasi deserto.
“Dove credi che siano le bacchette?” chiese Harry in un sussurro.
Hermione scosse la testa.
“Dobbiamo cercare.”
Avanzò verso la prima porta, stringendo la bacchetta tra le mani e deglutendo nervosamente.
Dentro alla stanza c'erano sei guardie.
Con un solo potente incantesimo stordì tre di loro, alla sua destra, mentre Harry ne mandava al tappeto una alla sua sinistra.
Una delle due guardie ancora coscienti gli sparò addosso. Hermione non esitò: un lampo verde fuoriuscì dalla sua bacchetta, uccidendo le due guardie rimaste.
“Tira su il cappuccio. Non devono riconoscerci.”
Harry annuì, facendo come lei aveva detto.
Continuarono attraverso stanze vuote o con una, massimo due guardie, finché ebbero perlustrato tutto il primo piano.
Procedettero verso l'ascensore.
Premettero il pulsante per chiamarlo, e poi attesero.
Erano molto tesi.
Dentro avrebbe potuto esserci una guardia come dieci.
Rimasero immobili con le bacchette puntate contro le due porte scorrevoli, sentendo i nervi a fior di pelle.
Con un piccolo 'ding' le porte si spalancarono.
Era vuoto. Fecero un passo avanti ed Harry allungò un braccio, quando Hermione gli afferrò il polso prima che premesse il bottone con il numero due.
“Aspetta.”
Stava avendo una visione.
“Non il due. Le bacchette sono al quinto piano. Io e te siamo al settimo.”
Harry premette il bottone con il cinque.
Hermione si affrettò ad allargare lo scudo, in modo che eventuali proiettili non avrebbero potuto colpire né lei, né Harry.
Quando l'ascensore si spalancò tre guardie si voltarono nella loro direzione.
Harry uccise la guardia armata di fucile, mentre Hermione stordì le altre due.
Sistemarono il fucile di una delle guardie tra le porte dell'ascensore, in modo che non lasciasse il piano.
Procedettero verso un'altra stanza, aprendone la porta. Rimasero paralizzati da quello che vi era contenuto.
Centinaia e centinaia di bacchette.
Tutte quelle di maghi morti o catturati, giacevano in quella stanza.
E sopra uno dei tavoli vi erano le bacchette di Harry ed Hermione, pronte per essere studiate.
“Cosa sperano di scoprire dalle nostre bacchette?” chiese Harry confuso.
“Vogliono sapere se la potenza di un mago deriva dalla bacchetta che usa o se è qualcosa che ha fin dalla nascita, se dipende dall'addestramento, o una combinazione qualsiasi di queste tre.”
“Come diavolo fai tu a saperlo?”
Hermione lo guardò, porgendogli uno dei fogli che giaceva accanto alle loro bacchette.
“C'è una percentuale. Guarda, questo è un numero che indica la potenza del mago” spiegò Hermione, indicando un numero accanto alla foto di Harry sul foglio. “Nel tuo caso, nove punti. Una percentuale del 50% è stata attribuita alla nascita, 30% all'addestramento e il 10% alla bacchetta.”
“Il restante 10%?” chiese Harry confuso.
Hermione lesse una nota infondo alla pagina. “Cause esterne.”
“Cosa vorrebbe dire?”
“Pensano che il 10% dei tuoi poteri derivi da...qualcos'altro” incontrò il suo sguardo. “Dalla tua cicatrice, Harry.”
Harry deglutì a vuoto e prese il foglio, insieme a quello di Hermione, strappandoli. Poi vide una di quelle macchine babbane che distruggono i documenti e ci si avvicinò, facendogli distruggere quei fogli su di loro.
Una volta fatto, però, non contento, li polverizzò con l'uso della magia.
Hermione prese le due bacchette e le nascose sotto il proprio mantello.
Avevano indossato i mantelli nella piccola casa dei bisnonni di Hermione. La strega ce ne aveva lasciati un paio quando era andata a portare lì i Thestral, prevedendone un possibile uso futuro. Poteva fare molto freddo volando a quote elevate.
“Andiamo. Il settimo piano ci aspetta.”
Quando si voltarono una guardia, un ragazzo di vent'anni al massimo, stava puntando il proprio fucile contro di loro.
“Non muovetevi” provò a far sembrare la sua voce minacciosa, ma Hermione riuscì chiaramente a sentire le note di paura.
Per un istante Harry esitò. Quel ragazzo aveva tutta la vita davanti. Avrebbe davvero dovuto ucciderlo?
“Non muovetevi e nessuno si farà male. Se state fermi non vi ucciderò” ripeté con un po' più di convinzione il soldato.
Harry voleva quasi ridere.
“Tu non sparare e noi non uccideremo te” rispose Hermione con molta più sicurezza di quella che era possibile sentire nella voce del ragazzo.
Il giovane soldato, come unica risposta a quella frase, strinse ancora di più il fucile tra le mani.
“Adesso chiamerò rinforzi. Se fate un movimento brusco o sospetto aprirò il fuoco, è chiaro?” chiese retoricamente.
Hermione scosse la testa.
“Mi dispiace, ma temo che non potremo lasciartelo fare.”
“Non avete molta scelta, sapete? Sono io quello con il fucile.”
“E noi siamo quelli con le bacchette, genio” gli rammentò Harry.
Hermione lesse i suoi pensieri.
“Loro hanno le bacchette, ma per fare una delle loro magie serve tempo, i proiettili, invece, quelli sono istantanei.”
Poi fu un attimo.
Il ragazzo gli sparò addosso, Hermione deviò i proiettili con un fluido movimento del polso e guardò il ragazzo cadere a terra, privo di sensi. E, probabilmente, privo di vita.
“Era solo un ragazzo, Harry” rimproverò il mago, mentre tornavano verso l'ascensore.
“Ti ha sparato addosso, Hermione” Harry ricalcò il suo tono in modo sarcastico.
Hermione scosse la testa.
“Se ucciderai tutti quelli che provano a farmi fuori...”
“È esattamente quello che intendo fare.”
Hermione lo guardò, calciando il fucile che bloccava le porte automatiche e premendo il pulsante con il numero sette.
“Malfoy ha provato ad uccidermi” insinuò lei.
“Draco è cambiato, Hermione.”
“Anche quel ragazzo avrebbe potuto cambiare. Perché lui non ha avuto una seconda occasione? Perché improvvisamente l'opinione di Malfoy ha iniziato a contare più della mia? Da quando in qua ti fidi di quello che dice lui, di quello che vuole farti credere? Non ti ricordi quando eri convinto che lui fosse la causa di tutto il male del mondo?” chiese con forte ironia.
“Ricordo, Hermione. Ma quando è venuto da me, quando mi ha chiesto un'altra occasione...avresti dovuto vedere l'amore nei suoi occhi. Farebbe qualsiasi cosa per Ginny. Davvero. Lo so, perché...Nei suoi occhi ho visto quello che c'è sempre stato nei miei. Mi ha implorato di dargli una seconda occasione perché quello che lui sente per Ginny è esattamente quello che io ho sempre provato per te.”
“E tu gli hai creduto?” gli chiese incredula, quasi urlando.
La porta dell'ascensore si aprì. In un secondo una pioggia di proiettili si abbatté su di loro.
Lo scudo di Hermione, però, li rispedì tutti indietro, uccidendo le quattro guardie che avevano fatto fuoco.
“Cosa avrei dovuto fare, Hermione? Negargli una seconda occasione? Impedirgli di essere buono? Obbligarlo a rinunciare a Ginny?”
“Sì!”
Harry rimase paralizzato da quella risposta che gli era stata urlata in faccia da Hermione, della quale lui non poteva vedere il viso a causa del cappuccio.
“Sì. Avresti dovuto spedirlo il più lontano possibile da me. Lui ha provato ad uccidermi. Lo capisci, Harry? Ginny non è mai riuscita a vedere oltre il fatto che lui mi abbia puntato contro la bacchetta e abbia provato a colpire. Mai. Neanche tu avresti dovuto farlo.”
“Aspetta, come sai che Ginny...”
“Non abbiamo tempo per questo adesso.”
Atterrò altre tre guardie, guidata solo dalla propria rabbia. Arrivarono di fronte ad un muro.
“Aspetta, qui dovrebbe esserci una porta. L'edificio si estende per altri dieci metri in questa direzione” sussurrò a se stessa la strega. “La nostra cella era più o meno di dieci metri, giusto?”
Harry annuì. Inutilmente, visto che era alle spalle di Hermione.
Lei, senza il minimo preavvisò, colpì la parete con un incantesimo esplosivo.
Quello doveva essere stato il primo dei rumori che aveva sentito dall'interno. La parete si era appena scalfita.
“Il muro sembra protetto da diversi incantesimi” disse Harry senza pensare.
Poi provò anche lui ad abbattere il muro, senza nemmeno allargare il piccolo cretto che l'incantesimo di Hermione era riuscito a formare nel muro.
“Allontaniamoci” suggerì la strega.
Si voltò vero Harry, mentre lui camminava all'indietro.
“Mi dispiace che la presenza di Draco ti abbia ferito.”
Hermione scrollò le spalle. “Sai, non è stata tanto la sua presenza come il fatto che lui si sia guadagnato la tua fiducia così facilmente. Prima della guerra non ti saresti mai fidato di Malfoy. Non capisco proprio perché sia stato così facile per te credere al fatto che fosse sotto la maledizione Imperius.”
“Facile? Davvero, Hermione? Facile? Perché Draco non la pensava allo stesso modo mentre io lo imbottivo di Veritaserum e continuavo a fargli domande per ore ed ore, finché non ho avuto ogni informazione che cercavo.”
Harry non aveva bisogno di vedere la sua faccia per sapere che vi avrebbe trovato un'espressione stupita.
“Credevi davvero che gli avrei permesso di avvicinarsi ancora a te se non fossi stato sicuro al cento per cento che non avrebbe mai più cercato di farti del male?”
“Allora spiegami una cosa Harry. Perché mi odia così tanto?”
Lui scosse la testa. “Ed io come faccio a saperlo, Hermione? Ma non hai mai pensato che probabilmente è perché ogni volta che sei intorno a lui ti comporti come se fossi davanti ad un mostro, ad un assassino?”
La strega rimase spiazzata da quelle parole.
“No. No, non ci avevo mai pensato da questo punto di vista a dire il vero.”
Harry annuì lentamente.
Posò una mano sulla sua spalla, in un gesto intimo e confortante.
“Devi rompere la parete Hermione. Dobbiamo andarcene da qui il prima possibile.”
Lei annuì, voltandosi verso il muro bianco. Con un respiro profondo ed un movimento del suo polso, un'esplosione riempì l'aria e la parete esplose, lasciandoli avvolti nella polvere.
Camminarono attraverso il buco, ritrovandosi dall'altra parte.
Harry procedette per primo, seguito da Hermione.
“Credo che siano svenuti. Aspettiamo che riprendano i sensi” suggerì la strega.
Harry annuì.

*


Hermione si voltò ancora verso di loro.
“Ricordate. Ventiquattr'ore a partire da adesso.”
Quando Hermione annuì, i due maghi si smaterializzarono a poco più di cento metri dal campo.
Stavano finalmente tornando a casa.




Mancano sei capitoli, ragazzi. Per allora avrete la maggior parte delle risposte che cercate. La verità, però, è che non ho ancora deciso se continuare con la terza parte della storia, per alcuni motivi.
Credo che mi farò aiutare a prendere questa decisione da alcuni di voi, e ovviamente dai vostri commenti.


Recensire richiede solo un minuto del vostro tempo. Ringrazio chiunque di voi si prenderà la briga di scrivermi due righe e farmi sapere la sua opinione. Grazie a tutti per aver letto il capitolo e un grazie particolare a chi segue la storia.





  
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