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Autore: virgily    27/06/2011    1 recensioni
-come mai ti trovi qui?- -onestamente sono ricoverata da un bel po… credo un mese. Ho una malattia al cuore e quindi devo stare costantemente sotto osservazione, la mia mamma quando puo’ viene qui e mi da lezioni casalinghe, affinche’ non rimanga indietro. La mia chitarra e’ la mia unica amica-
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo neanche mezz’oretta arrivai al mio solito parcheggio vicino l’entrata e cominciai a camminare a lunghe falcate, evitando gli sguardi di Amelie che tentavano invano di ferirmi. Giunsi dinnanzi alla porta 369 entrando dimenticamndomi di bussare; quel pomeriggio non eravamo soli: una donna dai lunghi capelli rossi e gli occhi ambrati piangeva ai piedi del letto mentre il mio angioletto le stringeva la mano per rassicurarla. Per qualche istante rimasi immobile in totale imbarazzo finquando gli occhi azzurri di Virgily non mi trovarono accogliendomi con un lieve sorriso,

-Yu. Hem... lei e’ mia madre- rispose la giovane passando un fazzolettino alla donna che accogliendo il tovagliolino si alzo’ in piedi asciugandosi le lacrime,

-piacere signora. Io sono l’insegnante di Virgily. Si sente bene?- domandai poggiando la chitarra a terra andando a soccorrere la madre che cominciava a barcollare, strenua dalla lacrime,

-oh si, grazie mille caro ma e’ soltanto un giramento di testa. Vado via e vi lascio soli. Ci sentiamo dopo piccola mia- rispose la signora sorridendomi per poi dare un bacino sulla fronte del mio angioletto prima di andarsene.

-Che succede?- domandai poggiandomi sul suo letto stringendo automaticamente la manina bianca e vellutata della ragazza che non pote’ far a meno di arrossire,

-nulla. Soltanto che domani ho un intervento. E’ arrivato un nuovo cuore per me- rispose timidamente volgendo lo sguardo altrove, come se volesse nascondermi qualcosa;

-e’ una cosa brutta?- le domandai cercando il suo sguardo per cercare di capirne qualcosa di piu’ sulla sua situazione,

-no, non e’ un male ma interventi di questo genere sono pericolosi- rispose abbozzando un sorriso tentando di riavvivare il mio, che alla sua affermazione si era spento: poche ore e sarebbe andata sotto i ferri, distesa e priva di sensi su di un tavolino freddo e sterile; le avrebbero squartato il petto per asportarle il cuore come un pezzo di ricambio vecchio di un’auto, il minimo errore e l’avrei persa. Notata la mia improvvisa assenza la rossa sciolse la mano dal contatto con la mia e la passo’ sul mio viso per farmi tornare con la mente connessa,

-non fare quella faccia triste Yu. Non e’ la prima volta che subisco interventi del genere ed e’ sempre andato tutto bene. Che ne dici di pensare ad altro ora?- domando’ sfiorandomi appena le labbra con le punta delle dita per poi ritrarle subito in preda alla vergogna,

-del tipo?- domandai a mia volta mescolando il mio sguardo al suo che dolcemente sostenne il mio,

-lo sai che oggi e’ il mio compleanno?- domando’ ridacchiando allegramente,

-sul serio?! Tanti auguri!- esultai sorpreso legando le braccia attorno il suo corpo per avvolgerla in un caldo abbraccio per poi lasciarle un tenero bacio sulla guancia, provocando una ennesima colorazione delle sue goti,

-si mi avvertivi prima ti prendevo un regalo- sussurrai portando le labbra al suo orecchio facendola fremere;

-la t-tua sola presenza per me e’ il regalo piu’ b-bello che potessi desiderare per i miei 18 anni- rispose tartagliando appena procurandomi il batticuore. Ero agitato, cosi’ tanto che dovetti concentrarmi in altro; ovvero nel fissare la mia chitarra ancora distesa a terra nella sua custodia; e li mi venne un’idea geniale: l’afferrai e la porsi sul grembo della ragazza che comincio’ a fissarmi interdetta,

-buon compleanno- risposi sorridendole manifestando uno sguardo vivo e brillante in confronto al suo stupito e entusiata,

-ma sei matto? La tua chitarra?-

-certamente. Ora e’ tua. Dai suonami qualcosa- risposi tornando seduto ai piedi del suo lettino. Senza rispondermi la sfilo’ dalla custodia e comincio’ a strimpellarne le corde con delicatezza e grazia, incantandomi come in una dolce ninna nanna per bambini. Lo sguardo immerso nella concentrazione, le labbra rilassate e i capelli dolcemente adagiati su di una spalla la rendevano ancora piu’ bella di quanto non lo fosse; improvvisamente la melodia comincio’ a sfumare per poi diventare silenzio. La rossa sfioro’ ancora una volta tutto il corpo dello strumento per poi cominciare a fissarmi intensamente come non aveva mai fatto prima, come se mi bramasse, desiderasse qualcosa da me e questa volta nessuno l’avrebbe fermata:

-Yu?-

-si?- domandai incuriosito avvicinandomi ancora di piu’ alla giovane,

-p-posso chiederti un’altro regalo?- domando’ a sua volta con voce tremolante,

-qualsiasi cosa- risposi serio afferrando la sua mano nella mia. Molto lentamente il volto della ragazza si fece vicino al mio, stringendomi forte la mano; impacciatamente cercai di assecondarla, avvicinandomi a mia volta fissandola intensamente nel mezzo delle sue iridi cristalline. I nostri repiri cominciaro a sfiorarci le guace mentre le nostre labbra erano a pochissimi millimetri prima del contatto; sentii il cuore cominciare a palpitare freneticamente assaporando ogni istante che passava prima che ci saremmo fusi assieme. Gia’ sentivo la frenesia e l’adrenalina scorrermi nelle vene, ero li ad un passo dal baciare la mia allieva, la ragazza che mi aveva rubato il cuore; sentimmo improvvisamente bussare, e arrossendo come due pomodori ci allontanammo velocemente prima che il primario di medicina e la madre di Virgily entrassero nella stanza, interrompendo l nostro momento:

-scusate abbiamo interroto la lezione?- domando’ il medico fissandomi intensamente da sotto i sui grossi occhialoni e i suoi baffi bianchi alla mago Merlino,

-assolutamente- risposi abbassando lo sguardo trattenendo appena il respiro per l’agitazione,

-ho saputo mia cara che oggi e’ il tuo compleanno- rispose dottor Merlino rivolgendosi alla rossa sorridendole,

-s-si- rispose a sua volta la giovane sorridendogli appena,

-come piccolo regalo di compleanno stavamo annunciando a tua madre che straordinariamente, soltanto per stasera ti e’ concesso uscire dall’ospedale. Soltanto a patto pero’ che domani alle 12:00 in punto tu domani sia di ritorno qui in ospedale per il tuo intervento-

-davvero?!- esulto’ Virgily emanando un’insolita luce che soltanto io ero riuscita a scorgere, una luce che la disegnava ancora piu’ angelica e candida,

-tesoro, c’e’ qualcosa che tu voglia fare stasera?- domando’ la madre raggiungendoci per stringere la mano alla figlia, che dopo avermi lanciato uno sguardo intenso comincio’ ad osservare la donna;

-a dire il vero... non saprei- rispose timidamente abbassando lo sguardo,

-se posso...- cominciai schiarendomi la voce: la proposta che savo facendo probabilmente avrebbe insospettito sia il medico che la signora ma dovevo prendere atto che una occasione del genere non mi sarebbe ricapitata piu’ probabilmente;

-potrei sempre accompagnarla a cena fuori, farla dormire a casa mia e dei ragazzi tanto abbiamo una camera in piu’. Domani mattina io stesso la riportero’ qui. Sempre se voi signora siate daccordo- proposi scrutando il volto della madre che mi guardava insospettita come avevo previsto. Prese un lieve respiro e succesivamente si rivolse alla figlia che mi fissava incantata,

-Virgily? Ci vuoi andare?-

-beh, mi piacerebbe...- rispose vagamente la rossa sperando in una risposta positiva da parte della madre che dopo aver sospirato le sorrise dolcemente,

-18 anni sono un traguardo importante. Divertiti bambina mia-

-posso?!- esulto’ sorridendo il mio angioletto quasi guizzando fuori dal letto per l’uforia,

-certamente. Mi fido di Yu. Vado a prenderti un bel vestito a casa okey?-

-perfetto. Per che ora possiamo lasciare l’ospedale dottore?- domandai rivolgendomi al medico che stava impassibile al suo posto,

-alle 20:00-

-bene, se mi permettete allora vado a preparare tutto... a piu’ tardi signora, a dopo Virgily- risposi afferrando la giacca sullo sgabbello avviandomi verso l’uscio,

- a presto Yu- sussurro’ la rossa sorridendomi prima che mi diressi verso casa.

  
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