Crossover
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Autore: JKEdogawa    27/06/2011    3 recensioni
E' un cross-over. Il primo personaggio che si incontra è il ragazzino occhialuto che ci stà tanto simpatico. Nel corso della storia si aggregano tanti( e dico tanti) personaggi del mondo della fantasia. Buoni e cattivi... ho fatto scelte stilistiche e accorgimenti molto belli. Spero che vi piaccia come ho immaginato il 21 Dicembre 2012, questa data tanto misteriosa...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Fumetti, Libri, Telefilm, Videogiochi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“ Corro lungo il corridoio buio della vita. Rami secchi provano a ghermirmi ai lati. Li evito. Corro verso l’oscurità, addentrandomi nei meandri più scuri della mia esistenza.
Ormai è tutto scuro, tutto nero. Sento solo il terreno solido sotto i miei piedi. Non vedo nessuno, ma percepisco la sua presenza. Non sento alcuna voce, ma capisco che qualcuno stà parlando. Non tocco niente, ma sento che sono al chiuso. In trappola.
Una luce esce da me, dal mio costato… dal mio cuore. Non capisco.
<< Non ti preoccupare…>> echeggia una voce << non ti preoccupare, tra poco sarai libera…>>
La luce crea un cilindro attorno a me. Mi circonda.
<< Ora puoi vedere…>> continua la voce; la luce diventa lievemente più forte, ma non mi fa male. La figura di un bambino dai capelli neri, gli occhiali tondi e gli occhi blu. Mi guarda; mi sorride; muove le labbra, ma non sento alcun suono.
<< Ora puoi sentire…>> dice la voce.
-Ciao! Mi riconosci?- mi chiede il bambino
Sono paralizzata:- Sì!- riesco solo a dire. Provo a toccargli la mano, ma la mia la attraversa.
<< Ora puoi toccare.>> conclude la voce che solo ora riconosco come mia
Io e il bambino rimaniamo a fissarci. Lì. Immobili.
Qualcosa mi attrae verso l’alto, come un buco nero.
-PRENDI LA MIA MANO!- urla il bambino. Mi allungo verso di lui, ma ormai sono troppo lontana.
<< Vieni nell’oscurità con noi!>> dice una voce maschile
- NON LO ASCOLTARE, SVEGLATI!- mi dice il bambino. Il buio mi stà per inghiottire.
- CLELIA, SVEGLIATI!-
- NO!- dico io”
TOC
-Ouch!- Clelia si era appena alzata a sedere sul letto di scatto e aveva sbattuto la testa contro l’armadio a ponte che la sovrastava.
Si alzò e uscì dalla camera da letto a tentoni. Andò in cucina per vedere l’orologio. Erano le ore 3.30 del 22 dicembre 2010. Sbadigliò.
“Accidenti! Ancora!” pensò sconsolata. Sbuffò. Tornò in camera e si sdraiò sul letto. “ Forse ha ragione la Genny” penso “ forse dovrei provare con uno scacciapensieri”. Cercò di riaddormentarsi. “Vieni nell’oscurità con noi!” la voce di prima le rimbombava nella testa e la costrinse a riaprire gli occhi. Era una voce fredda e melliflua, conosciuta e sconosciuta allo stesso tempo.
“ Chi è?! Accidenti, chi è!” pensò cercando di ricordare dove aveva già sentito una voce uguale o almeno simile. Niente. Nessuna idea. “ Se solo voi mi poteste aiutare!” disse riferendo si a qualcuno di invisibile “ Mio fratello dice che vi può vedere e sentire… ma perché lo ascolto, anche io! Ah… bubbole!”. Si voltò verso destra a guardare un ragazzo della sua età che dormiva beatamente. “ Credi di sapere tante cose, eh tu!?” pensò gardando il fratello.
Si alzò e prese un libro di Harry Potter dalla libreria, prese il lettore CD con le cuffie e un disco degli Evanescence e se ne andò in salotto cercando di non disturbare il “bell’addormentato”. Aveva letto quella serie di libri 5 o 6 volte, ma leggere ascoltando la musica che preferiva la rilassava dopo un incubo. Non si addormentò più.
Passarono circa 3 ore.
-Immaginavo di trovarti qui…- disse Adriano, suo fratello gemello
- Mm… buongiorno… sono già le 6 e mezza?- mugugnò lei alzando lo sguardo dal libro e levandosi gli auricolari dalle orecchie
- Sì… che ore hai fatto, stavolta?-
- Le 3 e mezza!-
- Cavolo… diminuisce sempre più…-
- Già! Belli i tempi in cui mi svegliavo alle 10…-
- Preparatevi, che sennò fate tardi!- esclamò la madre dalla camera da letto
Clelia si alzò, richiuse il libro senza lasciare il segno, tanto l’avrebbe riletto ancora. Prese tutta la sua roba e si diresse verso la sua camera per riporre tutto. Quando entrò la finestra era spalancata per far entrare l’aria frizzantina del mattino. La richiuse maledicendo suo fratello per la mania di spalancare tutto anche con 40° sotto lo zero.
-Avete dato da mangiare a Sfruscio?- chiese sua madre dalla cucina dove si era spostata
- Adesso ci penso io!- rispose Adriano precipitandosi in cucina.
Sfruscio era il gatto che lui aveva trovato circa due anni prima. Era marrone a strisce bianche, grosso e guardingo. Sembrava vecchio e flaccido, ma in realtà era molto agile. Non giocava mai e a volte guardava storto Clelia quando la ragazza gli lanciava un topolino di gomma. In compenso aveva legato molto con Adriano. A volte sembrava che parlassero e che il ragazzo lo capisse, e rispondeva pure. Per esempio diceva “ Me lo hai già detto!”, “ Certo che stò attento!” e “ Di quello che ti pare, tanto non mi crede!”.
Era l’unico gatto a cui non piaceva il suo nome. Quando era arrabbiato, addirittura, non rispondeva e faceva finta di non aver sentito.
Clelia si cambiò per andare a scuola, poi uscì dalla camera da letto e si diresse verso il soggiorno con cucina a vista. Come volevasi dimostrare suo fratello stava dando da mangiare a Sfruscio bisbigliandogli qualcosa nell’orecchio a punta. La ragazza non ci fece caso. Prese un pacco di pane a fette dalla credenza, un cucchiaino, un piatto e un barattolo di marmellata alle more dal frigo. Si sedette al tavolo tra la cucina a vista e il divano, fece colazione.
Finito di mangiare andò in bagno per lavarsi mani, viso e denti. Dalla finestrina della toilette si vedeva la Cicogna ancora buia, con i lampioni sulla strada principale accesi. Verso Est il sole iniziava timidamente a sorgere, anche se non si vedeva molto il bagliore dei suoi raggi. Si notava solo un po’ di rossiccio sbiadito tra i palazzi alti di quella frazione di San Lazzaro.
- Sbrigati! Guarda che oggi non ti aspetto!- la esorto Adriano da fuori il bagno
- Arrivo! Non mettermi fretta! Mi metto i pattini e arrivo!- lei di tutta risposta
Uscì e si diresse di nuovo verso la camera da letto: s’infilò i pattini arancioni con fiori viola ai piedi, lo zaino sulle spalle. Tornò in soggiorno dove Adriano la aspettava assieme al suo skateboard celeste con fiamme rosse e gialle.
- Aleluja!- esclamò quando la vide- Andiamo, che sennò facciamo tardi!-
- Non avevo dubbi che fossimo in ritardo… il solito bianconiglio!- rispose Clelia sarcastica entrando come una scheggia in ascensore
Scesero al piano terra e uscirono dallo stabile. Arrivarono alla pista ciclabile dall’altra parte della strada principale. Iniziarono a percorrerla.
- Sembro o non sembro Alejandro?- chiese Adriano superandola sullo skate
- Per me rimani il bianconiglio… ci hai fatto uscire alle 7 e 25 quando per arrivare in orario basta un quarto d’ora!- lo superò
- E tu sei una miss perfettivi che sa tutto e non lo vuole ammettere!- la raggiunse
- Io so solo di non sapere niente!-
- Coff… secchiona… coff!-
- Le frasi celebri non sono difficili da ricordare. Anche una testa bacata come la tua potrebbe impararle e fare bella figura!-
- Anche se sei secchiona, non offendere!-
- E chi ha offeso? Io ho fatto una constatazione!-
- Sì, amichevole… non c’è nemmeno un incidente!-
- Devo ridere!?-
- Certo!-
- Ah ah ah! Contento?-
- Ora sì che la giornata è iniziata!-
Continuarono a beccarsi fino a scuola, il liceo delle scienze sociali “Enrico Mattei”. Lì incontrarono Teresa, la migliore amica di Clelia e la fidanzata di Adriano.
-Come va?- chiese quando il vide arrivare
- Bene, amore!- rispose lui
- Diciamo che potrebbe andare meglio…- Clelia sbadigliò
- Oh, no! Ancora!?-
- Sì… è mattutina, ha fatto le 3 e mezza-
- E a te chi ti ha interpellato, comunque sì!-
- Ma sempre Conan?-
- Sì, accidenti! Ma perché, poi? Non è il mio personaggio preferito!-
- Okay… vi lascio ai vostri discorsi mentre io vado a parlare di calcio e moto con Luca e Camillo!- Adriano si allontanò
- Va bene… tanto ci rivediamo in classe… testa bacata!-
- Parla per te, parruccona!-
- Allora, voi due! Tornando al discorso… non puoi continuare così!-
- Quasi quasi provo lo scaccia pensieri indiano…-
- Finalmente mi ascolti!-
- Non… funziona… proprio così! Direi piuttosto che sono disperata! Stanotte ho pure sentito una voce…-
- Una voce? E cosa diceva?-
- Vieni nell’oscurità con noi… o una roba del genere…-
Teresa rimase a pensare un po’, poi si sfilò la collana che portava sempre al collo e disse:- Tieni, ti aiuterà! Concentra le energie positive!- era una catenina di metallo con una giada intagliata a forma di re piume sovrapposte a ventaglio
- Non la posso accettare! Ci tieni troppo!-
- Non ti preoccupare, ma la ridarai domani. Sento che un giorno basta.-
- Ma sei sicura che aiuterà?-
- Al 99,9%...-
- Allora va bene… forse è meglio se mi levo i pattini prima che suoni…-
- Mi sembra un’ottima idea!-
Clelia si sedette sui gradini davanti alla scuola. Si tolse i pattini e si mise le scarpe che si era portata nello zaino. La campanella suonò 5 minuti dopo.
La mattina passò veloce, a parte l’intoppo con la prof di arte che la voleva interrogare per darle 4, cosa che riuscì a fare. In classe con lei c’erano suo fratello e Teresa.
- Quella donna mi odia!- sbottò uscita da scuola- E’ riuscita a darmela al trimestre! Ma si può!? Credo che quello che ha fatto sia vietato dallo statuto degli studenti!-
- Rilassati, ormai il danno è fatto e non ci puoi fare niente!- cercò di calmarla Teresa
- Credo che qualcosa si possa ancora fare… parlare con il preside!-
- Ora stai esagerando! Rischi di fartela ancora più nemica… impegnati e basta!- sentenziò suo fratello
Clelia fece un respiro profondo e contò fino a dieci.
- Sì, testa bacata, hai ragione!- disse
- Parla per te, parrucona!-
- Ma la piantate?! Sembrate due bimbi che litigano!- s’intromise Teresa
- Ma è lei che ha… va bene, abbiamo sbagliato!- disse Adriano dopo aver incrociato lo sguardo della ragazza
- Bene, bene. Sono arrivata, io… a domani!- Teresa baciò Adriano ed entro in una villa in via Torreggiani
Quando la ragazza fu sparita dietro la siepe della villa Clelia disse:- Facciamo a gara a chi arriva primo a casa?-
Partirono veloci come dei razzi verso La Cicogna, alla fine arrivarono pari, o quasi.
- Ammettilo! Sono arrivato prima io!- si vantò Adriano entrando in ascensore e premendo il pulsante del 5° piano
- Non mentire! Era un pareggio!-
- No, sono il migliore!-
- Voglio la moviola!-
- Non è una partita di calcio, ignorante!-
- Deciditi… o sono una secchiona o sono un’ignorante!-
- Ciao, micione!- Adriano non la ascoltava già più. Aveva aperto la porta di casa e aveva preso in braccio Sfruscio che, stranamente, non si ribellò. Miagolò con disappunto, ma infondo gli piaceva ricevere le grattatine sulla schiena. Puntò gli occhi neri e marroni sulla collana che portava Clelia come a studiarla, poi li spalancò di colpo e spostò lo sguardo su Adriano che lo teneva in braccio.
- Preparo della pasta?- chiese Clelia al fratello. Era lei la cuoca della famiglia, dopo sua madre.
- Non ho molta fame… che ne dici di un paio di piadine?- le rispose Adriano dopo aver poggiato il micio con gli occhi ancora spalancati sul divano.
- Va bene, ma c’è solo del prosciutto…- la ragazza aprì il frigorifero e tirò fuori una vaschetta di salume
- E allora? Va bene lo stesso!-
Clelia tirò fuori da una scansia sopra di lei una piastra tonda da piadine, ce ne mise una fredda e iniziò a farla cuocere a foco vivo.
A un determinato punto della cottura ci stese sopra le fette di prosciutto in modo che il poco grasso presente si sciogliesse ed ammorbidisse l’impasto. Dopo circa 3 minuti la chiuse a metà e la posò su un tagliere di legno. Ci infilò un paio di foglie di lattuga fresca e tagliò tutto in quattro spicchi perfetti.
- Pronto! Se non ti basta ne faccio dell’altra!- disse soddisfatta del suo lavoro
- No, credo che sia abbastanza! Mm… sei nata per i fornelli, tu!- rispose Adriano infilandosi la prima fetta in bocca e gustandosela felice
- Già, sono la migliore!- ne prese una anche lei e iniziò a mangiare
- Non esagerare…-
- Lo fai anche tu! Vado in camera, se vuoi finisci tu. Non ho molta fame…-
- Non ti senti bene?-
- No, solo un giramento di testa. Vado a sdraiarmi un po’. Strano, prima stavo bene…- la ragazza si allontanò
- Meglio seguirla…- disse Adriano al gatto quando lei non fu più a portata d’orecchio. Il gatto obbedì subito e si diresse verso la camera da letto di gran carriera, cercando di non far rumore con le unghie contro il pavimento. Il ragazzo lo seguì piano piano ciò che videro li lasciò a bocca aperta.
Qualcosa dalla stessa Clelia stava uscendo. Una luce dal suo petto si librava nell’aria circostante formando un cilindro luminoso intorno a lei. Il sogno, possibile? Eppure lei era sveglia e vigile.
-Non ti preoccupare…- echeggiava una voce -non ti preoccupare, tra poco sarai libera-
- Ma non è possibile!- esclamò la ragazza sentendo la sua stessa voce che la tranquillizzava
- Ora puoi vedere…- la luce divenne lievemente più forte ma non le fece male agli occhi che tenne spalancati
- Oh mamma!- di fronte a lei si stava formando la figura di un bambino, ma non era Conan. No, non era Conan. Aveva un cappello celeste come il golfino che portava, un paio di pantaloncini verde scuro con delle bretelle rosso bordeaux che gli pendevano di fianco. Portava anche un paio si calzini alti bianchi con delle scarpe marroni a pagnotta. Aveva sui 13 anni, gli occhi neri simili a quelli di un topolino e i capelli corti a punta dietro castani. Teneva con se anche una borsa dello stesso rosso delle bretelle.
La guardava tra lo spaesato e lo stupito. Muoveva le labbra ma non lo sentiva.
- Ora puoi sentire…- continuò la sua voce
- Accidenti! L’avevo detto a Conan che stavamo sbagliando, che ce li stavamo scambiando. Mi ha ascoltato? Quando lo becco… em scusa… ciao, mi conosci?- rispose il ragazzo
- C… Certo! Tu sei Luke Triton! Ma cosa succede?- la ragazza era stordita. Un altro sogno? Ma perché Luke e non Conan? Non aveva senso…
- Aspetta… manca l’ultima fase…- le rispose
- Ora puoi toccare!- concluse la sua voce sparendo definitivamente. La luce che la avvolgeva ritornò dentro di lei.
- Tutto bene ragazza?- chiese… Sfruscio?
 
   
 
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