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Autore: Joannah Mary Grace    28/06/2011    1 recensioni
Per questa storia ho ripensato hai fumetti di Dylan Dog, che personalmente amo molto.
"-Un’altra vittima. E con questa arriviamo a sei. Sei vittime in una settimana. E’ risaputo che uccide solo dopo aver fatto l’amore. Raffinata, non trovi?- Una risata rauca e amara si espanse nell’angusto ufficio.
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le notti della Mantide


Chapter 2



L’ispettore fu chiamato d’urgenza a correre sotto  l’ennesima tempesta inglese per arrivare in una villa lussuosa, bianca come il latte, che sembrava una stella persa nel buio di quel pomeriggio. 
C’era una gran confusione nel giardino principale.                                                                      
-Chi  ha scoperto il cadavere?- Chiese l’ispettore Bett distogliendo lo sguardo dal corpo esangue di un uomo biondo e robusto.
 Aveva appena preso un antiemetico ma ancora gli faceva una certa impressione.              
-La vicina ha trovato la porta aperta..- Il ragazzino che rispose sembrava impacciato, dai movimenti nevrotici. Sicuramente doveva essere la prima volte che si ritrovava davanti a una scena del crimine. Continuava a fissare come un maniaco i movimenti del detective che si avvicinava, annuendo ritmicamente, come un burattino.                                                                           
Si avvicinò un uomo alto, barbuto e con gli occhiali molto spessi  e mentre mostrava decine di fogli all’ispettore subito spiegò, con la sua voce possente:                                                                        
-Le ferite sono state prodotte dalla stessa lama a doppio taglio dei sei delitti precedenti. Inoltre, ci sono dei chiari segni di un rapporto sessuale. Si tratta di uomo. – Terminò l’ultima frase con una smorfia di disgusto, lasciando il plico con una certa indifferenza e poi accelerò il passo e si diresse verso il corpo, coprendolo con un lenzuolo bianco per la gioia del ragazzino che finalmente pareva calmarsi.                                                                 
-La “Mantide”, di nuovo lui! Ci va a letto e poi li uccide!- Bett si ritrovò a discutere da solo. Alzò gli occhi al cielo. Dentro quella stanza erano tutti molto stressati, lo stress si poteva notare vibrarsi nell’aria, come un’imponente nuvola 
grigia.                                                                                                                                          
Ma così come successe per gli altri sei omicidi, un poliziotto notò nel comodino la tessera per entrare al noto pub per sigle “Lifemare” . Non c’erano dubbi, la Mantide aveva eletto come territorio di caccia quel dannato locale. Quel locale dove il suo amico  Frank da giorni, anzi da notti, osservava quasi con ossessione tutti gli iscritti.
Nessuna impronta digitale. Come sempre. Solo filamenti di seta nera sulle lenzuola. Questa volta l’assassino non aveva utilizzato una maschera, o se l’aveva utilizzata, aveva indossato anche dei guanti di seta nera. 
Un bel tocco d’arte, che sicuramente gli si addiceva.
 


Il citofono suonò e svegliò all’improvviso Frank, addormentatosi  sulla sua poltrona con uno spesso libro rovinato dal tempo sulle ginocchia. Ormai era diventata una guerra fra lui e l’insonnia. Il vero incubo era non poter dormire. Si alzò distrutto, sentì le ossa scrocchiare dal collo alle caviglie. Quel locale poi, sembrava essere stato il colpo di grazia. Ancora con gli occhi socchiusi aprì la porta e con l’altra mano si grattava rabbiosamente la testa.                                                                                               -Siete Frank Iero?- La voce era suadente e calda, che si adattava a quel corpo così perfetto .             -Lui!- Frank aveva un sorriso imbarazzante stampato sul volto sorpreso. Si avvicinò al ragazzo per notare meglio cosa stringeva tra le mani candide.                                                                          
- Allora questa deve essere vostra! L’ho trovata ieri sera su una sedia vicino al bancone.. e visto che abitate vicino al mio negozio..- Spostò con la mano una ciocca di capelli rossi che cadeva sulla fronte e puntò gli occhi verdi su quelli sgranati di Frank.                                                                                                                                                      
- Ma quella è la mia tessera del “Lifemare”! Vi ringrazio molto, deve essermi caduta..Ma..Ma voi andate in quel locale? Non vi ho mai visto- Il cervello di Frank cominciò a mettersi in moto velocemente, collegamento dopo collegamento. Così prese rapidamente l’iniziativa senza aspettare la risposta:                          
-Massì..ora che ci conosciamo.. posso offrirvi qualcosa?- Frank spostava velocemente lo sguardo attento dal viso alle scarpe, come se lo stesse analizzando. Era abbastanza alto, ben piazzato, i capelli tinti e gli occhi verdi come lo smeraldo. Le labbra sembravano morbide ed erano rosse come la porpora. Portava una maglietta bianca molto aderente e un paio di pantaloni classici grigio fumo. Elegante e raffinato.                                
Frank fece accomodare il ragazzo nella sala più grande e preparò il caffè. Era avido di conoscere tutto su di lui, di chiamare l’ispettore Bett e riferirgli ogni cosa. Questa volta ci siamo, pensò.                                                     
-Possiamo darci del tu? Come ti chiami?- Frank cercava di nascondere tutto il suo entusiasmo, agitando velocemente il cucchiaino nella tazzina.                                                                                                                         
 -Mi chiamo Gerard, mi occupo di biancheria intima. Lavoro da “Rich,Mon amour” un negozio di lingerie a un isolato da qui. Non l’avevi mai notato?- Il ragazzo posò la tazzina sul tavolino e poggiò le mani sulle ginocchia in attesa della risposta di Frank, che tutto sommato, pensò, non era poi tanto male.
-Davvero? Scommetto che su di te sta benissimo..  No.. non l’ho notato quel negozio. Io invece sono un indagatore privato. Dell’incubo, tra l’altro.- Frank non poteva crederci. Ne era sicuro. La Mantide adesso era lì, seduto nella sua poltrona.                                                                                                                                                                   
- Indagatore dell’incubo.. certo che è una cosa piuttosto strana..- Posò una mano sul mento, accennando un sorriso malizioso. – Magari anche su di te non starebbe male..- E posò lo sguardo sul torace di Frank che arrossì e tossicchiò appena prima di aggiungere:                                                                    -Questo è un complimento? Beh me lo dirai a cena tra poco.- Aveva una strana voce invitante. Si sorprese da solo.                                                                                                                      -Certo che tu non perdi tempo eh! Mi spiace, ma stasera ho già un appuntamento, ma mi sei simpatico Frank.. ti aggiungo al mio archivio, right?- Un ghigno gli si dipinse sulle labbra.                                                          
Frank lo vide uscire dalla sua casa, lo fissò allontanarsi dalla finestra.                                                                       
-Ma che bel tipo..- sussurrò ad alta voce –Chissà se gli piacciono i guanti di seta nera..-
 
   
 
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