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Autore: shadowsdimples_    28/06/2011    2 recensioni
Hilary, normalissima ventottenne con origini italiane, si ritrova catapultata nel mondo dello star system. Ma non sarà questo a cambiarle la vita, ma bensì un incontro. Un incontro a dir poco meraviglioso... P.S.:E' la mia prima FF, siate clementi!! T.T
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Non so che scrivere, quindi... Beh, pubblicherò sicuramente con più frequenza, anche perchè sono ufficialmente in vacanza :) Buona lettura.
Ah! Dedico il capitolo a Viyanga :) Che mi ha dedicato il SUO capitolo per il mio compleanno :P Grazie MMA <3
Bon Jovi - Always.


Los Angeles, 7.57 PM

Hilary*


La settimana procedeva lentamente e io ero al limite delle mie forze. Ogni giorno mi logorava sempre di più, la causa? La distanza da Jared. Avevo tirato fuori le valigie che non usavo da due anni, ovvero, da quando ero arrivata a Los Angeles. Ogni giorno ci buttavo dentro qualcosa: una foto, un paio di jeans, qualcosa. Qualcosa che mi avrebbe ricordato casa durante quegli otto mesi di tour. Sentivo Jared tutti i giorni, ogni volta che poteva mi chiamava, ma era solo per una decina di minuti, dato che trovava sempre qualcuno o qualcosa che gli rompeva le palle. Domenica mattina arrivò inesorabilmente, e io rischiavo il ricovero. Quella mattina ribaltai il materasso del letto di Ambra, facendola scivolare e cadere poco delicatamente per terra.
"Ma porca..."
"Ma buongiorno anche a te! Inizia a preparare le valigie, su!"
"Che?!" Non carburava da appena sveglia. Me l'ero dimenticato. Mi fissava scioccata, seduta a terra, io dall'altra parte del letto con le mani sui fianchi.
"Sveglia!! Stasera partiamo! Abbiamo il volo per Lisbona alle dieci, meglio che ti muovi."
"Ocazzo!" Si alzò e si fiondò nella cabina armadio, tirando giù due valigioni in cui ci entravamo io lei ed Ash. Ancora in pigiama, iniziò a svuotare la cabina armadio e a ficcare dentro le valigie tutto ciò che le capitava a tiro. Mentre uscivo, sentii lo scatto dell'accendino e l'odore di fumo nell'aria. Feci fare la stessa fine ad Ash. Anche lei annuì e si mise all'opera, anche se più lentamente di Ambra.
"Hilaaaaaaaryyyyy!! Porca eva, vieni qui prima che biastimo in cirillico!" Corsi in camera e la vidi impiccarsi mentre mi porgeva una pila di scatole, contenenti scarpe.
"Mettile tutte li dentro, senza scatole." Eseguii, poi andai a recuperare il BB che stava squillando.
Incoming call: Jeremy.
"Pronto?"
"Ehi, Hilary! A che ora dobbiamo passare?"
"Alle nove potete venire a prenderci"
"LAX?"
"Yep."
"A stasera, devo finire di preparare."
"Buona giornata"
"Anche a te" E attaccai. Passai la giornata a fumare sigarette mentre giravo per casa irrequieta e buttando nella valigia anche roba inutile e a rimproverare Ash che era andata di nuovo in crisi.
"Ash, quelle in crisi per l'aspetto dovremmo essere io e Ambra, non tu!"
"Lo dici te! Sono nel panico più totale..."
"Ma perchè?!!" Era la terza volta che glielo chiedevo e non mi rispondeva. Continuava a borbottare che non andava bene, si mordicchiava le unghie e fissava le valigie camminandoci davanti. La presi per le spalle e la bloccai.
"Perchè Ambra dovrebbe essere quella nervosa?"
"Perchè rivedrà il suo micione", sorrisi. Ambra urlò qualcosa, ma ce la mandai mentalmente. Ash si chinò, prese una canotta bianca con un disegno astratto sopra, dei jeans a sigaretta strettissimi e un paio di scarpe da ginnastica bianche coi lacci rossi. Sopra a tutto, un giubbotto di jersey rosso. Sorrisi: era l'abbigliamento più sobrio che le avessi mai visto. Cenammo con un piatto di pasta e poi scattammo in camera a chiudere tutte le valigie e finire le ultime cose. Andai nello studio a recuperare carte d'imbarco e passaporti e tornai nel salone. Diedi passaporti e carte d'imbarco ad Ambra e Ash e il campanello riecheggiò in tutta la casa. Andai ad aprire: Kris e Jeremy sorridevano, dietro di loro il cielo era rossastro e potevo vedere il tetto lucido del SUV nero splendere.
"Buonasera, Hilary. Siete pronte?"
"Hai una domanda di riserva?"
"Mmmh... Non siete pronte vero?"
"No, per niente"
"Parla per te, vecchiaccia."
"Stai zitta mummia in technicolor"
"Come mi hai chiamato?!"
"Ragazze, se continuiamo così arriveremo in ritardo.", ci ammonì Kris.
"Si certo" Montammo in macchina, Kris prese le mie valigie, Jeremy quelle di Ash e io mi incollavo le chitarre. Poco dopo, mentre Kris chiudeva il porta bagagli, arrivò un altro SUV, molto più grande del nostro. Vidi la batteria di Ambra, smembrata, venire posizionata nel SUV insieme alle chitarre e ai synth.
"Dove ci aspetta il tour bus, Jem?", chiese Ash. Jem? Iniziai a pensare che tra i due ci fosse qualcosa di più di un semplice rapporto di lavoro, come diceva Ash.
"All'aeroporto di Lisbona. Ci porterà fino all'arena"
"Ok" Dopo una mezz'ora di viaggio eravamo al LAX. Perdemmo un sacco di tempo per quegli stupidi orecchini di Ash che sembravano contenere una bomba o della droga, ma alla fine riuscimmo ad imbarcarci. Il volo, più che piacevole nei comodissimi sedili di prima classe, sembrò durare un'eternità. Chissà come avrebbe reagito Jared quando mi sarei trovata davanti a lui. Calcolando il fuso orario, e che eravamo partiti alle dieci, saremmo arrivati a Lisbona alle sette del mattino, poi metteteci che dovevamo andare al Marriott Hotel a posare i bagagli ed andare all'arena, saremmo arrivati per le otto e mezza. Guardai alla mia destra: io ero seduta vicino all'oblò, Ambra ascoltava l'iPod e teneva il ritmo con le dita sulla sua gamba come se lo stesse facendo con le bacchette, Ash sentiva la musica con una cuffietta, mentre l'altra ce l'aveva Jeremy, nel corridoio centrale e Kris leggeva un giornale sorridente. Sorrisi e osservai il BB, che non avevo spento, disobbedendo alla hostess. New message from: Jared.
Hey sweetie, goodnight! Hope to see u again soon!
Jay.

Avessi dato retta al suo Soon, ora avrei i capelli bianchi e i maialini volanti a pois avrebbero invaso il cielo.
Scrissi:
Hi baby, tnx 4 the goodnight. What time is it in Lisbon? I also hope to see u again soon.
Poco dopo mi vibrò di nuovo il cellulare. Mi girai e vidi un'hostess intenta a sorridere a un bambino mentre gli porgeva quello che sembrava succo di frutta. Sbloccai la tastiera e lessi il messaggio furtivamente.
It's 5 AM. Sorry babe, I have to go. Bye, have a nice night+day! 
Sorrisi.
Ok. Thanks dude. See u soon. 
Inviai il messaggio e mi sdraiai, decisa a godermi quelle due orette che mi separavano dall'atterraggio. Morfeo venne a rapirmi poco dopo che avevo chiuso gli occhi, trascinandomi in un sonno profondo e tranquillo.
Fui svegliata dall'altoparlante.
"Si pregano i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza per l'atterraggio che avverrà a breve. Grazie per aver viaggiato con noi!"  
Mi rimisi seduta e guardai Ambra, che dormiva profondamente, Kris stava tirando su il sedile e Ash e Jeremy dormivano con le mani intrecciate. Staccai le mani di Ash e Jeremy svegliandoli.
"Tra poco si atterra. Allacciatevi le cinture" Si ricomposero e si allacciarono le cinture. L'aereo atterrò senza troppi problemi. Kris e Jem recuperarono le valigie e uscimmo dall'aereo. Fuori dall'aeroporto c'erano due SUV neri: uno sul quale avremmo viaggiato noi e dietro uno per tutta l'attrezzatura. Il Marriott era un hotel lussosissimo, per le sue quattro stelle. Avevavamo preso tutti una camera matrimoniale ciascuno, ondevitare incidenti. Disfai con esagerata calma le valigie, poi Ambra bussò alla porta. Guardai l'orologio: le otto e trentacinque. Avevo ragione. Andai ad aprire e la porta si chiuse dietro di me con uno scatto automatico, senza che la toccassi. Nel parcheggio dell'hotel c'era un tour bus a due piani bianco, con i nostri nomi sopra e delle foto saltate fuori chissà come. Io al centro con Ambra ed Ash sotto braccio che camminavamo sulla spiaggia di Santa Monica. Ambra ed Ash gridarono e si fiondarono nel tour bus, seguite da me che ridevo come una pazza. Il tour bus si mise in moto e ci portò all'arena. Quella sera i 30 Seconds To Mars avrebbero tenuto un concerto in quell'arena e c'erano già schiere di Echelon che urlavano, barboneggiavano e chiacchieravano allegramente. Appena videro il nostro tour bus, un gruppo di Echelon che non avevo notato iniziò ad urlare e ad agitare cartelloni con le nostre foto sopra e bandiere. Sorrisi: avevamo già tutta quella fama? L'autista, che scoprii che si chiamava James, parcheggiò in uno spiazzo dietro l'edificio e scendemmo.


Lisbona, Portogallo, 8.48 AM
Jared*


"Ma si può sapere che cavolo si urlano?!", sbottai alzandomi e andai alla porta di emergenza a controllare che stava succedendo. Gli Echelon erano più scatenati del solito. Sorrisi: e noi li avremmo fatti scatenare.
"Lascia stare, bro.", disse Shannon alzandosi dalla batteria fumando la sua sigaretta. Tornai al centro del palco, dove a terra c'eranogli spartiti, Tomo che faceva dei ritocchi dell'ultimo minuto e Shannon lo guardava. Sentii dei passi ma pensai che fossero dei tecnici che finivano di sistemare il palco, ma poi qualcuno mi coprì gli occhi, facendomi piegare all'indietro.
"Ehi! Che cavolo...?!", sentii esclamare a mio fratello, segno che anche a lui, qualcuno, stava coprendo gli occhi. Sentii Tomo ridere.
"Tomo, chi cavolo sono?!"
"Eeeeh, provate a indovinare!" Sbuffai: non era per niente di aiuto. Iniziai a toccare le mani che erano sui miei occhi. Erano minute, quindi di una donna. Continuai a toccarle, salendo fino alle braccia e arrivando alle labbra. Non poteva essere... Quelle labbra io le avrei riconosciute tra milioni: carnose, morbide, profumate, calde... Le avevo sfiorate poche volte, ma era come se le conoscessi da sempre. Non era possibile.
"Hilary?", sussurrai.
"Eh?", fece Shannon. Le mani scomparvero da davanti ai miei occhi e mi girai. Hilary era a pochi centimetri da me, con quel mezzo sorriso sulle labbra che adoravo e le mani a mezz'aria. La abbracciai di slancio, sollevandola da terra.
"Jay! Che succede?", chiese Shannon frustrato.
"Prova ad indovinare! E' facile, io ci sono arrivato!" Hilary mi mise le braccia al collo e io intorno alla sua vita. Shannon sbuffò e inziò a toccare le gambe di Ambra, che gli era saltata sulla schiena. Le sfiorò le gambe fino ad arrivare al sedere. Ambra si morse le labbra per non ridere.
"Questo culo può essere di una persona sola", disse Shan sorridendo. Ambra gli tolse le mani da davanti agli occhi e scese dalla sua schiena. Mio fratello si voltò e stritolò Ambra in un abbraccio da orso. Scoppiammo tutti a ridere.
"Che ci fate qui?", chiesi a Hilary.
"Mah, una piccola sorpresa. Entriamo da stasera" Sorriso a ottomilaundici denti. Sia da parte mia che da parte sua.
"Cosa?! Ma... E l'attrezzatura?"
"Don't worry, siamo attrezzate. C'è anche la batteria di Ambra."
"Uuuh, hai portato la tua adorabile figlia?"
"Ovvio, mica ce la lasciavo a Los Angeles." Il pomeriggio trascorse serenamente, tra coccole, chitarre e musica. Verso le tre e mezza le ragazze iniziarono a provare. Era incredibile l'energia che avevano quelle tre. Ambra era quasi come Shannon sulla batteria, la sfondava letteralmente. Ash era un folletto che saltava a destra e a sinistra da una parte all'altra del palco. Hilary, invece, era calma, non poteva mettersi a correre sul palco, non avrebbe potuto suonare e tenere il microfono. Però gli assoli li faceva davvero bene, come notò Tomo. Andava vicino ad Ash e iniziava a distruggere la sua chitarra, facendo degli assoli incredibili. Nonostante fossimo in un'arena incredibilmente grande, l'acustica era buona, i microfoni funzionavano bene e non interferivano con gli altoparlanti. Tomo continuava a parlare sopra la musica, ma io ero concentrato solo su Hilary. Le sue gambe erano ancora più lunghe di quanto mi ricordassi, il corpo snello e slanciato che mi faceva perdere la testa, il seno grande ma non troppo, la pelle ambrata, le labbra carnose dalle quali usciva fuori una voce sensuale e melodiosa, quegli occhi azzurri che mi svuotavano il cervello e che non mi facevano ragionare correttamente e i suoi capelli neri come il carbone che le ricadevano in morbide onde sulle spalle e sulla schiena. Era perfetta, in tutto e per tutto. Anche caratterialmente: se le facevi un complimento ti diceva 'certo, certo' e arrossiva, anche se tu glielo dicevi, lei lo rinnegava; il suo modo di gesticolare quando parlava animatamente, l'espressione degli occhi quando sorrideva o quando parlava di qualcuno che le stava particolarmente a cuore. Non riuscivo a trovare un difetto in quella donna. Tomo mi scosse con vigore. Mi girai.
"Che c'è?"
"Hai sentito quello che ho detto?"
"Che... Hilary è brava negli assoli?"
"Quello l'ho detto mezz'ora fa", disse seccato.
"Ah, scusa. Che stavi dicendo?"
"Ti stavo chiedendo se... Ah, niente, lascia stare. Lo dirò a Shannon"
"Come vuoi..." Tornai a guardare Hilary, appoggiato a un palo del palco con le braccia incrociate..
"Sei innamorato eh?"
"Cosa?" Stavolta avevo capito, ma lo guardavo interrogativo. Era vero? Cioè, ero davvero innamorato di Hilary? Beh, di sicuro non era più qualcosa solo a livello fisico. Stava piano piano diventando qualcosa di sentimentale, anche se io a queste cose sono sempre stato allergico, però, adesso che ci pensavo... Ebbi un flash di me con in braccio un bambino e Hilary su un divano con una pancia enorme e una fede al dito. Scossi la testa mandando via quella visione.   "Forse", feci con un sorriso enigmatico.
"Stai mentendo a te stesso, sai?"
Lo so.

Perdonatemi ma devo scappare :S Prometto che mi rifarò viva prossimamente! :D
Ila.

   
 
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