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Autore: _KimNui_    28/06/2011    1 recensioni
“Questa non sono io. Questo non è il mio corpo, questa non è la mia faccia. Questa non è la mia vera anima. Ogni giorno mi sento sempre di più diversa, sento di non appartenere a questa città a questo Paese, a questo mondo.”
Genere: Fantasy, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “che male alla testa” pensai mentre mi massaggiavo le tempie. Il dolore era talmente forte che non riuscivo ad aprire gli occhi. Con un po’ di difficoltà li riaprii, ma sarebbe stato meglio di no. Mi alzai di scatto. Ero in una stanza completamente diversa dalla mia. Sembrava ricavata da una grotta. Mi ritrovai distesa su un letto a baldacchino completamente nero. Le lenzuola di seta anch’esse nere mi accarezzavano la pelle, mentre una dozzina di cuscini di color porpora facevano da appoggio alla mia schiena. – finalmente ti sei svegliata- mi disse qualcuno seduto su una poltrona a lato della stanza. Strinsi gli occhi per vedere meglio chi fosse. – tu sei il ragazzo di stamattina, dove sono? Che mi hai fatto?- gli urlai alzandomi di scatto dal letto. – calma calma sei stata tu a seguirmi … e comunque non ti ho fatto niente- aggiunse avvicinandosi a me. – dove mi trovo?-.- ti spiegherò tutto dopo, ora mettiti questo e poi esci dalla stanza, mi troverai fuori ad aspettarti.- mi porse degli strani indumenti neri e senza guardarmi uscì dalla camera. Appoggiai i vestiti sul letto e cominciai a cambiarmi. Ogni tanto mi guardavo intorno con la strana sensazione di conoscere già quel posto. Qualcosa colpì la mia attenzione. Su una delle pareti c’erano appesi tre grandi arazzi ognuno dei quali aveva disegnato sopra draghi pronti a combattere. Rabbrividii. Dopo un po’ riuscii a indossare quegli strani indumenti, non erano affatto comodi. Soprattutto per i pantaloni, di pelle neri lunghi e stretti, che si infilavano negli stivali con decori metallici alti fino al ginocchio. “ sembro una guerriera dei manga” pensai sorridendo, mentre mi sistemavo il corpetto nero. – Eccomi- gli dissi una volta uscita dalla stanza. Il ragazzo, appoggiato al muro, voltò leggermente la testa per lasciare spazio sul volto ad un sorriso compiaciuto. – vedo che ti stanno ancora molto bene-. A quella frase mi bloccai. “Voleva dire che li avevo già messi? No, tutto questo è assurdo”  pensai avvicinandomi a lui. – ok mi sono cambiata, ora dove devo andare?- chiesi cercando di essere il più calma possibile. – seguimi- mi disse avviandosi verso un lungo e poco illuminato corridoio. Mi guardai in torno, cercando di osservare il più possibile quello strano posto. Camminammo per un bel po’ attraverso una decina di corridoi, mi sembrava di essere in un labirinto. Sulle pareti ogni tanto comparivano delle porte in legno massiccio, che sparivano una volta superate. – ma che posto è questo? E  si può sapere come ti chiami?- gli chiesi preoccupata e leggermente alterata. –presto te lo ricorderai- mi rispose senza voltarsi. – .. e comunque il mio nome è Taemin- disse continuando a camminare senza voltarsi. – che nome strano- dissi quasi per prenderlo in giro. Si limitò a guardarmi male per poi fermarsi di scatto. Non feci in tempo a frenarmi che andai a sbattere contro la sua schiena. – stai attenta- mi disse fulminandomi con lo sguardo. – scusami- a quell’occhiata gelida mi limitai ad abbassare la testa verso il basso. – dai, guarda di fronte a te- mi disse alzandomi delicatamente il viso con la mano. Rimasi senza parole. Alla fine di quel corridoio si apriva un’enorme stanza alta più di 10 metri, dei brividi mi attraversarono tutta la schiena . Le pareti erano completamente di marmo nero, lisce, bellissime. Enormi colonne nere segnavano la grande navata, portando poi la mia attenzione su un gigantesco trono di cristallo. – e quello cos’è?- chiesi a Taemin indicandolo con la mano. – non indicare- mi disse serio abbassandomi la mano. – vieni con me e lo scoprirai- aggiunse poi con un ghigno. Percorrere quella lunga sala non mi piaceva affatto. Mi sentivo osservata, non facevo altro che guardarmi dietro le spalle per paura che qualcosa mi attaccasse. Il ragazzo davanti a me camminava tranquillo e composto. Era davvero inquietante. Ad un certo punto sentii una fitta tremenda alla testa, che non assomigliava per niente alle altre. Ebbi come un flashback, un vago ricordo di essere già stata in quella stanza assieme ad altri che assomigliavano al ragazzo che era con me e che mi stavano accusando. Centinaia di occhi puntati su me, compresi due occhi rossi come il sangue, che mi guardavano pieni di ira dall’immenso trono di cristallo. – allora che succede?- mi chiese riportandomi alla realtà. – sono già stata qui vero?- gli chiesi guardandolo intontita. –ah qualcosa ti ricordi- mi rispose soddisfatto- . – ma che cavolo…- non riuscii a finire la frase quando un “eccola finalmente” interruppe il discorso. 
   
 
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