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Autore: aiwa    28/06/2011    2 recensioni
E' l'inizio del sesto anno e Draco Malfoy torna ad Hogwarts cambiato. Durante l'estate ha sviluppato un'insana passione per la lettura, talmente forte che non puo' fare a meno di avvicinare l'unica studentessa in grado di soddisfare la sua sete di libri: Hermione Granger.
Anche Harry e' cambiato molto nell'ultimo anno, e si accorge presto di essere un po' troppo geloso delle amicizie della sua migliore amica.
Hermione scopre emozioni nuove e allo stesso tempo un potere nuovo, qualcosa che potrebbe aiutarla a proteggere le persone che ama dalla minaccia che incombe su Hogwarts.
(Canon fino al quinto libro)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Disclaimer: Non possiedo nessun personaggio di Harry Potter

Note dell'autore:

Eccoci all'aggiornamento settimanale, come avevo promesso, un capitolo alla settimana, purtroppo piu' di cosi' non riesco a fare per ora.

Non sono sparita, anche se devo ammettere che sono parecchio presa e non ho fatto ancora in tempo a rispondere ai commenti, lo faro' pero'!

Questo capitolo e' un po' di inframezzo, nel prossimo ci saranno finalmente un po' di chiarimenti. Abbiate ancora un po' di pazienza >< e commentate per favore~!

 

 

 

 

CAPITOLO 22

 

 

Il giorno dopo era l’ultimo dell’anno.

 

Si ritrovarono piuttosto presto, la mattina, nella Sala Comune.

 

Hermione raggiunse Ron che era seduto nel loro angolo preferito, e scambiandosi un paio di chiacchiere aspettarono che anche Harry li raggiungesse.

 

"Buongiorno." dissero in coro quando anche l’ultimo del trio li ebbe raggiunti.

 

"Buongiorno." rispose lui indugiando leggermente lo sguardo sulla ragazza. Poi si buttò sulla poltrona lì di fianco.

 

"Mi stavo chiedendo, ragazzi." iniziò Hermione sporgendosi in avanti verso i due amici: "Come faremo a parlare con Silente?"

 

"Andiamo nel suo ufficio." rispose Ron come se fosse ovvio.

 

Harry la guardò un po’ confuso.

 

"E come facciamo ad entrare? Proviamo le solite parole d’ordine o aspettiamo che qualcuno esca od entri nell’ufficio?"

 

"In effetti potrebbero volerci secoli." commentò Harry.

 

"Senza considerare che stasera ci sarà la festa di fine anno… e avranno un bel po’ da fare."

 

Ci fu un attimo di silenzio.

 

"A mio parere dovremmo prendere appuntamento."

 

"E come?"

 

"Chiediamo alla professoressa McGrannit."

 

"Mm… forse è il caso di aspettare."

 

"No, non credo. Più va avanti più rischiamo che Voldemort venga a sapere qualcosa dei De Roosieriel."

 

"Allora andiamo subito… sono sicuro che ci dirà cosa fare… non è certo il tipo che si perde in chiacchiere." fece Ron alzandosi.

 

Gli altri due lo seguirono, sorpresi da come ultimamente il loro amico fosse diventato determinato.

 

In pochi minuti arrivarono all’ufficio del Dipartimento di Trasfigurazione, e la McGrannit li accolse austera.

 

Con un pizzico di preoccupazione e di curiosità si sedette dietro la scrivania e li squadrò piano piano uno alla volta.

 

"A che cosa devo la vostra visita?"

 

"Avevamo bisogno di chiederle come potevamo parlare con Silente." Fu Harry il primo a parlare.

 

"Parlare con Silente?"

 

"Sì, abbiamo bisogno di parlargli."

 

"Posso sapere come mai?"

 

"E' una questione delicata." concluse, sicuro di non voler svelare niente. La professoressa lo guardò con serietà, ma rispettò la sua decisione.

 

"Abbiamo bisogno che lui ci dedichi un po’ del suo tempo… senza che nessuno ci interrompa." intervenne Hermione.

 

"Va bene. Lo informerò io… vi farò sapere l’orario dell’appuntamento entro domani."

 

"Va bene." fecero i tre alzandosi.

 

"Professoressa McGrannit?" fece la ragazza sulla porta.

 

La strega alzò lo sguardo perplesso.

 

"E' una questione piuttosto urgente anche se non sembra. La prego di darle il giusto peso." concluse, uscendo poi in seguito ai suoi due amici.

 

Era stato fin troppo facile.

 

*

 

Quella sera Hermione scese dal dormitorio verso le otto, si era vagamente preparata per il simil-party che si sarebbe tenuto nella Sala Grande.

Niente di che, solo degli abiti stirati, leggermente eleganti sotto la solita divisa di Hogwarts.

 

Nella Sala Comune trovò Harry.

 

"Dove sono tutti?" domandò dubbiosa.

 

"Sono già andati giù."

 

"Ah… e mi hai aspettato?" domandò lei arrossendo memore di cosa era successo al ballo, solo qualche giorno prima. Inconsciamente cercò con lo sguardo il vischio sotto il quale le aveva dato il bacio, ma ovviamente non c’era più.

 

"Dobbiamo aspettare anche Ron." disse lui evitando il suo sguardo, aveva una qualche idea di cosa lei stesse pensando.

 

Lo guardò un attimo imbronciata, poi si sedette sulla poltrona vicino alla sua.

 

Harry seguendo il flusso dei suoi pensieri iniziò a guardarla per un po’, mentre concentrata fissava il fuoco.

 

"Mm… posso chiederti una cosa?" domandò, spaventandola.

 

In fretta lei si ricompose ed annuì. Non ebbe il tempo di domandarsi cosa fosse, che lui stava già parlando.

 

"Ti vedo preoccupata. Volevo sapere se c’era qualcosa che non andava."

 

La ragazza lo guardò perplessa, poi deglutì con fatica. Non aveva fatto in tempo a iniziare a preoccuparsi che lui se n’era già accorto.

 

In realtà c’era un’unica cosa che lui non aveva ancora notato: quello che provava per lui… ma quello non importava.

 

"Mm… in effetti è vero."

 

Lui la guardò attentamente. "Sei preoccupata per De Roosieriel?"

 

Annuì. "Sto pensando a cosa dire a Silente."

 

"Solo?"

 

Hermione scosse la testa. Harry la guardava con attenzione.

 

"Sentir parlare di Voldemort… sentire che c’è tanta gente che si organizza… mi fa sentire il pericolo come più imminente, e poi, hai visto anche tu De Roosieriel… avrà sì e no la nostra età… e se la sua storia è vera, gli è stata data una grande responsabilità nel venire qui per recuperare la maschera… a noi invece non è neanche permesso entrare nell’Ordine… come posso dire… è frustrante." spiegò con una smorfia finale.

 

Lui fece un sorriso amaro. "Io mi sento così dal torneo Tremaghi."

 

La ragazza trasalì arrossendo. "Scusa Harry… mi lamento di una cosa che tu conosci bene da tanto tempo ormai…"

 

"Beh, non puoi fermare i sentimenti. Li provi e basta." rispose lui, arrossendo subito dopo, si rendeva conto che quello che diceva valeva anche per lui.

 

"Sono pronto!" esclamò Ron, fiondandosi nella stanza.

 

"Finalmente." protestò Hermione: "Ci hai messo anche più di me."

 

"Hey, dovevo farmi il bagno."

 

"Fare il bagno è diverso che dormirci dentro, lo sai vero? Serve per lavarsi." continuò a prenderlo in giro.

 

Il ragazzo rossiccio si avvicinò minaccioso. "Senti come sono pulito invece… profumo addirittura." disse raggiungendoli.

 

In effetti era così, si sentiva il fresco profumo del sapone anche a distanza.

 

Hermione sorrise. "Mm… allora forse hai fatto bene…" poi le venne in mente qualcosa: "L’hai fatto per qualcuno? O meglio, per qualcuna?"

 

Lui arrossi' e guardo' da tutt'altra parte. “No. Figurati.” E si avvio' impettito verso le scale.

 

Qualcosa puzza...” commento' Hermione con un sorriso, poi sentì un tocco sulla spalla. La mano di Harry. Conforto e calore.

 

Di nuovo non riusci' a non pensare a quel bacio, e il suo corpo sembrava prendere fuoco.

Dannazione.

 

E la serata era appena iniziata.

 

Come per contraddire tutto quello che aveva detto, Ron fu intercettato da Luna appena arrivarono nella grande Sala da Pranzo sistemata per l’occasione.

 

"Ciao Ron." fece con tranquillità.

 

Lui arrossì visibilmente imbarazzato. I due dietro lo guardavano sospettosi.

 

"Ciao Luna."

 

"Volevo parlarti un attimo, è possibile?" chiese guardando Harry ed Hermione, che scossero le spalle con disinvoltura.

 

"Ok… torno subito." disse rivolto ai due, per poi allontanarsi dietro a Luna.

 

La sua migliore amica lo guardava turbata.

 

"Sei gelosa di Ron?" fece il ragazzo ostentando freddezza.

 

Rise un po'. "No. Solo. Mi chiedevo cosa prova."

 

"Preoccupata dei suoi sentimenti?"

 

"Abbastanza. Non lo sono stata fino adesso, pensando ad altre cose… adesso mi sembra il caso di preoccuparmi un po’… non ci ha detto niente di Luna... ma secondo me qualcosa c'e'... mi spiace non poter essere di supporto... l'ho un po' bisfrattato dal ballo..."

 

"Non credo se la sia presa sai... ha anche lui un sacco a cui pensare...” Si morse il labbro, decidendo di chiedere ancora. “Ma se ti preoccupi così tanto non è che forse provi qualcosa di più per lui?"

 

"No. Sicuramente no." Non c'era ombra di dubbio. Ormai l'aveva capito.

 

"Come fai ad esserne così sicura?" domandò sorpreso.

 

"Lo so." fece arrossendo.

Non poteva certo dirgli che la causa era lui. Che non riusciva a pensare ad altro.

 

O forse sì.

 

No, no, non poteva.

 

"E poi… è normale che mi preoccupi, è uno dei miei migliori amici..." spiegò rivolgendo finalmente lo sguardo verso Harry.

 

"Allora lo faresti anche per me?"

 

Lei lo guardò interrogativa.

 

"Se qualcuno mi facesse soffrire… mi consoleresti?" spiego'.

 

"Certo… se tu me lo permettessi."

I suoi occhi erano dolci.

 

Fece un sorriso malizioso. "Che fortuna avere una ragazza così bella come amica." scherzò.

 

Lei lo guardò arrossendo. "A che tipo di consolazione stai pensando?? Scemo!"

 

Sentirono qualcuno avvicinarsi.

 

"Signorina Granger, Signor Potter… mi è stato comunicato che mi cercavate con una certa urgenza."

Albus Silente era in piedi davanti a loro con un sorriso cordiale.

 

I due lo guardarono sorpresi.

 

"E' vero." disse Harry riprendendosi per primo.

 

"Volete seguirmi allora?" domandò facendo segno con la mano verso una porta laterale.

 

Hermione lanciò uno sguardo di panico all’amico, che sorrise rassicurante. Di certo lui era quello con piu' esperienza di colloqui con il preside.

 

"A mezzanotte manca ancora molto, e sono fiducioso del fatto che riusciremo ad esaurire l’argomento in meno di tre ore." fece il preside con sicurezza.

 

Entrarono in una stanza rotonda che non avevano mai visto, si guardarono attorno incuriositi, mentre Silente trasfigurava in poltrone tre soprammobili trovati su un tavolo, unico pezzo d’arredamento presente.

 

"Accomodatevi." disse sedendosi a sua volta.

 

I due amici sospirarono leggermente tesi. Non sapevano molto bene da che parte cominciare.

 

"Ehm…" iniziò Hermione schiarendosi la voce: "Lei conosce la famiglia De Roosieriel per caso?"

 

Silente la guardò perplesso. "Temo di non averne mai sentito parlare."

 

"Sembra sia una famiglia di maghi esiliata molto tempo fa… che si occupava di ricerche scientifico-magiche." spiegò subito.

 

"E sembra che abbia il potere di controllare gli elementi." intervenne Harry.

 

Il preside sbiancò. "Possibile?" fece con una voce piuttosto secca. Gli ricordava qualcosa che i centauri avevano accennato tempo addietro.

 

"Non lo sappiamo con certezza." dissero i ragazzi quasi all’unisono.

 

"Continuate." li esortò subito dopo.

 

"Abbiamo fatto qualche ricerca. E a quanto pare questa famiglia è esistita. Ma non ci sono notizie che confermino il loro esilio… in effetti non vengono nominati per centinaia d’anni."

 

"Come siete riusciti ad avere quel nome?"

 

"Siamo entrati in contatto con un membro della famiglia." rispose Harry.

 

"In che modo?"

 

"E' lui che tentava di intrufolarsi a scuola."

 

Silente li guardò con preoccupazione, ma non interruppe.

 

"E che ha fatto azionare il Groble."

 

"Quindi quella volta che tu dovevi trovarti fuori, ma le porte erano bloccate…" cominciò il preside unendo i punti che gli avevano indicato.

 

"Esatto. Ero con lui… fuori."

 

"E che cosa voleva da te?" domandò con una certa irritazione. Non gli piaceva non avere controllo su cio' che accadeva a Harry.

 

"Voleva che trovassi la persona che poteva fargli avere questa maschera utile per l’incantesimo che padroneggia gli elementi."

 

"Sembra che lo stiano preparando da anni."

 

"Per?"

 

"Per fronteggiare Voldemort."

 

Silente strinse gli occhi in due piccole fessure, mentre li osservava dubbioso. Le sopracciglia corrucciate, sembrava perso in una miriade di pensieri.

 

"E questa persona chi è?"

 

"Io." fece Hermione con coraggio. Per una frazione di secondo quasi contenta di essere per una volta al centro dell’attenzione al posto del suo migliore amico.

 

"Ah." Silente era sorpreso. Considerando tutto quello che era successo in quegli anni, si sarebbe aspettato l'onore cadesse su Harry Potter.

 

Per un attimo sembro' sollevato. Proprio perche' non si trattava di Harry Potter, una volta tanto il peso non era sulle sue spalle.

 

Pensando il più velocemente possibile, cercò una soluzione.

 

"E come mai avete deciso di venire da me?" Anche questa era una novita'.

 

"Non sapevamo se fosse il caso di credergli." Ammisero. "E fare ciò che ci aveva spiegato."

 

"Che cosa comporterebbe?"

 

"Hermione dovrebbe indossare una pietra… che la guiderà alla maschera."

 

"De Roosieriel insisteva che la magia degli elementi è di fondamento naturale e non può quindi nuocere a persone umane… nel senso… a persone che vogliono difendersi. Funziona solo con persone che vogliono distruggere la natura, con le uccisioni e le torture. Funziona solo su demoni come Voldemort." Hermione si morse il labbro, non riusciva a spiegare bene quello che De Roosieriel aveva detto.

 

Per qualche minuto Silente rimase immobile, pensoso, senza chiedere altre spiegazioni. Poi si alzò, con lunghi passi percorse la circonferenza della stanza.

 

"Potete andare." disse poi dopo un po’.

 

I due lo guardarono perplessi.

 

"Vorremmo sapere…" cercò di dire Hermione.

 

"Per ora non fare niente." sbottò secco. Poi fece un sospiro. "Mi occuperò io della cosa." iniziò a spiegare ritrovando la sua solita calma: "Parlerò con questo De Roosieriel… e se sarà il caso inizierò a contattare la sue famiglia… un alleato in più non potrebbe far male… soprattutto se porta questo grande potere… per ora cercate di non cacciarvi nei guai e di non usare quella pietra… potrei metterci un po’… ma tornerò per farvi sapere cosa è il caso di fare… intanto…" fece muovendo la bacchetta sopra il tavolo e facendo apparire un foglio di pergamena e dell’inchiostro con una penna: "Vi do il permesso di entrare nel mio ufficio… potrete chiedere informazioni ai vecchi presidi e fare ricerche sui libri che ci sono qui… potrebbero aiutarvi."

 

Harry ed Hermione si alzarono soddisfatti. Spiegarono al loro preside dove si trovava De Roosieriel e poi fecero per lasciare la stanza.

 

"Harry." chiamò Silente prima che se ne andassero.

 

Si girarono curiosi, anche se era stato chiamato uno solo dei due.

 

"Mi raccomando, non preoccuparti troppo per la signorina Granger… sono sicuro che sa quello che sta succedendo intorno a lei, e sa come cavarsela da sola."

 

Lo sguardo del preside, sicuro e preoccupato sembrava volerlo trapassare da parte a parte.

 

Il ragazzo annuì con freddezza.

Sapeva che cosa voleva. Silente non voleva dargli più preoccupazioni di quelle che già aveva...

 

Ma era impossibile, Hermione era semplicemente troppo importante.

 

*

 

Usciti dalla stanza si ritrovarono di nuovo nel chiacchiericcio degli studenti, che intrattenendosi, si erano distribuiti in vari gruppetti e nei tavoli che coprivano tutto il pavimento della sala.

Il soffitto rifletteva un cielo notturno sereno e numerose stelle d’argento fluttuavano poco più sotto, creando un atmosfera più festiva.

 

Harry ed Hermione si guardarono intontiti dai rumori e dalle decorazioni apparse all'improvviso, in contrasto con la tensione che avevano sentito poco prima nella stanza rotonda.

 

Silente si era allontanato verso un’altra porta ed era sparito.

 

"Che facciamo? Ci sediamo?" chiese il ragazzo dubbioso. Era capodanno alla fine, avrebbero dovuto divertirsi come tutti gli altri.

 

Ricordandosi di Ron, lo cercò tra la folla. L’amico era in un angolo ancora preso a parlare con Luna.

 

Hermione seguì il suo sguardo e sorrise vedendo la scena. "Sì, direi di sì." Non aveva senso aspettare il loro amico.

 

Si fecero spazio tra alcuni Corvonero che si erano raggruppati davanti ad un tavolo e ne raggiunsero uno poco lontano dove già seduti c’erano Seamus e Neville con delle ragazze che non conoscevano.

 

Si sedettero un po’ appartati per lasciarli alle loro chiacchiere.

 

"Mi sento un po’… strano." iniziò Harry dopo qualche secondo di silenzio, mentre guardava, come se fosse qualcosa di molto interessante, la tovaglia davanti a se.

 

"In che senso?" chiese lei avvicinando la sedia. Le loro ginocchia si toccarono leggermente. Gli occhi di lei fissi sul suo viso attirarono il suo sguardo.

Arrossì.

 

"Mi sembra di essere irresponsabile… di aver appena scaricato tutto sulle spalle di Silente. Non mi era mai capitato di affidarmi a lui così tanto."

 

Lei annuì. "Anche a me sembra strano… di solito ci buttavamo senza pensarci in una qualche avventura, cercavamo di scoprire da soli di cosa si trattasse, e ce la cavavamo sempre da soli. O anche se c'era Silente o qualcun altro dietro, lo scoprivamo solo alla fine..."

 

"Già...” mormoro' pensieroso. “Allo stesso tempo però in questo caso mi sarebbe pesato decidere da solo." Hermione rimase in ascolto. "In fondo… se davvero i De Roosieriel hanno la possibilità di controllare gli elementi… potrebbero essere un valido aiuto per l'Ordine."

 

"Decisamente, potrebbero sconfiggere definitivamente Voldemort." intervenne lei.

 

Lui abbassò lo sguardo piuttosto furtivo.

 

Piccolo dettaglio.

 

Non potevano sconfiggerlo. Harry doveva ucciderlo. Oppure morire al suo posto.

 

Doveva quindi considerare questo un tentativo inutile?

 

Però c’era una possibilità che con il potere degli elementi qualcosa si potesse fare... anche se lui fosse morto gli altri sarebbero sopravvissuti, e magari sarebbero anche stati in grado di sconfiggere Voldemort.

 

Forse.

 

Anche se la profezia riguardava solo lui e colui-che-non-deve-essere-nominato.

 

Un crampo allo stomaco. Voleva difendere le persone che amava, voleva vivere con loro.

Dopo la guerra.

 

Ma come avrebbe vissuto se anche avesse ucciso Voldemort?

 

Hermione lo guardava dubbiosa.

Cosa gli stava succedendo? A cosa stava pensando così lontano da lei?

 

"Che c’è? Non sei convinto?" domandò mettendogli una mano sul ginocchio.

 

Lui ebbe un sussulto. Il calore di lei sembrava infondersi in tutte le cellule del suo corpo. Una sensazione… affascinante.

 

La guardò negli occhi. Occhi in cui vedeva l’anima che amava.

 

Non avrebbe potuto descrivere con parole quello che vedeva.

Era lei, in tutta la sua bellezza.

 

Sentì improvvisamente la gola seccarsi.

Deglutì con fatica.

Cosa gli stava succedendo?

La sua mente continuava a ripetergli di avvicinarsi, avvicinarsi il più possibile. La desiderava così tanto.

 

Gli dava alla testa.

 

Hermione lo fissava. Il cuore a mille, una speranza flebile, quasi una sicurezza le si era insinuata nel petto.

 

Harry voleva baciarla, era possibile?

 

Eppure quegli occhi sembravano voler dire proprio quello.

 

Si morse leggermente le labbra con insicurezza.

 

I suoi occhi erano verdi. Un colore magnifico di per se', ancora più belli solo perché erano i suoi.

 

Erano cosi' vicini che iniziava a sentire il suo profumo. Cos’era?

 

Lui le aveva timidamente iniziato ad accarezzare la mano, quella ferma sul suo ginocchio.

 

Era un contatto che le faceva ardere il petto e il sangue sembrava pulsargli nelle tempie.

 

Si avvicinarono con lentezza straziante, finchè le loro fronti non si toccarono.

 

Chiusero gli occhi, sopraffatti dalla vicinanza.

 

Lui sussurrò qualcosa di incomprensibile. I suoi sentimenti, troppo timidi, per potersi sentire.

Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo.

 

"Non rompere!" urlò un ragazzo proprio dietro di loro.

 

Si allontanarono di scatto. Cercarono con panico la fonte del rumore, e poi si rilassarono sulle sedie, vedendo che non si trattava di nessuna fine del mondo, solo un litigio tra amici.

 

Si lanciarono uno sguardo imbarazzato.

 

Per un po’ si guardarono dubbiosi.

 

Era stato solo un sogno? L’attrazione che avevano sentito l’uno verso l’altra, ricambiata, era stata solo un illusione?

 

"Non credi che il potere degli elementi potrebbe aiutarci a sconfiggere Voldemort?" domandò la ragazza cercando di cacciar via i sentimenti di poco prima.

 

Eppure si sentì così fredda a far finta che nulla fosse accaduto, quando ancora il suo cuore non si era calmato.

 

Lui annuì, mentendo. Era ancora troppo confuso per rispondere con parole.

 

Hermione lo guardò piuttosto perplessa. Aveva la sensazione che non gli stesse dicendo tutto.

E poi… il rossore delle guance la portò a poco prima.

Si era sognata tutto vero? Non era mai successo?

Harry era il suo migliore amico, non avrebbe mai voluto baciarla...

A parte quella sera...

Ma quello era stato per tutt'altro motivo... non aveva senso costruirsi castelli in aria... non c'entrava, giusto?

 

Ron arrivò il quel momento.

 

"Salve." fecero i suoi due amici, sarcastici. Versando la tensione sul nuovo arrivato.

 

"Mi ha trattenuto un po’." Era imbarazzato.

 

"Un po’?"

 

"Sì, un po’" fece piuttosto irritato.

 

"E cosa voleva?"

 

Il ragazzo rossiccio arrossì.

 

"Noi abbiamo fatto in tempo a parlare con Silente." intervenne Harry per non mettere ulteriormente in imbarazzo l’amico. Aveva ricominciato a pensare un po’ più coerentemente.

 

"Cosa?” Il tempo era passato piu' in fretta di quanto avesse pensato.

 

"Già… gli abbiamo raccontato tutto." fece lei annuendo.

 

I due gli fecero un riassunto di ciò che era successo, e la serata continuò con quella conversazione fino a poco prima del brindisi, quando la professoressa McGrannit attirò l'attenzione del corpo studenti con un tintinnio insistente.

 

"Ragazzi, mancano cinque minuti alla mezzanotte."

 

A quel richiamo tutti si alzarono in piedi e gli sguardi andarono verso un grande orologio apparso nel cielo fittizio sopra le loro teste.

 

Dei bicchieri apparvero davanti a loro. Li presero e si avvicinarono l’uno all’altro chiacchierando fittamente.

Il tempo sembro' passare più in fretta in quei cinque minuti di trepidazione.

 

"5... 4... 3... 2... 1... Auguri." fece un coro di studenti.

 

Hermione saltellò leggermente allo scoppio di tutte le stelle di carta che ondeggiavano sopra di loro e che diventarono delle cascate di argento brillante.

 

Ron le mise un braccio attorno al fianco e l’attirò a sé per fargli gli auguri.

 

"Buon anno bellissima!" disse dandole un bacio su ognuna delle guance.

 

Lei ricambiò con dolcezza, e quando la lasciò andare si girò verso Harry, che sfortunatamente era appena stato assalito da Cho Chang che gli si era avviluppata addosso.

 

Si sentì miserabile guardando quella scena.

Poco prima aveva avuto la certezza che lui provasse qualcosa nei suoi confronti… e invece adesso?

 

Tuttavia dopo i consueti saluti lei si stacco' e tornò al suo tavolo, aveva biascicato alcune frasi come 'volevo che fossi il primo', ma Harry non sembrava farci caso.

 

Hermione non si sentiva bene.

 

Quando Harry si girò verso di lei, aveva una sorta di sguardo colpevole.

Non aveva fatto niente di male, ma avrebbe voluto salutare la sua migliore amica per prima… anche se per un attimo gli era stata portata via da Ron.

Non aveva neanche avuto il tempo di essere geloso.

 

Cercò il suo sguardo, e quando lo trovò rivide le immagini di quello che era successo poco prima.

L'aveva quasi baciata...

Aveva quasi perso il controllo...

 

Eppure per un attimo era stato sicuro che lei volesse la stessa cosa.

 

Arrossì di nuovo, ma si avvicinò nonostante l'imbarazzo. "Auguri Herm." fece timidamente.

 

Lei lo guardò un attimo dubbiosa, poi con uno strano calore che le riempiva il cuore decise di lasciare da parte la pena e l’angoscia a cui la gelosia sembrava volerla trascinare.

 

Si abbracciarono.

Con dolcezza. Si tennero stretti per un po’, mentre gli altri giravano la sala per trovare i loro amici. Ma non avrebbe fatto differenza se anche la stanza fosse stata vuota.

Si stavano semplicemente godendo la vicinanza, e niente altro importava.

 

Quando la ragazza riaprì gli occhi, ancora appoggiata alla sua spalla, vide poco lontano Draco Malfoy.

 

Le rivolse un sorriso imbarazzato.

 

Lei mosse la mano in saluto.

 

"Chi saluti?" chiese Harry, accorgendosi del movimento.

 

"Draco." rispose lei semplicemente.

 

Un dolore acuto attraverso il corpo di Harry da parte a parte. Ancora Malfoy.

Uno sguardo ferito che lei non poteva vedere, ma la stretta che la teneva vicino a lui si allentò.

 

Non doveva illudersi. Avrebbe dovuto stare coi piedi per terra. Lei era solo la sua migliore amica.

 

Strano come in un secondo tutto il mondo gli si potesse rivoltare contro. Cosa aveva fatto di male per vedersi rinfacciare il suo amore non corrisposto? Mentre lui era perso nel suo profumo, lei sondava la folla alla ricerca di un altro ragazzo. Malfoy poteva essere per lei anche solo un amico, ma Harry era ferito adesso, si sentiva solo… l’ultima ruota del carro.

 

Si allontanarono l'uno dall'altra, lui cercò di guardare qualsiasi cosa fuorché lei e fissò lo sguardo sul banco dei professori, sul quale era di nuovo riapparso Silente.

 

Hermione aveva notato qualcosa, ma era troppo emozionata per la vicinanza per potersi rendere conto di cosa avesse fatto di male.

 

Poco dopo il preside attirò l’attenzione di tutti.

 

"Buon anno a tutti! Quello che si è concluso è stato un anno duro per tutti. Ma chi può dire di averne avuto uno sempre allegro e felice? È la vita umana di per se ad essere dura, non preoccupatevi però, si può essere felici. Abbiamo perso tante persone negli ultimi anni, persone che amavamo, e abbiamo un grande pericolo che sembra alitarci sul collo. Ancora Hogwarts sembra una piccola oasi felice, ma non sarà così per sempre. Cercate solo di non perdere la speranza ragazzi, e tenete care le vostre amicizie, che saranno quelle che rimarranno con voi per tutta la vita. Buon anno a tutti."

 

Harry guardo' Hermione solo quando lei si giro' dall'altra parte.

 

Tenete care le vostre amicizie... pensava.

 

Avrebbe solo voluto avere un manuale per come comportarsi quando non c'era solo amicizia nei suoi sentimenti.

 

Gli studenti rimasero nella Sala Grande ancora per circa un ora per poi disperdersi nei vari dormitori e continuare con piccole festicciole.

 

Silente era sparito subito dopo il suo piccolo discorso e niente di più era successo.

 

Ricominciava l’anno, presto sarebbero ricominciate le lezioni, e la vita quotidiana li avrebbe travolti tutti nuovamente, con studio, esami, professori e magie.

  
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