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Autore: Remedios la Bella    29/06/2011    6 recensioni
Diana scopre di essere rimasta incinta, dopo aver subito una violenza sessuale.Il primo a scoprirlo è suo fratello Robert, persona iperprotettiva che cercherà in ogni modo di aiutarla.
Il ragazzo che ha combinato il pasticcio non vorrà prendersi le sue responsabilità lasciando la ragazza in balia del suo destino. Come affronterà la situazione?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spero vi piaccia! Buona lettura!
Remedios la Bella


Chapter 7


La signora Smith corse trafelata da sua figlia, era ancora ignara del motivo che l'aveva spinta a venire fin lì.
"Piccola mia!" Fece, appena la vide appoggiata alla spalla di Joe. Diana corse da sua madre e si fece abbracciare:" Tesoro mio che è successo?"
Non si era arrabbiata, non si arrabbiava mai. Diana dubitò che sarebbe rimasta buona appena avesse scoperto la verità.
"Niente, mamma ... niente." Disse la ragazza, ancora tra le braccia della madre. Per Michael venne suo padre, Un tizio alto, muscoloso come il figlio, ma dall'aria cordiale e severa.

Appena vide suo figlio, gli si avvicinò e senza dire niente, gli tirò l'orecchio a mò di rimprovero:" Sempre nei guai, eh tu!"
Gli urlò forte e minaccioso. Gli agenti fecero terminare quella sgridata forte. Il padre andò a scusarsi e parlò a Robert:" Dimmi, ti ha fatto male per caso?"
" Non a me, a lei ..." E Robert indicò sua sorella. Michael abbassò la testa rosso di vergogna. Suo padre lo scrutò furioso e andò da Diana a parlarle:" Ciao ... dimmi, che cosa è successo?" Le fece bonario. La ragazza non parlò sembrò intimorita da tutta quella gentilezza improvvisa.
Scosse la testa e si sedette, sotto lo sguardo incredulo della madre. I due genitori si guardarono perplessi e insieme chiesero spiegazione all'agente.

" Mi dica, perchè ci ha chiamato qui?" Fece la madre di Diana. L'agente si sedette comodo sulla sedia, incrociò le dita e spiegò:" I due qui presenti" si riferiva a Robert e Michael:"litigavano come gatti per una questione che riguarda vostra figlia, signora ..."
"La mia Diana? Cosa è successo?" la madre si allarmò non poco, tenendo stretta la mano di Robert e facendo avvicinare Diana, che a malincuore obbedì. Nel mentre, il padre di Michael rivolse al figlio uno sguardo di rimprovero.
" Vede ... sarebbe più semplice se glielo dicessero loro, ma non so se ne hanno il coraggio .. vero figlioli?" E con un fare sarcastico e provocatorio si rivolse ai due litiganti.
Joe nel mentre aveva fatto chiamare sua madre. Di nascosto, senza che nessuno lo vedesse tranne Diana, che reputò quel gesto strano.

Tutti rimasero in silenzio e guardarsi l'un l'altro. Diana stretta a sua madre con gli occhi bassi, Robert sbuffava, e Michael era soggiogato dagli occhi del padre. Sembrava che niente li avrebbe incoraggiati a parlare, le loro bocche sembravano sigillate a vita.
Ma alla fine quella situazione divenne pesante. Joe nel mentre si era avvicinato a loro, restando in disparte,e sembrava teso.
Ma fu Robert a parlare, senza giri di parole:" Diana è incinta ... Violenza sessuale. Indovina chi?" Fece, con disprezzo. Le reazioni dei due arrivati furono indescrivibili; la donna guardò sua figlia che nel mentre si era messa a piangere come una fontana, e poi rivolse il suo sguardo allibito a Michael, riluttante. Il padre del ragazzo invece, gli alzò la testa, tese la mano e gli diede un ceffone tanto forte da farlo cadere dalla sedia.
" Si calmi!" la donna rimase spaventata da quel gesto. mentre l'uomo insultò il proprio figlio:" E dire che ho cercato di educarti al rispetto! Sei una vergogna! Come hai potuto?" Gli tirò anche un calcio allo stomaco che lo fece gemere di dolore più di quanto non stesse già soffrendo. Gli agenti cercarono di bloccare quell'uomo e rialzarono il ragazzo, che non spiccicò parola.

" Signore, la prego .... troveremo una soluzione insieme, ora calmatevi." fece l'agente, piuttosto agitato. Fece sedere i due genitori e parlò con loro, nel mentre i ragazzi si allontanarono e uscirono fuori a prendere una boccata d'aria.
Diana teneva la faccia nascosta tra le gambe piegate, rannicchiata lontano dal resto del gruppo, insieme a Joe che tentava di consolarla in qualche modo.
" Diana ... se hai bisogno, sappi che mi trovi disponibile." La dolcezza di Joe la fece arrossire un pò.
" Tu non c'entri, non prenderti la colpa di niente ..." Tentava di toglierlo da quella pessima situazione, ma era ostinato a poterle dare una mano.

" Non fa niente ... se avessi reagito all'imbucata di quel cretino, e lo avessi buttato fuori, tu non saresti in queste condizioni adesso ..."
" Ma non è colpa tua .... dimmi perchè lo fai!" Diana alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi. Lui ritrasse lo sguardo imbarazzato:" perchè io ...."
Non riuscì a terminare la frase che uno dei poliziotti uscì a chiamare il gruppo:" Entrate, i vostri genitori devono decidere cosa fare." Li fece riaccomodare dentro.
" Michael ..." Fece il poliziotto:" Dovrai scontare una pena grave per ciò che hai fatto. Sai che la violenza sessuale viene punita severamente vero? però ..." Disse, tenendo sulle spine gli altri:" Se non vuoi finire in carcere, dovrai fare una cosa ... è l'unica soluzione che abbiamo trovato insieme, per non farti finire in carcere ... Dovrai accudire al bambino." concluse freddamente.

Inizialmente quello sciagurato non volle sentire ragioni:" preferisco la prigione! Non mi sento pronto a tutto questo!" Sbottò battendo i pugni sul tavolo. Suo padre per poco non lo avrebbe colpito di nuovo:" Tu hai combinato questo casino, tu ora ne sei in mezzo! Vuoi marcire dentro?" Rispondi!" Gli urlò con tutte le forze che aveva in corpo. Le vene stavano per scoppiare. Ma Michael seppur spaventato dall'impeto di rabbia di suo padre, resistette:" Non posso agente, non so niente di come sia essere padre!" Disse, cercando di trovare un modo.
Tutti rimasero disgustati dalla sua codardia. Robert gli prese l'orecchio e gli disse piano:" Senti, se non vuoi fare il tuo dovere, sta sicuro che io te lo farò fare a forza di calci nel didietro ... intesi?" Continuò a stringere la presa, fino a far gridare di dolore il ragazzo in suo pugno. Diana temeva quando suo fratello era in quello stato di Terminator senza pietà. Lo pregò di smetterla.

" Me la posso cavare ..." tentò di dire, a difesa di Michael. Lui rimase sbalordito da quella frase, Robert era sconcertato.
" Come puoi dire una cosa simile, Diana? Questo qui ha abusato di te e tu non vuoi vendicarti?" Le disse. Lei indietreggiò, si avvicinò a sua madre e disse che era inutile costringere qualcuno a fare qualcosa che non voleva fare. Il fratello lesse negli occhi di Diana la tristezza. Lasciò la presa, e sospirò. La situazione era critica. Dovevano prendere una decisione al più presto. Una ragazza madre? Diana non voleva pensarci, ma farsi odiare da chi l'aveva messa incinta era peggio. Michael non aveva intenzione di fare il suo dovere.
" beh, c'è sempre l'aborto ..." disse spavaldamente Michael. Fu la madre di Diana a protestare:" Non se ne parla nemmeno! Ne soffrirebbe ancora di più!"
"Ma che dici?" Diana sembrava sbalordita dal tono deciso della madre:" Perchè non vuoi? E perchè non sei arrabbiata con me?" L'ultimo particolare l'aveva sconvolta più del normale. Sua madre la guardò dritta negli occhi, benevola:" tesoro, non è colpa tua ... e non voglio vederti soffrire per la perdita di qualcosa che nonostante tutto è tuo."
" Conta anche sul mio aiuto." Robert le poggiò una mano sulla spalla, sicuro e sorridente. Diana si commosse per la gentilezza dei suoi familiari, ma era ancora in ansia per il fatto che Michael non volesse prendersi le sue responsabilità.
" Grazie a tutti .... ma tu?" E si rivolse a Michael:" Che cosa vuoi fare?"
" Io non lo so ..." il ragazzo non la guardò nemmeno in faccia e questo la ferì profondamente.
Ma qualcuno, in quel momento, disse qualcosa che lasciò non poco perplessi gli altri:" Lo farò io." E a parlare fu Joe. Negli occhi brillava la determinazione:" Mia madre sta venendo a sistemare tutto. Se non sarà lui sarò io."
Diana, era a metà tra il sollievo e la preoccupazione:" Che intendi dire?"
"Diana, vorrei essere io il padre del bambino." Concluse il ragazzo, fiero.
Il suo coraggioso appello mise invece gli altri in una terribile situazione di indecisione e di stupore.
 
 
Chapter 8.
 
 
 " Tu sei impazzito vero?" disse in un impeto di incredulità Diana. Che c'entrava lui in tutto quello? Niente! Non aveva colpa di niente, eppure si era ostinato a mettersi in mezzo, e voleva aiutarla. Perchè? O era impazzito, o si sentiva responsabile, oppure ... l'unica ragione era che ...
" No, non sono impazzito. Mi sento in colpa per aver lasciato che quello stupido ti abbia usata, e in più ..." Non terminò la frase perchè le guance arrossirono violentemente. Diana risolse i suoi dubbi solo guardandolo, e per un attimo il suo cuore balzò in gola.

"Scusate ... Vieni, dobbiamo parlare." Fece, e afferrò per il braccio Joe, trascinandolo via con sè.
Lui rimase sorpreso di quel gesto. Si allontanarono abbastanza dagli altri per non essere sentiti da nessuno. Andarono in un angolino, e lì Diana lo guardò dritto negli occhi bloccandolo contro il muro:"Perchè lo fai?"
" Io ..." Joe non osava aprir bocca, era troppo imbarazzato. Il suo respiro si fece irregolare, e Diana potè sentire nel silenzio un battito accelerato; constatò che non era il suo cuore, ma quello di Joe. Era agitato, e appena la guardava così seria scostava gli occhi arrossendo violentemente. Diana più lo osservava più capiva la vera ragione di quelle parole. Trovava tutto un pò infantile, ma non fece a meno di trovarlo tenero.

" Dimmi la verità .. vuoi davvero solo aiutarmi? O è qualcos'altro?" Gli chiese con tono fermo. Lui sembrò ancora più agitato di prima. Non la guardava, balbettava tra sè e sè e cercava di liberarsi dalla stretta.
" Si, voglio solo aiutarti ..." Mentiva, glielo si leggeva negli occhi azzurri. Diana lo fissò a lungo. Non capiva cosa ci trovasse di bello nel nascondere la verità. Trovò il modo per cavargli il rospo dallo stomaco.
Lo bloccò alla parete e senza farsi vedere, avvicinò il suo viso a quello di Joe, e gli sfiorò le labbra con le sue. Premette più forte le labbra, per sentire se il ragazzo rispondeva all'invito. E come previsto, lui rispose al bacio, senza però forzarla in alcun modo. Diana sentì la dolcezza delle labbra di Joe che le pervadeva il corpo e quando si staccò da lui, lo fissò incantata:" Non avresti attaccato Michael in quel modo se non avessi una cotta per me .. dì la verità."
Lui rimase lì lì rosso come un pomodoro, ma si lasciò vincere dagli occhi della ragazza.

" Lo ammetto ..." Fece lui, rosso di vergogna:" Sin da quando eravamo alle elementari. Tu eri lì sempre sola, seduta su quel banco in fondo alla classe ..." e cominciò a parlare, immergendosi nei ricordi della dolce compagna :" Quando ti vidi per la prima volta, stavi lì seduta, a guardare fuori dalla finestra. Avevi due graziosi codini, eri affascinate immersa nei tuoi pensieri. E io, un bambinetto, ti guardavo da lontano e non osavo avvicinarmi a te. Eri come un angelo, un piccolo angelo caduto dal cielo. Intoccabile e ..."
E qui un bacio, stavolta più convinto, di Diana lo interruppe. Lui venne colto di sorpresa:" Perchè adesso?"
" Continuavi a parlare senza interruzione! Dovevo pur far qualcosa ..." Sorrise e gli fece l'occhiolino:" In più ... mi è piaciuto il tuo racconto."
Lui la guardò, sorridente anche se con gli occhi lucidi dal pianto. Rimase incantato da quel sorriso così vivo nonostante la sofferenza.
" Mi fai quest'effetto, ancora oggi nonostante tu sia ..."
" Incinta?" Concluse lei.
Lui annuì:" Vedi" qui il rossore divenne più acceso che mai:" Ti avevo invitato alla festa per aver occasione di parlarti, ma come vedi sono arrivato troppo tardi." Strinse i pugni frustrato. Diana per rabbonirlo gli prese dolcemente la mano.
" Non hai colpa di niente .." Lo consolò Diana, finalmente di buon'umore:" Ora che so le tue ragioni, so anche perchè vuoi caricarti sulla spalle un tale peso come essere papà ... Ma a me sembra comunque una follia da parte tua."

" lo faccio per te." Joe si liberò dalla presa di Diana e l'abbracciò stringendola a sè. Stavolta fu lei quella a essere presa di sorpresa, ma ricambiò il gesto. Diana si accorse di quanto fosse sensibile quel ragazzo, e anche se non era innamorata di lui, le sembrò carino tutto ciò. Lo faceva per amore, a quanto pareva. Non per dovere. Un motivo in più per volergli bene.
" Andiamo dagli altri, spiegherai la tua situazione ... ehi! é arrivata tua madre!" Disse sorpresa la ragazza. Era infatti arrivata la madre del ragazzo. I due uscirono dalla tana e andarono verso gli altri. La donna, appena vide il figlio gli chiese cosa gli passasse in testa di prendersi un incarico simile.
" Lo faccio per lei." Disse il ragazzo, rivolgendo lo sguardo a Diana.

Sua madre restò sbalordita dallo sguardo infiammato che il ragazzo aveva negli occhi: sembrava davvero deciso a voler compiere quel gesto estremo.
 Anche la madre di Diana ne rimase sconvolta:" Sei davvero un bravo ragazzo figliolo ..." Gli disse cordiale:" So che le vuoi bene, ma ..."
" Non ho nessun problema a farlo, signora Smith!" Continuò lui:" Se il responsabile non vuole, sarò io a prendermi cura di lei." E con quel responsabile intendeva Michael che nel mentre si era preparato ad uscire quatto quatto dalla stanza.
" Joe ..." Robert gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla:" Grazie davvero."
Joe gli sorrise. Il padre di Michael restò impassibile per tutta quella solidarietà, disse solo che anche lui avrebbe fatto in modo che suo figlio aiutasse. Ma Michael di certo non voleva starlo a sentire.
" Mio figlio ha commesso un errore ... e per pagare ... Robert ..." si rivolse al baldo giovane:" Ti va di prenderlo sotto la tua ala?"
Michael rispose con uno sguardo tra l'allibito e l'incredulo. Tutto mischiato a vera e propria paura!
Robert invece sembrava entusiasta. Il signore continuò:" Fino a che non imparerà il suo dovere, non lo lascerò tornare a casa sua. Starà con te, gli insegnerai cosa vuol dire rispetto. Per lei va bene agente?" Chiese, rivolgendosi al poliziotto. Lui acconsentì annuendo con la testa, e Michael non ebbe il tempo di parlare e di dire la sua che il bel Robert lo afferrò e gli grattò la testa:" Vedi di filare dritto, intesi?" Gli fece minaccioso. Da grande e grosso com'era, Michael divenne piccino sotto le minacce di quel ragazzo. Tutti trattennero le risate, e Diana era di umore sollevato.
In nove mesi tutto poteva cambiare certo, ma già quello sembrava un buon inizio.
Uscirono dalla centrale di polizia.
E quella soglia indicò per Diana l'inizio di una nuova vita. Non sarebbe stato facile, ma in qualche modo ce l'avrebbe fatta. 

   
 
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