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Autore: Goten    29/06/2011    14 recensioni
Adesso cominciavo sinceramente a essere curioso, chissà che razza di uomo era Charlie Swan. Avvertii il rumore dell'acqua provenire dal piano di sopra, sicuramente era una doccia, sospirai, volevo tornare a casa alla svelta. Scesi dall'albero e attesi che finisse i suoi bisogni umani, avevo intenzione di incontrarlo subito e se fosse stato possibile, lo avrei portato via con me ancora quella stessa mattina. Certo che per essere un uomo ce ne metteva di tempo sotto la doccia, erano già ventisei minuti buoni che stava sotto quel getto. Magari si era sentito male... no, il suo cuore batteva forte e armonioso. Decisi di attendere ancora un po'. Finalmente sentii chiudere la manopola dell'acqua e il suo ciabattare al piano superiore. Aveva un passo leggero per essere un uomo, notai. Contai mentalmente fino a mille, prima di bussare gentilmente alla sua porta, quando questa si aprì, mi trovai di fronte lei, la donna delle pulizie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bisogna che lo dica:
SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE 
Questo capitolo era già stato fatto a gennaio e non l'avevo pubblicato. Sorry.
Durante questa estate, anzi, devo dire in questi giorni, stò riprendendo in mano la storia per portarla a termine.
Vi chiedo ancora scusa per il tempo che ci ho messo, spero che andrete comunque avanti a leggerla fino alla fine, anche perché non manca molto :D
A presto, Goten ^^



Capitolo 18

 

La televisione stava trasmettendo un altro film in previsione del Natale, Bella dormiva tranquillamente addosso a me.

Dopo aver mangiato la mia “pasta sublime” come l'aveva definita, avevamo preso possesso nuovamente del divano e con tranquillità c’eravamo messi a guardare dei vecchi film che trasmettevano sulle reti locali.

Il suo respiro calmo e il battito del suo cuore mi tenevano compagnia. Le avevo messo una coperta addosso, anche se non capivo come facesse a dormire con la testa sulle mie gambe, considerando che ero freddo e duro come il marmo... fortunatamente Alice aveva pensato all'arredamento e questo divano era particolarmente morbido.

La mia mano le sfiorava i capelli. << Come vorrei sapere cosa stai sognando in questo momento... >> Le sussurrai piano, ben consapevole che comunque non mi avrebbe sentito. << Sai che ti amo da impazzire? Beh, è così. Sono pazzo di te, adoro tutto ciò che sei. Non so se riuscirò a mettermi da parte quando troverai qualcuno che possa prendere il mio posto. Ma so per certo che quel giorno io morirò di dolore. >> Inspirai forte il suo profumo. << Ti ho aspettata per così tanto tempo. Sai, noi vampiri siamo congelati nel tempo, ma se qualcosa in noi cambia, è per sempre, e tu, mia dolcissima Bella, hai rubato la mia anima e il mio cuore. Ti apparterranno per sempre. Non amerò mai nessun'altra che te. >> Le spostai i capelli dal volto. << Dormi mio unico amore, veglio io su di te. >>

Le ore cominciarono a passare in silenzio, e piano piano l'alba cominciò a tingere il mondo, dalla finestra i raggi del sole invernali entrarono colpendo la mia figura, ma io ero troppo preso dal cuore di Bella per preoccuparmi di tutti quegli arcobaleni che la mia pelle stava riflettendo.

Vidi le palpebre tremolare e poi i suoi occhi si aprirono.

<< Buon giorno >> Le sussurrai.

Aveva ancora lo sguardo sonnacchioso. << Sei bellissimo. >> La sentii sussurrare. La sua mano si alzò accarezzandomi la guancia, io non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo viso. Perché i suoi pensieri mi erano celati? La mente dell'unica persona al mondo di cui m’importava era muta. Era ingiusto. Il suo cuore batteva forte e veloce. << A volte mi sembra di sognare, >> Continuò con voce debole. << è incredibile che tu sia qui con me. >>

Le presi la mano, baciandogliela sul dorso. << Io sarò sempre qui per te, Bella. Ti amo, non puoi farci nulla. >> Sorrisi tristemente.

<< Non dovevi dirmelo... >> Mise ai lati del mio viso le sue mani calde e mi tirò verso di lei, unendo per la prima volta le nostre bocche in un bacio a stampo, delicato come una farfalla ma importante come l'universo. << … adesso è reale ed io non posso stare senza di te. >> Soffiò piano sul mio viso.

Sorrisi come uno scemo. << Ne sono felice. >> E la baciai con passione. Era solo mia, finalmente.

Passai le mani sul suo viso, imprimendolo ancora di più in me, adoravo vedere quella scia di rosso che le mie dita si lasciavano dietro e il battito veloce del suo cuore era musica per le mie orecchie. << Ora che ti ho qui di nuovo con me, non voglio perderti, mai più. Amore mio. >> E le baciai nuovamente le labbra.

Era celestiale sentire le sue mani nei miei capelli e poi scorrere sulle mie spalle...

<< Edward... aspetta... >> Mormorò piano.

Cosa dovevo aspettare ancora? Non volevo staccarmi neanche per idea.

<< Edward fermati... >> Sentii le sue mani premere contro il mio petto, cercando di allontanarmi.

Cercai di non pensare che mi stesse davvero allontanando, perché adesso non sarei veramente sopravvissuto. << Cosa c'è? >> Le chiesi dolce, cosa la stava preoccupando?

<< Mi si sono rotte le acque. >>

Spalancai gli occhi osservando poco più in giù la macchia di bagnato che si stava allargando. << Sta per nascere! >> Esclamai scioccato, alzandomi velocemente. La presi in braccio e la depositai con cura sul lettone. << Calma, adesso calma. >> Dissi ad alta voce.

<< Sì, calmati Edward. >> Ridacchiò lei vedendomi così agitato. << Chiama Carlisle. >> Mi suggerii notando che non riuscivo più a ragionare.

<< Giusto. >> E così feci, immediatamente chiamai a raccolta la mia famiglia. << Carlisle, si sono rotte le acque, stiamo per partorire! … No, Bella sta per partorire non io! >>

Bella ridacchiava imbarazzata per i miei strafalcioni telefonici. << Sembri proprio un papà agitato. >>

Mi portai vicino a lei, sedendomi sul lettone al suo fianco. << Vorrei davvero che fosse mia figlia, Bella, se tu me lo permetterai, io vorrei non solo starle vicino, ma vorrei essere un padre... e un marito. >> La vidi spalancare gli occhi e trattenere il fiato. << Che ne dici? >>

Aprì la bocca per parlare ma non uscì nessun suono. Era un sì oppure un no?

<< Bella! >> Esme, Rosalie e Alice scelsero quel momento per entrare e sbattermi fuori dalla stanza senza la mia agognata risposta, qualche secondo dopo arrivarono anche mio padre e i miei fratelli.

I secondi, i minuti e le ore cominciarono a passare, non riuscivo a evitare di entrare nelle menti delle mie sorelle che stavano assistendo la donna della mia vita, si davano il cambio per evitare di rimanere troppo a contatto con Bella, la paura di fare del male a lei e alla piccolina spaventava tutti.

<< Edward, voglio Edward. >> Aveva cominciato a sussurrare la mia Bella a un certo punto, fra una spinta e l'altra.

Non avevo neppure lasciato che la porta si aprisse per chiamarmi, mi ero fiondato io dentro, mi misi accanto a lei, tenendole la mano, aveva il volto tutto sudato, stava soffrendo ma da donnina coraggiosa non aveva voluto che mio padre le desse qualche cosa per calmare il dolore.

<< Pronta Isabella? >> Domandò Carlisle. << Al tre spingi... uno, due... tre... >>

La sua mano strinse la mia, i suoi muscoli lavoravano sodo, il suo cuore batteva forte per la fatica.

<< Molto bene, brava, ancora una volta... uno, due... tre... >>

Esme passava una salvietta sul volto di Bella. << Forza bambina mia, ci sei quasi. >> Le sussurrava dolcemente.

<< Bella, vedo la testa, questa è l'ultima... pronta? Uno, due... tre.. >>

E con un ultimo sforzo, la testa della nostra bambina vide la luce seguita dal suo piccolo corpicino.

Il seguito fu un susseguirsi di cose veloci e importanti, ma io ero rapito dalla mia piccola bambina e dalla sua bellissima mamma.

Rosalie assieme ad Esme riuscirono a cambiare Isabella, mentre Alice, assistita da Carlisle e ovviamente da me, aveva fatto il primo bagnetto alla piccola Elizabeth.

Emmett e Jasper si stavano trattenendo dal respirare, volevano evitare situazioni a rischio. Ero troppo felice perché qualcosa potesse rovinare quel momento, con un sorriso idiota andai dai miei fratelli, in braccio stringevo, avvolta nella salviettina rosa, la mia piccola bambina.

<< Ragazzi, vi presento Elizabeth. >> La manona di Emmett scostò con delicatezza la salviettina, rivelando la faccina grinzosa e la testa cosparsa di qualche capello scuro della mia bambina.

<< E' davvero piccola! >> Sghignazzò Emmett. << Chissà che signorina che diventerai da grande. >>

<< Farà impazzire il suo papà. >> Si aggiunse Jasper osservandomi fra il serio e il felice.

<< Non starli a sentire, i tuoi zii sono un po' pazzi. >> Le sussurrai piano con la mia voce melodica. Sembrava che le piacesse ascoltarmi.

<< Edward, dalla un po' anche alle zie! >> Squillò Alice, arrivandomi vicino e allungando le mani aspettando che le passassi il piccolo fagotto.

<< Dov'è Bella? >> Le domandai passandole piano e di malavoglia la mia bambina.

<< Di là, con Rose ed Esme, si sta lavando. >> E la sua attenzione fu catturata dalla piccola creatura. << Ma ciao, sai che sei bellissima! Eh sì... >> Anche lei abbonava di sorrisi sciocchi davanti a quel musetto.

Non volevo invadere la privacy di Bella, ma volevo avere la certezza che tutto andasse bene, entrai nella mente di mia madre e la vidi, avvolta nell'accappatoio verde bosco. Sembrava stesse bene, era stanca ma felice. Mi concentrai su altro, in attesa che si sistemasse, avevamo ancora qualcosa in sospeso noi due.

Edward, tutto bene? Mi sembri ansioso, c'è qualcosa che non va? Scossi la testa sorridendo appena. << Tutto ok Jasper, è solo che... >>

<< Solo che ha chiesto a Bella di sposarlo. >> Finì con tono da saputella Alice.

Non potei evitare di guardarla male, se loro avessero aspettato solo una manciata di secondi Bella avrebbe risposto alla mia domanda.

<< Non guardarmi male, tanto fra poco avrai la tua risposta... >> Assottigliai lo sguardo. << Non ti dirò nulla, è giusto che siate voi due a parlarvi. Ti conviene andare adesso, prima che si addormenti per la fatica. >>

Fu in quel momento che Esme e Rose uscirono dalla stanza con la biancheria da lavare. << Tutto a posto, Carlisle sta finendo di controllarla. >> Mi rincuorò mia madre. << Vado a vedere la piccina. >>

Sapevo che tutti non se ne sarebbero andati, volevano sapere anche loro che risposta mi avrebbe dato Bella... alla faccia della privacy.

Mi fermai davanti alla porta e attesi che Carlisle finisse il suo controllo.

<< E' tutto a posto Bella, adesso riposati, noi saremo di là se ti servisse qualcosa. >>

<< Grazie Carlisle. >> Aveva veramente la voce stanca, povera la mia piccola.

Quando mio padre aprì la porta, lo guardai e mi sorrise. Va da lei...

Entrai richiudendo la porta dietro di me, era inutile, tanto gli altri avrebbero comunque sentito tutto. << Ciao, come ti senti? >>

Gran bella domanda Eddy! Come vuoi che si senta? Emmett stava diventando fastidioso.

<< Stanca, ma bene. >> Mi sorrise facendomi cenno di avvicinarmi al letto. << Elizabeth? >>

<< Di là con gli altri, si stanno immedesimando nei ruoli di zii, zie e nonni >> Sorrisi intenerito, effettivamente tutti adoravano quella bambina appena arrivata.

<< E tu invece? >> Si spostò un pochino facendomi sedere vicino a lei.

<< Io cosa? >> Non capivo.

<< Non ti eserciti a fare la parte del papino premuroso? >> Le sue labbra sorridevano, ma i suoi occhi erano velati da una domanda sottintesa.

<< Non ho bisogno di esercitarmi a fare la parte del padre, lei E' mia figlia. >> E su questo non si discuteva.

La sentii rilassarsi e lasciare andare un sospiro di sollievo.

<< Ma tu, mi devi ancora una risposta... >> Tornò a fissarmi timorosa. << Isabella, vorrei avere l'onore di diventare tuo marito, vorresti concedermi la tua mano?... e la tua vita? >> Non era proprio la dichiarazione che avevo in mente, ma doveva sapere che quando fosse arrivato il momento, non avrei accettato di perderla, l'avrei trasformata, rendendola immortale come me.

   
 
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