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Autore: MissCherie    29/06/2011    2 recensioni
Lui era così bello in quel momento , così vicino che potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra che pizzicavano frementi di un contatto più intimo , così silenzioso che faceva rendere quel momento magico [...] Lo guardai negli occhi cercando di scovare un segno di pentimento , ma invece lessi solo .. desiderio e quella cosa mi fece talmente scombussolare che decisi di colmare quelle distanze poggiando le mie labbra sulle sue che risposero al contatto baciandomi a sua volta . Era ustione , era smania , era desiderio ...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8

 

Perché tu sei il mio vero amore, il mio cuore intero 
Per favore non gettarlo via 
Perché sono qui per te 
Per favore non andare via e 
Per favore dimmi che resterai 
- Your Guardian Angel -

Sabato sera

Un bicchiere pieno di acqua che alla fine si rompe, fa uscire il suo contenuto disperdendolo senza farlo ritornare al suo posto di prima. Era come un’amicizia. Quando si rompe, l’essenza e il bene se ne vanno disperdendosi nei ricordi. In quei ricordi belli e divertenti di attimi, secondi, che ci avevano fatto crescere. Eppure un bicchiere rotto  si può sempre riparare, l’acqua si può sempre rimettere dentro. Allora perché alcune volte un’amicizia non può essere ricostruita di nuovo? Forse perché ci vuole impegno, fiducia e altri ingredienti che solamente noi sappiamo quali sono. Nonostante tutto, mi sembrava di star facendo la cosa giusta, di star combattendo contro il mio cuore per far continuare questa amicizia, per far ricostruire questo bicchiere pieno di piccole crepe. Il fatto era che stavo lottando contro la mia anima e stavo soffrendo. Esisteva il colpo di fulmine? Evidentemente no, ma era come se quel preciso giorno egli mi avesse colpita nel cuore imprimendomi il suo nome e facendo crescere questa energia mano a mano fino a che non esplodesse. E mentre guardavo Mariah ridere e scherzare con Andrea, mi veniva da domandarmi “Perché lei non pensa a me?”e subito , di nuovo, mi sentivo un grande nodo al petto che mi soffocava. Era sbagliato o era giusto? Questa era la domanda che mi continuavo a porre, ma non c’era niente di così giusto che vedere un’amica sorridere grazie a te. Mi rigirai il piccolo bicchierino tra le mani facendo oscillare il contenuto e poi me lo portai alle labbra assaporandone il sapore forte e bruciante che mi scendeva lungo la gola. Le persone dicevano che l’alcol faceva stare bene, eccome! Ma solo in quei pochi secondi, e poi la mattina dopo ti sentivi una totale merda che buttavi giù tutta l’anima per toglierti quel sapore dalla bocca. Non volevo rovinarmi, affatto … volevo solo dimenticarmi per una sera i suoi occhi, le sue labbra, il suo sorriso , il suo profumo .. tutto . E come se non bastasse, averlo a pochi metri da me e non poter vedere i suoi occhi mi mandava in tilt. Il mio cuore continuava a dirmi “ Corri vai da lui e parlagli! “ mentre la mia mente mi diceva “ Lascialo perdere. Vuoi soffrire di nuovo? Io credo di no … “  ed ovviamente io optavo per la seconda possibilità. Struggermi per lui? Nah … non dovevo affatto! Era solo un ragazzo che cambiava ogni secondo carattere, prima dolce e poi di nuovo lo stronzo ed irritabile Andrea che inevitabilmente mi piaceva. Alzai lo sguardo su di lui e mi persi a guardarlo. A guardare la camicia blu che gli fasciava perfettamente il torace, i jeans a vita bassa chiari che gli fasciavano le gambe muscolose e le sue Adidas blu e bianche dalle quali non si separava mai. Bellissimo, sexy … ma guardava Mariah e non me , rideva con lei e non con me. Se voleva essermi amico allora tanto valeva salutarmi, tanto valeva dirmi un solo “ciao “ e poi scomparire alla mia vista. E invece nemmeno quello. Il suo sguardo non si era mai posato su di me, il suo sorriso non era mai rivolto a me ed ogni volta che ridevo nei suoi paraggi lui sbuffava annoiato. Appena arrivata in casa avevo subito salutato Elisabetta , la mia migliore amica dell’estate, soprannominata anche da me Betta. L’avevo conosciuta in un camping e da subito eravamo andate d’accordo e da quel giorno ci eravamo spesso sentite. Era una ragazza tutto pepe, arzilla e con due paffute guance ricoperte da lentiggini e io adoravo i suoi capelli. Una massa riccia non troppo folta che le incorniciava il viso pallido a forma di cuore dove spuntava sempre un tenere sorriso. Stranamente non si era portata con se Emanuele, il suo fratellino che aveva una cotta per me , ma Betta mi aveva detto che era dovuto partire assieme alla squadra di calcio per un campionato. Continuai a rigirarmi tra le mani il bicchiere ormai vuoto mentre sentivo i miei amici ridere e scherzare. Ed io? Io rimanevo seduta su quella maledetta sedia e non avevo voglia di fare nulla, se non andarmene. Judith e Alice erano andate a fare una partita a biliardino lasciandomi sola e promettendomi che ritornavano subito. Invece erano passati la gioia di 10 minuti . Dio , che schifo di situazione. E quando alzai gli occhi, il respiro mi si smorzò in gola e le mie labbra si dischiusero dalla sorpresa.

<< Ciao .. >> mi disse sorridendomi e sentì il cuore mancarmi di un battito . Gli stessi occhi nocciola che mi avevano rapita, lo stesso sorriso bello da togliere il fiato e che mi aveva fatto perdere la ragione e quelle labbra che tante volte avevo baciato imprimendomele nelle mie . Era sempre lui, lo stesso ragazzo che mi aveva fatta innamorare per poi scaricarmi come un sacchetto dell’immondizia. Ma perché era alla mia festa? Chi lo aveva invitato? Sentivo gli sguardi di tutti addosso perché sapevano che cosa era successo tra noi due. Perché rivolgermi la parola adesso dopo due anni? Strinsi le labbra e mi alzai di scatto incamminandomi verso la veranda, fuori da quella casa, fuori da quei ricordi che pensavo di aver soppresso …

<< Neanche mi saluti? >> sentì di nuovo quella voce dietro di me mentre con le mani stringevo la ringhiera che dava sulla piscina coperta. E poi qualcosa di caldo mi avvolse le spalle intorpidite dal freddo e quando mi accorsi che era la sua giacca sussultai.

<< Che vuoi da me? >> sussurrai flebile e lo sentì ridere piano e poi si appoggiò alla ringhiera accanto a me e lì , sul suo polso notai una cosa e indurì gli occhi, assottigliandoli.

<< Perché hai ancora il mio braccialetto? >> dissi indicando con il mento quell’affarino di pelle dove era scritto J e A ,che aveva legato al polso. Lui sembrò un attimo in difficoltà e poi sospirò guardandomi con i suoi occhi caldi e intensi.

<< Forse perché mi sei mancata in questi due anni? Dio, Ari, mi sembra di parlare con un automa! >> sbottò lui indurendo la mascella ed io scoppiai a ridere. Gli ero mancata? Questa era la barzelletta più bella del secolo! E allora perché cavolo non mi era venuto a riprendere, perché non mi aveva detto prima quelle due paroline, perché aspettare due anni!

<< E a me con un perfetto cretino! >> dissi quasi urlando arrabbiata scostandomi da quella ringhiera come se scottava. Lo vidi guardarmi sorpreso. Di cosa si sorprendeva?Pensava che sarei ritornata da lui appena mi avesse sorriso, appena mi avesse detto ti amo? Doveva farlo prima se mi rivoleva perché ormai il mio cuore stava dando asilo e alloggio ad un altro stronzo come lui!

<< Io ti dico che mi manchi e che voglio ritornare con te e tu mi dai del cretino? >> sbottò indurendo la mascella segno che era nervoso almeno quanto me. Lo vidi avvicinarsi di scatto ed io arretrai andando a sbattere contro il muro della casa . Ero in trappola … Lo vidi appoggiare i palmi delle mani accanto alla mia testa e guardarmi proprio come aveva fatto la prima volta che ci eravamo baciati, sotto casa mia.

<< Non pensare che ritorni con te , Johnny … mi hai scopata e poi gettata via come un’altra delle tue solite conquiste! >> sputai mentre sentivo i suoi occhi incendiarmi tutta mentre mi perforava il cuore lasciandomi con il respiro sempre più corto. Vicino, troppo vicino … Le sue labbra erano una linea dritta sul suo volto scuro e serio come non lo era mai stato. Chiusi gli occhi inspirando fortemente e sentì i suoi polpastrelli toccare la mia guancia e il suo respiro dolce sfiorarmi il mento in una leggera carezza. Troppo tempo e il mio cuore ormai non batteva più per lui …

<< Mi manchi … adoro la tua pelle, il tuo profumo >> e passò il naso sul mio collo inspirando mentre sentivo il suo torace alzarsi e abbassarsi velocemente contro il mio petto . << I tuoi capelli … >> e mi passò le labbra lì soffiandoci sopra spostandoli di poco mentre brividi di freddo mi facevano gelare le gambe. Perché non riuscivo a muovermi? Provai a scansami , ma lui non me lo permetteva tenendomi ferma e immobile contro il suo corpo possente e muscoloso.

<< Le tue labbra … >> mi soffiò proprio sulle mie e prima che potesse fare qualsiasi cosa , vidi qualcuno strattonarlo via da me urlandogli di lasciarmi stare. Simon … Buttai a terra la giacca di Johnny e corsi verso Judith che stava guardando la scena con gli occhi sbarrati e preoccupati . Aveva paura per Simon, paura che potesse prenderlo a pugni perché di Johnny non ci si poteva affatto fidare. Aveva sempre avuto questa rinomanza del bulletto della scuola che si divertiva a prendere a calci qualunque ragazzo gli capitasse sotto mano. Le presi la mano , stringendola forte e cercando di farle capire che qualunque cosa succedeva io c’ero . La vidi annuire piano e poi puntare di nuovo i suoi occhi su Simon che in quel momento aveva dato una spinta a Johnny facendolo indietreggiare. Stava facendo a botte con il suo ex migliore per me e basta. Il ragazzo cercò di reagire ma si fermò , voltando di poco la testa verso la porta della veranda, quando si accorse che tutti i ragazzi stavano guardando quella scena in silenzio. Tirai un respiro profondo e mi avvicinai a Simon toccandogli il braccio . Subito i suoi occhi erano nei miei, furiosi e intensi da farti venire brividi lungo la schiena. Rivolsi un’occhiataccia a Johnny che si era calmato e mi misi in mezzo tra i due ragazzi cercando di farli stare lontani.

<< Basta ... ora ce ne torniamo dentro e tu … >> dissi puntando il dito contro il torace di Johnny << … te ne torni a casa e non farti più vedere >> continuai sibilando e avvicinandomi di un passo per risultare minacciosa. Non ero una dura, anzi! Dal modo in cui stava ghignando sembrava che gli facevo proprio pena.

<< Il paparino deve sempre proteggerti, è? >> disse alludendo al mio migliore amico ed io mi avvicinai ancora facendolo indietreggiare. I nervi mi stavano salendo lungo la schiena e
se non se ne andava lo avrei preso a calci!

<< Vattene .. subito! >> quasi strillai e lui , senza proferire parola, se ne andò ma prima di uscire da quella casa un ragazzo gli rifilò un bel pugno in faccia facendolo cadere a terra con
il respiro corto e gli occhi fiammeggianti. Andrea lo prese per il colletto della camicia e sprezzante gli disse : << Fatti vedere un’altra volta accanto a lei e ti taglio le palle, coglione … >> e poi lo lasciò andare bruscamente sotto il mio sguardo allibito e quello di Mariah che cercava di tenerlo a freno. Deglutì sfregandomi le braccia incominciando a sentire freddo e subito i suoi occhi saettarono nei miei incendiandomi e provocandomi brividi, ma non di freddo . Volevo abbracciarlo, volevo chiudermi nel suo calore e non andarmene mai … ma cavolo, erano i pensieri sciocchi di una ragazzina in piena fase ormonale e dovevo stargli alla larga. Ma quando avevo rivisto quel verde intenso che mai avevo guardato per quella serata , avevo sentito il petto riempirsi e un senso di pienezza mi aveva attanagliata. Forse era sbagliato , ma Dio era lo sbaglio più eccitante che stavo provando …
 
***
Il caldo liquido intenso e buono , scese giù nella mia gola riscaldandomi e donandomi un senso di sollievo mentre tenevo tra le mani quella tazza fumante di cioccolata calda rigirandomela tra le mani pensierosa. Dopo quello che era successo con Johnny , ero andata a chiudermi in cucina troppo presa da mille pensieri che mi stavano facendo venire il mal di testa. Non riuscivo a capire il suo comportamento e il perché era venuto alla mia festa quando sapeva perfettamente che non lo avrei voluto più rivedere. Però dovevo ammettere che quando mi aveva guardata con i suoi occhi nocciola che tempo fa mi volevano bene –forse- avevo visto tutto quello che avevamo passato insieme, tutte le risate e i bei momenti. Tra me e lui non c’era mai stato questo grandissimo desiderio fisico e forse lui aspirava proprio a quello e basta. Dopo aver vinto il suo trofeo mi aveva lasciata imprimendo nel mio cuore il marchio del primo amore. Tutte sappiamo quanto si sta male dopo aver perso la persona per la quale avevi cercato di dare tutto, per dimostrargli quanto lo amavi … e alla fine ci siamo trovate in una totale sofferenza da non voler più vedere nessuno. Eppure sono andata avanti e ora ci stavo ricadendo di nuovo con tutte le scarpe. Sospirai e bevvi un altro sorso di quella cioccolata e poi mi tolsi i tacchi visto che i miei piedi ormai stavano chiedendo pietà. Amore , amore .. che parola … strana, ma con un grandissimo significato dentro. Alcune volte pensavo che il centro di tutto era il cuore, quella specie di organo che batteva forte forte quando vedevamo  la persona che ci piaceva . Era strano , ma era lui che ci diceva “ Ehi , guarda che lui ti piace! “ , era lui che ci faceva capire quello che cercavamo di nascondere. E io avevo capito perfettamente quello che cercavo di sopprimere in quei giorni …

<< Come mai sei da sola? >> sussultai e alzai di scatto il volto immergendomi nei suoi occhi verdi che mi piacevano tanto. Era appoggiato allo stipite della porta e mi guardava con uno strano sorrisetto dipinto su quelle labbra carnose e rosee .

<< Non ti importa … >> dissi sospirando, ma lo sentì ridacchiare e avvicinarsi a me quel tanto che bastava per farmi arrestare il cuore. Oddio , stavo per morire? Non così giovane! Cercai di mettere tutta la mia attenzione sulla cioccolata dentro la tazza bianca con disegnato Topolino , un regalo della nonna quando avevo 7 anni.

<< Oh si invece … non siamo amici? >> mi sussurrò buttando troppa enfasi nell’ultima parola come se mi stava prendendo in giro delle mie stesse parole dette quello stesso giorno. Presuntuoso , egocentrico … oddio, era troppo vicino ... Vidi le sue mani posarsi sul bancone dietro di me , vicino ai miei fianchi stretti nel vestitino bianco che mi stava stringendo in quel momento. Il mio cuore ormai era partito per la tangente e il mio respiro si stava facendo sempre più affannoso. Non trovavo nessuna parola per rispondergli, solo il silenzio stava aleggiando intorno a noi … perché ora mi stava mostrando le sue attenzioni? Troppe domande senza risposta … lui era un enigma, troppo grande per essere capito. Alzai il mio sguardo e mi ritrovai il volto di Andrea troppo vicino e la cosa in quel momento non mi piacque per niente . Il mio povero cuore incominciò a battere forte come un piccolo tamburo e il respiro si faceva sempre  più irregolare . Troppo vicino .. troppo .. allontanati o non potrei rispondere più ai miei comandi . Ma lui sembrava non volersi spostare e continuava a guardarmi negli occhi , pozzi dei suoi . Spostò poi lo sguardo sulle mie labbra e io incominciai a tremare . Non poteva farlo veramente .. oh , merda! No , lui era il ragazzo che stavo odiando con tutto il cuore, quello che mi stava facendo soffrire .. e cazzo ! Lui era così bello in quel momento , così vicino che potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra che pizzicavano frementi di un contatto più intimo , così silenzioso che faceva rendere quel momento magico .. 

<< Hai .. hai .. della cioccolata qui >> sussurrò pianissimo che infatti non capì se aveva detto veramente quelle cose . Ma quando lo vidi avvicinarsi sempre di più capì che l’ora del baratro era vicina e che non mi sarei ritirata tanto facilmente . Arianna pensa a te , pensa a Mariah la tua amica! No , il mio corpo non voleva più rispondere alla mente e , anzi , assecondò la mia pazzia . Posai le mani sulle sue spalle larghe e forti alzandomi in punta di piedi  e ritrovandomi a pochissimi centimetri dalle sue labbra . Lo guardai negli occhi cercando di scovare un segno di pentimento , ma invece lessi solo .. desiderio e quella cosa mi fece talmente scombussolare che decisi di colmare quelle distanze poggiando le mie labbra sulle sue che risposero al contatto baciandomi a sua volta . Era ustione , era smania , era desiderio … la mia pelle stava prendendo fuoco al passaggio della sua mano , prima sul mio fianco , poi sul mio braccio , poi sulla mia spalla e infine sulla mia nuca attirandomi più a sé facendomi dischiudere le labbra e accogliere la sua lingua che incominciò ad accarezzare la mia lentamente . Cavolo .. come ci sapeva fare .. il suo sapore era così buono e intenso , come la droga .. non che l’ avessi provata intendiamoci , è! Quel bacio era passione ardente , così .. intenso da farmi perdere fiato ma che mi faceva rituffare subito su quelle labbra non volendomi più  staccare dal suo sapore , dal suo respiro mischiato assieme al mio . Sentì il suo corpo premere completamente contro il mio facendomi sospirare sulle sue labbra che scesero a baciare il mio collo , il punto più sensibile . Lo leccava , lo succhiava , bramandolo e assaporandolo completamente facendomi sospirare estasiata . Mai avevo provato quelle sensazioni , mai un ragazzo mi aveva fatta sentire così . Non avevo mai saputo che cosa voleva dire passione .. e ora non riuscivo più a farne a meno . Le sue mani scesero lungo la schiena afferrandomi per le natiche e sollevandomi facendomi appoggiare al bancone da cucina . Si rituffò sulle mie labbra con più passione di prima e io avvicinai di più il suo volto al mio stringendogli i capelli temendo di fargli male, ma lui non se ne curava .. era troppo concentrato ad assaporare la mia bocca .. sentì le sue mani accarezzarmi le cosce nude e quando gli mordicchiai il labbro lo sentì gemere sulle mie e , presa d’assalto dalla mia pazzia, lo attirai ancora più vicino a me facendo scontrare il mio petto contro il suo e sentendo subito quanto il suo cuore batteva forte , come il mio . Ma stavo facendo uno sbaglio, un grandissimo sbaglio … stavo baciando Andrea e la cosa mi piaceva più del lecito. Adoravo il sapore delle sue labbra, adoravo che mi facesse sentire così viva , ma era così sbagliato. Dannatamente sbagliato … ora sapevo per certa che non sarei riuscita ad allontanarmi da lui, nemmeno se lo volessi … mi stava entrando dentro ed io non volevo più farlo uscire . Quando sentì una risata accanto alla porta della cucina mi staccai lentamente dalle sue labbra guardandolo negli occhi scuri , intensi ed … eccitati . Le sue braccia mi circondavano la vita tenendomi stretta a se come se non voleva lasciarmi andare mentre le mie mani stavano ancora giocherellando con i suoi capelli. Le sue labbra così rosse dovute al bacio di prima, erano ancora vicine alle mie dischiuse mentre sentivo il suo respiro tranquillizzarsi, come se avesse corso prima una grande maratona . Anche se sapevo perfettamente che avevo commesso uno sbaglio, in cuor mio lo avrei rifatto altre volte. Ormai quel bacio aveva messo una firma al mio cuore e sapevo che tra poco esso avrebbe accolto il suo senza che lui lo venisse a sapere. Ero eccitata, accaldata e tutto a causa sua, lui che sapeva farmi venire i brividi con un solo tocco, lui che con un bacio mi aveva destabilizzata completamente. Era amore o desiderio fisico? Non lo sapevo, ma volevo scoprirlo …

<< Ari … io … >> mi sussurrò roco chiudendo gli occhi come se si stava trattenendo dal fare qualcosa. Un sussulto al cuore, un battito perso e la mia mente che stava capendo mano a mano quello che era successo.

<< Cazzo quanto ti voglio … >> mi sussurrò di nuovo roco attirandomi a se e appoggiando la testa sulla mia spalla dove lasciò un lieve bacio che mi fece perdere qualche battito per quanto era dolce in quel momento . Ci eravamo baciati , io l’avevo baciato … Oh merda! Mi divincolai bruscamente dalla sua stretta e scesi dal bancone aggiustandomi il vestitino e rimettendomi i tacchi sotto il suo sguardo acceso. Uscì senza dire niente da quella stanza, senza rivolgergli uno sguardo perché diamine … Mi piaceva troppo e lo volevo da star male …
***

<< Vi siete baciati?! >> trillò Judith sporgendosi dal divano per sentirmi meglio. Non ci credeva e cavolo nemmeno io ci credevo! Ora mi ritrovavo lì, seduta su quel divano dove c’erano anche altre ragazze , a dire a Judith che avevo baciato pochi minuti prima Andrea e che mi era piaciuto più del lecito farlo. Annuì alla sua domanda e mi mordicchiai il labbro pensierosa. Ok, ormai si sapeva che mi ero cacciata in un grosso guaio, ormai avevo capito che ero cotta di lui , ma … Uffa, allora  perché non riuscivo se non a pensare al suo sorriso, alle sue labbra sulle mie e a tutto quanto ?

<< Com’è stato? >> mi disse con uno strano sorrisetto sulle labbra. Io stavo quasi per mettermi a piangere e lei mi veniva a dire come era stato? Aggrottai le sopracciglia e poi sbuffai.

<< Ti rendi conto che ho zero volontà? >> sussurrai prendendomi la testa tra le mani. Era vero. Tutte le mie azioni era tessute da lui, i miei pensieri sembrava leggerli anche lui e il mio cuore batteva solo in sua presenza e di nessun’altro. Non riuscivo a respingerlo per quanto lo volessi , la sua presenza mi faceva sentire viva e piena, i suoi occhi erano come un miscuglio di erbe aromatiche che mi mettevano in soggezione provocandomi brividi e sollievo. Ero da ricoverare, vero? Judith mi appoggiò una mano sulla spalla e annuì mordendosi le labbra come se si aspettasse che succedesse tutto questo. Che amica!

<< Judy non voglio, non posso e non devo innamorarmi di lui! >> dissi sbuffando alzando le braccia in alto e lasciandole cadere poi lungo i fianchi. La mia amiche sospirò portandosi una mano tra i capelli pensierosa e sconfitta come se stare a parlare con me era come parlare con un muro di cemento cocciuto e con due mitragliatrici puntate contro.

<< Sei già innamorata è solo che non lo vuoi ammettere. Oh! Nevica! >> sbottò poi alzandosi e guardando fuori dalla finestra con stupore. Mi alzai di scatto anche io come tutte le altre ragazze in sala e guardai quei fiocchi di neve cadere giù lentamente mentre ricoprivano il giardino e le luci soffuse . Adoravo la neve, così bianca e soffice che mi veniva voglia di buttarmi in quel mare bianco . Papà mi portava sempre in montagna quando ero piccola e proprio lui mi aveva imparato a sciare. Diciamo che lui era sempre stato l’uomo della mia vita, quello che mi aveva imparato le cose, che mi aveva sempre detto cosa era giusto e cosa era sbagliato e gli volevo bene . Avevo paura che non era orgoglioso di me vedendomi da lassù, che non gli piaceva il mio modo di comportarmi. Eppure diceva che io sapevo quello che volevo, diceva che io ero testarda e cocciuta e che volevo tutto … ma in quel momento ero certa di quello che volevo? Ero certa che volevo lasciar andare Andrea? Mi sentì prendere per un braccio e vidi che era Alice che mi sorrideva entusiasta.

<< Prendi il cappotto e andiamo, signorina Finn! Le slitte ci attendono! >> urlò ridendo ed io raggelai sul posto. Era pazza ad uscire con un vestitino sulla neve con questo freddo? Puntai i piedi per terra e feci resistenza cercando di non muovermi, ma Alice mi tirava con tutta la sua forza ed io di essa ne avevo proprio poca!

<< Ali, ma fa troppo freddo! >> sbottai prendendo alla fine il cappotto e mettendomelo sentendo subito un dolce calore invadermi le ossa intorpidite. La vidi assottigliare lo sguardo e poi spingermi fuori dalla porta, al freddo e al gelo. Subito una folata di vento mi scompigliò i capelli facendoli muovere di qua e di là sul mio volto e sentì come milioni di punture d’ago sulle mie gambe scoperte. Maledetta! Ringhiai contro di lei la quale scoppiò a ridermi in faccia per poi correre verso un ragazzo che non conoscevo. Sbuffai e improvvisamente sentì la terra mancarmi sotto i piedi e due braccia forti e muscolose prendermi in braccio e portarmi sul giardino mentre io mi dimenavo cercando di scendere. Alzai lo sguardo e vidi gli occhi divertiti e accesi di Simon .

<< Ehi , Andrè! Aiutami! >> strillò dietro di se e il sangue mi si raggelò nelle vene. Subito sentì un ragazzo ridacchiare alla mia sinistra , per poi prendermi le gambe tenendomi per le caviglie , mentre Simon mi teneva sotto le ascelle. Oddio, no! Sbattei i piedi sulle sue mani , ma facendo questo non costatai che ad ogni movimento che facevo il vestitino si alzava sempre di più, scoprendomi le cosce nude. Arrossì di botto quando vidi gli occhi di Andrea posarsi proprio su quelle e lo vidi deglutire in evidente difficoltà .

<< Al tre la buttiamo nella neve! >> sbottò ridendo Simon facendo ridestare dai pensieri Andrea il quale scoppiò a ridere annuendo.

<< Uno … >> oddio no … guardai Andrea intimandogli di mettermi a terra, ma l’unica cosa che sentivo erano le sue mani a contatto con la mia pelle nuda. Bruciavano e mi facevano sentire caldo, tanto caldo . Il suo pollice mi carezzava lentamente la pelle della caviglia facendomi fremere e vidi i suoi occhi nei miei. Le immagini di quello che era successo prima mi si ripresentarono davanti e arrossì facendolo sorridere. Un vero sorriso, per la prima volta … e cavolo adoravo le sue labbra …

<< Due .. >> … mi piaceva sentirmi guardare da lui, mi piaceva tutto di lui …

<< Tre! >>  … e poi le mie gambe vennero sommerse dal ghiaccio facendomi urlare per il freddo e cercare di alzarmi con quei tacchi vertiginosi.  I due ragazzi continuavano a ridere incuranti di me ed io capì di essermi persa un po’ troppo nei miei pensieri da non accorgermi delle occhiate beffarde che Andrea lanciava a Simon di tanto in tanto. Sbuffai e ricaddi a terra scoppiando poi  a ridere vedendo Simon portare un dito alla tempia come a dire  al suo amico che ero tutta matta. Andrea venne verso di me e mi aiutò a rialzarmi mentre con le mani mi tenevo al suo collo e quando i suoi occhi si posarono nei miei ..

Déjà – vu

Tutto quanto era così sbagliato, ogni minima attrazione provata verso di lui non andava bene. Posai i miei occhi sulle sue labbra. Oddio quel bacio non mi aveva fatto bene per niente! Il ragazzo sorrise passandosi la lingua sulle labbra gesto che mi fece ulteriormente andare in tilt il cervello. Mi avvicinai a lui sporgendo di poco la testa verso l’alto mentre le sue braccia mi circondavano la vita con delicatezza e dolcezza. Le mie mani finirono tra i suoi capelli, toccandoli  e accarezzandoli in una carezza delicata come una piuma. Le sue labbra si spostarono sul mio orecchio soffiandoci e io chiusi gli occhi .

<< Ti voglio … >> un sussurro … << … non sai quanto >> un bacio sotto all’orecchio << voglio sentirti mia e basta … >> il mio cuore perse un battito mentre il mio respiro cominciava a
farsi sempre più affannoso << … adoro il tuo corpo >> e quella frase mi fece fermare. Lui voleva solo il mio corpo, solo il mio schifoso corpo non me. Mi scansai da lui sentendo improvvisamente gli occhi pizzicarmi. Che volontà del cazzo! Ma mai mi ero sentita così sporca , mai un ragazzo mi aveva fatta sentire come un giocattolino. Per lui ero questo, doveva sfogare le sue voglie con me e poi lasciarmi stare proprio come aveva fatto Johnny.

<< Quello che è successo oggi non succederà più … solo amici >> sussurrai e poi voltandomi sentì una lacrima scendermi sulla guancia lentamente come se volesse farmi capire quanto grande era quella sofferenza . Ma la cosa che mi aveva fatto  più male era che lui non aveva fatto  niente per fermarmi, come se non gliene importava niente dei miei sentimenti …
Aveva sbagliato un’altra volta ed io non sapevo se potevo riuscire a perdonarlo non ora che ormai il mio cuore era così coinvolto …
 

 

Angolo Autrice 

Ed ecco un nuovo capitolo! Finalmente questi due ragazzi si sono baciati :D Ma ancora incomprensioni e cuori ormai partiti per la tangente, faranno soffrire la nostra protagonista! E Andrea? Lui è tutto da scoprire, ma posso solo dirvi che a lei ci tiene più di quanto crede ... Ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate e tutte quelle che la stanno solamente leggendo! 
SoFunny :D 

  
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