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Autore: 3lo_2ofi    29/06/2011    1 recensioni
...-Lexa!- sentii una voce famigliare chiamarmi, Callie, meno male, non ci siamo persi.
-Hey Callie.. Dove siete?- chiesi guardandomi attorno.
-Non lo so. Sono andata in bagno.. E non trovo più il tavolo..- disse sorridendo da ebete.
Vidi Nathan con la coda dell’occhio cadere all’indietro di botto.. Anche io le prime volte reagivo cosi, ma poi ci si fa l’abitudine.
-Tu, Sei un Mark al femminile..- disse lui alzandosi in piedi.
-Ahah!- fece Callie divertita.. Non so se dalla mia faccia, che descriveva quanta pena e quanto irritamento mi provava Callie in questi momenti… O per Nathan.. Che ancora non sapeva come reagire.
[Estratto dal capitolo 6]
Genere: Commedia, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci quaaaa!! Siamo contente che ci sono lettrici che ci seguono! Noi commossee ç_ç
Ma ora basta indugi!
 
 
Buona lettura e commentate!!!
 
 
 
Lexa era stata magnifica al pianoforte. Ha dato il meglio di se e ne sono contenta. So di cosa è capace e questo era niente.
Dato che lei aveva organizzato l’arrivo di Jed, io avevo pensato un modo per ripagarmi anche se non c’è n’era stato assolutamente bisogno.
Che dire se non la sorpresa è riuscita perfettamente!!
Dopo quelle due melodie eravamo saliti per vedere un film qualsiasi, avevamo optato per una commedia simpatica e leggera.
Io ero sdraiata tra i corpi completamente rilassati di Mark e Xavier. Il film non era malaccio ma non mi andava di seguirlo a fondo.
Leggermente mi si stavamo chiudendo gli occhi, ero morta.
-Callie, non addormentarti!! Il film sta arrivando alla parte più bella!!- mi richiamò Lexa, accanto a Nathan, mentre mangiucchiava qualche popcorn al cioccolato incantata davanti allo schermo.
Io mugugnai appena. Quella sera non avevo nessuna voglia di guardare la TV, cosi socchiusi appena gli occhi, ma poi Morfeo mi prese nella sua docile e tranquilla mole.
Fu una docile carezza di luce a farmi svegliare. Appena riapri i miei occhi magenta notai che ero nella mia camera, sotto le coperte.
Mi girai verso la mia compagna di stanza, e la vidi addormentata. Lexa prendeva quella particolare smorfia rilassata solo nel sonno. La trovavo cosi tenera, e mi dispiaceva svegliarla. Ecco perché ogni tanto la svegliavo in ritardo: guardarla dormire mi metteva pace e tranquillità.
Ma quella mattina decisi di svegliarla civilmente e in orario.
Le andai accanto e presi a scuoterla con gentilezza per un fianco.
-Lexa … Lexa … è ora di svegliarsi.- mormorai. Lei si voltò per un attimo.
-Ancora 20 ore …- io risi. Era proprio una lazzarona.
-No, dai. Per una volta che ti sveglio in orario e civilmente.- le dissi, mentre lei apriva gli occhi rossi per fissarmi. Sorrise.
-Ok,ok. Ti fa niente passarmi la divisa. Almeno sono già pronta per uscire dopo colazione.- disse, alzandosi e stropicciandosi gli occhi, tra uno sbadiglio e l’altro.
-Ti aspetto fuori dalla stanza. Sbrigati che ho fame.- le dissi varcando la soglia.
-Ma non hai sempre fame?- chiese lei fissandomi.
-Si, ma stamattina più del solito.- risposi sbattendo la porta dietro di me.
-Ragazzina non si fa rumore già di prima mattina. Capito?- disse la voce presuntuosa, ma sinceramente allegra di Susette.
-Ciao Sue!- gridai vivace, dandole un abbraccio.  Poi sbucò Victoria da dietro.
-Buongiorno Li …- prima che potesse finire, Sue le tappo la bocca con la mano.
-Ciao Vicky!!- le dissi, in risposta. Poi notai che lei e la nera, si lanciavano occhiate complici.
-Che avete voi due?- chiesi ingenua. Loro si fissarono per l’ultima volta, e annuirono.
-Siccome noi abbiamo un soprannome fashion, abbiamo pensato di dartene uno pure a te!- esclamò Sue, elettrizzata.
-Ok, ditemi.- chiesi, curiosa di sapere come mi avrebbero soprannominata da oggi in poi quelle due pazze.
-Che ne dici di … LILI !!- dissero in coro. Io fissai prima una e poi un’altra.
-Mmmm …- pensai con le mani sotto il mento. Poi sentimmo un’altra presenza dietro di noi.
-Cosa fate imbambolate fuori dalla mia camera?- chiese Lexa, scocciata.
-Niente che ti riguardi!- rispose indispettita Susett, facendole la linguaccia. Io e Vicky sghignazzammo. Era troppo buffa quella ragazza.
-Baka …- digrigno tra i denti Lexa, poi mi guardo, -allora, vieni?- chiese infine. Prima che potessi rispondere, fui accerchiata dalle due.
-Siccome a te di Callie non t’importa, c’è la prendiamo noi!- disse Victoria trascinandomi via, e non lasciandomi il tempo di replicare. Mentre Lexa e Susett si guardavano con aria da sfida.
Appena giù in cucina, fui costretta a sedermi accanto a loro, sinistra Sue, arrivata poco prima della mia compagna di stanza e a destra Vicky.
-Allora, che ne pensi del tuo soprannome?- chiesero con gli occhi sbrilluccicanti. Io non volevo offenderle ma Callie, era già di per se un soprannome ,solo che loro non lo sapevano.
-Diciamo che è carino, ma no. Grazie mille ragazze che avete sprecato un’intera nottata per darmene uno anche a me. Ma il mio nome è perfetto.- poi sorrisi a trentadue denti alle due. Sorrisero a loro volta.
Vidi Lexa accanto a Shawn. Chissà come mai era li …
Poi riconobbi le voci di Eric, Bobby e Jude che arrivavano.
-Vado dal mio tesorino. A dopo, auguratemi buona fortuna!!- esclamò Susett, determinata. Noi la salutammo e rimanemmo sole. A dir la verità non chiacchierammo molto. Eppure io ero una di molte, troppe parole. Ad un certo momento la voce di Gazel, ci rimbombo nelle orecchie.
-Victoria, allora vieni? È mezzora che ti sto chiamando per l’allenamento.- disse lui, gelido.
-Mi chiama. Vado, augurami buona fortuna.- disse con faccia non troppo contenta. –Ciao, Lili!!- prima che potessi replicare era già sparita dalla mia vista.
Rimasi sola, con i gomiti appoggiati sul tavolo con le briciole che mi pizzicavano la pelle.
Stufa di star li, raggiunsi Shawn, Lexa, Mark e Axel.
-Ciao ragazzi!- salutai allegra come sempre.
-Ciao Callie!- risposero Shawn e Mark. Axel mi saluto con un cenno della mano e Lexa non ci fece caso.
-Come mai non mi saluti?- chiesi sorridente. Lei mi guardò male.
-Non sono in vena. E comunque il motivo lo conosci fin troppo bene.- disse, arrabbiata. Ma sapevo far arrabbiare e disperare la gente e nient’altro? Non era possibile!!
-Scusa ma non comprendo.- Io si che ero in vena di scherzare, lo ero sempre.
-O la pianti, o tornatene dalle tue amichette oche. Ok?- grido, sbattendo i pugni sul tavolo e andandosene di fuori, poi udimmo di nuovo la sua voce, -vieni Axel?- chiese, o meglio ordino. Lui alzo le spalle e la raggiunse. Io rimasi di sasso.
-Ma perché sbaglio sempre tutto?- sbuffai, sedendomi al mio solito posto.
-Sei fatta cosi, e comunque è scocciata per altro.- disse Shawn.
-Per cosa? Davvero, non ci arriverò mai da sola.- risi tra me e me.
-È per una cosa che ha detto Victoria. Almeno cosi ci ha confidato Lei.- rispose Shawn.
-Ma credi che s’arrabbia se glielo diciamo? Infondo è come se fosse un segreto.- bisbiglio appena Mark al grigio.
-Ma no capitano. L’ha sentito in diretta Callie.- che bella espressione “In diretta”, mi piace.
-Allora me lo volete dire o no?- chiesi, spazientita. Loro annuirono.
-È solo arrabbiata, anzi incazzata nera, con … come l’ha chiamata, patatina lessa? Perché ha detto che non le importava niente di te. Ma non è assolutamente vero.- disse Shawn mentre mangiava una fetta imburrata con dello zucchero.
-Ma lei lo sa che non credo alla prima persona che passa.- esclamai. Davvero era arrabbiata per una cosa del genere? -Mi sorprende sempre di più quella ragazza.- dissi, grattandomi la nuca. –Ma allora il motivo per cui mi evita?- chiesi a Shawn.
-Lo sai meglio di tutti noi. Sappiamo che è aggressiva e scontrosa come sappiamo che tu sei solare e ingenua. Fa parte del vostro Dna.- sorrise alla fine della sua spiegazione. Io annui felice.
-Allora, se fa come suo solito, tra poco le passerà. Ma con le altre due sarà arrabbiata ancor più di prima …- pensai preoccupata per Sue e Vicky. Non sapevano cosa le aspettasse. Poi mi sorse un dubbio.
-Ragazzi, ma avete visto Nathan?- chiesi io guardandomi in giro, cercando la sua chioma azzurra.
-No. È uscito molto presto, è mi ha accennato di volersi allenare subito, almeno cosi credo.- rispose Mark, riflettendo. Io lo fissai.
-Ok, allora adesso lo raggiungo. Venite con me?- domandai alzandomi, facendo strusciare la sedia e attirando l’attenzione di tutti.
-Va bene. Tanto abbiamo finito di far colazione.- disse Shawn. Mark annuì energico.
Raggiungemmo la spiaggia in un attimo. Era pieno dei ragazzi che si stavano allenando. C’era anche Nathan in compagnia di Lexa e Axel.
Io corsi nella loro direzione, dopo aver salutato Shawn e Mark.
-Lexa posso parlarti?- domandai, seria. Lei si sorprese, non usavo mai quel tono a meno che non ce ne fosse davvero bisogno.
-Ok, ma che sia veloce.- rispose secca lei. Ci allontanammo dai ragazzi di qualche metro.
-Non devi arrabbiarti per le cose che dicono Victoria e Susett.- le dissi gentilmente.
-Certo che mi arrabbio!- esclamo lei in risposta.
-Ma per quale motivo? È inutile arrabbiarsi per quelle due, sono irrecuperabili!- gridai divertita.
-Invece si che mi arrabbio, se dicono che non tengo a te si sbagliano di grosso!- ringhiò lei nella loro direzione.
-Lexa, calmati un attimo. Tu lo sai che ti considero come una sorella, vero?- lei annui. –E sai anche che mi fido ciecamente di te. Perciò io non vedo nessun motivo per cui devi arrabbiarti cosi tanto. Cerca di rilassarti e di non ascoltarle.- dissi agitando le braccia. Era veramente testarda. Se non voleva accettare qualcosa non c’era verso di farle cambiare idea.
Ma ci ero riuscita.
-Dai, devo allenarmi con il tuo amico dai capelli blu!!- urlai ridendo divertita dalla sua espressione. La trascinai di nuovo dai due.
-Sono pronta per l’ allenamento, Nathan … Nathan … Nathan …- mentre ripetevo il suo nome facevo smorfie incredibili perché vedevo Lexa piangere dal ridere.
-Ma ragazzi, non vi siete mai accorti che pur essendo giapponesi … abbiamo nomi americani?- domandai fissandoli uno a uno.  Loro scioccati non riuscivano a rispondere.
-Ma scusa, vallo a chiedere ai nostri genitori il motivo.- rispose Axel.
-Magari vanno di moda di questi tempi …- pensai ad alta voce, mentre Nathan mi trascinava via da li.
-Ora smettiamo di fare certi discorsi e cominciamo con la pratica. L’altro giorno mi sono allenato con Lexa e Axel.- mi disse, tenendo sotto braccio il pallone.
-Quindi ti sei preparato al mio programma.- chiesi, fissandolo di sottecchi. Lui annui sorridendo.
-Dai, io provo a difendere e tu ad attaccare!- gridai in sua direzione. Lui accettò.
Ci allenammo tutta mattina: lui ad attaccare ed io a difendere. Non se la cavava per niente male e mi faceva sudare, troppo.
-Anf, anf, anf …- era questo l’unico suono che si udiva da tutti, dopo quella mattinata.
Il pranzo fu sbrigativo e tranquillo. Chi chiacchierava non se ne parlava. Le energie erano riservate all’allenamento e nient’altro.
Il pomeriggio, se possibile fu anche peggio. Il sole che batteva sulle nostre nuche era fortissimo e non tirava neanche un po’ di brezza.
Ad un certo punto decisi di andare a stendermi appena sulla riva, dove le onde mi raggiungevano accarezzandomi.
-Callie! Già stanca? Non me lo sarei mai aspettato!- disse lui in tono di scherno. Non credevo che Nathan fosse cosi presuntuoso. L’avevo sempre visto tranquillo e gentile. Era vero che l’apparenza inganna.
-Dammi un attimo, sono resistente ma umana. Dai, 5 minuti, vieni qui anche te!!- dissi, picchiando la sabbia vicino a me. Lui si avvicino sedendosi.
-Allora come sono?- domando dopo un po’ di silenzio.
-Sei magnifico, e non scherzo! L’ho sempre detto che sei perfetto anche per l’attacco.- sorrisi. Lui contraccambiò. –Ed io? Come mi trovi?- domandai fissandolo.
-Si, non c’è male …- io sgranai gli occhi. –Scherzavo!! Sei proprio brava Callie!- risi assieme a lui.
Tornammo ad allenarci per il resto del pomeriggio. Passa troppo velocemente il tempo quando ci si diverte …
Dopo quella giornata tornammo a casa più presto del solito, verso le 16. Entrammo in appartamento, dove trovammo gli altri ragazzi svaccati sui divani, per riprendere fiato. Concentrati a seguire un programma sul calcio.
-Cosa state guardando?- chiesi non riconoscendo la lingua.
-Abbiamo girato su un canale italiano, e abbiamo trovato questo programma sui prossimi mondiali.- rispose Jordan, concentrato.
-Quanto mi piacerebbe parteciparvi …- sospiro Mark. Gli altri annuirono.
Poi un ragazzo alla TV catturò la mia attenzione: occhi blu, capelli castani e sorriso gentile, il capitano della squadra nazionale italiana.
-Che bello che seiii!!- gridai, spaventando tutti, dal mio scatto verso la televisione.
-Quanto vorrei capire cosa dici …- mormorai appoggiando il viso sullo schermo.
Tutti rimasero scioccati. Poi  miracolosamente allontanata dalla televisione andai a sedermi accanto a Joe. Gli sorrisi, ma lui girò leggermente il volto. Ci rimasi male ma decisi di non pensarci.
A cena eravamo tutti stanchi morti, ma la signorina Shiller, catturò ugualmente la nostra attenzione.
-Ragazzi, -comincio –voglio dirvi da subito che sono stata molto felice dei risultati che ha prodotto questo progetto. Siete stati dei giocatori che hanno dato il meglio di se. Sono molto fiera, di ognuno di voi.- prese a battere le mani. Noi ci unimmo a lei.
-Ma come mai ci sta dicendo questo allenatrice?- chiese Shawn. Credo che se non l ‘avesse posta lui quella domanda l’avrei fatta io poco dopo.
-Un motivo ci sarebbe. Non troppo felice.- costatò Lyna. –Avevo deciso di dirvelo domattina ma ormai siamo in argomento …- ci teneva sulle spine. Ora capivo quanto potesse essere fastidioso.
-Nei prossimi giorni vi lascerò fare quello che vorrete. Visitare la città? Tornare tardi? Fate come volete. Sarà come una specie di vacanza- era già passato cosi tanto tempo? –Alla fine, ognuno tornerà nel proprio Paese.- concluse. Rimanemmo in silenzio.  Nessuno escluso. Anche Jed per il breve periodo trascorso con queste squadre gli era bastato. Io istintivamente girai la testa verso Joe, lui fece altrettanto.
La cena fini tristemente, senza le solite chiacchiere allegre, ma con qualcosa di cupo che aleggiava nell’aria. A nessuno andava giù il fatto che fra pochi giorni ognuno sarebbe tornato alla propria città. Stentavo a ricordare la mia vecchia vita.
Io e Lexa tornammo nelle nostre camere trascinando i piedi. Non sapevo chi fosse la più triste, ma credo che ognuno provasse la stessa sensazione.
-Io non voglio tornare a casa.- dissi, mentre mi gettavo a peso morto sul materasso.
-Si sapeva che prima o poi si doveva tornare a casa. Ormai è cosi Callie.- spiegò Lexa.
-Ma tu non sei triste ad andartene? A lasciare le squadra, Nathan, Jude?- domandai col magone.
-Si che sono triste, ma la prendo con maturità! Non è un addio, potremo sentirci tramite le lettere e potremmo telefonargli.- disse lei.
-Ma non sarà la stessa cosa!- gridai io, già con le lacrime agli occhi. Chissà alla partenza. –Sento già la loro mancanza …- sussurrai, abbracciando il cuscino.
-Cambiando discorso … -ma io non accennavo a svegliarmi fuori. Cosi senti un cuscino arrivarmi in piena testa. –Non deprimerti cosi Callie. Non ne vale la pena.- io cercai di sorridere con successo, cancellando i rimasugli delle lacrime.
-Piuttosto vuoi sentire una cosa che ti farà piacere? Riguarda ieri sera.- disse lei sorridendo.
-A proposito di ieri sera, chi mi ha portata di sopra? Oppure ero sonnambula?- chiesi confusa.
-Sei stata portata su ...- disse, maliziosa.
-Da chi??- chiesi subito saltando sul suo letto, curiosissima di sapere il nome del mio cavaliere.
-Da qualcuno alto, dagli occhi blu e i capelli castani in una pettinatura stramba …- disse con quel suo sorrisetto.
-Non dirmi che è stato Joe!!?- dissi arrossendo vistosamente e nascondendo il mio viso dal cuscino.
-Callie sei cotta!!- rise lei, -Comunque si. All’inizio voleva portarti su il Signor Veteran ma poi si è offerto Joe, e cosi …- concluse.
-Meglio Joe!!- gridai, ancora rossissima.
-Però! Sai cosa vuoi dalla tua vita “sentimentale”!- disse mimando le virgolette. Sorridemmo allegre, riacquistando appena l’allegria, -Dai, ora dormiamo!! Ci aspettano gli ultimi giorni con i ragazzi più meravigliosi della terra.- disse lei coprendosi.
Io sorrisi per poi addormentarmi pensando a Joe.

 
 
 
 
(Joeeeeeeee!! Nda*Callie tutta triste*)(Passerà … Nda*Lexa che sta per piangere*)
Anche le nostre protagoniste non vogliono dire altro … alla prossima
Sigh, sigh … ciao ç_ç 

  
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