Eccomi
col quarto capitolo! Mi scuso per il ritardo, di solito scrivo nel week-end la
quello scorso è stato piuttosto impegnativo, quindi ho dovuto scrivere
tutto la sera. Temo che lo stesso problema si presenterà anche la
settimana prossima dato che andrò via nel fine settimana, ma
cercvherò di fare del mio meglio. Comunque sia grazie davvero a tutti
quelli che seguono questa storia spero davvero possa piacervi anche quello che
ho scritto questa volta!
Capitolo
Quarto
Le
Tre Regine
“Hero!”
strillò timidamente quello che
Maka immaginò essere il Coniglio Rosa “Cos’è questa
cosa che esce dalla finestra?” domandò mesto.
“Secondo
me è un braccio” rispose pensosa una voce che doveva probabilmente
appartenere al più volte citato Hero.
“Un…un
braccio dici? Mi sembra un po’ grande. Non so come ci si comporta con un
braccio di queste dimensioni” Continuò dolente il Coniglio Rosa.
“E’
evidentemente il braccio di un mostro, uccidilo!” sbottò a quel punto una voce
nota.
“Oh,
Illustrissimo Ragnarok, allora si nascondeva nella tasca!” esclamò
Hero. “E tu cosa stai facendo? Vai ad ammazzare il mostro!”
ribatté quello e seguirono una serie di rumori dall’aria poco
delicata.
“Non
mettermi le lancette nel naso!” si lamentò il coniglio.
“E
allora non state qui a far niente, Hero prendi la scala e entra dal
camino!” ordinò l’orologio bullo. Maka, che non poteva
vederli, s’accigliò. Com’era possibile che due persone si
facessero comandare a bacchetta da un orologio? Era come se lei, tornata a
casa, si fosse fatta dare ordini dalla caffettiera! Sentì una stretta al
cuore pensando a casa sua e si chiese se sarebbe mai riuscita a tornarci. Prima
di tutto doveva riuscire a uscire da quella casetta minuscola.
La
voce dell’orologio destò Maka dai suoi pensieri “Adesso
buttati giù dal camino”
“Ma
io… a dire il vero…” provò a protestare Hero
dall’alto di una scala a pioli.
Maka
non lo vedeva, ma sentiva la sua voce arrivare da dentro alla canna fumaria
dove, nella disperazione, aveva infilato la gamba.
“Vai
o non sai dove t’infilo le lancette!” minacciarono dal basso. Non ci
volle molto perché Maka sentisse Hero atterrare sulla sua suola.
Il
ragazzino fece giusto in tempo a dire “Ehi, qui c’è qualche
cosa” che lei lo ricacciò per aria con un calcio.
Seguirono
una serie di imprecazioni, urli, gemiti sommessi, probabilmente emessi da Hero
piuttosto malconcio dopo il calcio, e di minacce indirizzate a tutti i
presenti, mostro compreso.
“Cretino!
Invece di stare lì sdraiato vai a prendere l’anfora!”
ordinò l’orologio.
“Dovremo
andare a prendere l’acqua anziché l’anfora… è
l’acqua che è magica” commentò il Coniglio Rosa con
voce flebile. A giudicare dal rumore Maka intuì che il poveretto fosse
stato colpito brutalmente dall’orologio per l’ennesima volta.
“E
l’acqua dove la mettiamo se non prendi anche l’anfora? Vai a
uccidere il mostro!” e di nuovo botte. Sta di fatto che, dopo poco, da
una delle finestre che il suo braccio non stava occupando entrò in volo
un’anfora che le andò a sbattere sul naso.
“Ma
che cav…” sbottò Maka dolorante prima di cercare con lo
sguardo l’oggetto che l’aveva colpita. Strizzò gli occhi per
vederla meglio. Non pareva pericolosa. Forse era più pericoloso il suo
contenuto, dato che le era stata lanciata addosso.
Rimase
per qualche secondo a chiedersi se fosse il caso di toccarla o meno. Sembrava
un’anfora. E le anfore di solito contenevano liquidi, magari era qualche
cosa da bere, qualche cosa che le avrebbe restituito una dimensione normale per
stare in quella casetta. Alzò gli occhi al cielo, e si sarebbe sbattuta
una mano sulla fronte se la posizione glielo avesse consentito. Dopo qualche
complicata manovra afferrò,
non senza fatica, l’anfora e la stappò col pollice.
“Speriamo
bene!” esclamò prima di berla tutta d’un fiato.
Deglutì
faticosamente, quella bevanda dal sapore improponibile sembrava volerle rubare
tutte le forze, tutta la sua energia. Per un secondo le parve di perdere i
sensi, ma quando riprese coscienza di sé si trovava nel bel mezzo del
salotto di una casa di bambole dove fosse appena passato un gatto a
scompigliare tutti i piccoli mobili.
Si
accigliò dispiacendosi di aver combinato tanto casino, e cercò
alla meglio di mettere tutto al proprio posto. Alla fine il risultato non era
così pessimo, se non si considerava che nella sua crescita sconsiderata
aveva rovesciato un vaso di fiori e nonostante tutti gli sforzi non aveva
trovato nulla dove mettere i fiori che vi stavano dentro se non l’anfora
dalla quale aveva bevuto.
Un
po’ insoddisfatta si decise ad aprire la porta della casa intenzionata ad
uscire e a scusarsi col povero Coniglio Rosa, che si era ritrovato un mostro
tra capo e collo.
La
scena che le si presentò una volta all’esterno non poteva essere
definita in nessun altro modo se non bizzarra.
Un ragazzino biondo piuttosto smunto se ne stava per terra esanime, mentre il
Coniglio Rosa correva in circolo malmenato dall’orologio che gli si era
appollaiato sulla testa.
Stava
per venirle un capogiro solo a guardarlo, quando finalmente il coniglio
frenò di colpo dato che l’orologio gli aveva tirato i capelli come
se fossero state redini all’urlo di “E’ uscito il
mostro!”
“Ehi!”
sbottò Maka piuttosto contrariata nel sentirsi definire mostro anche
possedendo la loro stessa dimensione.
“Io
sono una ragazza!” sbottò adirata.
“Impossibile,
le ragazze hanno le tette! Come lo stregatto!” esclamò
l’orologio sporgendosi verso di lei come se volesse guardarla, e Maka
notò due occhi messi al posto del numero tre e del numero nove, subito
prima di sferrargli un pugno rabbioso. Un pugno rabbioso che colpì in
pieno il povero coniglio, che l’orologio Ragnarok aveva usato come scudo.
Maka
sussultò rendendosi conto di
aver scagliato decisamente il suo obbiettivo, pessima mossa per
un’artigiana come lei! Il coniglio era finito per terra come un sacco di
patate piuttosto infelice.
“Signor
Coniglio! Le ho fatto male?” chiese un po’ preoccupata scrollando il poveretto riverso per
terra.
“Vedo
le steeeellee” biascicò con un sorrisetto ebete stampato in
faccia. Maka non era sicura che avesse una bella cera.
“Senta
signor Coniglio, so che questo non è il momento migliore per dirglielo,
ma ho rotto il suo vaso di fiori e allora li ho travasati nell’anfora che
mi avete tirato dalla finestra” spiegò colpevole.
“I
fiori della regina rossa! I fiori della regina rossa!” urlò l’orologio
dimenando le lancette “ E siamo pure in ritardo per la partita di
croquet!”aggiunse ricominciando a tirare i capelli al povero animaletto
rosa, il quale si ridestò con un aria disperata in volto.
“
“Vai
a cercarla!” ordinò allora con voce secca Ragnarok mentre Hero si
alzava e correva alla ricerca dello strumento, impaurito.
“Perché
ti sei trovato uno sguattero così? Se ci fosse qui
“Ma
“Stai
zitto stupido!” ribatté l’orologio, che dato che non sapeva
come ribattere si mise a tirargli nuovamente i capelli.
“Basta!”
urlò il coniglio staccandosi l’orologio di dosso e lanciandolo
via.
“Ma
quante regine ci sono in questo posto?” esclamò Maka non riuscendo
a trattenersi, appena il prepotente marchingegno fu rotolato per qualche metro.
Il
suo interlocutore la guardò vagamente preoccupato, ma poi rispose
“Ci sono
Maka
annuì e fu tentata di appoggiargli una mano sulla spalla per consolarlo,
sembrava così indifeso, ma questo si ritrasse e la guardò
piegando la testa da una parte.
“Non
so come comportarmi con un mostro…” scandì lentamente.
Io non sono un mostro stava per dire per l’ennesima volta Maka,
ma l’orologio, spuntato dal nulla, fu più veloce a urlare
“Se non sai come fare allora ammazzalo, Crona, non c’è
niente di più facile!”
Maka
fece giusto in tempo a vedere il coniglio Crona che afferrava l’orologio
da taschino per la catena, che questo calò su di lei con una forza
eccezionale. La ragazza riuscì a spostarsi, con un salto, un attimo
prima che l’orologio colpisse il terreno formando un piccolo cratere.
“Io
sono una ragazza! Sono una ragazza, diamine!” urlò esasperata e
decisamente preoccupata. Il coniglio fino a un secondo prima le era sembrato un
tipo pacifico ma in quel momento le faceva davvero paura, soprattutto
perché con lei non aveva alcuna arma.
“Non
ascoltarla, Crona, i mostri sanno travestirsi! Pensa cosa succederebbe se
entrasse nel giardino dello specchio e strappasse tutti i fiori!
“Quella
casa è piena di caffè, a me non piace il caffè”
piagnucolò mentre sferrava l’ennesimo colpo, che Maka
scansò per un puro colpo di fortuna.
L’artigiana,
interrogata sulla questione non avrebbe saputo spiegare come fosse accaduto, ma
a quel punto era spuntato Hero brandendo una fisarmonica e chiedendo se potesse
andare bene anche quella dato che la tromba proprio non si trovava. Fu colpito
quindi da un colpo casuale di orologio, che fece partire le lancette per aria come
se fossero frecce. Una delle quali si conficcò per terra a pochi
centimetri da Maka.
Nel
parapiglia generale la ragazza pensò fosse meglio filarsela, lasciando il coniglio Crona e il suo
povero sguattero alla mercé dell’orologio bullo
s’infilò nell’erba alta. Sembrava che nessuno si ricordasse
più di lei, e in un certo qual modo era meglio così.
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Ohibò…
siamo arrivati infine al momento in cui Alice rimane chiusa nella casa del
Bianconiglio. Nel libro il coniglio dava ordini a un certo Bill (una lucertola)
di tirare Alice fuori dal camino e dato che il personaggio più
bistrattato di Soul Eater è
Hero ho deciso di dare a lui questa parte. Poi, dato che Crona è un tipo
tranquillo, ho lasciato tutto nelle mani di Ragnarok.
Sempre
nel libro, per rimpicciolirla le vengono lanciati dalla finestra dei sassi che
poi diventano pasticcini, qui ho infilato l’anfora con l’acqua
magica che Black*Star usa per allenarsi a usare la katana demoniaca.
La
parte finale è più o meno farina del mio sacco. Dopo qualche
riflessione ho pensato che non ha senso copiare del tutto la trama di Alice
senza far succedere nulla di diverso, quindi volevo provare, andando avanti, a
sviluppare qualche cosa all’interno della trama principale. In questo
capitolo Maka parla con Crona, cosa che tra il coniglio ed Alice non succede, e
lui le racconta delle regine. Ce ne sono tre perché ho deciso di fare
riferimento anche ad Attraverso lo
specchio che non è Le
avventure di Alice nel paese delle meraviglie, ma ha sempre lei
come protagonista. Varie scene di Attraverso
lo specchio vengono usate sia nel cartone Disney che nei vari film quindi
ho deciso di farlo anche io, anche perché altrimenti non sarei riuscita
ad inserire tutti i personaggi di Soul
Eater (Ce ne sono una marea!!)
Aki_Penn