Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: aki_penn    29/06/2011    2 recensioni
Soul Eater in versione meraviglie.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Black Star, Blair, Crona, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Grazie mille per aver letto anche il secondo capitolo, spero davvero che il seguito non vi deluda

 

Eccomi col quarto capitolo! Mi scuso per il ritardo, di solito scrivo nel week-end la quello scorso è stato piuttosto impegnativo, quindi ho dovuto scrivere tutto la sera. Temo che lo stesso problema si presenterà anche la settimana prossima dato che andrò via nel fine settimana, ma cercvherò di fare del mio meglio. Comunque sia grazie davvero a tutti quelli che seguono questa storia spero davvero possa piacervi anche quello che ho scritto questa volta!

 

 

 

Capitolo Quarto

Le Tre Regine

 

 

“Hero!” strillò timidamente quello che Maka immaginò essere il Coniglio Rosa “Cos’è questa cosa che esce dalla finestra?” domandò mesto.

“Secondo me è un braccio” rispose pensosa una voce che doveva probabilmente appartenere al più volte citato Hero.

“Un…un braccio dici? Mi sembra un po’ grande. Non so come ci si comporta con un braccio di queste dimensioni” Continuò dolente il Coniglio Rosa.

“E’ evidentemente il braccio di un mostro, uccidilo!”  sbottò a quel punto una voce nota.

“Oh, Illustrissimo Ragnarok, allora si nascondeva nella tasca!” esclamò Hero. “E tu cosa stai facendo? Vai ad ammazzare il mostro!” ribatté quello e seguirono una serie di rumori dall’aria poco delicata.

“Non mettermi le lancette nel naso!” si lamentò il coniglio.

“E allora non state qui a far niente, Hero prendi la scala e entra dal camino!” ordinò l’orologio bullo. Maka, che non poteva vederli, s’accigliò. Com’era possibile che due persone si facessero comandare a bacchetta da un orologio? Era come se lei, tornata a casa, si fosse fatta dare ordini dalla caffettiera! Sentì una stretta al cuore pensando a casa sua e si chiese se sarebbe mai riuscita a tornarci. Prima di tutto doveva riuscire a uscire da quella casetta minuscola.

La voce dell’orologio destò Maka dai suoi pensieri “Adesso buttati giù dal camino”

“Ma io… a dire il vero…” provò a protestare Hero dall’alto di una scala a pioli.

Maka non lo vedeva, ma sentiva la sua voce arrivare da dentro alla canna fumaria dove, nella disperazione, aveva infilato la gamba.

“Vai o non sai dove t’infilo le lancette!” minacciarono dal basso. Non ci volle molto perché Maka sentisse Hero atterrare sulla sua suola.

Il ragazzino fece giusto in tempo a dire “Ehi, qui c’è qualche cosa” che lei lo ricacciò per aria con un calcio.

Seguirono una serie di imprecazioni, urli, gemiti sommessi, probabilmente emessi da Hero piuttosto malconcio dopo il calcio, e di minacce indirizzate a tutti i presenti, mostro compreso.  

“Cretino! Invece di stare lì sdraiato vai a prendere l’anfora!” ordinò l’orologio.

“Dovremo andare a prendere l’acqua anziché l’anfora… è l’acqua che è magica” commentò il Coniglio Rosa con voce flebile. A giudicare dal rumore Maka intuì che il poveretto fosse stato colpito brutalmente dall’orologio per l’ennesima volta.

“E l’acqua dove la mettiamo se non prendi anche l’anfora? Vai a uccidere il mostro!” e di nuovo botte. Sta di fatto che, dopo poco, da una delle finestre che il suo braccio non stava occupando entrò in volo un’anfora che le andò a sbattere sul naso.

“Ma che cav…” sbottò Maka dolorante prima di cercare con lo sguardo l’oggetto che l’aveva colpita. Strizzò gli occhi per vederla meglio. Non pareva pericolosa. Forse era più pericoloso il suo contenuto, dato che le era stata lanciata addosso.

Rimase per qualche secondo a chiedersi se fosse il caso di toccarla o meno. Sembrava un’anfora. E le anfore di solito contenevano liquidi, magari era qualche cosa da bere, qualche cosa che le avrebbe restituito una dimensione normale per stare in quella casetta. Alzò gli occhi al cielo, e si sarebbe sbattuta una mano sulla fronte se la posizione glielo avesse consentito. Dopo qualche complicata manovra  afferrò, non senza fatica, l’anfora e la stappò col pollice.

“Speriamo bene!” esclamò prima di berla tutta d’un fiato.

Deglutì faticosamente, quella bevanda dal sapore improponibile sembrava volerle rubare tutte le forze, tutta la sua energia. Per un secondo le parve di perdere i sensi, ma quando riprese coscienza di sé si trovava nel bel mezzo del salotto di una casa di bambole dove fosse appena passato un gatto a scompigliare tutti i piccoli mobili.

Si accigliò dispiacendosi di aver combinato tanto casino, e cercò alla meglio di mettere tutto al proprio posto. Alla fine il risultato non era così pessimo, se non si considerava che nella sua crescita sconsiderata aveva rovesciato un vaso di fiori e nonostante tutti gli sforzi non aveva trovato nulla dove mettere i fiori che vi stavano dentro se non l’anfora dalla quale aveva bevuto.

Un po’ insoddisfatta si decise ad aprire la porta della casa intenzionata ad uscire e a scusarsi col povero Coniglio Rosa, che si era ritrovato un mostro tra capo e collo.

La scena che le si presentò una volta all’esterno non poteva essere definita in nessun altro modo se non  bizzarra. Un ragazzino biondo piuttosto smunto se ne stava per terra esanime, mentre il Coniglio Rosa correva in circolo malmenato dall’orologio che gli si era appollaiato sulla testa.

Stava per venirle un capogiro solo a guardarlo, quando finalmente il coniglio frenò di colpo dato che l’orologio gli aveva tirato i capelli come se fossero state redini all’urlo di “E’ uscito il mostro!”

“Ehi!” sbottò Maka piuttosto contrariata nel sentirsi definire mostro anche possedendo la loro stessa dimensione.

“Io sono una ragazza!” sbottò adirata.

“Impossibile, le ragazze hanno le tette! Come lo stregatto!” esclamò l’orologio sporgendosi verso di lei come se volesse guardarla, e Maka notò due occhi messi al posto del numero tre e del numero nove, subito prima di sferrargli un pugno rabbioso. Un pugno rabbioso che colpì in pieno il povero coniglio, che l’orologio Ragnarok aveva usato come scudo.

Maka sussultò  rendendosi conto di aver scagliato decisamente il suo obbiettivo, pessima mossa per un’artigiana come lei! Il coniglio era finito per terra come un sacco di patate piuttosto infelice.

“Signor Coniglio! Le ho fatto male?” chiese un po’ preoccupata  scrollando il poveretto riverso per terra.

“Vedo le steeeellee” biascicò con un sorrisetto ebete stampato in faccia. Maka non era sicura che avesse una bella cera.

“Senta signor Coniglio, so che questo non è il momento migliore per dirglielo, ma ho rotto il suo vaso di fiori e allora li ho travasati nell’anfora che mi avete tirato dalla finestra” spiegò colpevole.

“I fiori della regina rossa! I fiori della regina rossa!” urlò l’orologio dimenando le lancette “ E siamo pure in ritardo per la partita di croquet!”aggiunse ricominciando a tirare i capelli al povero animaletto rosa, il quale si ridestò con un aria disperata in volto.

La Regina di Cuori si arrabbierà! Dov’è finita la mia tromba, Hero?” chiese disperato voltandosi verso il ragazzo biondo sdraiato per terra poco più in là. Maka, quasi stupita di constatare che non fosse morto, lo vide alzarsi a sedere per poi scuotere la testa sconsolato.

“Vai a cercarla!” ordinò allora con voce secca Ragnarok mentre Hero si alzava e correva alla ricerca dello strumento, impaurito.

“Perché ti sei trovato uno sguattero così? Se ci fosse qui la Regina Bianca ci avrebbe preparato un sacco di cose buone da mangiare!” sbottò adirato voltandosi di nuovo verso il suo padrone.

“Ma la Regina Bianca è una regina, non può mica fare la sguattera!” osservò il coniglio sgranando gli occhi.

“Stai zitto stupido!” ribatté l’orologio, che dato che non sapeva come ribattere si mise a tirargli nuovamente i capelli.

“Basta!” urlò il coniglio staccandosi l’orologio di dosso e lanciandolo via.

“Ma quante regine ci sono in questo posto?” esclamò Maka non riuscendo a trattenersi, appena il prepotente marchingegno fu rotolato per qualche metro.

Il suo interlocutore la guardò vagamente preoccupato, ma poi rispose “Ci sono la Regina Bianca e la Regina Rossa… ma loro abitano del paese dello specchio. E poi c’è la Regina di Cuori. La Regina di Cuori e la Regina Rossa si litigano il Re Rosso. Io non capisco perché… lo trovo davvero spaventoso…non so come comportarmi con lui, anche perché dorme sempre…” spiegò mesto.

Maka annuì e fu tentata di appoggiargli una mano sulla spalla per consolarlo, sembrava così indifeso, ma questo si ritrasse e la guardò piegando la testa da una parte.

“Non so come comportarmi con un mostro…” scandì lentamente.

Io non sono un mostro stava per dire per l’ennesima volta Maka, ma l’orologio, spuntato dal nulla, fu più veloce a urlare “Se non sai come fare allora ammazzalo, Crona, non c’è niente di più facile!”

Maka fece giusto in tempo a vedere il coniglio Crona che afferrava l’orologio da taschino per la catena, che questo calò su di lei con una forza eccezionale. La ragazza riuscì a spostarsi, con un salto, un attimo prima che l’orologio colpisse il terreno formando un piccolo cratere.

“Io sono una ragazza! Sono una ragazza, diamine!” urlò esasperata e decisamente preoccupata. Il coniglio fino a un secondo prima le era sembrato un tipo pacifico ma in quel momento le faceva davvero paura, soprattutto perché con lei non aveva alcuna arma.

“Non ascoltarla, Crona, i mostri sanno travestirsi! Pensa cosa succederebbe se entrasse nel giardino dello specchio e strappasse tutti i fiori! La Regina Rossa ti punirebbe e finiresti chiuso nella casa della Duchessa!” esclamò l’orologio per aizzarlo, subito prima di finire su una serra mandandola in pezzi.

“Quella casa è piena di caffè, a me non piace il caffè” piagnucolò mentre sferrava l’ennesimo colpo, che Maka scansò per un puro colpo di fortuna.

L’artigiana, interrogata sulla questione non avrebbe saputo spiegare come fosse accaduto, ma a quel punto era spuntato Hero brandendo una fisarmonica e chiedendo se potesse andare bene anche quella dato che la tromba proprio non si trovava. Fu colpito quindi da un colpo casuale di orologio, che fece partire le lancette per aria come se fossero frecce. Una delle quali si conficcò per terra a pochi centimetri da Maka.

Nel parapiglia generale la ragazza pensò fosse meglio filarsela,  lasciando il coniglio Crona e il suo povero sguattero alla mercé dell’orologio bullo s’infilò nell’erba alta. Sembrava che nessuno si ricordasse più di lei, e in un certo qual modo era meglio così.

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Ohibò… siamo arrivati infine al momento in cui Alice rimane chiusa nella casa del Bianconiglio. Nel libro il coniglio dava ordini a un certo Bill (una lucertola) di tirare Alice fuori dal camino e dato che il personaggio più bistrattato di Soul Eater è Hero ho deciso di dare a lui questa parte. Poi, dato che Crona è un tipo tranquillo, ho lasciato tutto nelle mani di Ragnarok.

Sempre nel libro, per rimpicciolirla le vengono lanciati dalla finestra dei sassi che poi diventano pasticcini, qui ho infilato l’anfora con l’acqua magica che Black*Star usa per allenarsi a usare la katana demoniaca.

La parte finale è più o meno farina del mio sacco. Dopo qualche riflessione ho pensato che non ha senso copiare del tutto la trama di Alice senza far succedere nulla di diverso, quindi volevo provare, andando avanti, a sviluppare qualche cosa all’interno della trama principale. In questo capitolo Maka parla con Crona, cosa che tra il coniglio ed Alice non succede, e lui le racconta delle regine. Ce ne sono tre perché ho deciso di fare riferimento anche ad Attraverso lo specchio che non è Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, ma ha sempre lei come protagonista. Varie scene di Attraverso lo specchio vengono usate sia nel cartone Disney che nei vari film quindi ho deciso di farlo anche io, anche perché altrimenti non sarei riuscita ad inserire tutti i personaggi di Soul Eater (Ce ne sono una marea!!)

 

Aki_Penn

 

   
 
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