Una
piccola premessa è doverosa: non ho mai scritto reali fan fiction, dunque posso
dire con tutta onestà che il terrore e la difficoltà nel farlo siano stati pesanti.
Avevo paura
in qualche modo di infangare due personaggi a parer mio meravigliosi e spero di
non averlo fatto con tutto il cuore.
Ad Harry Potter perché sono
cresciuta in questo mondo, aspettando la lettera per Hogwarts,
alle mie care Wishmaster perché anche loro sono cresciute con Hp e con Hp tutte ci siamo unite
e a tutti coloro che
ancora sperano che la loro lettera per Hogwarts sia
in viaggio, da qualche parte.
The Heart
of Courage
« Ci
rivediamo, Severus »
La voce profonda di Silente perforò il
silenzio.
Piton era in piedi, lo sguardo perso
nel vuoto e la bacchetta tra le mani.
« Si,
ci rivediamo Albus »
Sollevò
il capo puntando gli occhi nero pece in quelli cristallini del Preside,
guardandoli come non li guardava da anni oramai.
C’erano
solo le due figure circondate da un manto di nebbia spessa che rendeva
impossibile la percezione di altre presenza estranee ai due maghi.
C’erano soltanto due vecchi amici, due vecchi
squarci di ciò che era stata la loro esistenza.
Albus sorrideva, lunga barba bianca
gli ricadeva toccando la cinta che portava in vita, una lunga tunica blu notte
lo avvolgeva e gli donava un’aria ancor più profonda di quella che già sembrava
emanare con la sua sola presenza.
Severus aveva lo sguardo impassibile, stretto
nel suo mantello nero con le labbra appena arricciate.
Si fissavano
senza aprir bocca, acqua e fuoco che lenti si avvicinavano.
« Sai,
mi spiace averti forzato a farlo Severus, ma entrambi
sapevamo che era la cosa giusta da fare, che era la scelta migliore, no? »
Sorrise
nuovamente, camminando lentamente verso l’uomo.
Si tolse
gli occhiali a mezzaluna che gli poggiavano sul naso e si massaggiò le tempie
con una mano « Hai sempre avuto un cuore pieno di coraggio, Severus» l’uomo lo fissò « Coraggio, Albus? Credi che sia bastato solo semplice coraggio per
toglierti la vita con queste mani? » alzò le mani in aria mostrandogliele.
Le
pupille nere dilatate fissavano l’uomo con incredulità mentre scuoteva la testa «
Lo so, Severus » ribatté Silente abbassando il capo.
« Pensavo
tu mi avessi perdonato sai, dopo tutti questi anni »
Un sussurro uscì dalle sue labbra mentre si
accarezzava la barba lentamente con una mano, facendosela scorrere tra le dita.
Accadde nello stesso
preciso istante sopra il cielo di Hogwarts ; un corvo
e una fenice si alzarono in volo verso le candide nuvole, volteggiarono
spiegando le loro ali attraversando un cielo che lento si striava di rosso.
«
Perdono dici? Cos’è il perdono Albus? » lentamente un
velo di desolazione sembrò insinuarsi tra i due, separandoli violentemente «
Severus.. » la voce di Silente si spezzò nel
pronunciare quel nome, quel nome che apparteneva al suo unico vero amico.
Severus era stato per lui tutto ciò che
poteva essere, aveva rischiato la morte e aveva ucciso, per lui, ma lui, Albus Silente era stato in grado di ricambiarlo
chiedendogli di ucciderlo, supplicandolo di togliergli la vita.
Glielo leggeva
in quegli occhi color pece che non avrebbe trovato nel suo cuore il perdono che
cercava, ma negli anni quella rassegnazione lo aveva iniziato a trasportare
placidamente.
« E’ l’ultima
volta che ci vediamo questa, Severus.. »
Un sorriso
di sincero affetto si allargò sul suo volto solcato da sottili rughe che
correvano per tutta la fronte « Un giorno riuscirai a perdonarmi, io lo so Severus, ma quel giorno è troppo lontano ora »
sospirò avvicinandosi
alla figura dell’uomo che gli stava di fronte.
« Gli
ha dato i nostri nomi, Albus » un’espressione
amareggiata dipinta in volto « Alla fine ce l’hai fatta ad affezionarti a
quel ragazzo, eh? Non solo perché era il figlio di Lily Potter » gli poggiò una
mano sulla spalla continuando a sorridere al vuoto che li circondava.
« E’
arrivato il momento per noi di salutarci, Severus. »
per un istante i suoi occhi chiari sembrarono velarsi di lacrime « Ricordati
che il tuo coraggio non ha eguali »
gli sorrise un’ultima, sincera volta.
Il corvo e la fenice
attraversarono il cielo attorno ad Hogwarts, scesero
in picchiata volteggiando lasciando tremare appena al vento le loro piume.
Si guardarono qualche
istante prima di separarsi definitivamente e puntare in luoghi diversi di cielo
e di mondo.
« Grazie
amico mio »
sussurrò Silente mentre lentamente iniziava a
scomparire.
Piton rimase solo, un corvo sperduto
nella nebbia a fissare con occhi tristi l’immagine di ultimo espresso rosso in
partenza per Hogwarts al binario nove e tre quarti.