30/06/2011
4 recensioniNo vabbè, vi lascio a quest’altro capitolo con la speranza che vi piaccia.
BUNKER …
Mi alzai dal divano per infilare del lettore dvd il settimo film di una lista che si prevedeva essere molto lunga, tolsi il dvd che avevo appena finito di vedere e ne misi un altro, il primo che mi era capitato per le mani; con passo di uno zombie mi rimisi sul divano esausta e annoiata quanto non sono mai stata in tutta la mia vita. Presi il telecomando e spinsi il tasto play… le immagini scorrevano sulla televisione di ultima generazione che Zio Emmett si era preoccupato di comprare, e io le fissavo incantata mentre nella mia mente rivedevo lo stesso film un miliardo di volte: ripercorrevo una volta dopo l’altra la scena di quella mattina cercando in modo disperato di ricevere spiegazioni almeno da me stessa, visto che il resto del mondo era scomparso.
Oramai erano le dieci di sera passate e io avevo perso la cognizione del tempo e la fame. Dopo una prima fase di rabbia, seguita dalla depressione passai diretta alla rassegnazione, mi domandavo quale sarebbe stata la prossima fase, magari mi portava alla pazzia, la si che mi sarei divertita di sicuro più di ora.
Ma ogni volta che pensavo di vestirmi e uscire mi assalivano i sensi di colpa al solo pensiero delle parole di raccomandazione di mamma, a lei non potevo di certo disobbedire, ma soprattutto non volevo deludere anche lei.
Così pensai: Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. Io non potevo uscire di casa ma lui si…
E così inizio la fase della pazzia.
Così presi il telefono e digitai il numero di casa di Billy, e dopo un paio di squilli una voce impastata dal sonno mi rispose.
-Pronto- disse billy.
-Ciao Billy, sono Renesmee.- dissi con voce serena.
-Jacob non è in casa, riprova domani mattina, ciao…- disse affrettato.
-No, no … Billy non volevo parlare con jacob, mi serviva un tuo consiglio.- e da qui, iniziai a fantasticare, lui non rispose così continuai.
- vedi, io sono una mezza-vampira quindi per metà umana, dici che se prendo un po’ di pillole il mio corpo le assorbe o fanno effetto?- domandai.
-Nessie, non mi prendere in giro, non ci credo che ti vuoi suicidare … Jacob mi ha chiesto di non farti parlare con lui quindi…- distrutta e buttata giù, mi resi conto che davvero ero stata abbandonata e scoppiai a piangere con una mano davanti alla bocca per attutire i lamenti.
-Ehi, nessie. Stai piangendo?- disse Billy questa volta preoccupato.
-No…- dissi cercando di riprendermi e schiarendomi la voce-scusa se ho chiamato a quast’ora, ciao.- e riattaccai.
Con le lacrime agli occhi mi appoggia al bancone della cucina per sorreggermi, e poi mi accascia vicino al tavolo.
Ma quanto sono furba, pensare di sparare la prima cavolata tentando di portare qui Jacob che di certo in quel momento mi stava odiando a morte, per averlo messo in un casino così grande.
Forse però prendere una camomilla e andare a letto non sarebbe stata una cattiva idea, lasciarmi tutto alle spalle pensare ad altro mi avrebbe aiutato di sicuro.
Così dopo aver fatto la mia bella tazza di camomilla calda mi distesi tra le lenzuola e mi coprii fino a sopra la testa con in piumone, pensando intensamente al sole di quel giorno passato insieme a Jacob al mare e ai bei ricordi che mi aiutarono a prender sonno.
Durante la notte però mi resi conto di aver bevuto troppa camomilla, in fondo ero anche umana, e dovetti correre al bagno; uscita notai la porta della camera di Zia Alice aperta con la luce accesa. Così mi avvicinai di soppiatto per controllare ci era entrato e con sorpresa vidi in corpo esile di Alice attraversare la porta per venirmi ad abbracciare.
-Buon compleanno, Renesmee.- disse con voce dolce e risonante.
A quelle parole mi immobilizzai , era il mio compleanno il mio diciottesimo compleanno era arrivato di soppiatto travolto e confuso in mezzo a tanti casini.
Mi liberai dall’abbraccio diedi un bacio a Zia Alice e senza dire altro mi rivolsi verso la mia camera e ripresi a camminare intenzionata a riprendere sonno.
Eccoci qua, prometto che il prossimo capitolo sarà molto più intenso e bello di questo, ma serviva uno stacco alla storia, una riflessione.
Spero vi sia piaciuto come al solito, recensite ve ne prego
Fra
*SPOILER*:… Lessi una dopo l’altra le lettere che i miei parenti mi scrissero per i miei diciotto anni e mi soffermai su quella di mamma che conteneva la mappa della città e dei dintorni: osservai la mappa e notai che alcuni punti erano stati segnati.