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Autore: reberebecca    01/07/2011    11 recensioni
Una ragazza, tutta coperta, spunta sulla strada, la sciarpa le risparmia solo gli occhi.
Sono nocciola. Sembra triste.
Subito dopo di lei spunta un fagotto. Tutto coperto. Se non fosse che sento battere il suo cuore giurerei che è un gomitolo che rotola sulla strada.
“Tesoro sbrigati! Si fa rosso sennò.”
“Mamma”
Dalla voce, è una bimba di sicuro, riprende a camminare più veloce. Ma inciampa e cade sull’asfalto coperto di ghiaccio.
“Tesoro, riuscirai mai a camminare retta per più di cinque minuti?!”
E’ buffa la bimba. Apro il finestrino.
“Mamma la bua”
E lo sento.
Il suo odore … mi travolge.
Un’ondata di adrenalina mi smuove ogni centimetro del corpo, invadendomi completamente. Gli occhi mi si scuriscono. Tremo. Subito dopo il dolore nel petto sembra squartarmi. Sono senza fiato, mi sembra di aver perfino bisogno di respirare.
Lo trovata! E’ lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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 Salve a tutti.
Siete in vacanza? Bene, anch’io, quasi.
Prima però vi lascio il capitolo. Spero sia di vostro gradimento.
E se vi piace, è anche merito di ila74cullen.
Un bacione a tutte voi che leggete.
rebe
 
 
 
 
 
Capitolo 10
 
 
Bella
 
D’avanti a me, disposti in modo quasi casuale la famiglia Cullen al completo.
Guardando attentamente mi rendo conto sempre di più che niente è casuale in loro. Ognuno tiene il proprio compagno vicino, i movimenti “casuali” in realtà sono un modo di sfiorarsi continuamente tra di loro. Come a rassicurare o riaffermare la propria presenza e appartenenza. Non ho mai visto niente di simile, se poi esistono altre coppie simili a loro. Un completarsi a vicenda in una sintonia perfetta.
Alice e Jasper si scambiano sguardi complici, seduti con grazia sul tappeto, come se fosse la cosa più naturale del mondo. La bellissima Rosalie e il suo compagno Emmet in piedi vicino alla grande vetrata, così diversi eppure perfetti insieme. Carlisle ed Esme da impeccabili padroni di casa tengono accesa la conversazione che a me, in questo momento, troppo presa a studiare la mia nuova famiglia, sfugge.
Tutto è in armonia. I colori chiari e delicati dei vari oggetti nel salotto sono disposti in modo da non stonare con il bianco che padroneggia in tutta la stanza. Non ho scampo al loro sguardo, il divano, anche questo ovviamente bianco, dove sono seduta, è in mezzo alla sala. Io studio loro e, di conseguenza, loro studiano me. Forse con più discrezione di quanto io non sia capace.
Imbarazzata cerco di nascondermi dietro la spala di Edward, seduto accanto a me, lui stringe più forte la persa del suo braccio sulla mia spala, anche in questo caso “casualmente” possessivo. Mi tiene a sé con una nota di orgoglio.
“Allora Bella, ti piace Forks?” Carlisle continua con l’ennesima domanda banale, cercando si farmi sentire a mio agio. La tensione sul mio viso è palese in contrasto con la calma e la naturalezza dei presenti. Ribadisco, sono bravissimi a far sembrare “casuale” anche una situazione strana e estrema come questa.
Continuo a pensare che una vita noiosa sia l’opzione più gradita, ma il respiro calmo di Edward al mio fianco, mi ricorda che è stata anche una scelta mia, se così si può dire, ma continuo ad essere del parere che sono stata truffata.
“No” Rispondo sincera.  Con un colpo di tosse mi schiarisco la voce.
Sento Emmet ridacchiare. In effetti, continuo con la mia sincerità impulsiva, dovrei pensarci prima di parlare.
“Mi dispiace. Magari con tempo… Noi la adoriamo” Mi sorride gentile Carlisle. Un sorriso anche questo complice di un segreto di cui ora faccio parte. Sì, Forks in effetti è perfetta per loro. Forse e dico forse, un giorno sarà perfetta anche per me.
Guardo ancora Edward di fianco a me,  oltre a quel aria possessiva e arrogante,sembra sereno. Lui si accorge del mio sguardo e ricambia sorridente.
No. Sono ancora arrabbiata con lui, e subito lo distolgo.
“Guarda che non ti ho ancora perdonato” Gli sibilo fredda.
Ma lui sorride ancora di più. Bastardo. C’è qualcosa che può cambiargli l’umore oggi?
Credo di no. Sembra fatto di felicità.
“Ti ho già detto che sei bellissima e quanto sono fortunato ad averti?”
Mi sussurra all’orecchio approfittandone per lasciarmi qualche bacio sul collo mentre, “casualmente”, finge di sistemarsi più comodamente sul divano. Intorno a noi l’indifferenza totale ci regala quell’illusione di privacy che in realtà non esiste.
“Sì. Una decina di volte da questa mattina e non è ancora mezzogiorno.”
Borbotto infastidita, più di quanto lo sia realmente.
La mente fugge subito a poche ore prima, al momento in cui mi sono svegliata. Già … quando mi sono svegliata più riposata e più in forma di quanto lo sia mai stata.
Contenta, scoprendo le braccia di Edward che mi stingevano a lui protettive. Tutto sembrava perfetto, i miei occhi erano intenti ad adorarlo.
Il mio vampiro… fin quando… non è diventato il bastardo traditore che realmente è!
-Flashback-
“Bella, piccola, va tutto bene?”
Sento Edward che mi chiama mentre mi stiracchio come un gattino pigro.  Ho dormito così bene.
Mi ricordo quello che è successo. Mike, la rabbia di Edward, il mio intervento e… la mia accettazione. Niente di tutto questo mi sconvolge. Tutto, in qualche modo sembra giusto.
“Sì” Rispondo tranquilla, strofino il naso nel suo petto respirando il suo odore meraviglioso e poi mi sporgo appena per coprire il poco spazio che ci separa e gli bacio quelle labbra perfette che non smettono di ammaliarmi.
“Mhm, questo conferma che stai più che bene. Ed io con te” ridacchia felice.
 Si lecca le labbra come un felino e questo mi tenta ancor di più. Lo bacio ancora, sempre morbido, assaporandolo piano.
Adoro le sue labbra, così come adoro le sue mani, che si sono dimostrate divine il giorno prima e che ora mi fanno perdere la ragione. Potrei anche mettermi a miagolare se questo potesse servire a prolungare questo fantastico risveglio.
“Bella” Sospira in adorazione il mio nome ed io mi accendo in risposta.
“Bella, sono un vampiro fortunato e, in questo momento, anche al settimo cielo… Ma ci dobbiamo fermare”
Smetto subito di fare le fusa. Il suo sguardo serio mi mette sulla difensiva.
“Cosa succede?” Gli chiedo piano. Non voglio che questa atmosfera serena finisca.
“Sono tutti di sotto e oltre a sentirci, aspettano di conoscerti ufficialmente”
“Ufficialmente?”
No!
 
“Lo sapevo che c’era il trucco!” Sbotto infastidita mentre prendo le distanze da lui.
“Sentiamo, quale altra catastrofe mi deve investire? Cosa non ti basta ora? Penso di averti dato tutte le concessioni possibili, attenuanti generiche comprese.” Continuo sempre più irritata.
“Non mi dirai che ora devo presentarti pure a mio padre come mio ragazzo? Perché sarebbe troppo anche per lui, diamine, sono arrivata neanche dieci giorni fa!!”
Mi fermo dalla mia arringa con il fiatone, attendo le sue parole, pronta a ribattere nuovamente.
La sua espressione non preannuncia niente di buono.
“Beh,no, non proprio”  Parla lentamente con calma come se dovesse tranquillizzare un animale feroce. In effetti, nell’attesa, mi sto affilando le unghie.
“La mia famiglia ci tiene a conoscerti, ufficialmente, e no, non come la mia ragazza.” Fa una smorfia come se la parola fosse in qualche modo sbagliata e poi continua.
“Ma sarebbe comunque carino presentarmi a Charlie” Sorride furbo al pensiero.
No che non sarebbe carino.
“Allora è così, ho indovinato?” Perché lui sembra sempre più felice ed io sempre più irritata? Lui continua a sorridere.
“Aspetta, cosa vuol dire non come mia ragazza? In che senso?”
“Mh, vedi quando tu…eh, voglio dire quando ci siamo scambiati…ah”
“Edward!” Alzo la voce non sopporto il suo balbettio. Non è normale per un vampiro. Anche la voce trasudava imbarazzo… o forse paura?
Prende un respiro profondo, si passa la mano tra i cappelli nervosamente.
“Bella… per i vampiri, lo scambio si sangue… equivale al matrimonio.”
Silenzio.
Il mio respiro è l’unico rumore che percepisco. Per parecchio tempo.
Tutto tace,anche la mia mente.
Non avevo ragione. E’ molto, molto peggio.
Che fine a fatto il “Vuoi sposarmi?” Non era un vampiro all’antica?
- Fine flashback –
Questa è la prova inconfutabile di ciò che  ho sempre sostenuto: Edward è un grande imbroglione.
Io gli concedo una cosa e lui ci guadagna più del doppio. Anzi no, lui prende tutto.
Gli concedo un bacio… e lui ci guadagna il mio totale interesse.
Gli do un po’ del mio sangue… e mi ritrovo sposata.
E con questo si è chiarito il concetto di “come truffare Bella” definitivamente.
 
Sbuffo ancora.
 
Edward muove le ditta in cerchi rilassanti sulla mia spalla, cerco di trattenermi  dal sospirare di piacere, non voglio dargliela vinta, da me non avrà nessuna soddisfazione. Almeno fin quando non si sarà guadagnato il perdono.
Doveva chiedermelo, come minimo. Almeno prendersi la briga di informarmi, una cosa del genere non si fa senza il consenso del diretto interessato.
Deve servirgli da lezione, giocare sporco, non paga.
“E’ un piacere averti con noi Bella. Hai reso mio figlio felice”
La voce di Carlisle mi distoglie dal mio ragionamento, ricordandomi che sono ancora nel salotto di casa Cullen; che Charlie, grazie alla copertura che mi ha procurato Esme con lusinghe e bugie, non mi aspetta a casa fino a sta sera; che devo ancora elaborare un discorso decente con i genitori di Edward, in modo da non sembrare una completa idiota; e che devo escogitare ancora qualcosa di estremamente perfido per pareggiare i conti con il mio nuovo marito.
Troppe cose.
Decido di rinunciare temporaneamente a dimostrare la mia intelligenza, sperando in altre occasioni future per rifarmi.
“Grazie” Rispondo abbastanza serena. Cosa potrei mai dire? Sembrano così gentili.
“Edward, penso che abbiate molte cose di cui discutere ancora e, noi dobbiamo andare a caccia.”
Edward si acciglia allo sguardo del padre. Con molta probabilità stanno avendo un discorso silenzioso, padre- figlio.
Ci salutano tutti sorridendo per poi sparire subito dopo dalla porta finestra.
Sono stati velocissimi. Da un lato, mi affascina la loro natura. Sono cresciuta con la convinzione che i miti e le leggende hanno sempre un fondo di verità. Sono sempre stata sensibile al mondo che mi circondava notando differenze che ad altri sfuggivano, troppo immersi nella routine e nella banalità o paurosi di apparire strani. Niente è mai stato troppo irreale per me. In un certo qual modo, ora, tutto a un senso. Era destino.
“Cosa stai pensando?” Mi chiede sussurrandomi dietro l’orecchio.
“Mh, non cercare di distrarmi,  ho già detto che non ti perdono”
“Questo però non m’impedisce di provare”
“Sì, hai un punto”
“Ti va di conoscere il mio posto preferito?” Chiede speranzoso e anche un po’ eccitato.
“Non so se posso fidarmi ancora” Non posso far a meno di farlo presente. So di ferirlo. E ferisco anche me. La smorfia di dolore sul suo viso e specchio del crampo empatico nel mio stomaco. Siamo in una tale sintonia, che fa quasi paura. Non lo credevo possibile.
“Bella” m’implora amareggiato “Ti prego, vedrai ti piacerà”
Ho già detto che non posso vederlo soffrire?
“Va bene” Cedo infine. “Caspita, un’altra concessione … speriamo bene…” 

 

   
 
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