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Autore: shadowsdimples_    01/07/2011    3 recensioni
Hilary, normalissima ventottenne con origini italiane, si ritrova catapultata nel mondo dello star system. Ma non sarà questo a cambiarle la vita, ma bensì un incontro. Un incontro a dir poco meraviglioso... P.S.:E' la mia prima FF, siate clementi!! T.T
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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E dopo questa, mi ritiro. :) Buona lettura a tutti.. Grazie a Viyanga che ha recensito gentilmente la precedente parte e tutti quelli che seguono questa storia :D 


Ilaria.

Ti.pi.cal feat. Josh - Stars


Lisbona, 9.03 PM
Hilary*



Dire che ero nervosa era un eufemismo. Il massaggio di Tomo non mi aveva rassicurata per niente, mi aveva rilassata li per li, ma poi l'ansia si è triplicata. Ambra mi bacchettava come sempre, quasi frustandomi, Ash saltellava nervosa e, incredibile ma vero, si stava mordicchiando le unghie. Dal backstage uscirono fuori Kris e Jeremy, alti come montagne, con delle magliette nere con scritto STAFF e delle cuffie in testa. Sorrisi a quella vista.
"Come mai queste cuffie così avanzate?", chiese Ambra.
"Facciamo parte dello staff, no? Dobbiamo controllare che nessun Echelon o fan arrapato vi salti addosso. Ovviamente, ce ne sarà una schiera di tizi come noi dietro le quinte, che controlleranno tutto", rispose Jeremy.
"Wow"
"Ti dona quella maglietta", fece Ash con fare da civetta. E ricominciò a flirtare con il povero Jem, che ci stava alla grande.
"Quando posso iniziare ad organizzare il matrimonio?", chiese Ambra scherzando. Jem e Ash arrossirono violentemente e i nostri bodyguards uscirono sul palco. Si sentivano tutti i fans che gridavano e gli Echelon che cantavano.
This is a call to arms,
Gather soldiers,
Time to go to war,
This is a battle song,
Brothers and sisters,
Time to go to war...

Li amavo. Uno per uno, nessuno escluso e nessuno in particolare. Un tecnico ci disse che a breve avrebbe spento tutte le luci del palco e noi saremmo dovute entrare. Apparve Jared, calmo come non mai. Io mi stavo cagando in mano.
"Paura?"
"Troppa."
"Tranquilla, andrà tutto bene. I vostri fans vi amano." 
"Ti immagini piovono pomodori e insalate?", fece Ambra sghignazzando.
"Si un pizzico di sale e un po' d'olio", fece Ash.
"Bleah." Jared. Mi ero dimenticata che lui era vegetariano. Per la serata aveva: creative recreation nere, pantaloni stretti neri, canotta bianca con le maniche in cui ci entravamo perfettamente io, Shan, Tomo, Ambra ed Ash, giacchetto di pelle finta con borchie e occhiali da sole. Sorrisi: quell'uomo non si smentiva mai. Il tecnico spense le luci e si sentirono tutti gli Echelon gridare e i flash delle macchine fotografiche che illuminavano ininterrottamente il palco. Jared mi diede uno schiaffo sul sedere mentre Kris si sbracciava per farci cenno di entrare. Entrammo e prendemmo posizione. Io davanti al microfono, Ash con Aphrodite e Ambra sulla sua batteria. Il telo che era davanti a noi cadde nell'esatto istante nel quale Ambra attaccava. Tutti gli Echelon e non, iniziarono a saltare e a gridare. Ad ogni battito, il mio cuore non pompava sangue, ma adrenalina pura. Mi avvicinai al bordo del palco e mi sporsi fino alle transenne con il microfono in mano. Ok, gli Echelon portoghesi in prima fila sapevano tutta la canzone. Poi ci fermammo un secondo. Presi il microfono e mi avvicinai di nuovo al bordo del palco con ancora Phoenix sulle spalle. Biascicai qualcosa in portoghese.
"Boa noite Echelon!" Boato. Sorrisi.
"Espero que esta introdução pequena que tenha gostado. " Spero che questa piccola intro vi sia piaciuta. Nuovo boato, seguito da un applauso. Glow sticks si agitavano in mezzo alla folla spaventosa dell'arena. Le mie risorse portoghesi si esaurirono, quindi ricominciai con l'inglese.
"Stasera siamo qui per fare da band di apertura ad un'altra band che io amo. Amo sia la band che i suoi componenti, ladies and gentlemen, the Thirty Seconds To Mars!", urlai. Tutti gli Echelon ricominciarono a gridare. Sorrisi, continuammo per un'altra ventina di minuti, poi salutai gli Echelon e scomparimmo dietro le quinte. Il palco era di nuovo buio. Mollai la chitarra ad uno dei tecnici e mi fermai: il cuore pompava troppo velocemente e per di più nella mia gola. Mi appoggiai al muro e scivolai a terra. In quel momento passò Tomo sullo skate.
"Ehi! Complimenti per l'intro, siete state pazzesche!" In mano aveva il plettro della sua chitarra.
"Che ci fai qui?", chiesi col fiato corto.
"Avevo dimenticato questo" Mi sventolò il plettro davanti. "Stai bene?"
"Si, è l'ansia che si fa viva ora" Mi porse la mano, la afferrai e mi tirai su. Corremmo dall'altra parte del backstage e raggiungemmo gli altri.
"Era ora!", sbottò Jared allargando le braccia. Mi appoggiai di nuovo al muro sorridendo, stavolta per la corsa. Il backstage era qualcosa di assolutamente enorme. Jared si chinò vicino a me, mentre Shannon bacchettava sul muro e Tomo controllava la sua chitarra.
"Stai bene?"
"Si, Tomo corre troppo con quel coso" Indicai lo skate. Sorrise. "Dovreste levarglielo"
"Ci abbiamo pensato, ma abbiamo paura di un'eventuale ritorsione"
Risi.
"E' il vostro turno" Il respiro tornò normale.
"Ora usciamo. Siete state pazzesche. Urlavo anche io" Risi ancora e stavolta arrossii pure.
"Grazie. Sbrigatevi o gli Echelon vi faranno a fette" Spinsi Jared sul palco, ma si girò e mi rubò un bacio, poi sparì nel buio. Il telo era stato rialzato. Shannon montò sulla sua batteria, che era stata cambiata a tempo di record, e Tomo prese posizione con la sua chitarra sulle spalle. Un riflettore illuminò la figura di Jared, con le spalle al pubblico e si sentì un boato dieci volte quello che avevamo sentito per noi. Il telo sparì di nuovo e attaccarono con Escape. Vedere i Mars con il Golden Ticket, o in prima fila è incredibile, ma dal backstage è tutta un'altra cosa. Vedi Shannon che si sbatte sulla batteria a meno di dieci metri da te, Jared che salta come un folletto da una parte all'altra del palco senza fermarsi un minuto e Tomo, che praticamente non si muoveva, che faceva gli assoli con Shannon. Prima di cantare Alibi, Jared si fermò e fece il suo discorso.
"L'avete già conosciuta, è Hilary, una persona molto speciale. Sali, Hil!", disse guardandomi. Spalancai gli occhi e Ash ed Ambra mi spinsero sul palco. Andai vicino a Jared.
"Ok, Echelon, ho un annuncio. Stasera, Alibi la canterò con lei", disse sorridendo e cingendomi la vita. Sorrisi. Tutti gli Echelon continuarono a gridare. Ora che ci pensavo, come cavolo facevano ad urlare ancora, dopo metà concerto e considerando il fatto che urlavano ogni dieci secondi e che cantavano ogni singola canzone? Sorrisi al ricordo che, in mezzo a quella folla di folli Echelon, c'ero anche io. Un tecnico passò a Jared l'acustica, togliendogli Pithagoras dalle spalle. Alibi è sempre stata la mia canzone preferita: la calma che mi dava quella canzone non me la dava nessun'altra. Gli Echelon agitavano in aria i glow sticks e cantavano con noi, mentre i taburi di Shannon scandivano il ritmo. Alibi finì e con lei sparì anche la magia che si era creata, lasciando spazio all'adrenalina e all'energia di Closer To The Edge. Tornai dietro le quinte mentre tutti gli Echelon urlavano.
No, no, no, no!
I will never forget,
No, no!
I will never regret,
No, no!

I will live my life...
Tutti gli Echelon fecero il coro dei "No, no!" e fu qualcosa di spettacolare. Il concerto continuò tranquillamente fino ad arrivare a Kings And Queens. Gli Echelon dei GT e i più fortunati salirono sul palco. Finì anche la magia del primo concerto. Jared tornò nel backstage sudato e col fiato corto. Sorrisi.
"Una parola: spettacolari"
"Dov'è Shannon? Shaaaaaan!!", urlò Ambra.
"Jem?", domandò Ash.
"Jeremy deve restare fino a che gli Echelon non saranno andati via. Puoi intrattenerti con Tomo se vuoi." Sorrisi. Annuì e andò a complimentarsi con Tomislav. Apparve Shannon, sudato più del fratello, con Ambra sulla schiena.
"Stasera si festeggia! Non importa dove! Emma!" La bionda apparve da dietro le quinte. Era la prima volta che la vedevo da vicino. I suoi occhi erano ancora più strani di quello che non erano.
"Prenota in un locale, stasera si esce, te compresa."
"Devo lavorare Shannon...", cominciò a protestare Emma.
"Emma, non accettiamo rifiuti, dopo quello che hai fatto anche per le ragazze, è il minimo", disse Jared. Emma mi guardò.
"Oh, noi non ci siamo ancora presentate, Emma Ludbrook", disse porgendomi la mano. Gliela strinsi.
"Hilary, piacere" Sorrisi. Sembrava quasi simpatica. Si presentarono anche Ambra ed Ash.
"Ok, vedrò di prenotare. Vado a prepararmi", disse sparendo dietro le quinte. Sorrisi.
"Sei la migliore, Emma!", gridò Jared. Per tutta risposta, Emma gli urlò da dietro le quinte.
"Lo so!" Scoppiammo a ridere.
"Bene, dovete farvi una doccia: non voglio andare in giro con gente sudaticcia. Su, forza", disse Ambra spingendo Shannon nel backstage.


Lisbona, 11.56 PM

Ambra*



Era incredibile quanto sudore potesse emettere una persona. Shannon era zuppo, bagnato, come se gli avessero tirato una secchiata d'acqua. Tornai nel camerino e mi cambiai rapidamente. Doccia al volo e poi decisi che indossare: un vestito rosso cortissimo con paillettes, decollétées con tacco quadrato rosse di vernice e qualche gioiello. Un velo di trucco e una piastrata veloce ai capelli. Ash e Hilary entrarono nel camerino: Ash portava un vestito viola cortissimo e decollétées argentate, mentre Hilary andava più per il comodo, un top cortissimo in seta a maniche lunghe, leggings neri strappati ad arte e stivaletti con tacco quadrato, bracciali vari e orecchini vistosi. Uscimmo e tornamo dai ragazzi. Jared aveva gli occhi incollati su Hilary, Jeremy, che era appena rientrato dopo aver fatto uscire tutti gli Echelon, rimase pietrificato davanti ad Ash e Shannon subito ricominciò a flirtare con me.
"E se qualcuno ti rubasse?" Mi mise un braccio intorno alla vita e mi bisbigliò nell'orecchio.
"Mh, chi?" Sorrisi.
"Tipo io?"
"Ci sto. Spariremo dalla circolazione dentro il locale"
"Sei una mente malefica, sai?"
"Potrei essere una serial killer" Scoppiò a ridere e io gli andai appresso.
Il locale era affollatissimo, pieno zeppo. La fila per entrare usciva dalla porta, mentre noi, furbissimi, passammo da quella di emergenza. Ordinammo da bere, poi sparimmo tutti sulla pista, confusi in mezzo a una marea di gente. Vedevo ogni tanto Hilary e Jared che stavano appiccicati e che ballavano, ma poi fui distratta da Ash: aveva trascinato Jeremy in mezzo alla pista e ora ci stava ballando. Kris osservava la scena contento e imponente da una specie di balconcino. La mia attenzione fu richiamata da Shannon.
"Andiamo?"
"Si." Mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla pista. La sua moto era parcheggiata li, in bella vista.
"Come faccio a montare con sto coso che mi si alza anche solo se respiro?!"
"Eddai, farai un po' la sexy", disse facendomi l'occhiolino. Mi porse il casco. Me lo infilai e cercai di mettermi sulla moto senza mostrare le mie grazie a tutto il Portogallo. Mi strinsi a Shannon, che come sempre partì a cannone. Dieci minuti dopo eravamo al Marriott. Il BB mi vibrò nella pochette.
"Pronto?"
"Ambra dove sei?", era Kris ed era anche preoccupato.
"Tranquillo, sono con Shannon, sono davanti all'albergo."
"Ah, ok. Va bene, allora... A domani"
"A domani" Attaccai e spensi il cellulare. Shannon mi prese per mano e mi portò dentro l'hotel. Recuperò la sua carta magnetica e mi portò nella sua stanza. Era grande e lussuosa, inutile dirlo. Buttai la pochette su una poltrona e mi misi seduta sul gigantesco letto a baldacchino. Guardai Shannon mentre si toglieva il giubbotto di pelle. Mi tolsi le scarpe e gli orecchini ingombranti mentre avanzava verso di me con passo felpato. Che micione... Mi alzai e andai sulle punte per arrivare ad un'altezza decente (non so se lo sapete, ma faccio uno schifosissimo metro e cinquantotto fottutissimi centimetri). Dieci centimetri in meno di lui, almeno avevo un buon motivo per mettermi dei tacchi vertiginosi. Le nostre bocche si unirono e le nostre lingue si salutarono rincorrendosi. Prese il mio labbro inferiore tra i denti e lo mordicchiò. Scese a dedicarsi al mio collo, mentre io gli mordevo i lobi delle orecchie, così morbidi che glielo volevo strappare a morsi. La sua mano percorse tutta la schiena, fino a che non mi accorsi che mi aveva tirato giù la zip del vestito, facendolo cadere a terra.
"Sei così morbida...", sussurrò. C'era la luce della abat-jour accesa, non la volevo. La luna ci avrebbe illuminato quanto serviva. Mi sporsi dalla morsa di Shannon e spensi la luce. Lo presi per la maglietta e ribaltai le posizioni, mettendolo di fronte al letto e poi spingendolo facendolo sedere. Si sfilò la maglietta con un sorriso che avrebbe illuminato la terra. In quel momento capii che non c'era altro uomo con il quale volessi essere. Non c'era altro uomo che mi poteva rendere felice. Non c'era uomo che mi faceva sbandare come lo faceva Shannon. 
Mi ero innamorata.
Mi bloccai all'istante e Shannon se ne accorse.
"Che c'è, piccola?" Mi allontanai, fino a che non mi ritrovai incollata al muro e Shannon che si avvicinava.
"Ambra? Stai bene?" Non lo sentivo neanche. Guardavo la moquette dorata della suite mentre ottomilaundici pensieri mi giravano a mille nella mente logorandomela. Ero innamorata. Innamorata, cazzo, innamorata di Shannon Leto!
"Shannon..."
"Sono qui Ambra, e non me ne vado..."
"Shan, io..."
"Aspetta, siediti sul letto." Mi prese e mi fece sedere sul letto. Riaccese la luce.
"Che succede?" Mi prese le mani tra le sue. Le guardai: le mie, piccoline, tra le sue, grandi e tozze. Le strinse ancora più forte.
"Ambra? Mi stai facendo preoccupare..." In effetti lo era: i suoi occhi, di un colore indefinibile e bellissimi, mi scrutavano attentamente. La gola iniziò a stringersi e a farmi anche male, segno che o scoppiavo a piangere, oppure morivo. Optai per la prima, cercando di nasconderlo chiudendo Shannon in un abbraccio da orso.
"Ambra! Ambra, che succede, ti prego, parlami, sto impazzendo!"
"Oh, Shan... E' così complicato..." 
"Beh, se lo dici potrei anche capirlo..." Il suo sguardo era cambiato: adesso mi guardava dolcemente, con comprensione. Mi alzai in piedi e camminai freneticamente davanti a lui, asciugandomi le lacrime.
"No, non posso dirtelo. Tu, non capiresti, mi lasceresti da sola e... Non posso... Non posso perderti, sei troppo importante"
"Ambra... Dimmelo." Possibile che non capisse?! 
"Cazzo, Shannon, sono innamorata di te!" Ecco, lo avevo detto. Adesso non aspettavo altro che lui si alzasse, si rivestisse e uscisse, lasciandomi da sola con mille problemi e un macigno troppo grande sul cuore per essere sopportato senza soffrire. Le mie gambe diventarono di gelatina e caddi in ginocchio, per poi accasciarmi definitivamente a terra. Non ce la facevo a guardarlo: avrei sofferto più di quanto stessi soffrendo in quel momento. Mi misi le mani davanti agli occhi e ricominciai a piangere. Percepii un movimento. Oh, meno male, se ne stava andando! Poi sentii qualcuno di decisamente troppo vicino a me accarezzarmi il braccio e sfiorarmi con il naso la spalla. Shannon mi prese per le braccia e mi rimise in piedi. Mi baciò. Sentii il cuore lacerarsi e iniziare a sanguinare.
"Shannon, no, ti prego..."
"Ssshh... Ambra, ti prego..." Ricominciò a baciarmi e mi portò sul letto. Si sdraiò sotto di me, io per un riflesso meccanico, mi sdraiai su di lui, incurante se gli pesassi o no. Ricominciò a baciarmi e mi tolse il reggiseno. Lo sentii, tutto. Sentii il piacere crescere ed arrivare all'apice. Un secondo dopo la vetta, le due parole che pronunciò Shannon mi cambiarono la vita.
"Ti amo...", sussurrò.
Lo guardai. Mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, i nostri nasi che si sfioravano. Io ero sopra di lui, lui era seduto e con il fiato corto, come me, del resto. Nessuno me lo aveva mai detto con quella dolcezza. Ai suoi tempi d'oro, Chris, il mio ex ormai defunto (per me, eh!) me lo fece credere, poi, trovarlo a letto con la mia migliore amica non fu esattamente la migliore dimostrazione d'amore che mi potesse dare. Quel giorno lasciai Detroit per sempre, abbandonando la mia famiglia, che adesso vive a San Francisco e mi ama. Poi incontrai Ashley ed Hilary, e la mia vita migliorò. Qualche storiella occasionale, lo ammetto, ma niente di serio. Shannon era la cosa migliore che mi fosse mai capitata.
"Ti amo anche io...", sussurrai di rimando infilando le dita nei suoi capelli cortissimi. Ci sdraiammo e ci addormentammo abbracciati, cullati dai nostri respiri, dal nostro amore e dalla luna, che ci guardava invidiosa.


Hilary*

La notte non andò esattamente come volevamo. Appena arrivati, le sue labbra trovarono le mie e le sue mani, desiderose di me, percorsero tutto il mio corpo spogliandomi. Le mie facevano lo stesso. Quando anche l'ultimo indumento cadde a terra, le mie mani accarezzarono il torso nudo di Jared. Liscio, virile, muscoloso ma non troppo, perfetto. Pensai che una creatura così non potesse essere stata mandata per forza a me, per questo Jared percepì la mia esitazione, a tal punto che poi si fermò e mi guardò.
"Hil, sei sicura...?"
"Eh? Certo, scusa, ero distratta..."
"A che pensi?" Eravamo sul letto, lui sotto di me, io seduta sopra di lui mentre mi accarezzava le gambe, risalendo fino ai fianchi.
"A te..." Rise piano, facendo vibrare il petto, dove erano appoggiate le mie mani.
"E che pensi di me?"
"Che tutto questo non sta accadendo veramente... Che io e te non... Oddio, ma che cosa siamo veramente noi due?" Sospirò: la risposta non la conosceva neanche lui.
"Beh, di sicuro non siamo più solo amici. Direi... Che c'è una forte attrazione, che entrambi siamo attratti l'uno dall'altra..." Il cuore prese a battermi quasi fino a farmi male: lui non era innamorato di me. Mi si bloccò il respiro. Jared notò il mio cambiamento di... Bah, chiamatelo umore o comportamento.
"Hilary?", la sua voce era seria e mi scuoteva nel profondo, fino alle ultime fibre del mio essere. Scesi da sopra a lui ed entrai nel bagno bofonchiando.
"Scusa, non mi sento bene." Mi chiusi a chiave e mi misi seduta sul bordo della jacuzzi. Avevo il fiato cortissimo, il cuore mi faceva male, lacerato anche da quella delusione. Non potevo permettermi un'altra sofferenza, il mio cuore non ne poteva più, ne sarebbe uscito dilaniato. Poggiai la mano sul petto.
Tumtumtumtumtum. Ininterrottamente.
Credetti di stare per morire. Dopo un po', non so di preciso quanto, Jared bussò alla porta, cercando di entrare.
"Hilary? Ti senti bene?" Non riuscii a rispondere subito. Un enorme blocco causato dalla paura si era formato nella mia gola. Paura... Paura di che?!
Paura di soffrire... Rispose la mia mente. Scossi la testa.
"Si. Si, torna a letto, arrivo..." Mi rialzai e mi guardai allo specchio. Ok, ecco il riassunto della mia espressione: puah!
Lacrime che non mi ero accorta di aver versato erano sul mio viso, ferme, che ogni tanto scendevano, occhiaie profonde, viso estremamente pallido, più del normale... Uno schifo. Mi passai le mani nei capelli arruffati e aprii la porta del bagno. L'abat-jour era accesa: Jared era seduto sul bordo del letto, i gomiti appoggiati sulle gambe, le mani giunte e il viso chino a terra. Mi avvicinai silenziosamente e gattonai sul letto, mettendomi sul lato sinistro, quello rivolto verso la vetrata. Jared si accorse che ero tornata.
"Ehi... Come ti senti?" La voce era cambiata, sembrava afflitta.
"Non bene. Mi dispiace... Stasera voglio dormire..."
"Non ti preoccupare." Si chinò verso di me e mi baciò i capelli. "Buonanotte piccola"
" 'Notte Jay..."
Mi girai rivolta verso di lui, mi tirai il lenzuolo fin sotto le braccia e mi portai la mano con la quale stringevo il lenzuolo al petto. Mi addormentai nel giro di pochi secondi.



Jared*

La domanda di Hilary mi aveva lasciato letteralmente spiazzato.
"Cosa siamo veramente noi due?"
Bella domanda... A dirla tutta, non lo sapevo neanche io. Insomma, non potevamo negare di essere attratti l’uno dall’altra, non potevamo essere solo amici. Mi stavo scervellando, letteralmente, a capire quel cavolo di casino. Perché Hilary se l’era presa tanto quando le avevo detto che c’era solo attrazione fisica? Oh, merda… Mi sentii una merda vera e propria quando la realtà mi si parò davanti.
Era innamorata di me…
Jared, non mentire a te stesso… Mi disse il buon senso. Scossi la testa.
Mentire? Mentire di cosa?
Perché fai fatica ad ammetterlo? È la cosa più semplice del mondo!
Ma cosa?!
Jared… Anche tu la ami…
Omerda.
Era… Lei, Hilary, era innamorata di me e lei, pensando che ricambiassi, chissà che voleva dirmi e ora non me lo vuole dire più! Che merda che ero. Mi girai e la guardai. Dormiva di fianco, rivolta verso la finestra e dandomi le spalle. Manco a farlo apposta… Sospirai. Quanto altro dolore sarebbe stata costretta a sopportare questa ragazza? Mi alzai. Dovevo pensare. Mi alzai e presi il pacchetto di sigarette. Uscii sulla terrazza della suite e mi accesi una sigaretta, guardando Lisbona. L’avevo delusa… Si, lei si aspettava che io la amassi… Oh, cavolo, ma perché parlavo come se non fossi innamorato di lei?! Inspirai con violenza, e per poco non soffocai. Sono orgoglioso, ecco la verità. Si, sono orgoglioso, non ammetto mai i miei sbagli, non chiedo mai scusa per primo e spesso e volentieri dico un sacco di cazzate. Non ammetto mai niente, neanche i sentimenti. Prima che mi rendessi di amare Scarlett ce ne misi di tempo. Scossi la testa: non era il momento buono per pensare a Scarlett. Stavo deludendo Hilary, la stavo facendo soffrire. Io che pensavo di poterla difendere, di poterla proteggere da tutte le sofferenze di questo schifoso mondo, che è bello quando gli pare, e che invece sono il primo a farla soffrire. Spensi la sigaretta nel posa cenere e rientrai. Hilary era ancora in quella posizione. Mi avvicinai e mi chinai a sfiorarle la fronte, scostandole alcune ciocche di capelli che le ricadevano sugli occhi.
“Mi dispiace che ti stia facendo soffrire…” Tornai al mio lato del letto, spensi la luce e mi addormentai.
Hilary*

Il giorno successivo mi sentivo una merda. Non avevo chiuso occhio, avevo dormito si e no, qualche ora, ma poi in piedi dalle tre. Avevo delle occhiaie spaventose. Quando mi svegliai Jared non c’era. Al suo posto c’era un biglietto.
Sono al ristorante a fare colazione.
J.

Perfetto. Mi feci una lunga doccia fredda, per dimenticare, poi mi asciugai i capelli con calma e mi truccai meticolosamente ma non eccessivamente. Correttore, molto correttore, rimmel e burro cacao. Jeans strappati a sigaretta, canotta, giubbotto di pelle e stivaletti di pelle neri. Scesi nel ristorante e non mi sorpresi di non trovare Jared. Poi, mentre passavo davanti alla porta a vetri lo vidi. Era di spalle e stava fumando. Sospirai e mi misi gli occhiali da sole ed uscii nella veranda del ristorante. Poco dopo arrivò un cameriere.
“Buongiorno. Le porto qualcosa?”
“Un caffè macchiato lungo. Molto lungo” Annuì e sparì dentro l’edificio. Poco dopo arrivò il caffè, che iniziai a bere. Dieci minuti dopo arrivarono Jeremy, Ash e Kris.
“Buongiorno tigre!”, esclamò allegra Ash.
“Ciao…”
“Che allegria… Successo qualcosa?”
“Si, ma non voglio parlarne.” Non ci giravo intorno alle cose quando volevo dirle. Si era successo qualcosa. Si, credevo che Jared provasse qualcosa per me ma non è così. Scesero anche Ambra e Shannon, mano nella mano.
“Ohohoooh! È successo qualcosa!”, fece allegra Ash.
“Che ci siamo persi?” Jared aveva fatto la sua apparizione: pantaloni nere, CR ai piedi, canotta con sopra Too Much Pressure e giubbotto di jersey blu. Occhiali da sole? Immancabili.
“Ci siamo messi insieme”, disse semplice Ambra. Io per poco non feci il lama con il caffè, Ash si strozzò con la brioche e Jared era pietrificato. Checheche?
“Eh?” Ash. Io fissavo Ambra e Shannon che si comportavano come sempre, solo un po’ più zuccherosi. Dopo un po’ arrivò anche Tomo.
“Dobra jutro, gente!”
“Eh?”, fece Shannon.
“Ha detto buongiorno in croato”, dissi smembrando un cornetto integrale.
“Ah, buongiorno”, rispose Shan. Tomo si allungò a prendere una brioche.
“Che mi sono perso?”
“Ambra e Shan stanno insieme!”, esclamò Ash con un’allegria non indifferente. Tomo ebbe la stessa reazione di Jared, tutt’ora pietrificato.
“Non l’avrei mai detto…”
“Che l’animale si è trovato una ragazza fissa? Già, nemmeno io…”, borbottò Jared.
“Problemi?”, fece Shannon guardando Jared.
“Chi, io? Assolutamente no. È la tua vita, non sono mamma. Fai quello che vuoi”
“Sembra che non ti vada giù sta cosa…”
“Te l’ho già detto: sono felice per te. Scusate, Emma mi ha chiamato. Devo andare” E sparì oltre la porta di vetro.


Ambra*

Ma che hanno tutti stamattina? Prima Shannon e Jared stavano per menarsi, Ash insolitamente allegra e Hilary che sembrava la notte dei morti viventi reincarnata e Jared sembrava che avesse commesso un omicidio. Fissavo ancora scioccata la porta dove era sparito Jared. Guardai Shan interrogativa.
“Lascialo stare. Adesso si sfoga, poi gli passerà”, disse ingozzandosi con la brioche. Alzai le spalle e tornai al cornetto che avevo davanti. Hilary si alzò e rientrò.
“Ma che hanno tutti?”, fece Ash. Rimasi un po’ a carburare. Jared aveva una faccia colpevole che si vedeva lontano un chilometro, Hilary era triste, delusa… Tomo prese il posto di Hilary bevendo il cappuccino. Poi capii. Tutto prese senso.
“Hilary è innamorata. E Jared non se ne accorge” Shannon sputò poco elegantemente il cappuccino come un lama.
“E di chi?!”, fece pulendosi la bocca.
“Di tuo fratello. Ma lui non se ne è accorto”, mi alzai e corsi dietro ad Hilary. La vidi attraverso le vetrate entrare in un taxi. Corsi di fuori ma era troppo tardi: il taxi era già partito.

“Dobbiamo fare qualcosa!”, esclamò Shannon mentre camminavo velocemente e con passi da formica nel backstage dell’arena che stavano lentamente smontando.
“Si ma cosa, farli incontrare segretamente e obbligarli a confessare che sono cotti l’uno dell’altra?!”
“Beh, magari la seconda parte, obbligarli a confessare, proprio no, ma l’incontro segreto ci sta!” Sorrise.
“Beh, però non mi sembra una grande idea Shan… Magari Jared ha già le idee chiare e vuole farle una sorpresa!" Mi fermai di botto nel backstage.
"Senti, ci pensiamo dopo. Andiamo a recuperare la nostra roba nei camerini e andiamocene, tra poco si parte per Parigi." Recuperammo tutte le nostre cose e le caricammo sul tour bus. Arrivammo all'aeroporto e facemmo tutto quello che c'era da fare. Il volo per Parigi fu estenuante, con quella diva di Jared che non faceva altro che messaggiare con quel cazzo di BB, rincoglionendomi con il ticchettio della tastiera, che a breve avrebbe fatto un viaggetto nel cesso.
Arrivammo a Parigi in perfetto orario: le tre. Arrivati, in albergo a posare le valigie e poi subito al sound check. Una parola per descriverlo: merda pura. Hilary e Jared stavano per menarsi, perchè a lui non piaceva come veniva fatto un assolo da Hil. Lei si infervorò peggio di una donna con la sindrome premestruale.
"Cosa c'è che non le garba stavolta, principessina col pisello?", fece Hilary stufa di essere interrotta di nuovo. Prima l'amplificatore non amplificava una mazza, poi la chitarra le si era scordata e stava decisamente perdendo la pazienza.
"Il tuo assolo non mi piace. Sei sicura di aver accordato le corde correttamente?"
"Si! E non venirmi a dire che non so fare il mio lavoro!" Stava urlando come una pazza, quasi si muovevano i piatti della mia batteria.
"Si può sapere che hai?! E' da stamattina che mi tratti come una merda!" Hilary strinse i pugni mentre Jared le gridava quelle parole. Sicuramente lei le voleva rispondere "Perchè è questo che sei". Ma non lo fece, ringraziando Dio.
"Niente da fare, Leto, io l'assolo lo farò così", disse incrociando le mani al petto. Scossi la testa mentre Shannon si schiaffava una manata in fronte. Feci cenno come per chiedergli che stava succedendo. Mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio.
"Jared odia che qualcosa non sia fatto come vuole lui. Di questo passo si ammazzeranno" Tornò al suo posto mentre io giocerellavo con le bacchette, guardando la scena. Jared disse qualcos che non colsi. Hilary, per tutta risposta, gli rispose con una sequela di insulti in romanaccio mentre tornava a sistemare il microfono. Mi posizionai, e Hil iniziò a provare l'assolo per la miliardesima volta. Si interruppe e mollò Phoenix a terra, molto malamente. Spalancai gli occhi. Corse nel backstage. Mi alzai e la seguii, ma era sparita. O almeno così sembrava. La trovai dietro a un ampificatore che piangeva, ma cercava di nasconderlo.
"Hil..." Mi avvicinai sussurrando. In quasi due anni che la conosco e che ci vivevo a stretto contatto non l'avevo mai vista in quello stato.
Mi guardò. Il rimmel le colava sulle guancie, i capelli erano arruffati più del solito e gli occhi erano gonfi e rossi. Appena mi avvicinai, mi si buttò addosso, abbracciandomi. La abbracciai. Perchè doveva soffire in questo modo?! Quant'era vero dio gliela facevo pagare...
"Vuoi che ci parli io con Jared?" Parlare italiano ci isolava dal resto del mondo, c'eravamo solo io e lei.
"No, non serve... Cavolo, quanto soffro..."
"Non lo meriti..."
"Non mi sembra, dopo tutto il culo che mi sono fatta per ricostruirmi una vita..." Sentimmo dei passi. Hilary guardò chi era e si irrigidì. Mi voltai. Jared era davanti a noi, con il volto contratto.
"Posso parlarti?" Era riferito ad Hilary, ovvio. La guardai: fissava lui.
"Vai pure... Grazie." Ultime parole in italiano. Me ne andai, lasciandoli da soli con i loro problemi.


Jared*


Perchè ero così... fottutamente orgoglioso?! Sospirai e marciai nel Backstage. Hilary ed Ambra si stavano abbracciando. Vidi qualcosa luccicare sulla guancia della ragazza che amavo. Ebbene si, lo avevo finalmente accettato e digerito, non potevo farci niente! Preferivo ammetterlo e provare quelle sensazioni che restare un minuto di più con quella consapevolezza e non voler ammetterlo con se stessi. Volevo provare tutte quelle sensazioni: il batticuore quando la toccavo, le farfalle nello stomaco quando la guardo negli occhi, il dolore che lei soffra per causa mia...
"Possiamo parlare?"
Lei disse qualcosa in italiano ad Ambra e quest'ultima tornò sul palco.
"Che c'è? Non va bene neanche che mi sfoghi con la mia migliore amica?"
"Smettiamola di darci addosso l'un l'altro. Non possiamo né vivere né lavorare in queste condizioni. Pace?" Sembravo un ragazzino, volevo scavarmi la fossa da solo. Hilary osservò la mia mano tesa verso di lei. Lei, esitante, la strinse.
"Va bene. Ma l'assolo lo faccio come dico io."
"Come ti pare." Sorrisi. Anche lei accennò ad un sorriso. Il sound check filò liscio rispetto a prima fino ad arrivare al concerto. Tutti gli Echelon arrivarono e iniziarono subito a cantare e a parlare allegramente. Le nove arrivarono e l'intro delle ragazze fu spettacolare. Incredibile quante lingue parlasse quella ragazza. Italiano, inglese, un po' di portoghese, francese... Quando entrammo noi, l'energia degli Echelon francesi non si smentiva mai. Li adoravo, ma non per preferenze, eh! Anche gli italiani erano fantastici...* Però erano in un certo senso, più calorosi degli altri, infondevano un'energia non indifferente. Prima di Alibi, feci il solito discorso. Feci salire Hilary sul palco.
"Hilary, vieni!" Gli Echelon la accolsero urlando. Sorrise. Era bellissima. Ora o mai più, mi ripetei, ora o mai più.
"Ho una cosa da dirvi. L'avrete sicuramente già conosciuta, ma adesso voglio presentarvela sotto un altro aspetto. Non illudiamoci, le abbiamo viste tutte le foto sui giornali di gossip, su. La verità è che..." Mi voltai a guardare Hilary: gli occhi le sarebbero caduti dalle orbite, Tomo, dietro di lei, mi incoraggiava, Shannon sorrideva e le ragazze da dietro le quinte mi facevano i pollici in su.
"La verità è che io questa ragazza la amo. Si, la amo dal primo momento che l'ho vista, nello studio della Emi. Non so, mi sono sentito una gelatina dentro. Mi era venuto un batticuore che non vi dico. Pensavo veramente di stare schiodando... Poi ci sono arrivato... Tanto tempo dopo... Quano l'ho salvata da quella berlina che per poco non la investiva, da quel tizio che tutt'ora voglio uccidere... Quando l'ho fatta soffrire. Ecco, volevo dirtelo", mi rivolsi a lei.
"Ti amo. Ci ho messo parecchio ad arrivarci, ma meglio tardi che mai no?" Era immobile. L'unica cosa chedi lei si muoveva era il petto. Sbattè le palpebre un paio di volte, poi si portò le mani al viso, lasciando scoperti solo gli occhi. Indietreggiò di qualche passo, poi si voltò verso Ambra ed Ash e si riavvicinò a me. Capii quello che voleva fare, così mi spostai e le lasciai il microfono.
"Mi dispiace per voi Echelon. Ma lo amo anche io. Follemente come non ho mai amato nessuno." Mi guardò dolcemente, poi si avvicinò sulle punte e mi baciò, intrecciando le sue mani alle mie. Tutti gli Echelon scoppiarono in un applauso assordante. Era bellissimo, tutto perfetto. L'applauso non finiva più.
Sorrisi. Cantammo insieme Alibi e poi il resto del concerto filò liscio, come me, senza più quel macigno sul cuore.




*Non so le preferenze della divaH, ma è per omaggiare gli italiani u.u xD

Alla prossimaaaaaa!!

Ila. ;D
   
 
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