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Autore: Lacie    01/07/2011    7 recensioni
[ Slight Hoennchampionshipping, Haruka x Daigo ]
«C'è una leggenda, nella regione di Hoenn. Una bella, senza cataclismi di sorta. Parla di stelle. [...]
Ma tu non credi a queste leggende, vero Haruka?»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rocco Petri, Vera
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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C'è una leggenda, nella regione di Hoenn. Una bella, senza cataclismi di sorta. Parla di stelle.

Narra che, tanti secoli orsono, la principessa Orihime, relegata sulla sponda del Fiume d'Argento, cantasse ogni notte una canzone. Una canzone d'amore, ovviamente, dedicata al suo amato Hikoboshi, che viveva sulla sponda opposta del fiume. Piangeva, la principessa, mentre cantava con la sua voce pura e cristallina; regalava tante lacrime alla notte, nella tacita speranza di commuovere il padre, che l'aveva punita per il suo sentimento. E si narra che un giorno una di quelle lacrime cadde, e scivolò lungo il manto blu del cielo per poi atterrare sulla Terra. Ma non era semplice acqua di sale, quella lacrima; era una perla: una gemma figlia di un sentimento troppo esteso per essere contenuto da un fragile corpo di ragazza; troppo intenso, per non cercare di traboccare dagli occhi del suo involucro umano. E quella lacrima generò un Pokèmon. Una creatura speciale, non tanto per la sua provenienza, quanto perchè personificazione e testimonianza del più puro dei vincoli. Il Pokèmon rappresentava la speranza della principessa, l'essenza stessa dei desideri, e si dice avesse il potere di esaudire ogni richiesta gli venisse fatta, ma solo se scritta su un bigliettino e attaccata sulla sua fronte. Gli uomini ne approfittarono, e il Pokèmon, sfinito da tante richieste, la maggior parte delle quali prettamente materiali ed egoistiche, si addormentò in un luogo nascosto. Si racconta che possa essere risvegliato per una settimana ogni mille anni, ma solo da un canto melodioso, simile a quello della sua principessa; e che in quella settimana realizzi tutti i sogni e i desideri di chi ha il coraggio di tradurli su carta e appenderglieli alla fronte. Tuttavia, allo scadere del settimo giorno... egli torna nuovamente al suo millenario riposo.

Ma tu non credi a queste leggende, vero Haruka?

No che non ci credi, anche se al tuo fianco, racchiuso in una pokèball, viaggia il mitico creatore di tutti gli oceani. Dovresti come minimo concedere a quest'ennesimo racconto il beneficio del dubbio. E forse lo fai, inconsciamente, dal momento che ti trovi ancora qui, di fronte a questa roccia bianca. Perchè sei qui, Haruka? Perchè, una volta appurato che lui non c'è - ancora - , non te ne vai via da Verdeazzupoli, e prosegui il tuo girovagare?

Allunghi il braccio verso la roccia, finchè i tuoi polpastrelli ne sfiorano la liscia superficie. E' fredda, ma piacevole al tatto. Continui a disegnarci sopra linee immaginarie, cedendo alla morbida sensazione, tanto che per un attimo sembra che sia il masso ad accarezzare te.

Sorridi nel buio. "Che sciocchezza", pensi.

La roccia è talmente bianca che sembra brillare di luce propria; una piccola, pallida luna priva di crateri. Ogni punto della sua superficie pare urlarti di scriverci sopra qualcosa.

"Che sciocchezza", ti imponi di pensare, con crescente irritazione. Ritrai la mano, infilandola in tasca.

La ragazza che si reca lì ogni mattina sembra crederci, invece. La incontri spesso, nelle tue periodiche visite a Verdeazzupoli, e ogni tanto scambiate due parole. Ti piace il suo ottimismo, la sua incrollabile fede nel potere dei desideri, e le sue parole hanno il potere di convincere temporaneamente anche te. Ma non ti hanno ancora persuaso ad attaccare un bigliettino a quella roccia.

"Tanto vale esprimere un desiderio ad una stella cadente."

Sospiri, scuotendo la testa. Ma i tuoi occhi si fiondano immediatamente sulla volta celeste sopra di te, pronti a cogliere anche la più piccola, provvidenziale scintilla. Ma gli astri rimangono lì, immobili, con la loro luce intermittente che sembra schernirti, incastonati nel loro vellutato fluido nero e perfettamente in equilibrio con la forza di gravità.

Te l'aspettavi davvero, la stella cadente, Haruka? Una roccia - ironia della sorte! - pronta ad accorrere al richiamo di un'anima assetata di sogni? Come se poi tu fossi l'unica persona al mondo a possedere dei desideri. Se per ogni ambizione sussurrata cadesse una stella, il cielo ne sarebbe privo.

Abbassi nuovamente lo sguardo, e la roccia è ancora lì che irradia pallore. Le volti le spalle, avvertendo all'improvviso tutto il peso della tua solitudine.

E' facile per le stelle ammiccare: sono tutte riunite in milioni a popolare le galassie, in compagnia l'una dell'altra. Son talmente fitte che non lasciano alcuno spazio alla solitudine. Ogni essere vivente si sente solo, osservando un tale cielo.

Un nuovo sospiro abbandona le tue labbra, mentre pensi che, alla fin fine, nemmeno la principessa Orihime doveva essere così abbandonata a sè stessa. Istintivamente, sfili la mano dalla tasca e la porti sulla cintura: le tue dita tastano la rassicurante forma di una pokèball. No, nemmeno tu sei del tutto sola. A tentoni raggiungi la prima sfera a sinistra, quella che cerchi. Un 'clic' rimbomba nel silenzio ovattato, e il buio viene lacerato da un fascio di luce rossa, che subito prende la familiare forma del tuo Blaziken. Il Pokèmon non emette un verso, ma si limita ad osservarti in attesa. Gli sorridi.

"Vieni, Blaziken, andiamo a vedere le stelle."

Ti avvii lungo il sentiero che porta alla spiaggia, e il tuo Pokèmon ti segue docile. Emette un verso gutturale, che probabilmente manifesta il suo stupore per il panorama. E a ragione: la vista, da quel promontorio, è semplicemente meravigliosa. Non resisti, e alzi lo sguardo anche tu. Mille puntini colorati si infrangono sulle tue iridi, regalandoti la visione mozzafiato di una Verdeazzupoli tutta illuminata. Quasi tutta, rettifichi amaramente, mentre i tuoi occhi esperti riconoscono la sagoma grigia dell'unica casa buia.

"Non dovevi guardare."

Acceleri il passo, tremante, voltando ancora una volta le spalle a ciò che ti sta davanti. Blaziken ti imita senza esitazione. E finalmente le tue scarpe affondano nella sabbia fresca, che prontamente vi si infila a fiotti. Le sfili senza troppi complimenti, lasciando che i granelli ti accarezzino le piante affaticate. Le onde del mare ti entrano rombando nelle orecchie, e tu lasci che il loro dolce frastuono zittisca il fastidioso ronzio dei tuoi pensieri. Il mare è calmo, come il cielo, ma più fluttuante, vivace;  pur riflettendo in tutto e per tutto la sua controparte stellata.

 "Forse è per questo che il mare è così vivo," - pensi - "è privo di stelle. Quelle pietre crudeli non lo bucano come fanno con il cielo, non lo feriscono. Ecco perchè sembra sempre così allegro."

Ciononostante, è il cielo che ti viene voglia di osservare. Fai cenno a Blaziken di avvicinarsi, mentre ti sdrai sulla sabbia. Le piccole dune ti massaggiano piacevolmente la schiena. E tutte le tue convinzioni, tutto il tuo testardo pessimismo, si trovano a fare i conti con l'apoteosi del sublime. Grandezza che si esprime in piccolezza, attraverso minuscoli frammenti. L'infinita immensità di un cielo cosparso di stelle si apre al tuo sguardo stupito, come un'enorme coperta di velluto trapuntata di miliardi di aghi luminosi che ti si dispiega davanti. La sensazione di solitudine evapora, scacciata dalla prepotenza di tutta quella luce calda.

"E' come se le stelle mi stessero invitando ad unirmi a loro..." - fantastichi, sorridendo sognante. E non ti accorgi che tutto quel calore ha alimentato la piccola fiammella che custodisci ancora nel tuo cuore, e che invano hai tentato di soffocare. La speranza cresce e divampa, scioglie la prigione di ghiaccio che le hai costruito intorno per arginarla; e tu la lasci fare, sentendo come dinnanzi ad uno scenario del genere tutto sia possibile.

"...Potrei persino permettermi di esprimere un desiderio."

Come richiamati da queste parole silenziose, tutti i tuoi sogni più reconditi, tutte le tue ambizioni e le tue volontà più intime ti si affollano alla mente, chiedendo a gran voce d'uscire, ognuna che vorrebbe esser la prima. Ed una su tutte attira la tua attenzione: è la meno chiassosa, la più timida, forse perchè sa di essere la più preziosa. Giunge direttamente dal cuore, ed è a lei che tu decidi di dare priorità. La senti finalmente affermarsi nella tua mente, imprimersi nel tuo cervello e sopraffare tutte le altre, per poi scivolare con grazia sinuosa fino alle tue labbra.

Le schiudi, e lasci che~

No. No. Non puoi sprecare così un desiderio come quello, è troppo importante. Deglutisci strizzando gli occhi, inghiottendo parole dolci miste a fiele; eppure non te ne penti: hai la sensazione che pronunciare quelle parole equivarrebbe a privarle di tutto il loro significato, del sentimento che le pervade - della loro luce. Devono rimanere mute.

Ma poi la vedi. Non ci avevi minimamente pensato, sebbene l'avessi inconsciamente sperato per tutto quel tempo, e adesso eccola palesarsi ai tuoi occhi: la scia luminosa di una stella solca per un attimo il cielo, lasciando cadere nel vuoto un invito che non puoi non afferrare. Chiudi ancora gli occhi, ripercorrendo mentalmente la lunga lista dei tuoi desideri e cercando di mantenerti il più lucida possibile.

"Scegli con cura, una simile occasione potrebbe non ricapitarti più."

Riapri le palpebre e, dopo aver gettato una rapida occhiata al Blaziken steso accanto a te, pianti decisa lo sguardo nel punto in cui sei sicura di aver visto sparire la stella.

Sorridi lievemente, mentre sussurri: "Desidero la salute per me e per i miei Pokèmon."

Ecco, l'hai fatto. In barba alla coerenza, certo, ma la sensazione di completezza che provi adesso è impagabile. Ti rimane solo il retrogusto dolceamaro del rimpianto, di quel desiderio taciuto che grida al tradimento, e che ha il sapore di un'occasione sprecata.

"Non m'importa." - ti lasci sfuggire ad alta voce, attirando l'attenzione del tuo Pokèmon. Cerchi una scusa plausibile per tranquillizzarlo, ma vieni interrotta ancora una volta. Una. Due. Tre. Cinque, sei. Sono stelle cadenti, e sono tante. Ma soprattutto sono lì, davanti ai tuoi occhi, e tu stai a guardare con un'espressione oltremodo stupida, più che stupita. Di nuovo, cerchi freneticamente un desiderio giusto, altruista. Uno leggero, che, durante il tragitto verso l'orizzonte, non pesi sulla fragile schiena della brava roccia volante che se ne farà carico.

E così, tra pace, felicità e amicizia, affidi alle stelle i tuoi desideri più puri, i meno impegnativi, e lasci che volino via, mantenendo invece a distanza l'unico che vorresti davvero esprimere. La leggera sensazione di vuoto che provi ti impedisce di convincerti di star osando troppo.

E va bene così.

Da quanto sei lì ad osservare le stelle, Haruka?

Da un tempo sufficiente a farti ritenere che sia ora di andare. Ti rialzi da terra, facendo leva sulle braccia intorpidite, e inciti Blaziken a fare altrettanto. Ti sforzi di ricacciare indietro la sensazione di rimpianto, senza però riuscire a ricostruire la prigione di ghiaccio attorno alla speranza, la cui fiamma ora splende copiosa.

"Lasciamola brillare, per questa notte."

Ti rinfili le scarpe e percorri la strada a ritroso, senza gettare ulteriori occhiate al cielo notturno. Passo dopo passo ti ritrovi sul promontorio, e alla tua sinistra il sentiero che ti riporterà in città si snoda nel buio. E' un'oscurità sottile però, intangibile, come un velo sugli occhi. E, voltandoti, capisci perchè: la roccia bianca se ne sta lì, come un fanale, ed il suo candore risulta quasi abbagliante. Ne vieni attirata come una falena, e prima di potertelo impedire ti avvicini. Tendi ancora il braccio, un tantino timorosa di poterti realmente scottare. La pietra è ancora, sempre fredda.

Un pensiero ti colpisce: "E se fosse una stella caduta?"

Cerchi lo sguardo di Blaziken, come a chiedergli conferma, e lo trovi pochi passi dietro di te che fissa guardingo la roccia.

Sorridi, mentre un'idea si fa strada sempre più velocemente nella tua testa - o forse nel tuo cuore.

Frughi freneticamente nel marsupio che porti in vita, e ne tiri fuori una strisciolina di carta. In pochi istanti fa la sua comparsa anche una penna - chissà in quale città l'hai comprata. Affidi il Pokènav a Blaziken, in modo che ti faccia luce con lo schermo - la roccia non basta.

Ti pieghi sulle gambe, poggiando il foglietto su un ginocchio, e ci scarabocchi sopra qualcosa. Sempre sorridendo, rimiri la tua opera e ti chini sullo strano masso, poggiandovi sopra il tuo messaggio. Tutto sommato pare che regga, magari non scivolerà via.

Riponi penna e Pokènav a posto e ti allontani, le labbra ancora incurvate in quel sorriso furbo. Guardi un'ultima volta la roccia, indecisa se pronunciare o meno parole di commiato. Opti per il no, e dai le spalle al tuo stesso gesto.

"Ormai è fatto, sarà quel che sarà. O sarà quel che non sarà."

Con un cenno del capo inviti Blaziken a seguirti, e dopo qualche istante lui obbedisce. Potresti quasi metterti a saltellare. Hai appena rivelato ad una roccia il desiderio che ti sta più a cuore, quello che non hai affidato nemmeno alle stelle. E l'hai fatto senza pronunciare quelle cinque, semplici parole:

"Fa' che torni da me."

L'hai espresso tacitamente, e poco importa se stanotte si alzerà il vento e quel bigliettino volerà chissà dove, poco importa se la ragazza che passa per di là ogni mattina lo leggerà davanti a tutta la città - mica ti sei firmata; se la prossima volta che tornerai a Verdeazzupoli arrossirai violentemente e inspiegabilmente al ricordo, se qualche bambino impertinente lo prenderà e straccerà. Per questa notte puoi sperare. Dopotutto, pare che lassù le stelle ti ascoltino.

Nonostante ciò, tieni gli occhi bassi, quando il panorama della città tutta illuminata ti si para davanti. E, in questo modo, non ti accorgi che nella casa buia le luci adesso sono accese.



Questa oneshot mi è venuta praticamente di getto, pensata durante le varie ore di studio matto e disperatissimo. Probabilmente è ispirata anche alla mia tesina, che parla proprio delle stelle. Prendiamolo come un incoraggiamento per l'esame orale xD
Alcune spiegazioni: prima di tutto, "Haruka" è il nome giapponese di Vera, per il cui significato vi rimando a Bulbapedia. Il contesto della storia è il videogioco di Pokèmon Zaffiro (che è quello a cui ho giocato io), ma in realtà Smeraldo, dato che è lì che Rocco Petri (Daigo in giapponese) si diverte ad andarsene in giro per il mondo. Sì, perchè è lui il misterioso "lui" cui accenno, e il nome della coppia è "Hoennchampionshipping" (pubblicità non troppo occulta) :) [anche se ultimamente mi sta attirando anche la Originshipping, hmm... ] Se vi ricordate, lui ha una casa a Verdeazzupoli (il cui nome in giapponese ignoro e su cui ho preferito glissare, onde evitare ancora più confusione), nella quale lascia un Beldum ed una lettera, in Pokèmon Rubino/Zaffiro, dopo averlo battuto alla Lega. E in tale lettera afferma appunto di volersene andare, ecc. ecc.... Se ricordate, Daigo era un appassionato di pietre rare, per cui ogni riferimento alle rocce non è casuale :) Le parti in corsivo sono i pensieri di Haruka.
Alcune note:
- "Nagareboshi" vuol dire "stella cadente" in giapponese.
- I più informati tra voi avranno riconosciuto nella leggenda che narro brevemente all'inizio quella del Tanabata, la festa giapponese che si celebra il 7 luglio.
- La storiella sulla lacrima e sull'origine del Pokèmon è frutto della mia fantasia, ovvero puramente inventata, ma si ispira ad una leggenda metropolitana sul videogioco, che voleva che, al 99° lancio del razzo a Verdeazzupoli, al posto della roccia bianca lì vicino apparisse Jirachi.
- ... E' Jirachi il Pokèmon citato xD
- Il "mitico creatore di tutti gli oceani" è Kyogre, il leggendario catturabile in Pokèmon Zaffiro.
- La ragazza che cito esiste veramente nel videogioco, e sta sempre vicino alla roccia bianca. Dice anche qualcosa a proposito dei desideri sui bigliettini.
- Ho tirato in ballo Blaziken perchè è stato il mio starter nel videogioco.
Le eventuali interpretazioni della conclusione, così come quelle di tutta la storia, le lascio a voi ;)
Mi eclisso, già che parliamo di universo [ahah... no], e vado a studiare, che sarebbe proprio il caso...
  
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