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Autore: FallingInLove    01/07/2011    5 recensioni
Roba da pazzi! Poggiai una mano su un fianco cominciando a gesticolare animatamente con l'altra.
-Punto primo: mi stai rinfacciando tutte le volte che sono venuta a piangere da te? -domandai sentendo il veleno fra i denti -Perché io pensavo di trovare supporto fra le braccia di un amico e non di uno stronzo pronto a portarmi il conto!
-Non sto facendo niente di tutto questo -tentò di difendersi, ma io ormai ero partita come un treno e non mi sarei fermata tanto presto
-Punto secondo: io non sono una guerra che vi giocate tu e Riccardo, non sono una battaglia da vincere!
-Per me invece lo sei -mi interruppe, guardandomi dritta negli occhi; rimasi in silenzio, colta alla sprovvista e lui ne approfittò per continuare -Sei una di quelle poche cose per cui vale la pena lottare.. ed è per questo che non rinuncerò facilmente, soprattutto se ti so con quell'idiota
Avevo detto che non mi sarei fermata? Be' non avevo tenuto conto di questo. Proprio no.
-E punto terzo -aggiunse lui alla mia lista -non hai risposto alla mia domanda
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5. L'incenso


-Ti faccio io l'esame che hai domani

-No

In effetti, non era una cosa fattibile; provai con qualcos'altro.

-Ti regalo quel DVD che ti piaceva tanto

Nadia tentennò per qualche istante, poi immerse di nuovo il viso nella sua rivista -No

-Ti offro la colazione per un mese! -esclamai, allo stremo

Lei mi guardò come se fossi pazza -Secondo te io sono qui per farmi offrire cibo? -chiese pedalando più forte sulla cyclette.

Mi rassegnai, in piedi davanti a lei, chinando la testa sul manubrio che non stava tenendo, impegnata a leggere di chissà quali stupidi pettegolezzi; pettegolezzi che, sono sicura, non interessavano nemmeno a lei, era solo un modo per evitarmi.

Eravamo in palestra, e fra 10 minuti sarebbe iniziato il mio allenamento di kick: avevo poco tempo per farle sputare il rospo.

-Perché non me lo vuoi dire? Hai paura che glielo vada a ridire?

Lei non rispose.

-So chi è -dissi allora, ma lei fece spallucce. No, cara, non è un bluff, pensai -è Jason

Nadia si fermò di botto, guardandomi con gli occhi sgranati -Come..?

Centro!

-Ieri sera mi hai trascinata via come una furia appena è arrivato e non hai detto una parola per tutto il tragitto! -poi mi accigliai -Ma perché hai paura che gli vada a spifferare che ti interessa?

Le ci volle un po' di tempo per riprendersi dallo schock, poi scosse la testa -Non è per quello. E' che lui è amico di Mirko, tu sei amicissima di Mirko, tu e Mirko vi dite tutto.. fai due più due.

Io annuii, capendo perfettamente: aveva paura che lo dicessi a Mirko e che Mirko Lingua Lunga lo andasse a ridire al diretto interessato -Tranquilla, terrò la bocca chiusa. Comunque scappare in quel modo ogni volta che ti si avvicina, non mi sembra un buon modo per arrivare a lui..

Ok che in amore vince chi fugge, ma fino a un certo punto.

Nadia scosse la testa e i riccioli d'oro raccolti nella lunga coda di cavallo ondeggiarono -Io non gli interesso

-Ma nemmeno ti conosce! -risposi. Io stessa lo conoscevo veramente poco

-Ed è meglio così

-Come?!

Attenzione, troppa attività sportiva danneggia i neuroni.

-Io sono sempre l'amica -dichiarò allora alzandosi -sono l'amica per te, sono l'amica per Mirko. Io sono l'amica di tutti. Solo una volta un ragazzo ha voluto più di una semplice amicizia da me, ed è scappato due mesi dopo: questo ti dovrebbe far capire perché stavolta ho deciso di scappare prima io.

Rimasi sbalordita. E' vero, in tanti anni che conoscevo Nadia aveva avuto solo un ragazzo, ma la cosa non era mai sembrata pesarle, anzi, diceva di star bene. Adesso invece di colpo subentrava tutta quest'amarezza.. un attimo.

Ma se fossi stata io ad accorgermene solo in quel momento perché me lo stava dicendo? Se invece fosse già da tanto che la mia amica stava male e io non me ne fossi nemmeno resa conto?

Mi sentii d'un tratto schifata da me stessa, e avvertii una leggera nausea. Sì: il mio corpo rispondeva prontamente a qualsiasi stato d'animo provassi.

-Tu non hai mai avuto problemi a trovarti un ragazzo -continuò Nadia, mentre io ascoltavo, impotente- quando stavi da sola era perché lo decidevi tu: non puoi sapere come sia sentirsi sconfitti in anticipo

-Non devi -recuperai l'uso della parola e mi appoggiai nuovamente al manubrio -Se sei tu la prima a pensare che non potrai piacere mai a nessuno, parti già con il piede sbagliato. Ok, fin ora non è andata troppo bene, ma chi ti dice che non potrà essere diverso? Se scappi e non gli dai nemmeno il tempo di fargli vedere che esisti, è ovvio che non ti noterà mai

Lei sospirò -Non lo so.. non voglio forzare la cosa

-Va bene, ma allora non sabotarla nemmeno

Con questo riuscii a strapparle un sorriso -Va bene, dai.. la prossima volta vediamo

-Brava!

-Io ho finito qui -disse spegnendo il monitor della cyclette -Tu hai kick adesso?

-Sì! Con me! -esclamò qualcuno alle nostre spalle: ci girammo trovando Mirko in tenuta sportiva che era appena entrato

-Cosa? -chiesi incredula

-La lezione di prova -spiegò avvicinandosi, allegro neanche avesse vinto alla lotteria -quella è gratuita, quindi ho deciso di sfruttarla per vedere se è vero che sei più brava di me a spaccare la faccia alla gente -sorrise con aria di superiorità

Insolente e presuntuoso!

-Il primo a cui la spacco oggi sarai tu, puoi giurarci

-Cominciate a farmi paura -confessò Nadia -mi dileguo! Buona scazzottata

-Grazie -Mirko la salutò con un cenno della mano

Prima di andarsene però Nadia mi rivolse uno sguardo eloquente, che ricambiai: non una parola con lui riguardo a Jason.

Jason.. in effetti tutte le volte che andavamo a sentire Mirko nei vari locali c'era sempre stata anche Nadia, nonostante odiasse il rap. Ma che razza di amica ero, così cieca di fronte all'evidenza!

-Entriamo? -mi chiese Mirko serafico

Lo guardai immaginando di tagliarlo in tanti pezzettini fini fini -Non farai sul serio, spero. Oggi rischi di brutto -minacciai infilandomi i guantoni mentre mi dirigevo verso la sala.

Lui mi seguì -Mr. Figo?

-Riccardo -corressi fra i denti, stanca di sentire quel soprannome -e comunque no, lui non c'entra.

Non ebbe tempo di chiedermi cos'altro avessi perché l'allenatore, Luca, lo accolse subito, sperando di poter farlo diventare un cliente fisso. Illuso.

Salutai gli altri e cominciammo il consueto riscaldamento. Ricordo che la prima volta, già dopo i primi venti minuti imploravo pietà: tutte quelle serie di addominali, flessioni, scatti, squot, pesi e robe varie mi avevano uccisa. Per Mirko invece sembrava una cosa normale, quasi come se appena alzato ogni mattina si mettesse a sollevare i mobili di casa mentre Nick ci spazzava sotto con un grembiulino a pallini (dovetti fermarmi a metà di uno scatto nel tentativo di bloccare le risate che quest'immagine mentale mi provocò). Mirko mi guardò un po' strano, per niente affaticato.

Luca ci distribuì poi a coppie, facendo mettere a me i guanti normali e a Mirko quelli da parata: dovevo prenderlo a pugni sui guanti.

-Ora vediamo di cosa sei capace -mi provocò

-Non sai quanto te ne pentirai -risposi io, che avevo proprio voglia di tirare una bella scarica.

Al via di Luca cominciai, sentendo i suoi occhi verdi addosso, che seguivano ogni mio movimento, ma concentrandomi solo sui suoi guanti.

..E' frustrante quando ti alleni da tanto e il novellino della situazione non indietreggia nemmeno un pochino sotto i tuoi pugni.

Quando Luca annunciò il cambio mi levai i guanti con aria torva, senza nemmeno guardarlo.

-Me lo vuoi dire che hai? -mi chiese mentre mi passava quelli da parata

-Mi hai parata senza difficoltà -risposi

-Questo lo credi tu -rispose -e comunque sono sicuro che ci sia dell'altro

Lo guardai storta, e lui mi esortò con uno sguardo.

-Via! -esclamò Luca

Sollevai i guanti, in attesa dei suoi pugni. Mi guardò ancora per qualche istante, poi si decise a cominciare.

-Se non c'entra Mr. Figo allora cos'è?

-Non c'è solo Riccardo nella mia vita -risposi indignata -Anzi, per la cronaca ha accettato il mio invito a casa mia, stasera

-Wow. Gli cucini qualcosa o passate direttamente alla parte interessante?

-Ordinerò due pizze -risposi e lui ghignò, ben a conoscenza delle mie scarse doti culinarie.

Mi accorsi in quel momento che non stavo faticando quasi per niente a parare i suoi pugni e mi sentii fiera.. fino a quando realizzai che non li stava tirando nemmeno alla metà della forza con cui avrebbe fatto di solito

-Mirko! -sbuffai

-Che c'è?

-Non stai tirando

-Sì, invece

-Ti odio

Sorrise -Sono solo più forte di te, Nina, niente di nuovo

L'ho già detto che mi faceva saltare i nervi?

A quel punto Luca si avvicinò fermandoci mentre gli altri continuavano con l'esercizio.

-Perché non fate un po' di sparring? -ci chiese -Così Mirko può vedere davvero com'è

-Con piacere -risposi contenta di avere un'occasione per spaccargli la faccia come si deve.

Ci mettemmo i parastinchi, lasciando però da parte paradenti e casco.

-Prima le donne -fece lui atteggiandosi a gentiluomo in posizione di guardia.

-Come ti pare -risposi avventandomi su di lui con un sinistro che parò immediatamente; provai con un destro, ma non andò a buon fine nemmeno quello.

Mi tirò un gancio che evitai con un pendolo, ma non aveva l'intenzione di essere un colpo vero.

-Picchia davvero -lo esortai -sono più dura di quello che sembra

-Oh, questo lo so -rispose tirandomi un montante con la stessa scarsa potenza; dopodiché però mi arrivò un diretto basso sugli addominali che non mi fece male, ma che ebbe l'effetto di farmi incavolare ancora di più per non averlo nemmeno visto.

-Non mi hai ancora detto cos'hai -mi ricordò

-Nadia -dissi allora allontanandomi di qualche passo per riprendere fiato; lui non mi seguì, lasciandomi il tempo per riprendermi -Non mi sono accorta che le piacesse un tipo, nonostante ci stesse malissimo e nonostante la cosa fosse sotto il mio naso -spiegai senza dare dettagli -mi sento una stronza -a quel punto ripartii, tirandogli un calcio laterale che parò con scioltezza; allora mi avvicinai pronta a lanciare un altro pungo ma lui mi bloccò, aggirandomi e tenendo stretti i miei polsi fra i suoi avambracci e il mio torace, in quello che sarebbe sembrato un abbraccio se non fossimo stati su un ring a prenderci a botte.

-Ma..! -protestai

-Devi essere più svelta -mi spiegò; non mi stava canzonando, suonava più come un semplice consiglio -E quando uno ti afferra così da dietro, devi tirargli una capocciata sul naso; a quel punto lui allenterà fisiologicamente la presa, e tu potrai girarti e finirlo -sorrise, lasciandomi andare.

Lui che dava consigli a me? No, questa non la potevo tollerare.

-Non mi servono le tue tecniche -replicai -ho le mie

Avanzai di scatto, cogliendolo di sorpresa e mettendo un piede dietro la sua gamba mentre gli tiravo un montante; lui, con la guardia abbassata, indietreggiò d'istinto, evitando il colpo ma cadendo così nello sgambetto che gli avevo teso.

Mi godetti per un attimo la visuale di lui a terra con un'espressione sbigottita.

-Per oggi basta, ragazzi! -esclamò a un tratto Luca; il tempo era volato, peccato che avessimo potuto fare solo un round.

-Chi era il più forte? -domandai soddisfatta inginocchiandomi accanto a lui

-Lo sgambetto non è leale -mi ricordò

Io scrollai le spalle -Per strada non conta -lo citai con una certa soddisfazione.

Salutammo Luca e gli altri, poi ci dirigemmo ognuno nel proprio spogliatoio.

Ripensai a Nadia, e me la immaginai con Jason: non stonavano per niente, anzi. Lui, il bassista tenebroso e lei, la giovane donzella malinconica. Sembrava addirittura il titolo di un romanzo!

Ma adesso entrava in gioco il mio di romanzo: dovevo sbrigarmi, avevo giusto il tempo di arrivare a casa, farmi una doccia veloce, preparare la camera e ordinare le pizze.

Recuperata la giacca e sistemato il borsone, uscii; Mirko era già lì che mi aspettava.

-Elettrizzata per la cena con Mr. Figo? -mi chiese.

Possibile che mi si leggesse così bene in faccia?

-Ho in mente un bel programmino -risposi mentre cominciavamo a camminare

-E cioè?

-Ho comprato dello spumante e dei petali di rosa finti -spiegai

Immancabilmente, lui scoppiò a ridere

-Petali di rosa? -domandò -scommetto che li vuoi mettere sul letto, e magari brucerai anche un po' di incenso

-Cretino -risposi

Anche secondo me l'idea non era proprio un granché ma a mali estremi.... Insomma, non potevo continuare a stare con il ragazzo più bello del mondo senza venire nemmeno una volta, che diamine!

-Lo sai che non è così che risolverai il problema, vero? Dovrebbe fare qualcosa lui: il problema è suo, non è tuo, te l'ho già detto -corrugò le sopracciglia pensieroso -O forse sei tu che sei troppo brava a letto, e quel poveretto non riesce a durare più di 10 secondi

-Mirko! -gridai scandalizzata

-Posso provare anch'io? Sembra interessante -chiese guadagnandosi una sonora pacca sul braccio. Mi domandai quanti lividi si fosse guadagnato da me a causa di quelle battutine oscene.

-Stasera faremo scintille su quel letto -dichiarai risoluta

-Per merito dei petali di rosa e dell'incenso?

-Ma sei tu che hai parlato d'incenso!

Grazie a Dio eravamo arrivati al suo motorino.

-Ti serve un passaggio? -mi chiese -Così hai più tempo per asfissiare la casa con quella roba da preti.

Alzai gli occhi al cielo, ma decisi comunque di salire in sella, allacciandomi il casco che mi porgeva.

Non ho ancora scelto la biancheria da indossare.. pensai, giusto un attimo prima che Mirko partisse con un rombo, costringendomi ad aggrapparmi alla sua schiena per non finire dritta per terra.

-Ci sei? -mi chiese voltandosi appena, avendo sentito quella stretta improvvisa

-Ho rischiato seriamente di non esserci -risposi

-Reggiti, allora -rispose mentre accelerava -Mr. Figo non può aspettare

-Fermo! -gli gridai -E' rosso!

Come non detto. Dopo il terzo semaforo a cui non badava, mi rassegnai e valutai se cominciare a pregare per arrivare intera alla mia notte magica.

Dopo pochissimo tempo, eravamo finalmente arrivati.

-Eccoti qua, persino in anticipo -gongolò

-Ma se non sai nemmeno a che ora è l'appuntamento -ribattei, ma lui non mi stava ascoltando, distratto da qualcosa che doveva essere molto più interessante di me e Riccardo, appena dietro le mie spalle.

-E' una bicicletta quella appoggiata al muro? -mi chiese mentre io mi giravo per seguire il suo sguardo, incontrando la mia vecchia ma bellissima bicicletta che avevo sin da adolescente.

-Sì -risposi con un sorriso -l'ho tirata fuori dallo sgabuzzino qualche giorno fa, per farle prendere un po' d'aria.

-Non la usi mai? -mi chiese

-Se l'avessi fatto mi avrebbero già arrotata

-Jason ha una casa in campagna -mi disse, d'un tratto tutto entusiasta -ieri sera mi ha detto che aveva intenzione di andarci in questi giorni: che ne dici se andiamo con lui con le biciclette?

-Anche tu ne hai una? -mi meravigliai

-Ce l'abbiamo sia io che Nick -rispose -Allora, ti va?

-Certo! -esultai, poi ci pensai un momento -ma...?

-No -rispose ancora prima che gli avessi chiesto qualsiasi cosa -Quelli che si chiamano Mr. Figo non possono venire.

Sbuffai, mi dava fastidio tutto questo astio -Ti stavo per chiedere se potevo dirlo anche a Nadia. A lei.. piace moltissimo andare in bici -dissi, chiedendomi se ne avesse una.

Be', in ogni caso sarebbe stata una buona occasione per lei e Jason.

-Certo! Andiamo domani dopo l'università?

-Sì, spero vada bene anche per lei..

-Ok, ora ti lascio alle cose idiote. Buona serata

-Vai a quel paese -fu il mio unico saluto.

Lui rispose con una risata, mentre tornava sul motorino.


°°°


Mi guardai allo specchio, stretta in quel tubino rosso che non so nemmeno da dove fosse uscito fuori. (FOTO) Be', almeno stando in casa, il problema dei tacchi era risolto.

Sinceramente quella mise elegante non mi faceva impazzire, non era nel mio stile come aveva detto Mirko, ma a Riccardo piaceva tanto, così..

Le pizze erano già in tavola, ancora nelle scatole per evitare che si freddassero, lo spumante in frigo e i petali sul letto. Mancava solo lui..

Guardai di nuovo l'orologio (era circa la quarta volta in due minuti), e in quel momento mi squillò il cellulare.

Leggendo sul display il nome di Riccardo, sorrisi: probabilmente era in ritardo, e voleva avvertirmi. Che carino.

-Pronto?

-Ciao principessa -di nuovo quel nomignolo che, dovevo ammetterlo, non mi piaceva poi così tanto -Senti, hai già preparato la cena?

Rimasi un attimo interdetta -Emh.. ho ordinato le pizze, sì.

Lo sentii sospirare -Scusami, dovevo avvertirti prima, ma l'ho saputo adesso anch'io: devo correre all'allenamento di rugby, fra qualche giorno giochiamo una partita importante e..

Non sentii niente di tutto quello che mi disse; mi accorsi solamente che qualche minuto dopo gli stavo dicendo, in automatico come un disco registrato che no, non si doveva preoccupare, che sarebbe stato per un'altra volta e che gli auguravo una buona nottata.

Clic.

Guardai di nuovo le pizze, poi la mia immagine riflessa nello specchio, tirata a lucido, le rose sul letto..

Neanche fossi stata Rocky, mi diressi verso la mia camera, e cominciai a far volare le coperte dalla finestra, petali compresi.

Vaffanculo. Tu e le tue balle.

Non contenta, tirai un calcio sul letto, beccando l'asse di legno e vedendo tutto il Firmamento dal dolore. Mi sdraiai sul materasso spoglio, tenendomi la gamba dolorante fra le mani e piangendo dal dolore; il dolore emotivo, non fisico.

Perché dire che fossi frustrata era poco: possibile che fossi così poco interessante per lui da trovare sempre una scusa per evitarmi quando aveva di meglio da fare?

Andiamo, le partite della scuola sarebbero iniziate di lì a un mese, lo sapevo persino io che me ne stra fregavo del rugby.

Non volevo credere che fosse come diceva Mirko, non era possibile. Riccardo non era stronzo fino a questo punto. Giusto?

Un senso di abbandono, si impadronì di me come uno tsunami della terra, e mi sentii travolta, dalle lacrime e dalla solitudine. C'era un silenzio assordante in quella cazzo di casa e per la prima volta in tutta la mia vita rimpiansi di aver deciso di lasciare casa dei miei; pensai se chiamare Mirko, Nadia, qualcuno.. ma poi mi dissi che non era giusto pensare che le loro vite potessero ruotare attorno a me.

Il problema era mio, mio e solo mio. E a questo se ne aggiungeva anche un altro: non avevo idea di come risolverlo.

Come facevo a rendermi più interessante agli occhi di un ragazzo che ha già tutto? Soldi, macchina sportiva, donne allupate che gli sbavavano dietro..

Sentivo che lo stavo perdendo, e non sapevo cosa fare per cambiare la situazione: era terribile.

Mi strinsi le braccia al petto, non sapevo da quanto fossi lì, sdraiata, ma stavo cominciando a sentire freddo; nell'armadio avevo altre coperte, ma decisi piuttosto di aspettare che il sonno arrivasse.

Domani sarebbe stato un altro giorno, e avrei trovato un modo per uscire da quello schifo di situazione.


***


Quando Mirko tornò a casa, trovò sua madre e Nick sul divano a guardare un album di fotografie; non appena i due si accorsero della sua presenza, quattro occhi si puntarono su di lui, e nessuno disse niente.

-Heilà -esordì lui levandosi la giacca -Che combinate?

-Niente -si riprese Magaret chiudendo l'album -Vecchie foto

-Di chi? -chiese il ragazzo

Vide che Nick e Margaret si scambiarono uno sguardo, poi suo fratello sospirò -Di nostro padre, quando era ancora qui.

Il ragazzo si bloccò, lasciando per qualche istante lo sguardo inchiodato sul fratello, per poi spostarlo sulla madre, che teneva ancora l'album.

-Perché?

-Io non me lo ricordo -fece allora Nick scrollando le spalle -ero solo curioso, tutto qui

-Non dovresti -ribatté Mirko con amarezza, forse anche con rimprovero

-Mirko -lo riprese Margaret

-No! -insistette lui -Dopo che gli abbiamo raccontato tutto quello che ha fatto, anzi che ci ha fatto, non dovrebbe proprio!

-Invece ne ha tutto il diritto -ribatté la donna -e comunque, noi gli abbiamo raccontato che se n'è andato -aggiunse con uno sguardo che sottintendeva una miriade di significati nascosti, vicende celate; Mirko abbassò un momento lo sguardo, poi tornò alla carica

-Ma per quale assurdo motivo dovrebbe volerlo?

-Perché tu l'hai conosciuto -rispose Nick, ignaro di quello strano sguardo che i due si erano scambiati, cominciando ad alterarsi -Io invece di lui so solo quello che mi avete detto voi

-E pensi siano balle? -domandò con risentimento; Margaret però deglutì, sentendo d'un tratto la gola secca.

-Certo che no! Ma permetti che un po' mi manchi? Tu hai avuto l'opportunità di conoscerlo, e ora lo odi; io non l'ho avuta, ed è per questo che continuo a fare domande.

Mirko sospirò massaggiandosi le tempie -Tu sei fortunato a non ricordarti niente, non lo capisci? -poi si rivolse alla madre -E tu perché lo appoggi?

-Io odio quell'uomo almeno quanto te per ciò che ha fatto -rispose lei -ma è giusto che Nick abbia delle domande, ed è giusto che io gli risponda.

-Come vi pare -rispose il ragazzo -ma se dovete continuare a parlare di lui, è meglio che io me ne vada a letto -concluse andandosene in camera.

Sdraiato sul letto, ripensò a quell'assurda situazione e scosse la testa. Non era bello mentire al fratello, ma la verità sarebbe stata di gran lunga peggiore.

Margaret era d'accordo con lui.. ma allora perché continuava a dare a Nick elementi per ricostruire il puzzle? Ok, era impossibile che ci arrivasse da solo, era troppo piccolo per ricordare, però..

Sospirò, e decise di lasciar volare la mente altrove. C'era anche qualcos'altro di assurdo: le rose e l'incenso di Ludovica.

Si stupì di come si ritrovò a dover soffocare una risata al pensiero, nonostante l'incazzatura per Nick che continuava a chiedere del padre; poi però un retrogusto di amarezza gli salì in gola e non era dovuto alla situazione familiare ma al pensiero del deficiente con cui stava Nina.

Non se la meritava. Non se la meritava per niente.








**********************************


Mirko e Margaret non la raccontano giusta sull'abbandono del padre.. ma cos'è che li spinge a mentire? Cos'è che può essere più brutto dell'abbandono?

Ovviamente lo scoprirete andando avanti con la storia xD Nadia invece ha svelato la sua cotta per Jason.. vedremo poi come se la caveranno in bicicletta!

Grazie alle 25 perone che hanno inserito la storia fra le seguite e alle 11 che l'hanno inserita fra i preferiti! Grazie davvero tanto e grazie anche a chi legge in silenzio.

Un bacione a tutte voi! :)

  
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